Sabato 7 gennaio 2012

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 gennaio 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. L’associazione Casaggì contesta il nuovo bando
Assegni di merito, Giunta sotto accusa
«La pubblicazione da parte della Regione del nuovo bando per l’attribuzione degli assegni di merito è sicuramente una buona notizia. Peccato però che il documento presenti alcune condizioni penalizzanti per gli universitari sardi. Dettagli per nulla secondari che ci spingono a chiedere agli Uffici l’annullamento in autotutela del bando». Così Luca Natali di Casaggì, comunità giovanile attiva a Cagliari, commenta il contenuto del provvedimento che da qualche ora risulta essere consultabile sul sito istituzionale della Regione: «Il parametro che prende in considerazione l’anno di prima immatricolazione ci sembra spropositato - spiega il dirigente di Casaggì - in questo modo, solo per fare un esempio, si escludono dai beneficiari gli iscritti al sesto anno di medicina che hanno frequentato un altro corso di laurea prima di riuscire a superare la prova di selezione. Un’altra assurdità è rappresentata dall’esclusione degli studenti che tentano di conseguire una seconda laurea, un intento punitivo per chi sta semplicemente migliorando il suo curriculum». Critiche anche sull’inquadramento fiscale: «Il bando precisa poi che l’importo dell’assegno verrà sottoposto a tassazione - continua l’universitario - una ciliegina sulla torta incomprensibile, visto che le borse di studio erogate dall’Ersu non sono tassate e che la stessa amministrazione non ha effettuato nessuna ritenuta d’acconto sugli assegni precedentemente erogati. Ci auguriamo che i tanti studenti risultati beneficiari negli ultimi due anni non finiscano sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate». Da qui la richiesta di un ritiro del provvedimento, con una successiva riprogrammazione: «Pretendiamo che l’assessorato regionale alla Cultura e alla Pubblica istruzione torni sui suoi passi - conclude Natali - la strada dell’annullamento ci sembra la più semplice da percorrere. Crediamo che l’assessore Sergio Milia possa essere d’accordo con noi».
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
La rabbia dei residenti. L’assessore Coni: «Occorrono altre verifiche»
«Liberate piazza d’Armi» Strade transennate, accesso negato ai bus pubblici
Salvate piazza d’Armi e l’intera zona di via Peschiera, dove le strade sono transennate dal 2008 ed è ancora in atto il divieto di transito per i mezzi pesanti, creando difficoltà ai residenti e agli studenti universitari visto che quella è una zona dove ci sono tante facoltà.
A chiedere una svolta è il comitato “Piazza d’Armi e vie limitrofe per la prevenzione del dissesto idrogeologico”, che ha deciso di scrivere una lettera rivolta all’amministrazione comunale dove denuncia la difficile situazione che stanno vivendo gli abitanti della zona e non solo.
TUTTO FERMO Qualche mese fa furono effettuate alcune prove di carico per capire se effettivamente era giusto non permettere la circolazione dei mezzi pubblici o se si poteva fare qualcosa per consentire a pullman e camion di circolare liberamente. I risultati, a sentire gli esperti che hanno effettuato le rilevazioni, erano stati positivi, ma per ora niente è cambiato. «In effetti la relazione delle rilevazioni fatte è positiva - annuncia l’assessore comunale al Traffico, Mauro Coni - ma bisogna fare alcune verifiche per capire se sotto la cavità ci siano a loro volta tracce di ulteriori scavi sottostanti». Poi chiarisce: «Ho a cuore questa situazione, non mi sono dimenticato della questione e la seguiamo giorno dopo giorno. Bisogna aspettare i tempi tecnici».
IL DOCUMENTO Attraverso Facebook, il comitato ha fatto alcune richieste al Comune. «Innanzi tutto il piano di messa in sicurezza delle strade del quartiere di via Peschiera, e quindi non solo della Piazza d’Armi - è scritto - sia proposto e attuato nel più breve tempo possibile in un unico progetto unitario». E ancora: «Chiediamo che il comitato dei residenti possa prendere visione degli ultimi studi realizzati dagli esperti relativamente alle prove di carico, nonché del completamento dell’indagine al fine di verificare l’esistenza o meno di cavità nella piazza d’Armi al di sotto di quelle già censite e già oggetto di studio».
I PROBLEMI «Le strade sono transennate dal 2008 - recita il comunicato - impedendo una normale vivibilità del quartiere, e non solo ai residenti. Ci sono divieti al transito e limitazioni veicolari che impediscono l’accesso ai privati ai propri passi carrabili, ai mezzi di raccolta dei rifiuti differenziati, ai veicoli di soccorso, ai mezzi necessari per i lavori di recupero edilizio delle abitazioni dichiarate inagibili, a quelli di rifornimento del combustibile per il riscaldamento a uso domestico e ai mezzi di rifornimento delle attività commerciali e di servizio, paralizzando e impedendo ogni possibilità di rinascita e rivitalizzazione dell’intera area, su cui gravita peraltro il più importante polo universitario della Sardegna».
Piercarlo Cicero
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 32 - Edizione CA)
Monserrato
«Eliminate quella discarica»
Una discarica a cielo aperto vicino all’Università. I terreni che si affacciano al di là della statale 554, a pochi passi dall’Ateneo cagliaritano, sono l’unica risorsa di espansione per la città. Peccato che da sempre sono utilizzati per disfarsi dei rifiuti. La denuncia arriva dai Riformatori che ha chiesto alla Giunta capeggiata da Gianni Argiolas, di intervenire per ripulire la zona. «A poche decine di metri a nord della Cittadella universitaria è pratica comune utlizzare i terreni come discarica», spiegano Filippo Marras e Rita Mameli. «Il campionario dei rifiuti è vario: pneumatici, proiettori, cristalli, paraurti e sedili, materiale da demolizioni, tubature in plastica, secchi di vernice vuoti, elettrodomestici e mobili veri, sino ad arrivare a tavole da surf) e eternit». (s.se.)
 
 
4 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 28 - Edizione OL)
Sassari
Università, nuove assunzioni
L’Università di Sassari assume 9 professori, sfruttando le risorse messe a disposizione dal ministero, 136mila euro, nell’ambito del piano straordinario 2011.
Il consiglio di amministrazione ha deliberato che l’assegnazione dei fondi servirà per chiamate di docenti di seconda fascia, in diverse aree disciplinari: un posto sarà assegnato in scienze biologiche, scienze dell’antichità - filologico letterarie e storico artistiche -, scienze economiche e statistiche, scienze storiche, scienze politiche e sociali. Due posti andranno poi a scienze mediche e due a scienze agrarie e veterinarie.
Il piano straordinario segue quanto previsto dalla riforma Gelmini per quanto riguarda il reclutamento dei docenti, riconoscendo i meriti scientifici acquisiti dai ricercatori e incentivando la mobilità nazionale e internazionale. Sarà una boccata d’ossigeno, soprattutto alla luce degli ultimi tagli che hanno penalizzato le facoltà, come quella di lettere e filosofia, dove sono stati ridotti i corsi di laurea. (a. b.)
 
 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione OL)
Sassari
Studenti in fila per l’Erasmus
Sei mesi di studio presso la facoltà di Farmacia dell’Università di Lisbona, nove mesi presso la facoltà di Lettere della Sorbona di Parigi, quattro mesi presso la facoltà di Medicina dell’Università Europea di Madrid. Non sono che alcune delle 868 opportunità di studio all’estero che l’Università di Sassari offre ai propri iscritti, attraverso il bando per l’attribuzione delle borse di mobilità a fini di studio previste dal Lifelong Learning Programme (LLP)- Erasmus. Le diverse opportunità sono così ripartite tra le facoltà: 83 per gli studenti di Agraria, 155 per quelli di Architettura, 80 per gli iscritti a Economia, 47 per Farmacia, 90 per Giurisprudenza, 94 per Lettere e Filosofia, 100 per Lingue, 43 per Medicina, 83 per Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, 75 per Scienze Politiche, 18 per Veterinaria.
 
 
6 - L’Unione Sarda / Iglesias (Pagina 25 - Edizione PC)
Marco Pruna, 29 anni, fisico a Berna: il mio cuore è con gli operai Rockwool
«Cerco la particella di Dio» C’è un iglesiente nel progetto sul Bosone di Higgs
13 dicembre 2011, Ginevra. Gli scienziati del Cern danno l’annuncio che la comunità scientifica mondiale attende da oltre 50 anni: per la prima volta è stata rilevata un’impronta del Bosone di Higgs, la “particella di Dio” a cui migliaia di ricercatori danno la caccia da oltre mezzo secolo, perché solo con la prova della sua esistenza il cosiddetto Modello standard, pilastro finora portante della fisica moderna, può restare in piedi. Iglesias, stesso giorno. I cassintegrati ex Rockwool si rinchiudono per protesta nella Galleria Villamarina di Montepon.
VIDEOCONFERENZA Il 13 dicembre Marco Pruna, 29 anni, iglesiente doc, ricercatore di fisica particellare, impegnato dal 2007 nello studio del famigerato Bosone, è all’Università di Dresda, davanti al suo pc. Collegato in videoconferenza con Ginevra, segue i suoi colleghi mentre, con palpabile emozione, snocciolano i dati dell’ultimo esperimento. Le finestre di chat si aprono di continuo: colleghi di tutto il mondo ansiosi di commentare la scoperta, valutarne la portata, rendere merito allo studioso iglesiente per il contributo delle sue ricerche al successo dell’esperimento. «Ma nel frattempo - racconta Pruna - chiedevo ai miei amici di Iglesias aggiornamenti sull’occupazione di Monteponi. Sento profondamente il legame con il territorio dove sono nato e cresciuto, e il dramma attraversato da migliaia di lavoratori della mia terra mi coinvolge quanto e più di ogni pur clamorosa scoperta scientifica».
SOTTOTERRA La mente nel tunnel dell’LHC, l’acceleratore di particelle lungo 27 chilometri realizzato nel sottosuolo svizzero per facilitare la rilevazione della “particella di Dio”, il cuore pur sempre sotto terra, ma nelle gallerie minerarie dismesse nel Sulcis Iglesiente. «Quella dei lavoratori del Sulcis Iglesiente è una lotta che sento mia - continua Pruna - non solo in quanto iglesiente. Chi sceglie di fare ricerca, in Italia, è condannato al precariato a vita, e a condizioni economiche al limite della povertà, con periodi di disoccupazione che possono durare anche anni». Una solidarietà lontana dalla retorica, dunque: «L’episodio di Villamarina assume un forte valore simbolico: Monteponi è un luogo carico di potenzialità strategiche per lo sviluppo di Iglesias, ma di fatto ancora in gran parte abbandonato».
DELUSIONE Il riferimento, neanche tanto velato, è ai progetti legati all’Università e alla ricerca scientifica, che avrebbero fatto di Monteponi un Polo teconologico d’eccellenza. Progetti che fino a qualche anno fa sembravano pronti a decollare insieme al Masterplan per la riqualificazione architettonica del compendio ex minerario, ma che oggi giacciono inattuati nel cassetto di chissà quale scrivania in Regione. «È il nostro problema storico - chiosa Marco Pruna - le risorse per recuperare il nostro deficit di sviluppo ci sono tutte, manca la capacità e la volontà politica di gestirle al meglio per il bene collettivo».
Paolo Mocci
   
 

 
LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna /Pagina 26 - Sassari
Università
Avviso a tutti gli studenti a rischio decadenza dell’Università di Sassari. Al fine di proporre un ricorso al TAR contro le delibere del senato Accademico si invitano tutti i colleghi a comunicare la propria disponibilità entro il giorno 8 gennaio ai seguenti numeri: 3475323859, Rossella; 3457047370, Lisa; 3458893262, Antonella
 
  
 

SARDEGNA 24 
   
8 - Sardegna 24 online / Dialoghi - 4 gennaio 2012
Province e "area vasta" 
Da molti giorni si discute del destino delle Province sarde. Ancor più se ne parla dopo l’avvenuta decadenza del presidente della Provincia di Cagliari. Il dibattito appare tuttavia surreale. Il tema in discussione è: applicare la regola "x" o la regola "y"? Oppure prevarrà l’interpretazione a favore del commissariamento? Dovrà essere applicato il decreto Monti che prevede un’elezione di secondo grado o la Regione Sardegna opporrà il suo fiero rifiuto? In sintesi, si parla di tutto senza che, nel silenzio, risuoni la domanda: a che cosa serve un livello istituzionale intermedio? Domanda semplice ma risolutiva perché da essa può giungere una rapida risposta del consiglio regionale.
Piuttosto che discutere di scenari interpretativi, il Consiglio potrebbe valutare ed approvare una legge di riforma delle province, almeno quelle regionali, decidendo quale ruolo affidargli. In particolare, la fine anticipata della legislatura cagliaritana potrebbe essere il motivo per ripensare il livello intermedio di governo delle aree metropolitane delle città sarde. Sassari a nord, e Cagliari a sud pongono con nettezza la necessità di affrontare i problemi di area vasta. I dati scientifici sono da molto tempo disponibili. Si sa, ad esempio, che nessun comune può affrontare da solo la pianificazione del traffico in ingresso e uscita dalle città. Così come nessun comune può definire singole strategie di salvaguardia ambientale e nessuna municipalità può occuparsi singolarmente di smaltimento dei rifiuti urbani.
L’elenco è molto lungo e potrebbe essere esteso alla scuola, all’università, alla cultura, ai servizi sociali, alle reti infrastrutturali, alla grande distribuzione commerciale, alla difesa del suolo. Il punto da cui partire è cognitivo: capire se ai problemi di area vasta si vuole dare una risposta con una scala di valutazione più ampia di quella del singolo comune. Come nelle carte geografiche una scala dimensionale sulla quale zoomare con semplicità. Per occuparsi dei problemi dell'area vasta occorre mantenere le province? Non è necessario, esistono alternative, si tratta di approfondirle. Si potrebbe, ad esempio, istituire la città metropolitana così come previsto da una legge in vigore dal 1990. La Regione potrebbe anche avviare una fase sperimentale nella quale, previa intesa con gli enti locali, potrebbe definire ambiti sovracomunali per l’esercizio coordinato delle funzioni attraverso forme di cooperazione intercomunale.
Infine, la Sardegna potrebbe adeguarsi al modello Monti che prevede un sostanziale ridimensionamento degli organi di governo della provincia e delle relative funzioni, mantenendo in capo alle province le sole funzioni d’indirizzo e coordinamento dell’attività dei comuni. Tutti modelli percorribili, si tratta di scegliere quello che possa garantire il livello massimo di efficienza nelle decisioni. In questi anni è apparso evidente che le regole del federalismo rigido sono del tutto insufficienti a disciplinare istituzioni complesse. Ridefinire un livello di partecipazione democratica significa ridefinire il livello di decisione che è affidato a ciascun cittadino rispetto ai problemi che quel livello istituzionale è chiamato a risolvere. Se la “comunità” provinciale dei votanti appare ormailogora, la pianificazione della soluzione dei problemi d’area vasta rimane e deve essere affrontata seriamente.
La qualità delle scelte dipende, anche e soprattutto, dalla capacità di costruire politiche integrate tra tutti i livelli di governo nel territorio, dal Comune capoluogo ai Comuni dell’area urbana, alla Regione. Occorre una strategia organica, per riordinare e ricomporre l’attuale suddivisione di competenze e l’ineguale distribuzione di responsabilità tra i settori amministrativi chiamati a gestire le politiche. La qualità della democrazia non può temere la razionalizzazione delle responsabilità territoriali.
Gianmario Demuro
 


 
 
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

Questionario e social

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