Tutor: Prof.ssa Piera Loi Co-tutor: Prof.ssa Ombretta Dessì

Parole chiave: tutela antidiscriminatoria; trasparenza; transizione digitale; automazione decisionale; diritti di informazione e comunicazione; contrattazione collettiva.

Short bio:

Presso l’Università degli Studi di Cagliari nel 2020 ha conseguito la Laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza con una tesi in diritto costituzionale comparato sulla sotto-rappresentanza del genere femminile nelle assemblee elettive. Successivamente nel 2021 ha frequentato il Master di II Livello in Relazioni Industriali nel Lavoro Privato e Pubblico discutendo una tesi sulla trasparenza salariale come strumento utile al contrasto del gender pay gap. Dal 2023 è Dottoranda di Ricerca in Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi di Cagliari con un progetto sulle discriminazioni algoritmiche derivanti dall’utilizzo di intelligenza artificiale nel lavoro.

Abstract del lavoro di tesi:

L’oggetto del presente progetto di ricerca è costituito dall’analisi delle misure di prevenzione e contrasto alle discriminazioni, sia quelle di genere che quelle fondate su altri fattori protetti, nell’ambito del rapporto di lavoro, con particolare riguardo all’idoneità degli attuali mezzi di tutela ad intercettare le forme di discriminazione derivanti dal crescente utilizzo di sistemi algoritmici e di intelligenza artificiale a supporto o in sostituzione delle decisioni datoriali. L’interrogativo sulle potenzialità discriminatorie dell’algoritmo, infatti, è stato da tempo risolto in senso affermativo: le ricadute pregiudizievoli derivanti dal ricorso a sistemi decisionali algoritmici interessano in modo proporzionalmente maggiore gli individui portatori di fattori protetti all’interno della società. Attraverso lo studio di tali sistemi e delle soluzioni di tutela esistenti nell’ordinamento giuridico, sia nazionale che sovranazionale, si cercherà di stabilire come le discriminazioni nell’ambito dei rapporti di lavoro possano derivare da un management algoritmico iniquo. Al fine di comprendere quali sfide attendono il diritto antidiscriminatorio e la sua effettività, si intende, in primo luogo, definire il concetto di discriminazione algoritmica, esplorando le modalità con cui i modelli algoritmici possono abilitare bias discriminatori, sia in modo diretto che indiretto. Ciò che determina il rischio discriminatorio, infatti, va ricercato, oltre che nel fattore umano, cruciale per lo sviluppo ed il funzionamento dei software algoritmici, anche e soprattutto nell’opacità e conseguente imprevedibilità di algoritmi non deterministici. Tra i principali obiettivi della ricerca, vi è l’indagine critica delle risposte normative al fine di vagliare, da un lato, l’effettività del modello tradizionale che sottende la logica della legislazione in materia - prevedendo norme imperative e divieti, assistiti da strumenti di tutela ex post - e, dall’altro lato, analizzare, attraverso il necessario approccio multidisciplinare integrato, la nuova prospettiva adottata a livello europeo che privilegia un sistema di individuazione e valutazione del rischio discriminatorio ex ante, accompagnato da misure preventive e di minimizzazione dello stesso. La ricerca intende approfondire, peraltro, la necessità di ampliare ulteriormente le garanzie in commento promuovendo un maggiore contributo da parte della contrattazione collettiva che, seppur spesso percepita come un processo lento, si rivela un mezzo fondamentale per colmare il gap tra il livello di innovazione tecnologica che caratterizza prepotentemente i contesti produttivi e la tutela giuridica dei lavoratori contro le discriminazioni. Infine, il progetto intende esplorare il ruolo dell'Ispettorato del Lavoro nel monitoraggio delle imprese, suggerendo l'integrazione di nuove metodologie ispettive e di indagine maggiormente efficaci contro le discriminazioni algoritmiche.