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ARRIVA L’ACCHIAPPABULLI. UniCa in campo con il professor Gian Luca Marcialis

L’app per cellulari e pc “BullyBuster” servirà per segnalare e individuare episodi di bullismo e cyberbullismo. Gli atenei di Bari, Cagliari, Foggia e Napoli “Federico II” affrontano congiuntamente il problema per sconfiggere questa grave piaga sociale, diffusa nelle scuole e in Rete. Per lo studio 195mila euro dai finanziamenti PRIN al gruppo di ricerca cagliaritano del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica
12 dicembre 2019
Nella foto il team di responsabili ed esperti dei quattro atenei italiani al lavoro per il progetto BULLYBUSTER. Terzo da destra il professor Marcialis

Ivo Cabiddu

Si chiama BullyBuster (AcchiappaBulli) e grazie al supporto informatico, prevede una mappa online su cui annotare, in tempo reale, segnalazioni per richiedere interventi contro episodi di bullismo commessi per strada, a scuola o nei luoghi chiusi. Nell’iniziativa coinvolta anche la Polizia Postale, che collaborerà ai casi di cyberbullismo, mettendo mezzi ed esperienza a disposizione degli sviluppatori dell’applicazione.

Nell’ambito del bando relativo ai Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) finanzia l’ambizioso progetto intitolato “BullyBuster - A framework for bullying and cyberbullying action detection by computer vision and artificial intelligence methods and algorithms”.

“Bullybuster” consisterà in un avanzato programma basato sull’intelligenza artificiale, se necessario in grado anche di allertare le forze dell'ordine

I bulli saranno delineati nei loro comportamenti dalle equipe di psicologi e le azioni da intraprendere nei loro confronti rese possibili grazie ai giuristi che si baseranno sulle leggi in vigore.

“Bullybuster” consisterà in un avanzato programma basato sull’intelligenza artificiale, in grado di registrare se in una piazza, una via o una stanza, oppure durante una comunicazione sui social network o tramite cellulare si stiano compiendo azioni prepotenti e violente, minacce o ingiurie.

L’acchiappabulli sarà cioè in grado di proteggere le vittime segnalando un atto di bullismo in corso, ovunque esso sia compiuto - nella vita reale o nella realtà virtuale - e di allertare, se il caso, le forze dell’ordine di un pericolo imminente.

Il logo dell'app "BullyBuster"
Il logo dell'app "BullyBuster"

Il team di esperti delle quattro università, a capo di altrettanti gruppi di ricerca, è specializzato non solo nell’ambito tecnologico e dell’intelligenza artificiale ma anche giuridico e psicologico

Grazie al lavoro dei ricercatori, in genere provenienti da territori dove il fenomeno è molto sentito, l’Italia disporrà del primo strumento reale per combattere il bullismo, ovvero uno strumento pensato per le famiglie, gli studenti, le scuole e le forze dell’ordine.

I responsabili scientifici delle quattro unità sono i professori Donatella Curtotti (Foggia), Donato Impedovo (Bari), Gian Luca Marcialis (docente di Ingegneria industriale e dell'informazione del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università di Cagliari - clicca qui per leggere l'intervista al professore su Casteddu OnLine a cura di Elisabetta Caredda) e Carlo Sansone (Napoli “Federico II”, capofila).

Gian Luca Marcialis
Gian Luca Marcialis

Tutti e quattro i gruppi di ricerca hanno ottenuto il massimo finanziamento ammissibile dal MIUR. A fronte di un costo complessivo di 1.056.819,14 euro per l’intero progetto triennale, in accordo con le richieste dei singoli partner, sono stati concessi 222.481,00 euro all’Università di Bari, 195.576,00 euro all’Università di Cagliari, 185.545,00 euro all’Università di Foggia, 246.091,14 euro all’Università di Napoli “Federico II”.

RASSEGNA STAMPA E WEB

L’UNIONE SARDA di sabato 14 dicembre 2019 / CAGLIARI - Pagina 27

UNIVERSITÀ
Ecco l'app che segnala il bullismo

Arriva l'acchiappabulli, l'app ideata dai ricercatori dell'Università di Cagliari che segnala atti di violenza e soprusi commessi per strada, a scuola, nei luoghi chiusi. Strada, a scuola, nei luoghi chiusi. Il team che l'ha ideata è quello di Gian Luca Marcialis, che ha operato in stretta cooperazione con gli specialisti degli atenei di Bari, Foggia e Napoli "Federico II". Al progetto triennale finanziato con un milione di euro dal Miur, collabora la Polizia postale.

Gian Luca Marcialis (docente di Ingegneria industriale e dell'informazione al Diee, Dipartimento ingegneria elettrica ed elettronica) è il responsabile scientifico dell'unità cagliaritana del “BullyBuster”. Il progetto è basato sull'intelligenza artificiale e, se necessario, può allertare anche le forze dell'ordine. Tutti e quattro i gruppi hanno ottenuto per i tre anni di ricerca il massimo dei fondi (bando Prin, Progetti ricerca interesse nazionale). Al gruppo guidato dal professor Marcialis sono andati 195.576 euro. La Federico II di Napoli (capofila, responsabile Carlo Sansone), ha avuto 246.091,14 euro, l'Università di Bari (Donato Impedovo) ha avuto 222.481 mentre l'ateneo di Foggia (Donatella Curtotti) ne ha a disposizione 185.845. L'app per cellulari e pc servirà per segnalare e individuare episodi di bullismo e cyberbullismo. I quattro atenei affrontano congiuntamente il problema per sconfiggere una grave piaga sociale, diffusa nelle scuole e in rete. Nell'iniziativa è coinvolta anche la Polizia postale, che collaborerà ai casi di cyberbullismo, mettendo mezzi ed esperienza a disposizione degli sviluppatori. I bulli saranno delineati nei loro comportamenti da psicologi.

testata unione sarda
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