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Criptovalute e Blockchain: la nuova frontiera digitale

A lezione con il professor Marchesi nel Dipartimento di Matematica e Informatica per scoprirne gli ambiti applicativi. Ospite lo spin-off di UniCa FlossLab
09 novembre 2017
Bitcoin e criptovalute

di Rossana Orrù

Cagliari, 9 novembre 2017 - Si è svolto questo pomeriggio nell’Aula Magna del Dipartimento di Matematica e Informatica il seminario “Applicazioni della tecnologia Blockchain e ICO”. Scopo del seminario è stato presentare lo stato attuale della tecnologia Blockchain, inclusi alcuni progetti reali di utilizzo nati a Cagliari, e illustrare il fenomeno delle ICO, comprese quelle di origine italiana.

"Le criptovalute come Bitcoin, Litecoin e Ether hanno avuto una crescita considerevole negli ultimi anni - ha esordito Michele Marchesi, docente di Informatica dell’Università di Cagliari - eppure la rete Bitcoin è nata un po' come un gioco, quando un gruppo di hacker si interrogò su come creare una moneta digitale senza un’autorità centrale. Pian piano i Bitcoin hanno iniziato ad avere un valore reale e oggi un Bitcoin vale circa $7.000”. Ha poi proseguito: "La rete Bitcoin esiste grazie al lavoro dei miners, alcune migliaia di persone che guadagnano BTC validando le transazioni e quindi permettendo alla rete di esistere".

Sin dalle prime battute è stato approfondito il tema della Blockchain “L’interesse per la Blochchain è relativamente recente, a partire dal 2014, e oggi la Blockchain è vista come l'ultima rivoluzione con potenzialità pari a quelle di Internet negli anni ’90. È un modo per garantire la fiducia e ridurre l’intermediazione in molte attività umane. La Blockchain è un database, un registro decentralizzato, che sfrutta la tecnologia peer-to-peer e chiunque può prelevarlo dal web, diventando così un nodo della rete. È fatta di blocchi, ossia dei nodi distribuiti che registrano informazioni sulle transazioni valide”.

Nell’individuare la conservazione dei Bitcoin il professor Marchesi ha precisato: “In realtà i Bitcoin si registrano nella Blockchain e si conservano nelle chiavi: in portafogli, i wallet, nei propri computer o nel proprio terminale mobile, in conti correnti presso gli exchange, in cassaforte" – rassicurando gli utenti sulla loro sicurezza - "Violare la criptografia non è facile, l'unico modo noto è provare tutte le combinazioni possibili sino a trovare quella giusta. Chi ha un Bitcoin può stare abbastanza sicuro”.
L'intervento di alcuni dipendenti della FlossLab, uno spin-off dell’Università di Cagliari, ha elencato alcune applicazioni pratiche della Blockchain. 

"Flosslab, agisce secondo un’ottica precisa: scaricare le idee a terra, ossia trovare un’applicazione concreta per tutto ciò che progetta. Una nostra prima applicazione pratica della Blockchain ha riguardato l’azienda Abbanoa che aveva diversi contenziosi con degli utenti circa i dati fatturati. È stato quindi messo a punto un sistema di certificazione della lettura dei contatori con la tecnologia Blockchain con l’obiettivo di certificare il consumo effettivo registrato nel contatore": ha detto Daniele Sanna, Business Unit Manager della FlossLab, durante il suo intervento.
Il campo di applicazione della tecnologia sono molteplici, e spaziano dal settore bancario alla Pubblica Amministrazione, alla Sanità, alla gestione delle filiere, all'Internet delle Cose. "Un progetto su cui stiamo lavorando è CAFCha ha l'obiettivo di certificare l'intera filiera agro – alimentare, dalla produzione, alla trasformazione e distribuzione tramite la Blockchain": ha, infatti, proseguito Daniele Sanna.

Marco Di Francesco, Business Unit Manager FlossLab, si è soffermato sullo studio delle transazioni Bitcoin in tempo reale: "Ricostruire le transazioni per sapere qualcosa di più sugli utenti che usano la criptovaluta Bitcoin non è facile. Per riuscire nell’intento occorre monitorare la rete in maniera completa effettuando la modifica di un suo nodo. In tal modo possiamo scoprire ad esempio in quale zona del globo si origina una data transazione. I risultati ottenuti sono registrati in un database".

Il workshop è proseguito con l'approfondimento della BOSE, Blockchain Oriented Software Engineering, da parte di Roberto Tonelli, docente di Informatica dell’Università di Cagliari, e del fenomeno delle ICO (Initial Coin Offer) che permette di finanziare startup in modo facile e immediato attraverso l'uso delle criptovalute.

Il professor Marchesi durante il seminario
Il professor Marchesi durante il seminario

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