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Scuole di specializzazione, l’Ateneo di Cagliari è in regola

Sulla vicenda interviene il Rettore: “I corsi sono assicurati, il corpo docente è adeguato e la formazione è di eccellenza”
24 agosto 2017

di Sergio Nuvoli - VAI ALLA RASSEGNA STAMPA

Cagliari, 24 agosto 2017 - La vicenda delle Scuole di specializzazione di ambito medico risente dell’attivazione dei nuovi sistemi di valutazione per i quali sarebbe stato necessario assegnare un congruo periodo di tempo per uniformarsi a criteri che risultano profondamente diversi dal passato: spesso infatti l’apparente mancato raggiungimento di un parametro non significa un dato negativo, ma più semplicemente che non si può pensare di riorganizzare una Scuola in un periodo di tempo eccessivamente breve. Per esempio, la criticità della Scuola di specializzazione in Nefrologia è legata alla mancanza di un docente nel settore scientifico specifico, per il quale è già stato programmato il relativo concorso che sarà attivato a novembre.
 
E’ poi il caso di rilevare che l’Osservatorio che ha effettuato le valutazioni riferite dal “Corriere della Sera” e rilanciate da altri quotidiani è una struttura consultiva dei Ministeri dell’Istruzione, Università e Ricerca e della Salute e che gli Atenei attendono ancora di conoscere ufficialmente le motivazioni di tali giudizi, per poter addurre le opportune controdeduzioni, e che – è bene chiarirlo - per adesso non significano assolutamente la chiusura di nessuna Scuola.
 
Per esempio, i parametri reali della Scuola di specializzazione in Chirurgia generale risultano perfettamente in linea con quelli richiesti dall’ANVUR e dall’AGENAS. La valutazione relativa alla qualità delle attività didattiche e della docenza clinica è stata massima per Chirurgia generale, e positiva per quelle in Medicina dello Sport e dell’esercizio fisico e in Nefrologia. Questo sottolinea la validità dell’insegnamento e della preparazione che la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari garantisce ai propri specializzandi grazie anche alla rete con le tante strutture ospedaliere e del territorio presenti nel centro-sud della Sardegna.
 
“Siamo assolutamente in sintonia con la necessità di valutare le Scuole di specializzazione per evidenziare criticità da correggere e eccellenze da valorizzare, ma bisogna farlo con tempi giusti e risorse adeguate – commenta il Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, Maria Del Zompo – Per questo sono impegnata in prima persona con il Prorettore per le attività sanitarie Francesco Marongiu e il Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Gabriele Finco, per sostenere le nostre ragioni e tenere aperte le Scuole, che hanno una validità formativa di eccellenza. Il nostro corpo docente è congruo e numericamente adeguato, ma le nuove regole ne impongono il raddoppio: gli Atenei se ne faranno carico, compatibilmente con la progressiva diminuzione delle risorse statali e le esigenze delle altre Facoltà. I numeri dell’attività assistenziale devono essere garantiti, all’interno della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, per l’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Con il sostegno del mondo politico sardo chiediamo un anno di tempo per l’adeguamento completo ai nuovi criteri, che ancora una volta non tengono conto delle peculiarità della Sardegna, che ha un territorio vasto con una bassa densità abitativa e scarsi servizi di trasporto”.
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216


 

 

 

               

 

 

 

L’UNIONE SARDA

L'Unione Sarda dI VENERDì 25 AGOSTO 2017 - Cronaca di Cagliari

Scuole per medici, Del Zompo: "Un anno per adeguarci"

Una questione di tempi e di nuovi parametri ha generato il caos e fatto sì che tre scuole di specializzazione in Medicina siano entrate nella lista che l'Osservatorio nazionale ha segnalato al Ministero per chiederne l'esclusione. «Sarebbe stato necessario assegnare un congruo periodo di tempo per uniformarsi a criteri che risultano profondamente diversi dal passato» si legge in una nota diffusa dall'ateneo e nella quale la rettrice Maria Del Zompo chiarisce la situazione. «Siamo assolutamente in sintonia con la necessità di valutare le scuole di specializzazione per evidenziare criticità da correggere ed eccellenze da valorizzare, ma bisogna farlo con tempi giusti e risorse adeguate».

«Per questo sono impegnata in prima persona con il prorettore per le attività sanitarie Francesco Marongiu e il presidente della facoltà di Medicina e Chirurgia, Gabriele Finco, per sostenere le nostre ragioni e tenere aperte le Scuole, che hanno una validità formativa di eccellenza. Il nostro corpo docente è congruo e numericamente adeguato, ma le nuove regole ne impongono il raddoppio: gli atenei se ne faranno carico, compatibilmente con la progressiva diminuzione delle risorse statali e le esigenze delle altre facoltà - commenta Del Zompo -. I numeri dell'attività assistenziale devono essere garantiti, all'interno della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, per l'azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Con il sostegno del mondo politico sardo chiediamo un anno di tempo per l'adeguamento completo ai nuovi criteri, che ancora una volta non tengono conto delle peculiarità della Sardegna, che ha un territorio vasto con una bassa densità abitativa e scarsi servizi di trasporto».

 


 

ANSA
Università:Specializzazioni a rischio, Cagliari dà battaglia
Del Zompo: "Scuole valide, siamo in campo per tenerle aperte"
CAGLIARI
 
(ANSA) - CAGLIARI, 24 AGO - Pronti a rispondere ai dati dell’Osservatorio del ministero dell’Istruzione sulle criticità e la possibile chiusura di tre scuole di specializzazione a Cagliari. "Attendiamo - spiega l’ateneo - di conoscere ufficialmente le motivazioni di tali giudizi, per poter addurre le opportune controdeduzioni. E’ bene chiarirlo, per adesso non significano assolutamente la chiusura di nessuna Scuola".
Un fine agosto caldo: "per questo - avverte la rettrice di Cagliari, Maria Del Zompo - sono impegnata in prima persona con il prorettore per le attività sanitarie, Francesco Marongiu, e il presidente della facoltà di Medicina, Gabriele Finco, per sostenere le nostre ragioni e tenere aperte le Scuole che hanno una validità formativa di eccellenza".
Una battaglia per tutta l’isola: "Il nostro corpo docente - insiste Del Zompo - è congruo e numericamente adeguato, ma le nuove regole ne impongono il raddoppio: gli Atenei se ne faranno carico, compatibilmente con la progressiva diminuzione delle risorse statali". "Con il sostegno del mondo politico sardo - precisa Del Zompo - chiediamo un anno di tempo per l’adeguamento completo ai nuovi criteri, che ancora una volta non tengono conto delle peculiarità della Sardegna che ha un territorio vasto con una bassa densità abitativa e scarsi servizi di trasporto".
 La strategia è chiara. La criticità della Scuola di specializzazione in Nefrologia - spiega l’Università - è legata alla mancanza di un docente nel settore scientifico specifico: già programmato il concorso a novembre. Mentre i parametri reali della Scuola di specializzazione in Chirurgia generale risultano perfettamente in linea con quelli richiesti. La valutazione relativa alla qualità delle attività didattiche e della docenza clinica è stata massima per Chirurgia generale, e positiva per quelle in Medicina dello Sport e dell’esercizio fisico, ed in Nefrologia. Questo sottolinea - aggiunge l’Ateneo - la validità dell’insegnamento e della preparazione che la facoltà di Medicina e Chirurgia di Cagliari garantisce ai propri specializzandi grazie anche alla rete con le tante strutture ospedaliere e del territorio presenti nel centro-sud della Sardegna. (ANSA).
 

 

YOUTG.NET
 
CAGLIARI. “L’Ateneo di Cagliari è in regola, i nostri corsi sono assicurati”. Non si è fatta attendere la risposta del Rettore dell’Università di Cagliari sulla vicenda delle scuole di specializzazione medica a rischio chiusura: il dossier pubblicato dall’Osservatorio del Miur qualche giorno fa aveva fatto esplodere le polemiche e le preoccupazioni degli studenti aspiranti medici e chirurghi sardi. Secondo i dati, infatti, 6 scuole sarde non “sarebbero in grado di formare al meglio” e, per questo, è stato proposto il “non accreditamento”. Tra le centinaia di scuole “bocciate” anche 3 scuole appartenenti all’ateneo cagliaritano (Chirurgia generale, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico e Nefrologia). Ma l’Ateneo di Cagliari non ci sta e assicura che i corsi non chiuderanno perché “perfettamente in regola”: “I parametri reali della Scuola di specializzazione in Chirurgia generale risultano perfettamente in linea con quelli richiesti dall’Anvur e dall’Agenas. La valutazione relativa alla qualità delle attività didattiche e della docenza clinica è stata massima per Chirurgia generale, e positiva per quelle in Medicina dello Sport e dell’esercizio fisico e in Nefrologia – spiega il Rettore, Maria Del Zompo - Questo sottolinea la validità dell’insegnamento e della preparazione che la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari garantisce ai propri specializzandi grazie anche alla rete con le tante strutture ospedaliere e del territorio presenti nel centro-sud della Sardegna”.
Ci sarebbero però delle nuove regole, sul corpo docente, da rispettare. Così il Rettore spiega: “Il nostro corpo docente è congruo e numericamente adeguato, ma le nuove regole ne impongono il raddoppio. Con il sostegno del mondo politico sardo chiediamo un anno di tempo per l’adeguamento completo ai nuovi criteri, che ancora una volta non tengono conto delle peculiarità della Sardegna, che ha un territorio vasto con una bassa densità abitativa e scarsi servizi di trasporto”.
 

 
SARDEGNAOGGI
 
La vicenda delle Scuole di specializzazione di ambito medico risente dell’attivazione dei nuovi sistemi di valutazione per i quali sarebbe stato necessario assegnare un congruo periodo di tempo per uniformarsi a criteri che risultano profondamente diversi dal passato: spesso infatti l’apparente mancato raggiungimento di un parametro non significa un dato negativo, ma più semplicemente che non si può pensare di riorganizzare una Scuola in un periodo di tempo eccessivamente breve. Per esempio, la criticità della Scuola di specializzazione in Nefrologia è legata alla mancanza di un docente nel settore scientifico specifico, per il quale è già stato programmato il relativo concorso che sarà attivato a novembre.
Lo rende noto l’Università di Cagliari che precisa: "L’Osservatorio che ha effettuato le valutazioni è una struttura consultiva dei Ministeri dell’Istruzione, Università e Ricerca e della Salute e che gli Atenei attendono ancora di conoscere ufficialmente le motivazioni di tali giudizi, per poter addurre le opportune controdeduzioni, e che – è bene chiarirlo - per adesso non significano assolutamente la chiusura di nessuna Scuola".
"Siamo assolutamente in sintonia con la necessità di valutare le Scuole di specializzazione per evidenziare criticità da correggere e eccellenze da valorizzare, ma bisogna farlo con tempi giusti e risorse adeguate – commenta il rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, Maria Del Zompo – Per questo sono impegnata in prima persona con il Prorettore per le attività sanitarie Francesco Marongiu e il Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Gabriele Finco, per sostenere le nostre ragioni e tenere aperte le Scuole, che hanno una validità formativa di eccellenza. Il nostro corpo docente è congruo e numericamente adeguato, ma le nuove regole ne impongono il raddoppio: gli Atenei se ne faranno carico, compatibilmente con la progressiva diminuzione delle risorse statali e le esigenze delle altre Facoltà. I numeri dell’attività assistenziale devono essere garantiti, all’interno della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, per l’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Con il sostegno del mondo politico sardo chiediamo un anno di tempo per l’adeguamento completo ai nuovi criteri, che ancora una volta non tengono conto delle peculiarità della Sardegna, che ha un territorio vasto con una bassa densità abitativa e scarsi servizi di trasporto".
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
Autore: Redazione Casteddu Online il 24/08/2017 12:13
 
La vicenda delle Scuole di specializzazione di ambito medico risente dell’attivazione dei nuovi sistemi di valutazione per i quali sarebbe stato necessario assegnare un congruo periodo di tempo per uniformarsi a criteri che risultano profondamente diversi dal passato: spesso infatti l’apparente mancato raggiungimento di un parametro non significa un dato negativo, ma più semplicemente che non si può pensare di riorganizzare una Scuola in un periodo di tempo eccessivamente breve. Per esempio, la criticità della Scuola di specializzazione in Nefrologia è legata alla mancanza di un docente nel settore scientifico specifico, per il quale è già stato programmato il relativo concorso che sarà attivato a novembre.
E’ poi il caso di rilevare che l’Osservatorio che ha effettuato le valutazioni riferite dal “Corriere della Sera” e rilanciate da altri quotidiani è una struttura consultiva dei Ministeri dell’Istruzione, Università e Ricerca e della Salute e che gli Atenei attendono ancora di conoscere ufficialmente le motivazioni di tali giudizi, per poter addurre le opportune controdeduzioni, e che – è bene chiarirlo - per adesso non significano assolutamente la chiusura di nessuna Scuola.
Per esempio, i parametri reali della Scuola di specializzazione in Chirurgia generale risultano perfettamente in linea con quelli richiesti dall’ANVUR e dall’AGENAS. La valutazione relativa alla qualità delle attività didattiche e della docenza clinica è stata massima per Chirurgia generale, e positiva per quelle in Medicina dello Sport e dell’esercizio fisico e in Nefrologia. Questo sottolinea la validità dell’insegnamento e della preparazione che la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Cagliari garantisce ai propri specializzandi grazie anche alla rete con le tante strutture ospedaliere e del territorio presenti nel centro-sud della Sardegna.
 “Siamo assolutamente in sintonia con la necessità di valutare le Scuole di specializzazione per evidenziare criticità da correggere e eccellenze da valorizzare, ma bisogna farlo con tempi giusti e risorse adeguate – commenta il Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari, Maria Del Zompo – Per questo sono impegnata in prima persona con il Prorettore per le attività sanitarie Francesco Marongiu e il Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Gabriele Finco, per sostenere le nostre ragioni e tenere aperte le Scuole, che hanno una validità formativa di eccellenza. Il nostro corpo docente è congruo e numericamente adeguato, ma le nuove regole ne impongono il raddoppio: gli Atenei se ne faranno carico, compatibilmente con la progressiva diminuzione delle risorse statali e le esigenze delle altre Facoltà. I numeri dell’attività assistenziale devono essere garantiti, all’interno della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, per l’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Con il sostegno del mondo politico sardo chiediamo un anno di tempo per l’adeguamento completo ai nuovi criteri, che ancora una volta non tengono conto delle peculiarità della Sardegna, che ha un territorio vasto con una bassa densità abitativa e scarsi servizi di trasporto”. 
 

 

L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di giovedì 24 agosto 2017
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Bocciate tre scuole per medici
L’Università dice: «Si è trattato di un errore, lo risolveremo»
Chirurgia generale, Medicina dello sport e Nefrologia a rischio esclusione del Ministero
 
Numeri insufficienti, convenzioni mancanti e cattedre vacanti. Per questo tre scuole di specializzazione di Medicina dell’Università di Cagliari sono state inserite nella lista nera compilata dall’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica che ne ha chiesto l’esclusione ai Ministeri di Salute e Istruzione. Accreditamento sospeso, dunque, per Chirurgia generale, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico e Nefrologia. Mentre le ultime due sembrano destinate a perdere un anno, ci sono buone speranze per un eventuale ripescaggio di Chirurgia generale. «Si è trattato di un errore nel caricamento dei dati, la scuola di specializzazione di Chirurgia generale vanta delle eccellenze e non deve passare il messaggio sbagliato», spiega Francesco Marongiu, pro rettore per le attività sanitarie.
LE SCHEDE I parametri sui quali si sono basati gli accademici sono due: la qualità scientifica, ovvero la valutazione del corpo docente, e quella delle prestazioni che viene quantificata in base al numero di ricoveri e di interventi chirurgici eseguiti durante l’anno con una soglia di sbarramento che si aggira intorno ai 5.000 casi. «La scuola di specializzazione di Chirurgia generale supera i 10 mila pazienti perché contempla non solo le tre chirurgie dell’ateneo (d’urgenza, specialistica e del colon-retto), ma anche quelle degli ospedali di Iglesias, San Gavino, Carbonia, del Santissima Trinità e le due del Brotzu. I dati sono stati caricati in un’unica casella e quindi la struttura non è stata riconosciuta come valida, ma sarebbe bastata una comunicazione per chiarire le cose. Ci si è mossi fin da subito per risolvere tutto». Un qui pro quo insomma che non dovrebbe far perdere all’ateneo i cinque posti destinati agli specializzandi. Diversa la situazione delle altre due scuole. «Il problema di Medicina dello sport è legato alla mancata stipula della convenzione con il Sistema sanitario regionale. Non ho indicazioni sui tempi ma di sicuro quest’anno resterà chiusa». Saltano così tre posti per i neolaureati.
PROFESSORE CERCASI Potrebbero esserci tempi persino più lunghi per la regolarizzazione del corso in Nefrologia. Finora il direttore indicato dall’ateneo (e ancora presente nell’elenco disponibile sul sito internet) è quello di Antonello De Lisa, professore sì ma di Urologia. «Fino allo scorso anno si poteva fare, ma ora non è più possibile, il direttore di Nefrologia deve essere un nefrologo ma visto che non ne abbiamo uno né come professore ordinario né come associato sarà necessario bandire un concorso», continua Marongiu. L’iter si annuncia lungo. Prima il Dipartimento universitario di Scienze mediche e sanità pubblica deve porre la questione al Senato accademico e al rettore e solo dopo il via libera del Consiglio si potrà procedere alla selezione per la quale dovrà essere formata una commissione nazionale. Finora gli specializzandi di Nefrologia si erano dovuti dividere tra il Brotzu e l’università di Genova, perché l’ateneo cagliaritano si era appoggiato a quello ligure. «Ma quest’anno la scuola non potrà essere aperta», conclude il pro rettore.
UNICA 2.0 Gli studenti affidano a un comunicato dell’associazione Unica 2.0 le loro preoccupazioni per eventuali tagli da parte del Governo. «Chiediamo l’accesso alle scuole di specializzazione di medicina generale per tutti gli studenti e un potenziamento della rete formativa e assistenziale qualora risultasse deficitaria. Siamo assolutamente contrari a qualsiasi chiusura perché crediamo che investire sulla qualità della formazione dei medici abbia un significativo impatto sulla salute della popolazione sarda», sostiene Giuseppe Esposito, studente di medicina rappresentante di Unica 2.0 nel consiglio d’amministrazione dell’Università.
Mariella Careddu
 

 
VIDEOLINA
23 agosto 2017 alle 14:00 - ultimo aggiornamento alle 16:02
 
Nessun allarmismo dopo i rilievi del ministero sulle sei scuole di specializzazione degli atenei isolani. A Cagliari, rileva l’Università, parametri rispettati e l’attività sarà garantita. Il servizio di Giacomo Serreli
L’intervistato è: FRANCESCO MARONGIU PRORETTORE UNIVERSITÀ CAGLIARI
 

TG RAI SARDEGNA
Servizio di Graziano Pintus nel TgR RAI SARDEGNA delle 19.35 del 22 agosto 2017
 
TG RAI SARDEGNA
Servizio di Graziano Pintus nel TgR RAI SARDEGNA delle 19.35 del 22 agosto 2017
 

 
ANSA.IT
 
Ci sono anche sei scuole di specializzazione medica sarde fra le 135 (su 1.433) che, secondo un dossier dell’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, non sarebbero in grado di formare al meglio.
"Documenti riservati all’esame in queste ore del ministero della Salute e dell’Istruzione", secondo quanto riportato ieri dal Corriere della sera. L’Osservatorio ha stilato il parere dopo un lavoro di due anni sulla base di criteri come la presenza di spazi adeguati e laboratori specifici nelle sedi universitarie, la garanzia di standard assistenziali di alto livello negli ospedali dove viene svolto il tirocinio e l’esistenza di indicatori di performance per l’attività scientifica dei docenti. Adesso - scrive sempre il Corriere - suggerisce di non concedere alle 135 individuate "l’autorizzazione a insegnare e a fare in contemporanea lavorare in corsia gli specializzandi in ospedali convenzionati con gli Atenei".
Nell’Isola rischiano di non avere l’autorizzazione tre a Sassari e tre a Cagliari. Sul pericolo chiusura undici consiglieri regionali del Pd hanno presentato un’interrogazione (primo firmatario Roberto Deriu) al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e agli assessori di Sanità e Istruzione, Luigi Arru e Giuseppe Dessena. "Considerata l’importanza strategica e culturale delle scuole attivate nelle sedi universitarie di Cagliari e Sassari", chiedono se sia vero che, "a partire dal prossimo anno accademico chiuderanno nella sede di Cagliari le scuole di specializzazione medica del Dipartimento di Medicina e chirurgia (Chirurgia generale, Medicina dello sport e dell’esercizio fisico, Nefrologia) e nella sede di Sassari, sempre nel Dipartimento di Medicina e chirurgia, le scuole di specializzazione di Neurochirurgia, Neurologia e Anatomia patologica".
ATENEO CAGLIARI, ALLARME PER SCUOLE CHIRURGIA - Scuola di specializzazione in Chirurgia di Cagliari a rischio chiusura: al momento non risulta tra quelle accreditate dal Ministero, e Ateneo del capoluogo in fibrillazione. "Non riusciamo a capire che cosa sia accaduto - spiega all’ANSA il coordinatore della Scuola (indicato per il prossimo anno accademico) Pietro Giorgio Calò - perché siamo convinti di avere i numeri per l’accreditamento: sia per quanto riguarda il numero di interventi e ricoveri delle nostre Chirurgie sia per quanto riguarda la qualità, misurata in studi e pubblicazioni, della nostra ricerca". Un’ipotesi: "Siamo per questo convinti - precisa Calò - che si tratti di un problema meramente formale nel caricamento dei dati". Un problema forse risolvibile con un’ulteriore verifica: in campo anche la rettrice Maria Del Zompo.
"Le conseguenze di un’eventuale cancellazione sarebbero molto gravi per tutta la Sardegna - sottolinea Calò - perché tanti sarebbero costretti a formarsi fuori dall’isola". Intanto la questione Cagliari diventa un caso nazionale con la presentazione da parte del parlamentare dei Riformatori Pierpaolo Vargiu di un’interrogazione urgente al Miur e al ministro della Sanità. "L’Università di Cagliari ha una solida tradizione chirurgica e un corpo docente di altissima qualità - dice Vargiu - e la Sardegna ha l’esigenza di formare i propri specialisti per le necessità della salute dei sardi. Sarebbe davvero un disastro se, a causa di qualche vizio formale, la nostra Università venisse privata di una scuola di specializzazione medica assolutamente indispensabile".
Vargiu indica la strada per risolvere la questione: "I Ministeri competenti contattino dunque immediatamente Regione e Università di Cagliari per accertare la piena sussistenza dei requisiti tecnici per l’esistenza della Scuola, rimuovendo ogni ostacolo formale alla conferma di un’offerta formativa che non possiamo permetterci il lusso di perdere per non impoverire l’Università di Cagliari ma, più ancora, per la garanzia della qualità dell’assistenza sanitaria per tutti i sardi".

 

 

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