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Le mille anime di Nereide

Giornata di riflessioni a partire dall'opera della prof.ssa Rudas, docente di Psichiatria scomparsa un anno fa. Nell'aula magna del Rettorato un convegno organizzato in sua memoria, con spunti e relazioni che ne hanno approfondito il pensiero e l'opera. RESOCONTO, GALLERIA FOTOGRAFICA (aggiornata, immagini della mattina e del pomeriggio) e VIDEO
22 gennaio 2018
Il Rettore Maria Del Zompo al convegno su Nereide Rudas

Sergio Nuvoli - evento trasmesso in diretta live su facebook

Cagliari, 19 gennaio 2018 – “All’Ateneo ha dato lustro e anima: ho avuto la fortuna di incontrare due figure così, la prof.ssa Rudas e il prof. Gessa. Una figura forte, un esempio di figura femminile che ha voluto raggiungere e ha raggiunto risultati importanti e ha dato un’impronta a quello che faceva, riuscendo ad essere presente nella vita della città e della regione”. Così il Rettore Maria Del Zompo ha personalmente ricordato Nereide Rudas, aprendo i lavori di questo pomeriggio della giornata dedicata alla memoria della docente di Psichiatria.

Maria Del Zompo ricorda Nereide Rudas
Maria Del Zompo ricorda Nereide Rudas
GUARDA L'INTERVENTO DEL RETTORE

La seconda parte del convegno - dopo i lavori del mattino (la cui cronaca si può leggere più sotto in questa pagina) - è stata declinata “secondo il registro affettivo”, per dirla come Liliana Lorettu, che con Graziella Boi l’ha coordinata. E non poteva essere diversamente, dato che molti dei relatori sono stati suoi allievi: Bernardo Carpiniello, ad esempio, oggi è presidente della Società italiana di Psichiatria. L’ha ricordata raccontando il suo grande impegno accademico nella Clinica psichiatrica, che le sarà presto intitolata: “Con lei – ha sottolineato - si sono formate generazioni di studenti e di specialisti. Non aveva solo spessore scientifico, ma enorme ricchezza culturale. Sosteneva che uno psichiatra, per essere valido, deve essere uomo di cultura. L’approccio psicobiosociale la vide come fondatrice in Italia”. Il professore ha quindi ricordato che uno dei primi insegnamenti è stato che “la persona deve essere vista nella sua irripetibile unicità, specie perché questo tipo di malattia la rende ultima tra gli ultimi”.

Anche il professor Mauro Carta, l’allievo più giovane (soprannominato dalla docente "bad boy"),  oggi docente di Medicina traslazionale, ha tracciato un ricordo personalissimo della figura della prof.ssa Rudas: “Non voleva allievi obbedienti, ma anzi incoraggiava a fare ciascuno la propria strada, a viaggiare verso la propria metà”.

Bernardo Carpiniello
Bernardo Carpiniello
GUARDA UN PASSAGGIO DELL'INTERVENTO DEL PROF. CARTA

E anche chi in Ateneo, come la sociologa Sabrina Perra, ha lavorato fianco a fianco con la prima donna a diventare professore ordinario di Psichiatria per scrivere un libro con lei e con il professor Giuseppe Puggioni, ne ha ricordato lo spessore umano e culturale, augurandosi che “l’Università di Cagliari diventi presto un luogo che ne conservi anche fisicamente la memoria”.

Non sono mancati gli apporti esterni al mondo universitario: Maria Francesca Chiappe, caporedattrice de L'Unione Sarda, l’ha descritta come “donna di grande cultura, che sapeva ancora emozionarsi. Ricordando una volta Giorgio Pisano durante un incontro pubblico, mentre parlava si rese conto che si stava commuovendo e per non farlo cambiò discorso in modo sublime, finendo per parlare di depressione e dei suoi studi al riguardo”. “Quello con lei è stato uno degli incontri straordinari della mia vita professionale – ha dettagliato la giornalista – Oggi sento davvero l’obbligo morale di mettere in atto le sue idee sul mio lavoro”.

Maria Francesca Chiappe
Maria Francesca Chiappe
GUARDA UN PASSAGGIO DELL'INTERVENTO DELLA PROF.SSA PERRA

Gilberto Ganassi, Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Cagliari, ha invece sottolineato l’impegno per il servizio di Psichiatria forense: “Non aveva nulla di caritatevole, ma anzi un approccio molto moderno ai problemi. Con le sue idee anticipò di tanti anni le innovazioni in questo campo di cui si parla oggi in documenti ufficiali: la tutela della salute e dei diritti vanno di pari passo”.

Anche tutti gli altri relatori, numerosi e spesso commossi, hanno contribuito a restituire ai presenti la figura di una grande donna di cultura e di scienza.Il pomeriggio è stato ulteriormente arricchito dalla lettura delle sue poesie, di cui spesso faceva dono ai suoi allievi ed amici.

 

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Gilberto Ganassi
Gilberto Ganassi

di Rossana Orrù e Sergio Nuvoli - evento seguito in diretta su facebook

Cagliari, 19 gennaio 2018 - "La prof.ssa Nereide Rudas è stata una figura importante nel mio percorso culturale e di crescita. Nonostante la mia formazione in neuroscienze, lei, con la sua energia, il suo entusiasmo, il suo carisma e la sua voglia di fare, è stata per me, così come il prof. Gessa, una figura fondamentale. Per me è stata davvero un esempio". Così il Rettore Maria Del Zompo ha ricordato la docente scomparsa un anno fa, aprendo il convegno organizzato in suo ricordo e ospitato nell'Aula Magna del Rettorato. 

"Con lei, indipendentemente dalla diversità di percorsi intrapresi - ha proseguito il Magnifico - c'è stata una condivisione dei momenti di crescita personale, è stato un esempio che mi ha portata a credere che potevo crescere”. Psichiatra, studiosa di tematiche femminili, intellettuale, antesignana della medicina di genere, la prof.ssa Rudas è stata una grande donna per la Sardegna e una figura carismatica, profonda conoscitrice del pensiero di Gramsci . 

La giornata è stata l’occasione per  aprire una riflessione sulle politiche attive per l’affermazione dei diritti civili e costituzionali, attraverso il riequilibrio di genere, il riconoscimento della pari dignità delle fasce sociali non ancora legittimamente rappresentate, per una società umanamente e legittimamente equa.

"Nereide Rudas è stata una donna la cui vita è stata segnata da grandi successi professionali: ha vissuto tante stagioni, si è mossa in tante direzioni – ha sottolineato Susi Ronchi, coordinatrice regionale di "Giulia Giornaliste" - Nel corso della giornata si parlerà anche del rapporto tra cultura e politica, dell’uso dei linguaggi nella rappresentazione di una realtà in continua metamorfosi, e si aprirà una riflessione sulle mitologie e sugli stereotipi nella Sardegna. La questione femminile per lei è sempre aperta, ed è ancora oggi attuale e impegna quotidianamente anche noi giornaliste donne di 'Giulia' nella lotta per l'affermazione dei diritti umani".

La giornalista Susi Ronchi ha moderato la prima parte della mattinata
La giornalista Susi Ronchi ha moderato la prima parte della mattinata
GUARDA UN FRAMMENTO DELL'INTERVENTO DEL RETTORE

Nel corso della mattinata giornalisti, intellettuali, avvocati, magistrati, docenti universitari e sociologi sono intervenuti intorno al tema “Nereide Rudas che ”parlò con voce di donna”, analizzandolo ognuno dal proprio punto di vista, soffermandosi sul rapporto tra cultura e politica, sull’uso dei linguaggi nella rappresentazione di una realtà in continua metamorfosi, sulle mitologie e sugli stereotipi nella Sardegna. Numerosissimi gli interventi, impossibile citarli tutti, in una mettinata davvero intensa.

"È emblematico come il cambiamento per liberarsi dagli orrori, deve partire proprio dalla sua e dalla nostra terra madre, la Sardegna. La nostra isola deve prendere atto e imparare a parlare con una nuova voce",  ha detto Fiorella Pilato, ex Presidente della prima commissione del CSM e della Seconda Sezione Penale della Corte d’Appello della Sardegna. "La nostra isola non solo non parla con voce di donna, ma non parla neanche con voce della nostra umanità. Occorre superare modelli culturali ben radicati in Sardegna e che non si riesce a debellare: soprusi, reati e omertà”.

Maria Antonietta Mongiu, presidente LAMAS e SardegnaSoprattutto di Cagliari ha aggiunto che "a Nereide si deve la tematizzazione di una negazione molto astratta che i sardi hanno verso la loro terra. Negazione agita in continuazione sulla terra e sulla donna. Parlare con voce di donna significa parlare di un'assenza che troppo a lungo è stata accettata. L'approccio con voce di donna e con occhi di donna, è dentro la contemporaneità di oggi".

L'intervento della prof.ssa Maria Antonietta Mongiu
L'intervento della prof.ssa Maria Antonietta Mongiu

L’intervento di due sociologi ha permesso di indirizzare una riflessione da un approccio differente: “Paragonando Sardegna e Giappone, la prof.ssa Rudas disse che noi eravamo una società vestita, una società che aveva paura della nudità, in cui vedeva un elemento di blocco. Stiamo vivendo un processo di negazione che ci impedisce di riconoscere la realtà" - ha rimarcato Nicolò Migheli seguito da Salvatore Cubeddu, che ha sottolineato "l’originalità di Nereide Rudas nella riflessione sulla questione femminile e sulla Sardegna. Dopo quasi 50 anni di femminismo possiamo dire che rispetto ai primi studi fatti Nereide è andata avanti: questo deve quindi essere motivo di gloria per le ricercatrici sarde che trattano questo tema".

L’ultima parte della mattinata ha focalizzato l’attenzione della platea su mitologie e stereotipi, tema caro a Nereide Rudas. “Quando parliamo di mitologie e stereotipi parliamo di linguaggio intriso di pregiudizi. Lei era desiderosa di una rivoluzione del linguaggio, un linguaggio che parlasse con voce di donna. Con lei l'oggetto di indagine diventa persona e quindi portatore di diritti. La realtà deve essere indagata in maniera diversa per raggiungere la parità", ha sottolineato Roberta Celot, responsabile ANSA Sardegna e di GIULIA GIornaliste Cagliari. "Stiamo attraversando un periodo di transizione in cui dobbiamo metterci in discussione - ha concluso la giornalista - per superare i pregiudizi e gli stereotipi, eppure c’è ancora tanto da fare".

Salvatore Cubeddu e Nicolò Migheli
Salvatore Cubeddu e Nicolò Migheli

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