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Coronavirus, team dell'Università e dell'Aou di Cagliari mette a punto il sistema Caterina

Il gene N al centro delle ricerche dei ricercatori guidati da Germano Orrù. Una scoperta accolta con particolare attenzione dalla comunità scientifica mondiale: "Un passo importante verso la realizzazione di un metodo utile anche nella prevenzione del Coronavirus" spiega Piergiorgio Calò. Forte risonanza sui media, dall'Unione Sarda alla Nuova Sardegna
10 marzo 2020
Il professor Orrù con le ricercatrici Miriam Loddo, Alessandra Scano e Sara Fais. Il Dipartimento di Scienze chirurgiche di UniCa è presieduto dal professor Piergiorgio Calò

Un altro percorso di pregio per i ricercatori dell'Università del capoluogo in sinergia con l'Aou

Mario Frongia

Fondamentale scoperta - soprattutto in un momento delicato che tiene in quarantena il Paese - dei ricercatori universitari guidati da Germano Orrù (docente di Scienze tecniche mediche applicate, Dipartimento Scienze chirurgiche, facoltà di Medicina) supportati dai laboratori dell’Aou di Cagliari, diretti da Ferdinando Coghe, con l'equipe di Biologia molecolare che alimenta gli studi su farmaci antivirali e vaccini per la lotta al Coronavirus. 

Step di conclamato valore scientifico. "A livello mondiale la comunità medica e alle prese con un virus subdolo che può dare rilevanti complicanze. La ricerca e gli studi compiuti dal gruppo coordinato da Germano Orrù sono preziosi per avanzare efficacemente e in tempi rapidi nell'ambito della prevenzione e della cura del Coronavirus" spiega Piergiorgio Calò, direttore del Dipartimento di scienze chirurgiche dell'ateneo del capoluogo regionale. Un risultato che premia ancora un volta il gioco di squadra tra l'accademia e gli specialisti del Policlinico di Monserrato e l'Aou diretta da Giorgio Sorrentino.
 
Dalla rassegna stampa odierna, riportiamo qui di seguito l'ampio articolo a firma di Fabio Manca su L'Unione Sarda e la notizia in Primo piano anche nelle colonne della Nuova Sardegna.

 

Il professor Piergiorgio Calò, direttore del Dipartimento di scienze chirurgiche
Il professor Piergiorgio Calò, direttore del Dipartimento di scienze chirurgiche

L'UNIONE SARDA di martedì 10 marzo 2020 / Primo piano - Pagina 8

L’EMERGENZA. Scoperta di team di ricercatori dell’Azienda ospedaliero universitaria
VIRUS, TROVATO A CAGLIARI IL “GENE N”
 
Passo importante per trovare cure e vaccini, pronto un kit per le diagnosi

Seguire i cambiamenti del virus nel tempo e nello spazio allo scopo di trovare cure e vaccini. È lo scopo del “sequenziamento” del codice genetico del coronavirus a cui lavorano scienziati di tutto il mondo. Dopo il lavoro importante fatto una settimana fa dall'Istituto superiore di sanità e dal Policlinico militare Celio di Roma, che hanno messo in fila gli interi genomi del virus SarS-Cov-2 isolati dal paziente cinese e dal paziente “uno” di Codogno, un'équipe dell'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari ha fatto un'altra scoperta fondamentale sequenziando il “gene N” del coronavirus.

Equipe al femminile
La scoperta, che consente di dare un'impulso importante per la ricerca dei farmaci antivirali e dei vaccini e che ha permesso anche di individuare il paziente zero sardo, è stata fatta dal team di Germano Orrù. Un gruppo di lavoro femminile composto dalle ricercatrici Alessandra Scano, Sara Fais, Miriam Loddo, Giuseppina Palmieri, Carmen del Rio e Rosetta Scioscia che lavora a stretto contatto con il laboratorio analisi diretto da Ferdinando Coghe.

Il kit diagnostico
«Il sequenziamento», spiega Orrù, «serve a livello diagnostico per individuare le particolarità del nostro coronavirus, evitando errori diagnostici e porta a valutazioni dei bersagli che sono ottimi punti di partenza per trovare vaccini e farmaci antivirali. Il Covid 19», aggiunge, «contiene circa 30mila basi nucleotidiche, cioè il codice genetico del coronavirus. Nei nostri laboratori abbiamo sperimento, primi in Italia, un kit diagnostico che è stato anche in grado di rilevare il paziente zero».
Le ricerche sono state effettuate su un sistema diagnostico che è stato battezzato “Caterina” grazie al quale, anche sulle base delle indicazioni del Centers for disease control and prevention di Atlanta, è stato realizzato un kit speciale che ha permesso di scovare e studiare il coronavirus. «Ogni virus», evidenzia Orrù, «ha una sorta di codice a barre, il codice genetico. Grazie alla strettissima collaborazione tra biologici e medici, tra chi fa ricerca e i clinici, abbiamo costruito questo sistema che ci ha consentito di individuare subito i primi pazienti. Siamo riusciti a realizzare un miniradar che riesce a riconoscere un gene particolare, il gene N, che è il nostro gene bersaglio».
Il codice genetico è stato depositato in GenBank, la banca dati dove vengono depositate tutte le sequenze di tutti gli organismi viventi.

Il progetto dell'università
Un altro team di virologi dell'Università di Cagliari guidati da Enzo Tramontano, docente di Microbiologia e virologia, è tra i pochi gruppi di ricerca italiani coinvolti in uno dei progetti di eccellenza, Exscalate4cov, finanziati dall'Ue per migliorare la comprensione dell'epidemia di coronavirus, contribuire a una gestione clinica più efficiente dei pazienti infetti e migliorare la preparazione e la risposta alle emergenze di sanità pubblica. Al progetto partecipano anche i virologi dell'Ospedale Spallanzani e dell'Università Cattolica di Lovanio.

Fabio Manca

Nell'immagine l'articolo di Fabio Manca pubblicato oggi in Primo piano dal quotidiano L'Unione Sarda
Nell'immagine l'articolo di Fabio Manca pubblicato oggi in Primo piano dal quotidiano L'Unione Sarda

"SEGNALE FORTE"

Christian Solinas: “Il sequenziamento del gene N del Coronavirus rappresenta un segnale forte e importante per chi oggi è impegnato in trincea a combattere gli effetti del Covid-19. La Sardegna è unita in questa battaglia e sta mettendo in atto ogni sforzo per limitare i danni attraverso una prevenzione seria e responsabile e una serie di azioni, anche nella ricerca, a tutela della salute pubblica e dei cittadini.

 

LA NUOVA SARDEGNA di martedì 10 marzo 2020 / Primo piano - Pagina 5


CORONAVIRUS
Passo in avanti del gruppo guidato dal professor Orrù dell'Aou di Cagliari

UN'EQUIPE SARDA FA CENTRO: SEQUENZIATO IL GENE "N"
La scoperta permette diagnosi più precise e ha identificato il paziente zero

CAGLIARI L'emergenza continua ma le competenze e la bravura, per fortuna, resistono anche allo stress. Il gene "N" del Coronavirus è stato sequenziato all'Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari (Aou) dall'equipe di Biologia molecolare del professor Germano Orrù. Una scoperta fondamentale per la ricerca dei farmaci antivirali e per i vaccini che ha permesso anche di individuare il paziente zero sardo. Il professor Orrù guida un'equipe composta dalle ricercatrici Alessandra Scano, Sara Fais, Miriam Loddo, Giuseppina Palmieri, Carmen del Rio e Rosetta Scioscia e lavora a stretto contatto con il laboratorio analisi dell'Aou, diretto dal dottor Ferdinando Coghe. Al gruppo di scienziati sono arrivate le congratulazioni del presidente della Regione, Christian Solinas. Grande soddisfazione anche del direttore generale dell'Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino: «La nostra azienda è orgogliosa di questa scoperta». «Il Covid 19 - spiega il profesor Orrù - contiene circa 30mila basi nucleotidiche, cioè il codice genetico del coronavirus. Nei laboratori dell'Aou abbiamo sperimento, primi in Italia, un kit diagnostico che è stato anche in grado di rilevare il paziente zero». Le ricerche sono state effettuate su un sistema diagnostico battezzato "Caterina" dai biologi molecolari. Ed è proprio grazie a "Caterina", con le indicazioni del Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, è stato realizzato un kit che ha permesso di scovare il Coronavirus e di studiarlo. «Ogni virus - aggiunge Orrù - ha una sorta di codice a barre, il codice genetico appunto. Abbiamo costruito un sistema che ci ha consentito di individuare subito i primi pazienti. Siamo riusciti a realizzare un miniradar che riesce a riconoscere un gene particolare, il gene N, che è il nostro gene bersaglio». Il codice genetico è stato depositato in GenBank, la banca dati che conserva le sequenze di tutti gli organismi viventi. «Il sequenziamento - precisa Orrù - serve a livello diagnostico per individuare le particolarità del nostro coronavirus, evitando errori nelle diagnosi. Il sequenziamento porta a valutazioni dei bersagli che sono ottimi punti di partenza per trovare vaccini e farmaci antivirali». Il professore, poi, non ha dubbi: «La battaglia contro il coronavirus può essere vinta e per farlo la trasmissione delle informazioni è fondamentale. Noi mettiamo la nostra scoperta a disposizione della comunità scientifica mondiale».

Le ricerche effettuate dai biologi molecolari sul sistema diagnostico "Caterina" a stretto contatto con il laboratorio analisi dell'Aou, diretto dal dottor Ferdinando Coghe
Le ricerche effettuate dai biologi molecolari sul sistema diagnostico "Caterina" a stretto contatto con il laboratorio analisi dell'Aou, diretto dal dottor Ferdinando Coghe

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