Accademia delle scienze di Torino e Cittadella universitaria di Monserrato: confronto in diretta streaming con al centro i temi salienti per i ricercatori
Mario Frongia
“Huntington: il silenziamento del gene” è stato cornice e cuore di un dibattito di alto profilo scientifico, con apporti e approfondimenti di carattere medico, sociale e formativo. Un percorso con visuali prospettiche che mettono in gioco anche i progressi nello studio delle staminali. Non a caso l’aula rossa della facoltà di Medicina, in Cittadella universitaria a Monserrato, ha ospitato un centinaio tra studenti, specializzandi e ricercatori. Il convegno scientifico internazionale tenutosi stamani - in diretta streaming tra l’Accademia delle scienze di Torino e l’aula di medicina a Monserrato - ha avuto per cornice lo stato dell’arte nella cura e nelle ricerche inerenti la malattia di Huntington.
Malati, clinica, sfide. Un percorso che vede l'ateneo e gli specialisti di neurologia in prima fila
I lavori sono stati aperti da Giovanni Defazio, direttore della scuola di specializzazione di Neurologia dell’Università di Cagliari (vedi video-intervista qui di seguito). A seguire, le presentazioni di Valeria Sogos (docente di istologia, ateneo Cagliari) e l’intervento di Elena Cattaneo, scienziata fondatrice del Centro ricerca sulle cellule staminali dell’Università di Milano. La senatrice a vita ha rimarcato il ruolo delle cellule staminali e la marcia dei ricercatori verso nuove metodiche indispensabili per combattere patologie devastanti.
La partita sulle malattie monogeniche è in pieno corso e sviluppo. In Italia si stimano circa 150mila persone colpite dal male di Huntington, direttamente (malati) e indirettamente (famigliari)
Sul male è di impatto la frase riferita al “silenziamento dei geni” e postata sul sito Huntington Onlus: "Un approccio che può rivoluzionare la medicina moderna e che apre a possibilità di cura per le malattie monogeniche fino a oggi insperate e inimmaginabili, un’occasione unica e imperdibile per chiunque creda nel valore della scienza e nell’importanza della collaborazione internazionale per la cura delle malattie genetiche". Un concetto che ha accompagnato le relazioni di Astri Arnesen (presidente dell’Hd-Cope Huntington’s disease coalition for patient engagement - Norvegia), Edward Wild (Huntington’s disease centre, University College - Londra). Gli scienziati hanno dibattuto di “La voce dei malati e dei familiari nella ricerca clinica e “Ionis Httrx: i progressi e le prossime sfide del silenziamento genico”. Claudio Mustacchi (presidente Huntington Onlus” ha presenatato il progetto “Una rete italiana della malattia di Huntington per la cura e la ricerca”. Attualmente non ci sono farmaci in grado di prevenire, bloccare o rallentare la progressione della malattia. Si stima che in Italia siano 150mila le persone colpite direttamente (i malati) o indirettamente (famigliari). Recent studi in Canada e Stati Uniti hanno portato le stime sulla diffusione della patologia da circa un individuo ogni diecimila a un caso ogni 2.500 persone. Informazioni e contatti in rete su www.huntington-onlus.it e sui social @HuntingtonOnlus
Le collaborazioni e le relazioni di pregio dell'Università di Cagliari con alcune delle principali realtà di fama e reputazione mondiale
“Da diversi anni abbiamo rapporti scientifici su filoni di ricerca comuni con l’Università di Milano e in particolare con il gruppo guidato da Elena Cattaneo” dice Micaela Morelli. “Oltre al consueto appuntamento annuale per la giornata UniStem, che associa decine tra atenei e centri di ricerca italiani ed europei impegnati negli studi più innovativi sulle cellule staminali, siamo - rimarca il pro rettore per la Ricerca scientifica dell’ateneo di Cagliari - particolarmente attenti a rafforzare scambi e relazioni culturali che integrano e rilanciano il metodo e le dinamiche scientifiche più accreditate in ambito internazionale”.
La tavola rotonda con i principali interpreti italiani e mondiali della ricerca sulla patologia nota anche come Còrea major
In chiusura, l’evento ha coinvolto La Città della salute e della scienza-ospedale Molinette (Torino), L’Istituto ricerca Neuromed (Isernia), la Fondazione policlinico Gemelli (Roma) e l’Istituto neurologico Besta (Milano). Ai lavori sono intervenuti e hanno collaborato anche Chiara Zuccato (dipartimento Bioscienze, università Milano, responsabile scientifico e fondatrice Huntington Onlus), Anna Meldolesi (scienze writer, Corriere della sera), Alessia Zurru (dipartimento fisica, Università Cagliari)