Estremamente significativo il titolo del dialogo affidato al prof. Bacchetta: “in principio fu il Giardino dell’Eden. La storia di lunga durata dei Giardini Botanici”
Sergio Nuvoli
Cagliari, 1 novembre 2021 – Proseguono i “Dialoghi di archeologia, architettura, arte, paesaggio” organizzati a Cagliari nella splendida cornice della Basilica di San Saturnino. L’iniziativa – che ha già visto la partecipazione di alcuni docenti del nostro Ateneo – prevede l’intervento di Gianluigi Bacchetta, direttore del Centro Servizi Hortus Botanicus Karalitanus (HBK) e docente di Botanica.
Estremamente significativo il titolo del dialogo a lui affidato: “in principio du il Giardino dell’Eden. La storia di lunga durata dei Giardini Botanici”. L’appuntamento per giovedì 4 novembre alle 17 per una conversazione che prenderà le mosse dal libro della Genesi, in cui compare l’archetipo del giardino.
“Quel primo giardino – scrivono gli organizzatori – con canali, piante, animail è il domicilio dove agiscono, in perfetto equilibrio, i quattro elementi: aria, acqua, terra, fuoco”. Per poi terminare la suggestiva introduzione al dialogo con il professor Bacchetta in questo modo: “Non si potrebbe immaginare Cagliari senza i mille giardini e il suo antico e prezioso Orto Botanico che abita con l’Anfiteatro romano la valle di Palabanda. Sono emblemi di un irripetibile paesaggio urbano che, si spera, di vedere riuniti”.
RASSEGNA STAMPA
L'UNIONE SARDA del 3 novembre 2021
Cultura - pagina 55
Incontri. "Dialoghi di Archeologia, Architettura, Arte e Paesaggio" a San Saturnino
In principio fu il Giardino dell'Eden
Secondo la tradizione biblica, Dio vi ha posto l'uomo e la donna, che aveva plasmato. Ricco d'acqua, simbolo di vita e di fecondità, il giardino (gan) delle delizie (Eden) viene affidato alle cure dell'essere umano. E ancora si legge che un fiume usciva dall'Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi, a richiamare i punti cardinali e indicare che tutta l'acqua del mondo proviene dal giardino delle delizie, cioè, da Dio che l'ha creato per l'umanità. Si fa presto a dire "orto" o "giardino", ma come si può intuire dietro c'è un'interpretazione filosofica e simbolica che si affianca alla cultura materiale che accompagna l'evoluzione dell'uomo sin da quando diventa stanziale. L'appassionante tema è al centro dell'appuntamento in programma domani presso la Basilica di San Saturnino in occasione degli eventi culturali "Dialoghi di Archeologia, Architettura, Arte e Paesaggio", iniziativa portata avanti dall'Amministrazione comunale e dalla direzione del Museo archeologico nazionale di Cagliari, del suo Consiglio di amministrazione e dagli Amici del museo. Hortus Botanicus L'incontro inserito in cartellone (inizio ore 17, apertura dalle 16.30 e ingresso con il green-pass) ha come protagonista il direttore dell'Hortus Botanicus Karalitanus, Gianluigi Bacchetta, che parlerà di: "In principio fu il Giardino dell'Eden. La storia di lunga durata dei Giardini Botanici". Che cos'è un giardino? È l'interrogativo attorno al quale si svilupperà il ragionamento portato avanti dal direttore dell'Orto Botanico: «Non è un concetto statico. Il giardino ha assunto nel tempo significati molto diversi. Inizialmente nasce come spazio dedicato alle piante utili, quindi alla coltivazione di erbe medicinali o alimentari. Successivamente registriamo un'evoluzione che si prende cura dei giardini anche da un punto di vista estetico, tanto che gli stessi vengono creati e utilizzati nelle maniere più varie». Ciò che appare sia dalla narrazione biblica sia dal primo utilizzo degli orti è l'assoluto ruolo antropocentrico, vale a dire l'uomo punto cardine nel doppio ruolo di curatore e beneficiario dei frutti del giardino. Un domicilio dove piante e animali, quindi la natura, interagiscono in perfetto equilibrio con i quattro elementi: aria, acqua, terra e fuoco. Oasi cinesi Per aiutare il pubblico ad addentrarsi in questa fascinazione, Gianluigi Bacchetta farà un excursus storico delle oasi più antiche del mondo: su tutte quelle cinesi, risalenti al II millennio prima di Cristo, per poi illustrare le diverse tipologie realizzate dalle altre civiltà antiche. Ecco allora i famigerati giardini assiri, iraniani ed egizi, per poi scoprire le realtà greche e romane. «Capitolo a parte», spiega ancora Bacchetta, «sono gli orti medievali. A quel periodo si deve la nascita del concetto di "hortus simplicium", di tradizione monastiche». Qui si seminavano medicamenti semplici per avere fiori, radici, foglie e cortecce, poi usati per produrre cataplasmi, tisane o unguenti medicamentosi. Immediatamente dopo si registra la nascita degli orti botanici, che «in prima battuta sono italici. E si sviluppano dal Rinascimento sino al periodo illuminista. Infine, i giardini inglesi e francesi, dall'interpretazione romantica, per poi approdare ai giardini modernisti e contemporanei». Quattromila anni, tanto è lungo l'arco temporale abbracciato dalle parole di Bacchetta. Il comune denominatore nei giardini di ogni epoca è il richiamo esplicito al femminile (la dea madre), una rigenerazione dal valore simbolico che si sostanzia con l'acqua portatrice di vita. Palabanda e Merello E Cagliari? «In città abbiamo la valle di Palabanda e di viale Merello», conclude Bacchetta, «che anticamente erano campi di confine. Aree fertili per la coltivazione e ricche d'acqua. L'Orto Botanico e dei Cappuccini rappresentano un "unicuum" archeologico, storico, paesaggistico e naturalistico. Beni che mettono in connessione il patrimonio verde ai percorsi culturali». L'appuntamento potrà essere seguito anche in streaming sul sito museoarcheocagliari.beniculturali.it
Giovanni Follesa