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Intelligenza artificiale, al via il progetto ALOHA

Ricerca scientifica: finanziato dall’Unione europea con 6 milioni di euro del programma Horizon2020, punta a far sì che dispositivi elettronici intelligenti imitino le funzioni biologiche del cervello, imparando dall’esperienza e reagendo di conseguenza. Kick-off a Cagliari giovedì 25 gennaio: coinvolti colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies. RASSEGNA STAMPA
23 gennaio 2018
Presto dispositivi elettronici intelligenti imiteranno le funzioni biologiche del cervello, imparando dall’esperienza e reagendo di conseguenza

L’obiettivo è l’introduzione dell’intelligenza artificiale basata su Deep Learning in tutti i dispositivi elettronici che permeano la nostra vita di tutti i giorni, in casa, nelle città e nei posti di lavoro

Sergio Nuvoli

Cagliari, 23 gennaio 2018 - Presto dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall’esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell’ambiente circostante.

Su questi scenari, ormai non troppo lontani, lavora il progetto ALOHA (software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dalla Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020, con circa 6 milioni di euro, di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall’Università degli Studi di Cagliari.

Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come “Deep Learning”, che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche, riutilizzandoli nell’hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che questi acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell’essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze.

Il logo del progetto, finanziato dall'Unione europea con 6 milioni di euro del programma Horizon2020
Il logo del progetto, finanziato dall'Unione europea con 6 milioni di euro del programma Horizon2020

L’obiettivo è l’introduzione dell’intelligenza artificiale basata su Deep Learning in tutti i dispositivi elettronici che permeano la nostra vita di tutti i giorni, in casa, nelle città e nei posti di lavoro. A tale scopo, il progetto ALOHA mira ad abilitare l’uso del Deep Learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili, portatili e a bassissimo consumo di potenza, aprendo la strada verso una nuova vastissima gamma di applicazioni.

I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti. In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video e immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio “cognitive”, in grado di reagire in modo rapido e affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli. Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, atti ad analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose.

Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EOLAB - Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università degli Studi di Cagliari. Per l’avvio della fase operativa del progetto, al tavolo con i ricercatori dell’Ateneo Cagliaritano, il 25 e 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno 14 partner, tra cui colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies.

Paolo Meloni, ricercatore EOLab e coordinatore scientifico del progetto ALOHA
Paolo Meloni, ricercatore EOLab e coordinatore scientifico del progetto ALOHA

RASSEGNA STAMPA

LA NUOVA SARDEGNA di sabato 10 febbraio 2018
Atlanti – pagina 14
Il progetto. Vita smart
Intelligenza artificiale
"Aloha" mette insieme Cagliari e Sassari

di Stefano Ambu

Intelligenza artificiale che cresce. E si trasforma. Con l'algoritmo virtuale che diventa cuore reale e hardware degli oggetti e degli strumenti che usiamo e che servono ogni giorno. Per arrivare dappertutto: dal comando vocale per la catena di montaggio nelle industrie alla elaborazione di immagini sempre più smart e utili a studi e guarigioni nella medicina. Sino alla videosorveglianza "furba" che previene anche l'assalto del ladro più creativo. Il primo passaggio a Cagliari- a fine gennaio - con una riunione internazionale di due giorni con 33 partecipanti in rappresentanza di 14 partner del progetto da sette nazioni diverse. Ma fra sei mesi, nel secondo step a Sassari, si inizierà a intravedere qualcosa del progetto finale. «Avremo uno scheletro delle interfacce tra i diversi oggetti che saranno realizzati dai diversi partner - garantisce il coordinatore scientifico del progetto Paolo Meloni, ricercatore di Eolab (laboratorio di Microelettronica e bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell'Università di Cagliari - con una prima versione parzialmente integrata». Il progetto Aloha, finalizzato all'introduzione dell'intelligenza artificiale basata sul "deep learning", basato sull'imitazione del sistema neurologico, in tutti i dispositivi elettronici che fanno parte della nostra vita, è guidato dall'ateneo del capoluogo. «Esiste una certa distanza tra la complessità degli algoritmi dell'intelligenza artificiale - spiega Meloni - e la loro esecuzione su piattaforme mobili. Esiste un certo gap da colmare se si vuole che tutti i dispositivi che permeano la nostra vita siano dotati di intelligenza artificiale. Lo scopo di Aloha è chiudere questo gap».Sull'iniziativa finanziata dall'Unione europea nell'ambito del programma Horizon 2020 per un importo complessivo di 6 milioni di euro, c'è anche l'apporto dell'Universitá di Sassari. In collaborazione con Cagliari e con STMicroelectronics, l'ateneo del nord Sardegna lavorerà per raggiungere un traguardo: trasferire gli algoritmi negli hardware. «Il grande obiettivo in questo senso è semplificare questo passaggio attraverso strumenti automatici e ottimizzare le prestazioni in particolare minimizzando la potenza - spiega la ricercatrice Francesca Palumbo - Portare la complessità del cervello umano e dei suoi processi su un sistema fisico richiede molta potenza di calcolo che consuma molta energia. Èquesto quindi il principale problema da risolvere». Obiettivo: «Ci prefiggiamo - continua Palumbo - di delineare la strada per la progettazione di sistemi intelligenti realmente a portata di mano e disponibili in qualsiasi situazione, che siano connessi a una rete o no».L'Università di Sassari quindi continua il percorso iniziato lo scorso anno con Cerbero (coordinatrice è la stessa Palumbo) verso la definizione di sistemi sempre più complessi. Ma tenendo presente il quotidiano del futuro. Sembrava fantascienza negli anni '70-80, sta diventando sempre più scienza. Con i device elettronici, anche quelli che abbiamo in tasca o nella borsetta. Le intelligenze artificiali saranno in grado di apprendere autonomamente, auto-correggersi e agire. Tra i colossi in campo nel progetto Aloha, oltre STMicroelectronics, ci sono anche IBM e CA Technologies. Aloha mira ad abilitare l'uso del deep learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili e a bassissimo consumo. Quelli che abbiamo in mano ogni giorno.

LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA

L’UNIONE SARDA del 24 gennaio 2018
Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
Università
Dispositivi elettronici simili al cervello: l'Ateneo di Cagliari guida la ricerca

Dispositivi elettronici capaci di imitare le funzioni biologiche del cervello umano e quindi di reagire agli stimoli dell'ambiente circostante e di apprendere dall'esperienza. L'incredibile sfida dell'intelligenza artificiale, che coinvolge un team internazionale, è guidata dall'Università di Cagliari. Col coordinamento scientifico di Paolo Meloni (Laboratorio di Microelettronica e bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria), i ricercatori lavoreranno al progetto Aloha. Finanziato dall'Ue con 6 milioni di euro del programma Horizon 2020, ne destina 500mila alle attività dell'Ateneo sardo.
La prima tappa del percorso d'indagine, studio e sperimentazione sarà inaugurata domani. In Rettorato di Cagliari si aprirà un tavolo al quale parteciperanno 14 partner di Aloha, tra cui i colossi “StMicroeletronics”, “Ibm” e “CA Technologies”.
Nel corso del seminario (che prosegue venerdì) si descriverà il percorso da compiere per l'introduzione dell'intelligenza artificiale nei dispositivi elettronici d'uso quotidiano. Molteplici gli ambiti in cui verranno testati i risultati del progetto che si basa sul cosiddetto Deep Learning, ovvero «su una classe di algoritmi di intelligenza artificiale che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche riutilizzandoli nell'hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle umane». Il primo esperimento studierà impianti di sicurezza. Da impiegare in aree di emergenza, si baseranno sul riconoscimento di video e immagini. Il lavoro si concentrerà poi sulla sperimentazione di speciali catene di montaggio cognitive capaci di rispondere ai comandi vocali degli operatori e a dispositivi portatili per l'analisi di immagini mediche anche in condizioni critiche. Per esempio nei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso dopo calamità naturali. (m.a.)

L'UNIONE SARDA di mercoledì 24 gennaio 2018
L'UNIONE SARDA di mercoledì 24 gennaio 2018

L’UNIONE SARDA on line
Intelligenza artificiale, l'Università di Cagliari guarda al futuro
Oggi alle 15:46

Dispositivi elettronici intelligenti, in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall'esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell'ambiente circostante. In sostanza, calcolatori che acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell'essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze.
Su questi scenari, ormai non troppo lontani, lavora un progetto speciale (ALOHA - Software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dall’Unione europea nell'ambito del programma "Horizon 2020" con circa 6 milioni di euro e di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall'Università degli Studi di Cagliari.
Per l'avvio della fase operativa, al tavolo con i ricercatori dell'ateneo del capoluogo sardo, il 25 e 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno 14 partner, tra cui colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies.
Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come "Deep Learning", che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche. L'obiettivo è l'introduzione dell'intelligenza artificiale basata su "Deep Learning" in tutti i dispositivi elettronici che permeano la vita quotidiana, in casa, nelle città e nei posti di lavoro. A tale scopo, il progetto ALOHA mira ad abilitare l'uso del Deep Learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili, portatili e a bassissimo consumo di potenza, aprendo la strada verso una nuova e vastissima gamma di applicazioni.
I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti. In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video e immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio "cognitive", in grado di reagire in modo rapido e affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli. Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, atti ad analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose.
Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EOLAB - Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell'Università degli Studi di Cagliari.
(Unioneonline/v.l.)

L'UNIONE SARDA on line
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Un'intelligenza artificiale che impara e reagisce: l'università di Cagliari guida il progetto
Paolo Meloni, ricercatore di Ingegneria, è il coordinatore scientifico del progetto europeo che il 25 e il 26 gennaio con un seminario al rettorato entra nella fase pratica
Mercoledì 24 gennaio 2018

CAGLIARI. Presto dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall’esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell’ambiente circostante. Su questi scenari, ormai non troppo lontani, lavora il progetto ALOHA (software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dalla Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020, con circa 6 milioni di euro, di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall’Università degli Studi di Cagliari.
Per l’avvio della fase operativa del progetto, al tavolo con i ricercatori dell’ateneo del capoluogo sardo, domani 25 e venerdì 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno 14 partner, tra cui colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies. Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come “Deep Learning”, che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche, riutilizzandoli nell’hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che questi acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell’essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze.
L’obiettivo è l’introduzione dell’intelligenza artificiale basata su Deep Learning in tutti i dispositivi elettronici che permeano la nostra vita di tutti i giorni, in casa, nelle città e nei posti di lavoro. A tale scopo, il progetto ALOHA mira ad abilitare l’uso del Deep Learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili, portatili e a bassissimo consumo di potenza, aprendo la strada verso una nuova vastissima gamma di applicazioni. I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti.
In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video e immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio “cognitive”, in grado di reagire in modo rapido e affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli.
Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, atti ad analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose.
Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EOLAB - Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università degli Studi di Cagliari.

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Università e intelligenza artificiale: al via il progetto “Aloha”
Presto dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall’esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell’ambiente circostante
Martedì 23 gennaio 2018

Presto dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall’esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell’ambiente circostante.
Su questi scenari, ormai non troppo lontani, lavora il progetto ALOHA (software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dalla Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020, con circa 6 milioni di euro, di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall’Università degli Studi di Cagliari. Per l’avvio della fase operativa del progetto, al tavolo con i ricercatori dell’ateneo del capoluogo sardo, il 25 e 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno 14 partner, tra cui colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies.
Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come “Deep Learning”, che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche, riutilizzandoli nell’hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che questi acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell’essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze.
L’obiettivo è l’introduzione dell’intelligenza artificiale basata su Deep Learning in tutti i dispositivi elettronici che permeano la nostra vita di tutti i giorni, in casa, nelle città e nei posti di lavoro. A tale scopo, il progetto ALOHA mira ad abilitare l’uso del Deep Learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili, portatili e a bassissimo consumo di potenza, aprendo la strada verso una nuova vastissima gamma di applicazioni.
I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti. In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video e immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio “cognitive”, in grado di reagire in modo rapido e affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli. Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, atti ad analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose.
Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EOLAB – Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università degli Studi di Cagliari.

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Intelligenza artificiale, l'elettronica imiterà il cervello umano. Da Cagliari al via il progetto Aloha
Ricerca scientifica: finanziato dall'Unione Europea con 6 milioni di euro del programma Horizon2020, punta a far sì che dispositivi elettronici intelligenti imitino le funzioni biologiche del cervello, imparando dall'esperienza e reagendo di conseguenza. Seminario di avvio all'Università di Cagliari.
Martedì 23 gennaio 2018 – 10.41

CAGLIARI - Presto dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall'esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell'ambiente circostante.
Su questi scenari, ormai non troppo lontani, lavora il progetto ALOHA (software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dalla Unione europea nell'ambito del programma Horizon 2020, con circa 6 milioni di euro, di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall'Università degli Studi di Cagliari. Per l'avvio della fase operativa del progetto, al tavolo con i ricercatori dell'ateneo del capoluogo sardo, il 25 e 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno 14 partner, tra cui colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies.
Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come "Deep Learning", che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche, riutilizzandoli nell'hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che questi acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell'essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze.
L'obiettivo è l'introduzione dell'intelligenza artificiale basata su Deep Learning in tutti i dispositivi elettronici che permeano la nostra vita di tutti i giorni, in casa, nelle città e nei posti di lavoro. A tale scopo, il progetto ALOHA mira ad abilitare l'uso del Deep Learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili, portatili e a bassissimo consumo di potenza, aprendo la strada verso una nuova vastissima gamma di applicazioni.
I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti. In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video e immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio "cognitive", in grado di reagire in modo rapido e affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli. Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, atti ad analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose.
Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EOLAB - Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell'Università degli Studi di Cagliari.

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Ricerca scientifica. Team internazionale guidato dall’Università di Cagliari punta a realizzare dispositivi elettronici intelligenti in grado di imitare il cervello umano e imparare dall’esperienza
Martedì 23 gennaio 2018

Presto dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall’esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell’ambiente circostante.
Su questi scenari, ormai non troppo lontani, lavora il progetto ALOHA (software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dalla Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020, con circa 6 milioni di euro, di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall’Università degli Studi di Cagliari. Per l’avvio della fase operativa del progetto, al tavolo con i ricercatori dell’ateneo del capoluogo sardo, il 25 e 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno 14 partner, tra cui colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies.
Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come “Deep Learning”, che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche, riutilizzandoli nell’hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che questi acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell’essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze.
L’obiettivo è l’introduzione dell’intelligenza artificiale basata su Deep Learning in tutti i dispositivi elettronici che permeano la nostra vita di tutti i giorni, in casa, nelle città e nei posti di lavoro. A tale scopo, il progetto ALOHA mira ad abilitare l’uso del Deep Learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili, portatili e a bassissimo consumo di potenza, aprendo la strada verso una nuova vastissima gamma di applicazioni.
I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti. In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video e immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio “cognitive”, in grado di reagire in modo rapido e affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli. Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, atti ad analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose.
Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EOLAB – Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università degli Studi di Cagliari.

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Intelligenza artificiale, al via il progetto ‘Aloha’. Seminario di avvio a Cagliari
Martedì 23 gennaio 2018

Presto dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall’esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell’ambiente circostante.
Su questi scenari, ormai non troppo lontani, lavora il progetto ALOHA (software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dalla Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020, con circa 6 milioni di euro, di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall’Università degli Studi di Cagliari. Per l’avvio della fase operativa del progetto, al tavolo con i ricercatori dell’ateneo del capoluogo sardo, il 25 e 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno 14 partner, tra cui colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies.
Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come “Deep Learning”, che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche, riutilizzandoli nell’hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che questi acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell’essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze.
L’obiettivo è l’introduzione dell’intelligenza artificiale basata su Deep Learning in tutti i dispositivi elettronici che permeano la nostra vita di tutti i giorni, in casa, nelle città e nei posti di lavoro. A tale scopo, il progetto ALOHA mira ad abilitare l’uso del Deep Learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili, portatili e a bassissimo consumo di potenza, aprendo la strada verso una nuova vastissima gamma di applicazioni.
I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti. In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video e immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio “cognitive”, in grado di reagire in modo rapido e affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli. Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, atti ad analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose.
Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EOLAB – Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università degli Studi di Cagliari.

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Intelligenza artificiale: al via il progetto Aloha
Ricerca scientifica: finanziato dall’Unione europea con 6milioni di euro del programma Horizon2020, punta a far si che dispositivi elettronici intelligenti imitino le funzioni biologiche del cervello, imparando dall’esperienza e reagendo di conseguenza. In programma giovedì, all´Università di Cagliari, il seminario di avvio, con la presenza di colossi del calibro di Stmicroelectronics, Ibm e Ca technologies
Martedì 23 gennaio 2018

CAGLIARI – Presto, dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall’esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell’ambiente circostante. Su questi scenari, non troppo lontani, lavora il progetto Aloha (software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dall'Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020, con circa 6milioni di euro, di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall’Università degli studi di Cagliari. Per l’avvio della fase operativa del progetto, al tavolo con i ricercatori dell’ateneo del capoluogo sardo, giovedì 25 e venerdì 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno quattordici partner, tra cui colossi del calibro di StMicroelectronics, Ibm e Ca technologies.
Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come “Deep learning”, che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche, riutilizzandoli nell’hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che questi acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell’essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze. L’obiettivo è l’introduzione dell’intelligenza artificiale basata su Deep learning in tutti i dispositivi elettronici che permeano la vita di tutti i giorni, in casa, nelle città e nei posti di lavoro. A tale scopo, il progetto Aloha mira ad abilitare l’uso del Deep learning, per ora limitato a server ad alte prestazioni, su sistemi di elaborazione specializzati di nuova generazione, mobili, portatili ed a bassissimo consumo di potenza, aprendo la strada verso una nuova vastissima gamma di applicazioni.
I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti. In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video ed immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio “cognitive”, in grado di reagire in modo rapido ed affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli. Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, per analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose. Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EoLab-Laboratorio di Microelettronica e bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università di Cagliari.

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Università di Cagliari, al via il progetto Aloha sull’intelligenza artificiale
Il progetto Aloha sull'intelligenza artificiale è stato finanziato dall'Unione europea e 500mila euro saranno destinati alle attività che verrano svolte dall'Università di Cagliari
Giovedì 25 gennaio 2018

Presto dispositivi elettronici intelligenti saranno in grado di imitare le funzioni biologiche del cervello umano per apprendere dall’esperienza e reagire in autonomia a ciò che accade nell’ambiente circostante.
Su questi scenari, ormai non troppo lontani, lavora il progetto ALOHA (software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures), finanziato dalla Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020, con circa 6 milioni di euro, di cui 500mila destinati alle attività che verranno svolte dall’Università degli Studi di Cagliari.
Oggetto di studio dei ricercatori coinvolti è una classe di algoritmi di intelligenza artificiale, nota come “Deep Learning”, che imita i meccanismi tipici delle reti neurali biologiche, riutilizzandoli nell’hardware e nel software dei moderni calcolatori, in modo che questi acquisiscano capacità di apprendimento paragonabili a quelle dell’essere umano e possano riconoscere e classificare con estrema precisione e rapidità immagini, video, suoni e sequenze.
I risultati del progetto verranno testati in molteplici ambiti. In un primo esperimento, verranno studiati impianti di sicurezza intelligenti, basati sul riconoscimento di video e immagini, da utilizzare in aree di emergenza. Una seconda linea di ricerca prevede lo studio di speciali catene di montaggio “cognitive”, in grado di reagire in modo rapido e affidabile ai comandi vocali degli operatori, risultando più sicure e confortevoli. Infine, verranno sviluppati dispositivi medici portatili, atti ad analizzare immagini mediche in condizioni critiche (senza accesso a reti di comunicazione, a batteria), come necessario per esempio negli scenari clinici dei paesi del Terzo mondo o per operazioni di soccorso in caso di calamità o situazioni disastrose.
Il coordinatore scientifico del progetto è Paolo Meloni, ricercatore di EOLAB – Laboratorio di Microelettronica e Bioingegneria del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica dell’Università degli Studi di Cagliari. Per l’avvio della fase operativa del progetto, al tavolo con i ricercatori dell’Ateneo Cagliaritano, il 25 e 26 gennaio, nella sala Consiglio del Rettorato, si siederanno 14 partner, tra cui colossi del calibro di STMicroelectronics, IBM e CA Technologies.

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LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 29 gennaio 2018
Sassari – pagina 19
L'intelligenza artificiale nascerà nell'isola
L'ateneo sassarese partecipa al progetto Aloha per creare sistemi cognitivi che emulino il cervello

SASSARIL'Università di Sassari partecipa al progetto Aloha, guidato dall'Università di Cagliari e finalizzato all'introduzione dell'intelligenza artificiale basata sul "deep learning" in tutti i dispositivi elettronici che fanno parte della nostra vita. Francesca Palumbo, ricercatrice dell'ateneo di Sassari (coordinatrice del progetto Cerbero) è a Cagliari assieme a Luca Pulina per partecipare al meeting di avvio del progetto. Coordinato dal ricercatore di Cagliari Paolo Meloni, Aloha (Software framework for runtime-Adaptive and secure deep Learning On Heterogeneous Architectures) è finanziato dall' Unione europea nell'ambito del programma Horizon 2020 per un importo complessivo di 6 milioni di euro.
«Scopo del progetto è la creazione di sistemi cognitivi in grado di emulare il comportamento del cervello umano, al punto da poter decidere autonomamente - spiega Francesca Palumbo, chiamata a collaborare alla definizione e realizzazione della proposta - Questi sistemi devono essere preventivamente addestrati per compiere delle specifiche azioni, come il riconoscimento di comandi vocali o di oggetti, per poi poter agire in completa autonomia e senza nessun ausilio di un operatore, a prescindere dal soggetto con cui stanno interagendo, che a seconda del comportamento richiesto può essere una persona, un video o un'immagine».
In collaborazione con l'Università di Cagliari e con STMicroelectronics, l'Università di Sassari lavorerà sull'implementazione fisica del sistema, al fine di trasferire gli algoritmi in hardware. «Il grande obiettivo in questo senso è semplificare questo passaggio attraverso degli strumenti automatici e ottimizzare le prestazioni in particolare minimizzando la potenza - continua Francesca Palumbo - Portare la complessità del cervello umano e dei suoi processi su un sistema fisico richiede molta potenza di calcolo che consuma molta energia. È questo quindi il principale problema da risolvere». Senza questo passaggio non si potrà compiere lo step successivo, superando l'attuale modello di sviluppo che, per intenderci, è esemplificato dal tipo di intelligenza artificiale che sperimentiamo con gli assistenti virtuali presenti su alcuni smartphone che hanno bisogno di una rete dati per funzionare essendo la computazione effettuata su cloud e non in locale.

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