Il know how universitario come sapere di frontiera per il futuro delle nuove generazioni
Mario Frongia
Un altro passo di pregio. Avantieri, lunedì 25 luglio, la sede di Startup Italia a Cagliari ha ospitato la prima giornata di networking fra i ricercatori dell’Università di Cagliari e gli aspiranti startupper del Contamination Plus, il nuovo percorso di educazione imprenditoriale del Crea UniCa, ispirato ai temi della social innovation. Il CPlus+ nasce dall’esperienza del Contamination Lab. Una strada feconda e produttiva che si snellisce, diventa breve e lascia spazio a nuove tematiche. In prima fila i temi della social innovation, leitmotiv di questo percorso rinnovato, che nella sua freschezza continua a nutrirsi dell’innovazione che la ricerca offre al territorio. “I ragazzi si chiedono come iniziare, come sfruttare al meglio le conoscenze acquisite e infine come arrivare alla meta con successo. Non solo per diventare imprenditori e startupper ma per acquisire un approccio imprenditivo utile nel lavoro e nella vita. Il CPlus risponde con un percorso che si differenzia da quelli attuali perché mette a disposizione il know how universitario come sapere di frontiera. E per rispondere alle grandi sfide della social innovation abitua i partecipanti a pensare in maniera alternativa” ha detto Maria Chiara Di Guardo, direttrice del Crea UniCa, durante l’inaugurazione del nuovo step formativo. I 40 partecipanti sono stati al centro del discorso di apertura incentrato sulle sfide imprenditoriali e personali.
L’innovazione maturata nella ricerca universitaria è la cifra distintiva del percorso
CPlus+ offre uno scrigno di saperi innovativi in grado di generare benessere e ricchezza nel tessuto sociale, verso un cambiamento alla portata di tutti, anche con la creazione di nuove imprese. Il confronto tra aspiranti startupper e ricercatori si è svolto con la condivisione di esperienze, saperi e idee. Un banco di prova in cui gli attori del percorso e i docenti dell’ateneo si sono interrogati sui i bisogni emergenti della società. Da qui, il trasferire innovazione nel territorio con la supervisione di un team qualificato composto da Tiziana Pivetta (dipartimento Scienze chimiche e geologiche), Maurizio Atzori (Matematica e informatica), Paolo Sanjust (Ingegneria civile, ambientale e architettura), Miriam Melis (Scienze biomediche), Francesca Cabiddu (Scienze economiche e aziendali), Michela Loi (Scienze economiche e aziendali), Pier Carlo Ricci (Scienze fisiche), Marco Guicciardi (Pedagogia, psicologia, filosofia). “La scelta di un’idea di impresa è l’esito di più fattori: i temi di interesse del gruppo di lavoro, le competenze tecniche, gli studi affrontati, le professioni svolte” ha aggiunto la professoressa Di Guardo.
Soft skill e pensiero laterale: la missione del gioco per provare a fare impresa
Durante le attività i partecipanti del CPlus, seguiti da Marco Casto (coach) e Fausta Laddomada (esperta di Gamification), hanno scoperto quanto nella scelta di un’idea siano centrali le propensioni individuali, con pregi e difetti. Stimolare il pensiero laterale degli aspiranti startupper attraverso il gioco è stato l’obiettivo della giornata, per iniziare a tracciare una delle tante possibili direzioni di una squadra nella scoperta della giusta idea di impresa. “Fare impresa non è un gioco ma perché non provare a giocare a fare impresa?” dicono i tutor e docenti. Per rispondere alle grandi sfide della social innovation i partecipanti dovranno pensare oltre il noto, uscire dalla scatola e usare ingegno e creatività. La prima giornata del CPlus è stato un banco di prova. Nelle prossime settimane si terranno lezioni e pitch di presentazione delle idee finali. Intanto, è stato anticipato il momento in cui l’idea di business dovrà confrontarsi con il mondo del mercato. “Ci sarà spazio per l’errore, ma - ha spiegato Augusto Coppola, Entrepreneurship evangelist e mentor del CPlus+ - la costanza e la perseveranza sono elementi imprescindibili per favorire la crescita di un’idea di business”.
Dalla salute mentale alle energie rinnovabili. Le sfide per il futuro
Nella serata d’avvio soo stati presentati i primi pitch. Fra i temi, salute mentale, energie rinnovabili, biotech, sharing economy, agritech, smart education, imprese culturali, economia circolare, cura ambientale, welfare aziendale. “Sono emersi i temi della sfida e delle possibilità per i giovani imprenditori. La nostra regione - ha rimarcato Carlo Mannoni, direttore generale Fondazione di Sardegna - ha le carte in regola, su scala nazionale e internazionale, alla luce dei grandi cambiamenti che stanno investendo il pianeta, per operare sulle soluzioni che il sapere e la conoscenza offrono per consentire alle imprese e alle persone di affrontarli”.