UniCa UniCa News Notizie Gli archeologi medievisti italiani premiano il complesso archeologico di S. Eulalia a Cagliari come miglior sito

Gli archeologi medievisti italiani premiano il complesso archeologico di S. Eulalia a Cagliari come miglior sito

Grazie ai docenti dell’Università di Cagliari, l’intervento nel sottosuolo della parrocchiale è stato una formidabile esperienza formativa per centinaia di studenti di archeologia, molti dei quali oggi operano come liberi professionisti o nelle principali istituzioni culturali dell’isola, dall’Università alla Soprintendenza, al Museo archeologico. La premiazione avverrà il 23 febbraio, nell’Auditorium del Palazzo dei Congressi di Firenze, in occasione del TourismA-Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale, a conclusione dell’evento ‘Archeologia al futuro. Esperienze di Archeologia pubblica in Italia’
20 febbraio 2020
Un'immagine dell'area archeologica di Sant'Eulalia

Per la SAMI, l’area archeologica di S. Eulalia, nel quartiere storico della Marina, “consente un viaggio nella storia stratificata con monumentali testimonianze di età tardoantica e medievale, esempio di fusione di ricerca, tutela e valorizzazione

Cagliari, 20 febbraio 2020 - Andrà al complesso archeologico di S. Eulalia a Cagliari il premio Francovich 2020, assegnato dalla Società Archeologici Medievisti Italiani, conferito al museo o parco archeologico italiano che, a giudizio dei propri soci, rappresenta la migliore sintesi fra rigore dei contenuti scientifici ed efficacia nella comunicazione degli stessi verso il pubblico dei non specialisti.

La premiazione avverrà domenica 23 febbraio, nell’Auditorium del Palazzo dei Congressi di Firenze, in occasione del TourismA-Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale, a conclusione dell’evento ‘Archeologia al futuro. Esperienze di Archeologia pubblica in Italia’.

Per la SAMI, l’area archeologica di S. Eulalia, nel quartiere storico della Marina, “consente un viaggio nella storia stratificata con monumentali testimonianze di età tardoantica e medievale, eccellente esempio di fusione di ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e di sviluppo locale”.

Dalla fine degli anni Novanta, l’intervento nel sottosuolo della parrocchiale del quartiere del quartiere ha rappresentato, oltre ad una straordinaria occasione di ricerca sulla città antica, un’esperienza formativa non comune per centinaia di studenti di archeologia dell’università di Cagliari, molti dei quali oggi operano come liberi professionisti o lavorano nelle principali istituzioni culturali dell’isola, dall’Università alla Soprintendenza, al Museo archeologico.

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La complessità dell’intervento ha portato a sperimentare specifiche forme di coinvolgimento della comunità parrocchiale e del quartiere, cui è seguita la ricerca sulle forme di comunicazione per il patrimonio culturale

La complessità dell’intervento ha portato a sperimentare specifiche forme di coinvolgimento della comunità parrocchiale e del quartiere, cui è seguita la ricerca sulle forme di comunicazione per il patrimonio culturale. Non a caso, l’intervento è riconosciuto come il primo consapevole intervento di ‘archeologica pubblica’ in quartiere urbano in Sardegna.

Proprio dall’area archeologica di S. Eulalia, parte, nel 2011, un nuovo modo dell’Università di Cagliari di partecipare in modo strutturato alla manifestazione ‘Monumenti Aperti’ ed è proprio attorno a S.Eulalia, che nasce il primo itinerario del ‘Trentapiedi dei Monumenti’, proposto dagli studenti di Beni culturali, e di Archeologia e Storia dell’arte nella sua prima edizione attraverso le vie del quartiere della Marina.

Ancora altre esperienze: una serie di laboratori, la nascita di Vestigia UniCa, le ricerche sulla percezione del patrimonio culturale, la sperimentazione del percorso di Terza missione UniCaC’è.

Foto di gruppo per "Monumenti aperti"
Foto di gruppo per "Monumenti aperti"

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