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ARTE E NEUROSCIENZE VISTE DAL PREMIO NOBEL ERIC KANDEL

CRONACA, FOTO, VIDEO della giornata, RASSEGNA STAMPA e SERVIZI andati in onda nei TG
27 marzo 2017
Eric Kandel

Cagliari, 30 marzo 2017 (Sergio Nuvoli) - Sono stati pubblicati, a tempo di record, i video della lectio magistralis del prof. Eric Kandel, premio Nobel per la Medicina, tenuta all’Università di Cagliari il 27 marzo.

Ecco i link ai video
 
 
Link streaming flash sul sito Unitelcagliari
 
 
Grazie di cuore a UnitelCagliari per la consueta professionalità nella gestione dei video dell’importante evento, che rimarrà storico per l’Ateneo.
 

 

di Sergio Nuvoli e Sara Piras – fotografie di Francesco Cogotti - RASSEGNA STAMPA
 


 
Cagliari, 27 marzo 2017 - E’ grazie alla collaborazione scientifica avviata da anni con il gruppo guidato dai professori Walter Fratta e Paola Fadda, docenti del Dipartimento di Scienze biomediche, se il Premio Nobel per la Medicina Eric Kandel e la prof.ssa Denise Kandel tengono oggi una lectio magistralis e una joint lecture all’Università di Cagliari. Lo ha sottolineato Maria Del Zompo, Rettore dell’UNiversità di Cagliari, in apertura dei lavori di questa mattina: una collaborazione di assoluto prestigio internazionale, con due “docenti eccezionali e di altissimo livello”, come li ha definiti il Premio Nobel conversando al mattino con i giornalisti nelle interviste prima dell’appuntamento in Aula Magna, dove tantissime persone hanno ascoltato le parole del professor Kandel. Un’intesa scientifica di rilievo nata a partire dalla “Gateway Hypothesis” nell’abuso di sostanze, formulata in particolare dalla prof.ssa Denise Kandel.
 
L’appuntamento del mattino – nell’ambito dei seminari del Rettore – è stato coordinato dal Magnifico ed il professor Kandel è stato introdotto dal prof. Gian Luigi Gessa, Emerito di Farmacologia, alla presenza dei Prorettori vicario, Francesco Mola, e alla Ricerca, Micaela Morelli. “Il nostro è un Ateneo vivo, vivace e moderno – ha sottolineato il Rettore Maria Del Zompo  – La passione e la motivazione sopperiscono spesso alla carenza di finanziamenti. Gli studi del prof. Kandel mostrano che il cervello serve non soltanto per farci esistere, ma anche per farci pensare, riflettere ed emozionare”.
 
GUARDA L’INTERVENTO DEL RETTORE
 
II professore ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Il riduzionismo nell’arte e nella neuroscienza”, esplorando la natura dell’apprendimento e della memoria. Il suo discorso si è sviluppato attorno al paragone tra il metodo della ricerca scientifica e l’approccio riduzionistico nell’arte. Così come gli artisti si servono di immagini semplici e prive di riferimenti espliciti alla realtà per veicolare emozioni e sensazioni profonde, Kandel si è servito dello studio del cervello della lumaca Alypsia per comprendere la complessità di quello umano. Benché l’artista e lo scienziato operino in campi diversi, la creatività li accomuna, e l’analisi della percezione dell’arte sull’uomo aiuta a comprendere il funzionamento della mente e della memoria. L’esperienza pregressa, infatti, modifica i meccanismi cerebrali e il modo in cui la mente percepisce l’arte.
 
Nella sua prima visita a Cagliari, il Premio Nobel è rimasto affascinato dalla città, e ha voluto svelare agli studenti il segreto per sfruttare al meglio la memoria: “Prendete gli studi seriamente e traetene piacere – ha detto durante un’intervista a fine lezione - Ma è compito dei docenti rendere lo studio più interessante”.
 
 

di Sara Piras - fotografie di Sergio Nuvoli

Cagliari, 27 marzo 2017 - Si è svolta nel pomeriggio nella Sala Congressi della Facoltà di Medicina la joint lecture intitolata “The Gateway Hypothesis of drug abuse: developmental, biological and societal perspectives”, introdotta dal Prof. Walter Fratta e dalla Prof.ssa Micaela Morelli e presentata dalla prof.ssa Denise Kandel e dal Premio Nobel per la Medicina Eric Kandel. L’iniziativa ha concluso la giornata che era iniziata in Rettorato con la lectio magistralis del Premio Nobel.

La Gateway Hypothesis è stata elaborata in collaborazione scientifica con i professori Walter Fratta e Paola Fadda e illustrata approfonditamente in serata. La metafora del gateway serve a spiegare il rapporto che risulta esistere tra l’utilizzo di droghe leggere e pesanti, in cui le prime fungono da “portale” che favorisce l’accesso a ulteriori dipendenze. In particolare, è stato statisticamente dimostrato che un’alta percentuale di persone dipendenti dalla cocaina ha precedentemente abusato di sostanze contenenti alcool, nicotina e marijuana.

GUARDA IL VIDEOPITCH CON DENISE KANDEL

La lecture si è conclusa con una serie di quesiti posti dal pubblico di studenti, ricercatori e docenti, interessati anche al dibattito in corso negli Stati Uniti sulla legalizzazione della marijuana, e all’opinione dei due studiosi al riguardo. Entrambi ritengono necessario che i giovani debbano essere informati dei danni cerebrali causati dall’utilizzo di questa sostanza, e sostengono la legalizzazione a scopo medico. La prof.ssa Kandel ha riportato inoltre i dati secondo cui, negli ultimi anni, l’abuso di marijuana tra i giovani è in calo, ipotizzando scherzosamente che tale dipendenza sia stata facilmente sostituita da quella per internet e i social media.

Al termine dei due incontri, al mattino e al pomeriggio, sono stati tantissimi gli studenti e i ricercatori che hanno voluto un selfie con il professor Kandel.

 

 

 

 

 

 

 UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

 

 

               

 


 

L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di martedì 28 marzo 2017
PRIMA PAGINA
Il Nobel Kandel all’Università di Cagliari:
"Siamo ciò che ricordiamo"
A pagina 40 Caterina Pinna
 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di martedì 28 marzo 2017
Cultura (Pagina 40 - Edizione CA)
Università. Eric Kandel Nobel per la Medicina
MA NOI SIAMO TUTTO CIÒ CHE RICORDIAMO 
In Rettorato la lectio magistralis sui legami tra arte, scienza e psicanalisi. Poi la ricerca sulle droghe fatta insieme a due neuroscienziati cagliaritani
 
Per aver contraddetto il monito di Cartesio è diventato the big sinner, il grande peccatore. Affettuoso nickname scelto per lui dal neuroscienziato Gianluigi Gessa. Ma Eric Kandel, ebreo viennese fuggito con la famiglia in America, premio Nobel per le neuroscienze della Medicina nel 2000 per aver scoperto «come fanno i neuroni a parlarsi», non solo l’ha cercata l’anima nelle bestie (ovvero il sistema di funzionamento del cervello), ma l’ha trovata in una lumachina, l’Aplysia californica. Elevando poi questo piccolo cuore di neuroni, (appena ventimila) a modello del processo della memoria, «non dissimile da quello del cervello di Marcel Proust quando rammenta le madeleines o da quello di Leopardi quando pensa alla sua Silvia», ha spiegato ancora Gessa nella sua calda introduzione alla lectio magistralis che il Nobel ha tenuto ieri mattina in Rettorato.
Docente di biofisica e biochimica alla Columbia University di New York dal 1974, ha regalato agli studiosi e ai tanti giovani presenti, le sue riflessioni su “Reductionism in Art and Brain Science. Un ponte tra due culture”, una ricerca che unisce mondo dell’arte, psichiatria, neuroscienza, diventata un celebre saggio dal titolo “L’età dell’inconscio. Arte, mente e cervello dalla grande Vienna ai nostri giorni”. E questo grazie a un bel caso, ricordato dal Rettore dell’Università Maria Del Zompo: due studiosi del Dipartimento di Neuroscienze di Cagliari, Walter Fratta e Paola Fadda collaborano con il professor Kandel e con sua moglie Denise Bystryn, anche lei neuroscienziata e docente, a uno studio sulle dipendenze da droghe e alcol. Su questo tema si è svolta una conferenza nel pomeriggio alla Cittadella universitaria.
Professore, lei ha esplorato i sentieri e i segreti della memoria, indagando i meccanismi biochimici che portano alla sua formazione dentro le cellule nervose. Come possiamo definire la memoria?
«Passiamo la vita ad apprendere e immagazzinare informazioni, fino a essere in gran parte quello che ci ricordiamo. Lo facciamo con consapevolezza quando andiamo a scuola, impariamo una poesia o le tabelline, ma la gran parte del processo è inconsapevole. La cosa incredibile è che il nostro cervello cambia le sue cellule alla luce di ciò che si è detto».
Noi siamo quello che abbiamo pensato e imparato a ricordare. Ma questo meccanismo qualche volta si inceppa.
«Molte volte. È un processo imperfetto nel quale possono esserci dei problemi che non ci permettono di immagazzinare tutto. Mi ricordo bene che sono nato a Vienna, che sono andato con la mia famiglia in America, ho abitato a Brooklyn e da 61 anni sono sposato con una donna meravigliosa».
E sua moglie Denise con un uomo meraviglioso...
«Di questo non posso garantire»
Perdere la memoria è il processo che più ci spaventa. Ci fa sentire fragili e non parlo di malattie come l’Alzheimer o la demenza. Ma quel lento inesorabile oblio...
«Non ci sono rimedi soprattutto se non si tratta di malattie. Per tenere viva la memoria bisogna esercitarla, agganciarla a ricordi che siano importanti. Una cosa molto utile per preservarla è la ripetizione. Sì, proprio quel vecchio esercizio della scuola che ci faceva imparare le poesie a memoria».
Il professor Kandel si ferma un istante e inizia a declamare versi in inglese, battendo il tempo sul tavolo, con la cantilena dei bambini a scuola. È una poesia di Schiller, l’Orologio, che lui sa in tedesco e in inglese. Poi riprende. «Volevo studiare storia e sviluppare questa passione, ma mi sono fidanzato con la figlia di un famoso psicanalista Ernst Kris e le donne, si sa, sono pericolose. Se davvero vuoi indagare la natura umana, mi ha suggerito il professore, devi studiare medicina e psicanalisi, però mi sono appassionato alle neuroscienze e da quel momento il cervello è diventato il mio campo assoluto. Nel ’56 ho conosciuto la donna che ho sposato e sostenuto in questa ricerca. Le ho detto: io studio e non ho soldi. Come si fa? Mi ha risposto: non ti preoccupare di questo».
Professore lei ha scritto il saggio “L’età dell’inconscio”. I protagonisti sono Freud, lo scrittore Schnitzler. Gli artisti Klimt, Kokoschka, Schiele. Qual è il legame tra queste figure?
«Mi interessava capire quello che ci succede quando osserviamo un’immagine. Prendiamo ad esempio questo quadro che raffigura un gentiluomo, Ognuno di noi crea la sua immagine di questo dipinto. E se questo è un processo lineare nell’arte figurativa, immaginiamoci che cosa accade in un’opera d’arte astratta».
Riduzionismo. Con la moderna neuroscienza si è arrivati a un ponte tra la cultura scientifica e quella umanistica. L’esempio più celebre è la lumaca.
«C’è una relazione stretta tra materia scientifica e umanistiche. Arte e musica sono esempi perfetti per capire la risposta delle persone davanti all’arte. Questo non significa che l’arte non abbia da sola diritto di cittadinanza».
Raccontando delle radici ebree, di Vienna, si è domandato come hanno potuto persone che ascoltavano Haydn, Mozart e Beethoven precipitare il giorno dopo nella barbarie. Che risposta si è dato?
«La risposta è che c’è in tutti la capacità di essere cattivi. Ma la presenza di Dio rende la democrazia desiderabile, la presenza del maligno rende la democrazia necessaria».
Il professor Kandel, un quasi ottantantottenne ironico, pochi capelli candidi, il sorriso sempre sulle labbra e l’immancabile farfalla intorno al collo, domanda che gli si chieda, da ultimo, perché a Cagliari ci sono tante chiese...Ecco la risposta.
«È una magnifica città, spettacolare. Le persone accoglienti. Qui siamo più vicini a Dio. È questa la risposta segreta».
Caterina Pinna
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA di martedì 28 marzo 2017
Cultura – pagina 35
«UNA LUMACA MI INDICÒ LA STRADA PER IL NOBEL»
Lezione all’Università di Cagliari dello scienziato americano Eric Kandel, studioso del cervello umano
di Sabrina Zedda
 
CAGLIARI A metà degli anni Sessanta, a metterlo sulla giusta strada negli studi che più di trent’anni dopo gli sarebbero valsi il Nobel per la medicina, fu una lumaca. La Aplysia della California, un mollusco i cui neuroni sono simili a quelli dell’uomo, e che tra loro comunicano con le stesse modalità di quelli del cervello umano, gli fece scoprire come si formano i ricordi.
Per lui, Eric Kandel, natali a Vienna nel 1929, fu non solo il momento della soddifazione, ma anche quello del sospetto. «Lo chiamarono The big sinner, il grande peccatore - ricorda il neurofarmacologo Gian Luigi Gessa-, perché in quel modo disobbedì all’anatema di Cartesio secondo cui “Non c’è peccato più grande di quello commesso da chi si allontana dalla retta via pensando che l’anima delle bestie sia consimile alla nostra”». Tra i maggiori neuroscienziati del ventesimo secolo, e l’unico negli Usa ad aver vinto il Nobel per la medicina, Eric Kandel dal 1974 insegna biofisica e biochimica alla Columbia University.
Ieri è stato ospite dell’Università di Cagliari per un doppio appuntamento: la mattina, in Rettorato, la lectio magistralis dal titolo “Il riduzionismo nell’arte e nelle neuroscienze”, la sera, nella Cittadella di Monserrato, una conferenza congiunta con Denise Kandel, docente alla Columbia University, oltre che sua moglie, sull’uso delle droghe. E’ merito di Kandel se sappiamo che il nostro cervello serve non solo per farci vedere o camminare, ma anche per farci emozionare.
Su quest’ultimo punto, dice Kandel, lavorano gli artisti: «Loro, come gli scienziati, usano il riduzionismo per raggiungere gli obiettivi». Significa che un sistema complesso può essere compreso partendo da un sistema più semplice: proprio come lui ha usato una lumaca per capire il funzionamento del cervello umano, chi dipinge un quadro, sebbene l’opera possa essere semplice, può far scaturire nella mente dell’osservatore emozioni e sentimenti infiniti. Molti passi avanti sono stati fatti dagli studi negli anni.
«Eppure, a oggi del cervello conosciamo forse il 20 per cento. Malattie come la depressione o la schizofrenia sono ancora da indagare». Dalla medicina alla società attuale, Kandel parla anche dell’eccessivo bombardamento di informazioni: «Negli ultimi vent’annni la comunicazione è completamente cambiata. Oggi siamo sottoposti a un flusso continuo ed è preoccupante».
Amante dell’arte («Sono sessant’anni che con mia moglie collezioniamo capolavori da tutto il mondo come quelli di Munch, Klimt o Kokoscha»), Kandel ha ereditato il gusto dalla sua Vienna, città che lui, ebreo, dovette abbandonare durante il Nazismo: «Perché una società capace di produrre cultura e bellezza può essere anche essere così barbara? Fu questa domanda a spingermi a studiare la mente umana. Mi risposi che il maligno esiste nella società, e che ciò che rende l’uomo buono o meno buono è l’esistenza della democrazia. Che, come suggerì Reinhold Niebuhr, è auspicabile laddove ci sia la presenza di Dio e del bene. Assolutamente necessaria quando c’è la presenza del male». E l’Europa di oggi, come sta secondo Kandel? «La situazione è tragica. Ma non posso essere io a dare risposte a questi problemi. Preferisco continuare a occuparmi di lumache».
 

L’UNIONE SARDA
L’UNIONESARDA.IT
di Caterina Pinna
Oggi alle 07:42 - ultimo aggiornamento alle 15:00
 
Per aver contraddetto il monito di Cartesio è diventato the big sinner, il grande peccatore. Affettuoso nickname scelto per lui dal neuroscienziato Gianluigi Gessa. Ma Eric Kandel, ebreo viennese fuggito con la famiglia in America, premio Nobel per le neuroscienze della Medicina nel 2000 per aver scoperto "come fanno i neuroni a parlarsi", non solo l’ha cercata l’anima nelle bestie (ovvero il sistema di funzionamento del cervello), ma l’ha trovata in una lumachina, l’Aplysia californica.
Elevando poi questo piccolo cuore di neuroni, (appena ventimila) a modello del processo della memoria, "non dissimile da quello del cervello di Marcel Proust quando rammenta le madeleines o da quello di Leopardi quando pensa alla sua Silvia", ha spiegato ancora Gessa nella sua calda introduzione alla lectio magistralis che il Nobel ha tenuto ieri mattina in Rettorato.
Docente di biofisica e biochimica alla Columbia University di New York dal 1974, ha regalato agli studiosi e ai tanti giovani presenti, le sue riflessioni su "Reductionism in Art and Brain Science.
Un ponte tra due culture", una ricerca che unisce mondo dell’arte, psichiatria, neuroscienza, diventata un celebre saggio dal titolo "L’età dell’inconscio. Arte, mente e cervello dalla grande Vienna ai nostri giorni".
E questo grazie a un bel caso, ricordato dal Rettore dell’Università Maria Del Zompo: due studiosi del Dipartimento di Neuroscienze di Cagliari, Walter Fratta e Paola Fadda collaborano con il professor Kandel e con sua moglie Denise Bystryn, anche lei neuroscienziata e docente, a uno studio sulle dipendenze da droghe e alcol. Su questo tema si è svolta una conferenza nel pomeriggio alla Cittadella universitaria.
Professore, lei ha esplorato i sentieri e i segreti della memoria, indagando i meccanismi biochimici che portano alla sua formazione dentro le cellule nervose. Come possiamo definire la memoria?
"Passiamo la vita ad apprendere e immagazzinare informazioni, fino a essere in gran parte quello che ci ricordiamo. Lo facciamo con consapevolezza quando andiamo a scuola, impariamo una poesia o le tabelline, ma la gran parte del processo è inconsapevole. La cosa incredibile è che il nostro cervello cambia le sue cellule alla luce di ciò che si è detto".
Noi siamo quello che abbiamo pensato e imparato a ricordare. Ma questo meccanismo qualche volta si inceppa.
"Molte volte. È un processo imperfetto nel quale possono esserci dei problemi che non ci permettono di immagazzinare tutto. Mi ricordo bene che sono nato a Vienna, che sono andato con la mia famiglia in America, ho abitato a Brooklyn e da 61 anni sono sposato con una donna meravigliosa".
E sua moglie Denise con un uomo meraviglioso...
"Di questo non posso garantire".
Perdere la memoria è il processo che più ci spaventa. Ci fa sentire fragili e non parlo di malattie come l’Alzheimer o la demenza. Ma quel lento inesorabile oblio...
"Non ci sono rimedi soprattutto se non si tratta di malattie. Per tenere viva la memoria bisogna esercitarla, agganciarla a ricordi che siano importanti. Una cosa molto utile per preservarla è la ripetizione. Sì, proprio quel vecchio esercizio della scuola che ci faceva imparare le poesie a memoria".
Il professor Kandel si ferma un istante e inizia a declamare versi in inglese, battendo il tempo sul tavolo, con la cantilena dei bambini a scuola. È una poesia di Schiller, l’Orologio, che lui sa in tedesco e in inglese.
Poi riprende. "Volevo studiare storia e sviluppare questa passione, ma mi sono fidanzato con la figlia di un famoso psicanalista Ernst Kris e le donne, si sa, sono pericolose. Se davvero vuoi indagare la natura umana, mi ha suggerito il professore, devi studiare medicina e psicanalisi, però mi sono appassionato alle neuroscienze e da quel momento il cervello è diventato il mio campo assoluto. Nel ’56 ho conosciuto la donna che ho sposato e sostenuto in questa ricerca. Le ho detto: io studio e non ho soldi. Come si fa? Mi ha risposto: non ti preoccupare di questo".
Professore lei ha scritto il saggio "L’età dell’inconscio". I protagonisti sono Freud, lo scrittore Schnitzler. Gli artisti Klimt, Kokoschka, Schiele. Qual è il legame tra queste figure?
"Mi interessava capire quello che ci succede quando osserviamo un’immagine. Prendiamo ad esempio questo quadro che raffigura un gentiluomo, Ognuno di noi crea la sua immagine di questo dipinto. E se questo è un processo lineare nell’arte figurativa, immaginiamoci che cosa accade in un’opera d’arte astratta".
Riduzionismo. Con la moderna neuroscienza si è arrivati a un ponte tra la cultura scientifica e quella umanistica. L’esempio più celebre è la lumaca.
"C’è una relazione stretta tra materia scientifica e umanistiche. Arte e musica sono esempi perfetti per capire la risposta delle persone davanti all’arte. Questo non significa che l’arte non abbia da sola diritto di cittadinanza".
Raccontando delle radici ebree, di Vienna, si è domandato come hanno potuto persone che ascoltavano Haydn, Mozart e Beethoven precipitare il giorno dopo nella barbarie. Che risposta si è dato?
"La risposta è che c’è in tutti la capacità di essere cattivi. Ma la presenza di Dio rende la democrazia desiderabile, la presenza del maligno rende la democrazia necessaria".
Il professor Kandel, un quasi ottantantottenne ironico, pochi capelli candidi, il sorriso sempre sulle labbra e l’immancabile farfalla intorno al collo, domanda che gli si chieda, da ultimo, perché a Cagliari ci sono tante chiese...Ecco la risposta.
"È una magnifica città, spettacolare. Le persone accoglienti. Qui siamo più vicini a Dio. È questa la risposta segreta".
 

ANSA.IT
 
"Ogni semplice comportamento può essere modificato dalla conoscenza e dall’esperienza, gli artisti come gli scienziati utilizzano un approccio riduzionista per raggiungere i propri risultati". Inizia così la lectio magistralis di Eric Richard Kandel, premio Nobel per la Medicina nel 2000 per gli studi sulle basi fisiologiche della conservazione della memoria nei neuroni, ospite del secondo dei Seminari culturali promossi dalla rettrice dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo.
Il capoluogo sardo lo ha stregato. "Una visita magica, questa è la città più vicino al paradiso che esiste", ha detto prima di iniziare la lectio su "Il riduzionismo nell’arte e nelle neuroscienze". Grazie agli studi sulle lumache, Kandel ha svelato i meccanismi fisiologici che regolano la memoria. Oggi, nell’era di internet e dei social network, "siamo sottoposti a una mole enorme di informazioni, un flusso continuo - ha spiegato - questo non è positivo perché sta a noi decifrarle, codificarle e decidere quali tenere".
Con la moglie Denise, il premio Nobel collabora a un progetto di ricerca dell’Università di Cagliari coordinato dalla professoressa Paola Fadda sugli effetti della marijuana. "Si tratta di una droga di transizione, utilizzata prima di passare all’uso di quelle più pesanti, scopo dello studio è capire il meccanismo e scoraggiare questo passaggio", ha chiarito. Proprio nel pomeriggio lo scienziato sarà alla Cittadella Universitaria di Monserrato dove terrà una joint lecture sul tema "The Gateway Hypothesis of drug abuse: developmental, biological and societal perspectives" (L’ipotesi gateway dell’abuso del farmaco: sviluppi evolutivi, biologici e sociali).
A presentarlo al pubblico, stamane, Maria Del Zompo ("Questo è un bellissimo incontro che vogliamo condividere con la città") e il professore emerito di Farmacologia, Gianluigi Gessa. Quest’ultimo, in particolare, ha ammesso di aver soprannominato Kandel "il peccatore" perché "con il suo studio sull’Aplysia californica, la lumaca marina dell’isola di Catalina, disobbedì a Cartesio che dice: non c’è peccato mortale peggiore che immaginare che l’anima bestie sia simile alla nostra".
 

 
SARDINIAPOST.IT
27 marzo 2017   Cronaca, In evidenza 10
 
“Ogni semplice comportamento può essere modificato dalla conoscenza e dall’esperienza, gli artisti come gli scienziati utilizzano un approccio riduzionista per raggiungere i propri risultati”. Inizia così la lectio magistralis di Eric Richard Kandel, premio Nobel per la Medicina nel 2000 per gli studi sulle basi fisiologiche della conservazione della memoria nei neuroni, ospite del secondo dei Seminari culturali promossi dalla rettrice dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo. Il capoluogo sardo lo ha stregato. “Una visita magica, questa è la città più vicino al paradiso che esiste”, ha detto prima di iniziare la lectio su “Il riduzionismo nell’arte e nelle neuroscienze”. Grazie agli studi sulle lumache, Kandel ha svelato i meccanismi fisiologici che regolano la memoria. Oggi, nell’era di internet e dei social network, “siamo sottoposti a una mole enorme di informazioni, un flusso continuo – ha spiegato – questo non è positivo perché sta a noi decifrarle, codificarle e decidere quali tenere”.
Con la moglie Denise, il premio Nobel collabora a un progetto di ricerca dell’Università di Cagliari coordinato dalla professoressa Paola Fadda sugli effetti della marijuana. “Si tratta di una droga di transizione, utilizzata prima di passare all’uso di quelle più pesanti, scopo dello studio è capire il meccanismo e scoraggiare questo passaggio”, ha chiarito. Proprio nel pomeriggio lo scienziato sarà alla Cittadella Universitaria di Monserrato dove terrà una joint lecture sul tema “The Gateway Hypothesis of drug abuse: developmental, biological and societal perspectives” (L’ipotesi gateway dell’abuso del farmaco: sviluppi evolutivi, biologici e sociali). A presentarlo al pubblico, stamane, Maria Del Zompo (“Questo è un bellissimo incontro che vogliamo condividere con la città”) e il professore emerito di Farmacologia, Gianluigi Gessa. Quest’ultimo, in particolare, ha ammesso di aver soprannominato Kandel “il peccatore” perché “con il suo studio sull’Aplysia californica, la lumaca marina dell’isola di Catalina, disobbedì a Cartesio che dice: non c’è peccato mortale peggiore che immaginare che l’anima bestie sia simile alla nostra”.
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
"Ogni semplice comportamento può essere modificato dalla conoscenza e dall’esperienza, gli artisti come gli scienziati utilizzano un approccio riduzionista per raggiungere i propri risultati". Inizia così la lectio magistralis di Eric Richard Kandel, premio Nobel per la Medicina nel 2000 per gli studi sulle basi fisiologiche della conservazione della memoria nei neuroni, ospite del secondo dei Seminari culturali promossi dalla rettrice dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo.
Il capoluogo sardo lo ha stregato. "Una visita magica, questa è la città più vicino al paradiso che esiste", ha detto prima di iniziare la lectio su "Il riduzionismo nell’arte e nelle neuroscienze". Grazie agli studi sulle lumache, Kandel ha svelato i meccanismi fisiologici che regolano la memoria. Oggi, nell’era di internet e dei social network, "siamo sottoposti a una mole enorme di informazioni, un flusso continuo - ha spiegato - questo non è positivo perché sta a noi decifrarle, codificarle e decidere quali tenere". Con la moglie Denise, il premio Nobel collabora a un progetto di ricerca dell’Università di Cagliari coordinato dalla professoressa Paola Fadda sugli effetti della marijuana.
"Si tratta di una droga di transizione, utilizzata prima di passare all’uso di quelle più pesanti, scopo dello studio è capire il meccanismo e scoraggiare questo passaggio", ha chiarito. Proprio nel pomeriggio lo scienziato sarà alla Cittadella Universitaria di Monserrato dove terrà una joint lecture sul tema "The Gateway Hypothesis of drug abuse: developmental, biological and societal perspectives" (L’ipotesi gateway dell’abuso del farmaco: sviluppi evolutivi, biologici e sociali). A presentarlo al pubblico, stamane, Maria Del Zompo ("Questo è un bellissimo incontro che vogliamo condividere con la città") e il professore emerito di Farmacologia, Gianluigi Gessa.
Quest’ultimo, in particolare, ha ammesso di aver soprannominato Kandel "il peccatore" perché "con il suo studio sull’Aplysia californica, la lumaca marina dell’isola di Catalina, disobbedì a Cartesio che dice: non c’è peccato mortale peggiore che immaginare che l’anima bestie sia simile alla nostra".

 


GUARDA IL SERVIZIO DI LORENZO MANUNZA NEL TGR RAI SARDEGNA

ANDATO IN ONDA NELL’EDIZIONE DELLE 14 DEL 27 MARZO 2017


GUARDA IL SERVIZIO DI STEFANO BIROCCHI NEL TG DI VIDEOLINA

andato in onda nell’edizione delle 13.10 del 27 marzo 2017

 


 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di sabato 25 marzo 2017
Cultura (Pagina 54 - Edizione CA)
L’Università ospita Eric Kandel
Nobel della Medicina lunedì a Cagliari
 
Per i suoi studi sulla memoria dei neuroni ha vinto il premio Nobel per la medicina. Lo scienziato americano Eric Kandel sarà lunedì a Cagliari, ospite dei seminari culturali promossi dal Rettore dell’Università, Maria Del Zompo. Alle 10,30 in Rettorato terrà una lectio magistralis su “Riduzionismo nell’arte e nelle neuroscienze”. I lavori saranno introdotti dal Rettore e dal Prorettore Micaela Morelli. Neurologo, psichiatra e neuroscienziato, Kandel, che sarà presentato dal professor Gianluigi Gessa, è docente di biofisica e biochimica alla Columbia University di New York, ed è uno dei maggiori scienziati del XX secolo.
Nel pomeriggio, alle 17, nella sala congressi della Facoltà di Medicina alla Cittadella di Monserrato, terrà una joint lecture sul tema “L’ipotesi Gateway dell’abuso del farmaco: sviluppi evolutivi, biologici e sociali”. Sarà affiancato da Denise Kandel, docente della Columbia, mentre l’incontro sarà moderato dai docenti Walter Fratta e Paola Fadda dell’Università di Cagliari.
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA di lunedì 27 marzo 2017
Cultura e spettacoli - Pagina 20
LECTIO MAGISTRALIS ALL’UNIVERSITÀ
Il Nobel Eric Richard Kandel oggi a Cagliari
 
E’ il Premio Nobel per la Medicina Eric Richard Kandel l’ospite del secondo dei Seminari culturali promossi dall’Università di Cagliari in programma oggi alle 10.30 nell’aula magna del Rettorato. Neurologo, psichiatra e neuroscienziato statunitense, Kandel è professore di biochimica alla Columbia University ed è uno dei maggiori neuroscienziati del XX secolo. Ha vinto il premio Nobel per la Medicinanel 2000 per gli studi effettuati sulle basi fisiologiche della conservazione della memoria nei neuroni. Stamattina Kandel terrà una lectio magistralis dal titolo: “Il riduzionismo nell’arte e nelle neuroscienze”.
 

 
SARDINIAPOST.IT
26 marzo 2017   Cagliari, Cronaca
 
Il Premio Nobel per la Medicina Eric Richard Kandel sarà l’ospite del secondo dei Seminari culturali promossi dal Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, in programma lunedì 27 marzo alle 10.30 nell’Aula magna del Rettorato, in via Università 40 a Cagliari.
Neurologo, psichiatra e neuroscienziato statunitense, Kandel è professore di biofisica e biochimica presso la Columbia University dal 1974, ed è uno dei maggiori neuroscienziati del XX secolo. È il primo psichiatra statunitense ad aver vinto il premio Nobel per la Medicina, conseguito nel 2000 per gli studi effettuati sulle basi fisiologiche della conservazione della memoria nei neuroni.
Il programma
All’Università di Cagliari il professor Kandel terrà al mattino una lectio magistralis dal titolo “Reductionism in Art and Brain Science” (Il riduzionismo nell’arte e nelle neuroscienze): i lavori saranno introdotti dal Rettore Del Zompo e dal Prorettore per la Ricerca, Micaela Morelli. Il Premio Nobel sarà presentato dal professor Gian Luigi Gessa, professore emerito di Farmacologia e Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica. Alle 17 nella Sala Congressi della Facoltà di Medicina, alla Cittadella Universitaria di Monserrato, il professor Kandel terrà una joint lecture sul tema “The Gateway Hypothesis of drug abuse: developmental, biological and societal perspectives” (L’‘ipotesi gateway’ dell’abuso del farmaco: sviluppi evolutivi, biologici e sociali).
Il professore sarà affiancato dalla professoressa Denise Kandel, docente della Columbia University, New York USA, mentre l’incontro sarà moderato dai professori Walter Fratta e Paola Fadda, dell’Università di Cagliari, con i quali da tempo il professor Kandel porta avanti alcuni progetti di ricerca scientifica.
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - È il premio Nobel per la Medicina Eric Richard Kandel l’ospite del secondo dei Seminari culturali promossi dal rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, in programma lunedì 27 marzo alle 10:30 nell’aula magna del rettorato. Neurologo, psichiatra e neuroscienziato statunitense, Kandel è professore di biofisica e biochimica presso la Columbia University dal 1974, ed è uno dei maggiori neuroscienziati del XX secolo. È il primo psichiatra statunitense ad aver vinto il premio Nobel per la Medicina, conseguito nel 2000 per gli studi effettuati sulle basi fisiologiche della conservazione della memoria nei neuroni.
All’Università di Cagliari Kandel tiene, al mattino, una lectio magistralis dal titolo "Reductionism in Art and Brain Science" (Il riduzionismo nell’arte e nelle neuroscienze): i lavori saranno introdotti dal Rettore Del Zompo e dal Prorettore per la Ricerca, Micaela Morelli. Il premio Nobel viene presentato da Gian Luigi Gessa, professore emerito di Farmacologia e Medaglia d’oro al merito della Sanità pubblica. Alle 17 nella sala congressi della facoltà di Medicina, alla Cittadella Universitaria di Monserrato, per Kandel è il momento di una joint lecture sul tema "The Gateway Hypothesis of drug abuse: developmental, biological and societal perspectives" (L’’ipotesi gateway’ dell’abuso del farmaco: sviluppi evolutivi, biologici e sociali). Il professore viene affiancato da Denise Kandel, docente della Columbia University, New York, mentre l’incontro sarà moderato dai professori Walter Fratta e Paola Fadda, dell’Università di Cagliari, con i quali da tempo Kandel porta avanti alcuni progetti di ricerca scientifica.
 

 
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23 marzo 2017 18:29 La Redazione
 
Lunedì 27 marzo arriva a Cagliari il premio Nobel per la medicina Eric Kandel che terrà una Lectio Magistralis dal titolo “Reductionism in Art and Brain Science” nell’Aula Magna del Rettorato in via Università 40. L’appuntamento è alle 10,30: sarà presente il rettore Maria Del Zompo.
Neurobiologo statunitense di origine austriaca (è nato a Vienna nel 1929). Kandel, scampato da bambino all’Olocausto, ha compiuto rilevanti studi sui meccanismi molecolari e cellulari dell’apprendimento e della memoria; in particolare per capire il comportamento della mente umana ha utilizzato un animale modello, la lumaca di mare Aplysia, per mettere in evidenza due forme di memoria, di breve e di lunga durata. Per queste ricerche nel 2000 è stato insignito del premio Nobel per la medicina.

 


 Iniziative seminariali promosse dal Rettore:

incontro con il Premio Nobel per la Medicina Professor Eric Kandel 

27 marzo 2017
  

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Ore 10:30 Aula Magna del Rettorato via Università 40, Cagliari
Lectio Magistralis del Premio Nobel Prof. Eric Kandel
Reductionism in Art and Brain Science"
 
Saluti Istituzionali
Prof. Maria Del Zompo, Magnifico Rettore
Prof.ssa Micaela Morelli, Pro Rettore delegato per la ricerca
 
Presentazione:
Prof. Gian Luigi Gessa, Professore Emerito Università degli Studi di Cagliari.

 

Ore 17 Sala Congressi, Facoltà di Medicina (Asse E), Cittadella Universitaria di Monserrato 
Joint Lecture: “The Gateway Hypothesis of drug abuse: developmental, biological and societal perspectives”
 
Premio Nobel Prof Eric Kandel, Professor of Physiology and Cellular Biophysics, Biochemistry and MolecularBiophysics, and Psychiatry, Columbia University, New York, USA
Prof.ssa Denise Kandel, Professor of Sociomedical Sciences, Columbia University, New York USA 

Moderatori: Prof. Walter Fratta e Prof.ssa Paola Fadda 


 UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

 

 

               

 

 

 

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