Intuito e professionalità. La risposta scientifica dei ricercatori dell'ateneo maturata durante la pandemia
Mario Frongia
Lo studio è maturato in pieno lockdown e si è sviluppato tra le fasi 1 e 2. Elaborato e rifinito durante la pandemia dai ricercatori della facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, ha avuto per riferimento i dati epidemiologici provenienti dal nord Italia. Numeri e grafici che hanno permesso un’intuizione clinica rivelatasi pregiata. E incoraggiante anche per il futuro. I gruppi guidati, tra il Polo universitario di Monserrato e il San Giovanni di Dio, da Luca Saba e Gavino Faa hanno approfondito un aspetto legato all’aumento degli infarti e delle trombosi nelle aree in cui il Covid ha mostrato un’aggressività e un attecchimento feroce. La scintilla è scattata rapidamente. Da qui, un lavoro minuzioso che ha avuto le attenzioni della comunità medica e scientifica su scala internazionale. A seguire, la lettera e la pubblicazione su Cardiovascular Diagnosis and Therapy. La ricerca che apre scenari di forte interesse. E sa catalizzare interlocuzioni indispensabili per curare e assistere al meglio i cittadini.
La parola degli specialisti su un percorso utile anche per la didattica
Una ricerca che parte da lontano, scomoda pertinenze disciplinari diverse e affini al tempo stesso, associa il guizzo scientifico che conduce su terreni inesplorati della salute umana. Il gol dei ricercatori dell’ateneo è frutto di un mix noto a quanti spaziano tra corsie e reparti d’ospedale, laboratori e aule universitarie. “Abbiamo cercato di dare una giustificazione al dato epidemiologico che, nelle regioni con epidemia di Covid-19, come in Lombardia, hanno mostrato un rilevante aumento degli infarti del miocardio e di trombosi cerebrali. Entrambe le patologie sono causate dall'aterosclerosi, a livello delle arterie coronarie, l’infarto del miocardio, e delle arterie carotidi, ovvero lesioni trombo-emboliche del cervello” spiega il professor Faa. “L'ipotesi sostenuta nel nostro articolo è che il Sars-Cov-2 possa causare l'infiammazione delle placche aterosclerotiche, trasformando una placca stabile in una placca vulnerabile, con conseguenze gravi sulla salute. Un’ipotesi originale in quanto collega un'infezione virale a una malattia cronica degenerativa, prima causa di morte nella razza umana” aggiunge il professor Saba.
Gioco di squadra, sofisticato e intercontinentale
Al lavoro scientifico ancora fresco di inchiostro pubblicato dalla rivista edita dalla compagnia Ame con sede a Hong Kong, hanno preso parte gli specialisti dell’ateneo coordinati dai doenti Luca Saba e Gavino Faa, rispettivamente operanti nei dipartimenti di Radiologia e Patologia e nell’Azienda ospedaliera-universitaria di Cagliari. Tra questi, Antonella Balestrieri, Clara Gerosa e Daniela Fanni. Alla ricerca hanno collaborato anche i ricercatori Max Wintermark (divisione di Neuroradiologia, Stanford University, Usa), Ulf Hedin (dipartimenti Chirurgia vascolare e medicina molecolare, Karolinska University Hospital, Stoccolma, Svezia) e Jasjit S Suri (Stroke diagnosis and Monitoring division, Roseville, Usa).