Lunedì 2 gennaio 2006

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 gennaio 2006

Rassegna a cura dell’Ufficio stampa e web
Segnalati 5 articoli delle testate L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna


 

 
1 – L’UNIONE SARDA
Provincia di Cagliari - Pagina 16
Monserrato. Area vasta
Un piano di restauro per l’ex polveriera e per l’ex aeroporto

Valorizzazione delle aree dell’ex polveriera e dell’ex aeroporto, mobilità con il collegamento alla statale 554 e l’istituzione della metropolitana leggera, attività produttive. Sono queste alcune delle tematiche generali che interessano non solo Monserrato, ma che abbracciano l’area vasta cagliaritana. Obiettivi del piano metodologico comunale illustrato durante il Consiglio comunale dal sindaco Antonio Vacca e approvato dall’assemblea civica. L’amministrazione ha un anno di tempo per poter trasformare il metodo in piano strategico, una programmazione dello scenario futuro della città, basandosi su due aspetti importanti: lo sviluppo e le potenzialità che offre il territorio. Tutto con l’ausilio della Regione che ha già deciso la ripartizione dei fondi per tutti i comuni isolani. A Monserrato spetterà una somma che ammonta a poco più di 220 mila euro, di cui 173 mila per il piano strategico e 57 mila per gli obiettivi di interesse sovracomunale. E il Comune ha individuato gli attori coinvolti nella stesura del progetto Università e il Policlinico, le Ferrovie della Sardegna, la Provincia di Cagliari, la cantina sociale, la Asl , gli istituti scolastici, le piccole imprese agricole e le associazioni culturali e sportive. Nei giorni scorsi il sindaco di Monserrato Antonio Vacca, assieme ad altri quindici primi cittadini dei Comuni che fanno parte dell’area vasta cagliaritana, ha firmato un verbale d’intesa che ha come obiettivo l’elaborazione di un piano di metodo operativo ed economico amministrativo che si trasformerà in un progetto strategico intercomunale. Cagliari, Comune capofila, Quartu Sant’Elena, Assemini, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Pula, Quartucciu, Sarroch, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Villa S.Pietro e ovviamente Monserrato si uniscono per decidere su quali campi di intervento procedere, costruire progetti, potenziare la competitività del territorio dell’area vasta. Niente a che vedere con il piano urbanistico recentemente approvato dal Consiglio comunale, ma si tratta di un vero e proprio progetto di sviluppo locale che dovrà equilibrare la dimensione del territorio con quella sociale ed economica. (s.se.)

2 – L’UNIONE SARDA
Cultura - Pagina 40
Effetto globalizzazione
Allarme degli esperti: in un secolo il mondo perderà 3000 lingue

La stima è sicuramente al ribasso, ma già fa impressione: delle 6.000 lingue parlate attualmente nel mondo ne resteranno, fra un secolo, appena la metà, cioè 3.000. Il ritmo della loro scomparsa si accelera seguendo inesorabilmente i tempi sempre più stretti della globalizzazione economica che trascina l’esodo dalle campagne e lo smarrimento degli indigeni nelle metropoli e negli stati più industrializzati. Lì, dove purtroppo finiranno per perdere il loro antico idioma. Il 96 per cento delle 6.000 lingue diffuse oggi nel pianeta è parlato soltanto dal tre per cento della popolazione mondiale: nel 2000 se ne parlavano 1995 in Africa, 1.780 in Asia, 1.250 nelle Americhe, 1.109 in Nuova Guinea, 234 in Australia, 250 nel Pacifico e 209 in Europa. La morìa delle lingue - secondo gli esperti dell’Unesco - sarà molto più forte in Australia e in America. «Negli Stati Uniti - spiega al quotidiano francese "Le Monde" la linguista Colette Grinevald, docente all’Università di Lione, specialista del mondo americano e collaboratrice proprio dell’Unesco - si parlavano, prima dell’arrivo dei bianchi, trecento lingue. Nel 1992 ne erano rimaste 175 utilizzate almeno da una persona. Nel 2.100 ne resteranno cinque. Anche il navajo, che è la lingua indigena più parlata - da circa 120.000 persone - rischia fatalmente di scomparire, perché sono sempre meno i bambini che la apprendono». E non è tutto. Con la cancellazione delle lingue scompariranno senza dubbio anche numerose conoscenze, perché - osserva sempre Colette Grinevald - quelle lingue «permettono di vedere in modo diverso il mondo e di mostrare le varie sfaccettature del genio umano. In Guatemala io sto lavorando su una lingua a rischio, il poptì, che definisce tutti gli oggetti attraverso la materia della quale sono fatti». «La scomparsa di una lingua - sottolinea ancora la studiosa francese - può creare inoltre dei grossi problemi di identità, perché non permette più di radicarsi in una storia. Nell’America latina, per esempio, molti hanno dovuto rinunciare alla propria lingua a vantaggio dell’inglese o dello spagnolo, con il risultato di creare un’anomia, e cioè una assenza della regola, in cui nessuna delle due lingue è padroneggiata. Una situazione che può diventare fonte di violenza o di autodistruzione, come, fra quelle popolazioni, l’alcolismo o il suicidio». Attualmente le lingue più parlate nel mondo sono il cinese (1.120 milioni di persone), l’inglese (480 milioni), lo spagnolo (320), il russo (285), il francese (265), lo hindi/urdu (250). Nel 2100 maggioritarie saranno le lingue asiatiche, come il cinese e l’hindi, l’inglese, lo spagnolo, l’arabo. Nel continente africano lo swahili, parlato all’est e al centro, e il wolof, in Senegal, sono in pieno sviluppo e stanno divorando tutte le altre lingue della regione. Secondo Colette Grinevald, l’inglese diventerà una lingua mondiale, «una seconda lingua come veicolo, relativamente semplificata ed efficacemente adattata al commercio e agli scambi».


3 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 16 - Nazionale
UNIVERSITÀ E UNICEF
Corsi sullo sviluppo

CAGLIARI. Il comitato provinciale per l’Unicef di Cagliari con l’Università organizza il corso universitario multidisciplinare di educazione allo sviluppo. Il corso verrà inaugurato il 27 gennaio e si concluderà il 12 maggio prossimo. Le iscrizioni saranno aperte a partire dal 12 e fino al 21, dal lunedì al venerdì, dalle 16 alle 19 nella sede Unicef di piazza Tristani 3. Per informazioni: comitato.cagliari@unicef.it oppure il numero di telefono 070/45.60.605.

4 – LA NUOVA SARDIGNA
Pagina 20 - 24 ore
Laurea honoris causa al «picconatore» Cossiga  

Chissà se già allora, in quel lontano 1948 Francesco Cossiga, quando divenne dottore in Giurisprudenza con 110 e lode, aveva idea di quel che avrebbe fatto da grande. Forse non aveva intuito che la sua vita sarebbe stata tutta all’insegna del “grande”: da promessa politica nei giovani turchi sassaresi, a dirigente di partito, a ministro e poi ancora su, sino a presidente della Repubblica. Senza trascurare lo studio e la docenza universitaria. Colto, erudito e comunicatore per eccellenza, Cossiga ha attraversato anche i momenti più difficili della prima Repubblica: dal sequestro Moro (era ministro dell’Interno) allo scandalo Gladio (era presidente). Ma ne è sempre uscito in piedi, a testa alta. Ora l’ateneo sassarese gli ha conferito (lo scorso 16 dicembre) la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione e giornalismo, proprio nella stessa aula magna in cui si laureò 57 anni fa. Fustigatore, intellettuale capace di giudizi controcorrente, externator, Cossiga è stato ribattezzato con tanti nomi, ma quello che gli è rimasto più cucito addosso è stato ed è quello di picconatore. Una parola che indica come le sue esternazioni abbiano spesso colpito nel segno. Grand perturbateur, grande perturbatore, lo definì il quotidiano francese Le Monde. Di certo le cose dette da Cossiga non cadono nel vuoto, spesso fanno riflettere, altre scatenano polemiche roventi. Infine l’annuncio, di pochi giorni fa, di volersi ritirare dalla politica per fare spazio ai giovani. Altro segno di dignità.

5 – LA NUOVA SARDEGNA
Pagina 22 - 24 ore
Le cartoline turistiche mostrano una Sardegna incontaminata
La decisione di perseguire i responsabili del fallito ripascimento della spiaggia del Poetto di Cagliari, ha segnato uno spartiacque e dato voce a una indignazione popolare diffusa. Così il 30 maggio, accusate di danneggiamento, tredici persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Poco dopo, il 7 giugno, un arresto eccellente: Lucio Pani, il direttore dell’Ufficio regionale tutela del paesaggio, finisce a Buoncammino (sarà rilasciato il 18 agosto).
Le cartoline turistiche mostrano una Sardegna incontaminata, in cui la mano dell’uomo non è ancora arrivata. Di fatto la storia racconta che, a fianco di queste oasi, vi è anche un’altra realtà. Il trenta per cento delle 114 spiagge sono interessate a fenomeni di erosione, per lo più prodotti dall’uomo: la linea della battigia arretra e la sabbia diminuisce. Secondo i dati presenti nell’Atlante dei litorali sardi, coordinato per il Cnr dal geologo Felice di Gregorio (dell’università di Cagliari) e presentato nel 2005, bisogna correre ai ripari. La bellissima spiaggia Del Riso di Villasimius, ad esempio, è quasi scomparsa “grazie” a errori nella realizzazione del porticciolo turistico del paese. Mentre il Poetto grida vendetta e molti altri litorali sono a rischio. La sensibilità ambientale viene spesso calpestata, anche quando si tratta dell’eroe dei due mondi. Il 3 giugno la Procura della Repubblica di Tempio ha aperto un’inchiesta per l’abbattimento, a Caprera, di alcuni ulivi piantati da Garibaldi nel 1867. E il 31 novembre 10 fenicotteri rosa vengono trovati morti nello stagno di Chia: per inquinamento. Le violenze verso la natura hanno poi riguardato anche le zone interne. Il 12 dicembre l’assessore regionale alla Sanità, Nerina Dirindin, ha presentato un dossier che punta il dito su poli industriali, minerari e militari. L’inquinamento è stato tale che da vent’anni a oggi i tumori, o cause di morte riconducibili a fattori esterni, in aree industriali come Portovesme e Porto Torres, o in zone a elevata presenza militare come La Maddalena sono superiori sia alla media nazionale, che a quella regionale. Materia su cui si dovrà riflettere. Di ambiente, infine, si è molto parlato anche durante il referendum del 12 giugno per il blocco della lavorazione delle scorie industriali alla Portovesme Spa (ma solo il 26,5 per cento dei sardi si è recato alle urne).

 

 

 

 

 

 

Questionario e social

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