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Ominidi, scoperta la prima "officina"

Nell’area archeologica di Melka Kunture, in Etiopia, è stata riportata alla luce la più antica “officina” di utensili in pietra del Pleistocene Inferiore. Tra gli scopritori, anche due docenti del dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’università di Cagliari: la geoarcheologa Rita Melis e la vulcanologa Laura Pioli. Pubblicati dalla prestigiosa rivista Nature Ecology & Evolution i dettagli dell’eccezionale ritrovamento.
20 gennaio 2023
Ricostruzione dell'ambiente a cura di Iago Araujo

Una sorta di officina, organizzata per produrre in serie utensili utili a svolgere le attività quotidiane trasformando i ciottoli di ossidiana rinvenuti lungo il fiume. La straordinaria scoperta dimostra che 1,2 milioni di anni fa, cioè 500 mila anni prima rispetto ai dati finora conosciuti, gli ominidi, antenati dell’homo sapiens, non si limitarono soltanto più a reagire d’istinto ai cambiamenti ambientali, ma cominciarono a crearsi attivamente nuove opportunità, sviluppando nuove tecniche e facendo tesoro delle abilità acquisite. Il ritrovamento è avvenuto a Simbiro, nell’area archeologica di Melka Kunture, in Etiopia. Si tratta di un sito situato a circa 50 km a sud di Adis Abeba, nell’alta valle dell’Awash, a duemila metri d’altitudine. Fu individuato nel 1963 dall’archeologo tedesco Gerard Dekker e da allora è stato sistematicamente indagato, inizialmente soprattutto dai francesi. L’Italia è presente dal 1999 con una missione diretta dall’università La Sapienza di Roma per conto del ministero degli Esteri. L’area archeologica di Melka Kunture è considerata particolarmente importante perché sono già stati scoperti oltre 70 livelli archeologici. La zona è stata abitata dagli ominidi per almeno due milioni di anni, le tracce rinvenute della loro presenza sono tante: parte di scheletri, resti di animali, impronte, utensili. Prima dell’officina, l’ultima scoperta importante è avvenuta nel 2018 ed ha riguardato il ritrovamento delle orme di un bambino risalenti a 700 mila anni fa.

Il gruppo di ricerca

Il merito di avere scoperto l’officina degli ominidi va ad un gruppo internazionale di ricercatori (archeologi, geologi, botanici, paleontologi) che ha saputo compiere un complesso lavoro di ricostruzione dell’ambiente, delle tecniche di produzione e delle capacità intellettuali degli ominidi che hanno vissuto più di un milione di anni fa. La missione archeologica è stata finanziata dal ministero degli Esteri e dall’Università La Sapienza di Roma. Oltre alle docenti di UniCa Rita Melis e Laura Pioli, hanno fatto parte del gruppo di lavoro diretto da Margherita Mussi (Università La Sapienza, Roma; The International Association for Mediterranean and Oriental Studies (ISMEO), Roma); Eduardo Mendez-Quintas (University of Vigo, Spain; Institute of Evolution in Africa (IDEA), Madrid); Doris Barboni (University of Aix-Marseille); Hervé Bocherens (University of Aix-Marseille); Raymonde Bonnefille (University of Aix-Marseille); Giuseppe Briatico (Università La Sapienza, Roma; University of Tübingen); Denis Geraads (Museum of National Natural History, CNRS, Sorbonne University, Paris); Joaquin Panera (Institute of Evolution in Africa (IDEA), Madrid); Andrea Serodio Domínguez (University of Vigo); e Susana Rubio Jara (Institute of Evolution in Africa (IDEA), Madrid). 

Parte della missione archeologica italo-spagnola con, a destra, Rita Melis e Laura Pioli
Parte della missione archeologica italo-spagnola con, a destra, Rita Melis e Laura Pioli

"Una ricerca molto appassionante"

Per Rita Melis e Laura Pioli si è trattato di una ricerca molto appassionante: 

"Abbiamo usato gli strumenti della geologia - l’analisi geomorfologica,  stratigrafica  e la ricostruzione dell’attività vulcanica del tempo -  per definire il paleoambiente e come si è evoluto. Ci siamo confrontate con gli altri ricercatori del gruppo per  comprendere  la  vita quotidiana degli ominidi di Melka. Gli ominidi pur vivendo  in una valle fluviale soggetta ad alluvioni, periodi di siccità e eruzioni vulcaniche, sono riusciti a selezionare la materia prima più preziosa come l’ossidiana per costruire oggetti taglienti per le loro attività quotidiane. L’ossidiana è molto difficile da lavorare anche per un uomo moderno.  Gli utensili di Simbiro sono molto precisi  e regolari e quindi lavorati da mani di artigiani specializzati."

Per informazioni e contatti

Rita Melis: tel 0706757747; mail: rtmelis@unica.it

Laura Pioli: 0706757745; mail: laura.pioli@unica.it 

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