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La scomparsa del professor Angelo Balestrieri

Pubblichiamo il ricordo scritto dal prof. Francesco Marongiu, Prorettore per le attività assistenziali dell'Ateneo
16 gennaio 2017

Cagliari, 16 gennaio 2017 - E’ morto, nella giornata di ieri, il professor Angelo Balestrieri, a lungo preside della Facoltà di Medicina e chirurgia del nostro Ateneo. Pubblichiamo un ricordo che di lui ha scritto il professor Francesco Marongiu, Prorettore per le attività assistenziali dell’Ateneo.

Prof Angelo Balestrieri: un grande uomo
 
E’ difficile per me scrivere in ricordo del Prof. Angelo Balestrieri che ci ha appena lasciato. E’ difficile perché è stato il mio Direttore per 17 anni ma al di là di questo è difficile perché il nostro rapporto era quello di padre e figlio. Amava dirmi “tu sei il mio figlio adottivo” ed io gli ero profondamente grato per questo. Pochi giorni fa, ormai consapevole di morire di lì a poco, mi aveva chiamato solo per chiedermi come stavo e per incoraggiarmi ad andare sempre più avanti. Niente di più, niente su se stesso.
 
Professor Balestrieri non era sardo, proveniva da Pescopagano, un paese della Basilicata, ma si era trasferito da Roma a Cagliari alla fine degli anni ‘60 per insegnare Malattie Infettive. Dopo diversi anni divenne prima Preside della Facoltà di Medicina, carica che mantenne per 21 anni, e poi Clinico Medico nel 1984. Fu quell’anno che decisi, da un’ora all’altra, di chiedergli di poter passare a lavorare con lui. Ci conoscevamo poco ma mi accolse con affetto dicendomi che insieme avremo fatto grandi cose e mi giurò che avrebbe seguito con attenzione la mia carriera universitaria ed il mio lavoro, cosa che fece molto bene negli anni dandomi la possibilità di lavorare e crescere professionalmente.
 
E’ vero che tutti siamo uno diverso dall’altro, ma certamente Prof. Balestrieri era un tipo del tutto particolare. Era dotato di un’intelligenza molto acuta, inquadrava subito i problemi, anche quelli a lunga gittata, capiva immediatamente di che pasta era fatto chi aveva davanti, non aveva paura di niente e di nessuno. Tuttavia, aveva anche un senso della vita che andava oltre il suo ruolo. Gli piaceva la terra da coltivare e i suoi minerali che cercava con grande attenzione e custodiva con grande cura. Gli piaceva Cagliari, amava curiosare nelle strade, parlare con la gente. Una volta mi disse che il cervello di un Professore universitario deve sempre essere attivo anche quando è in vacanza o passeggia perché, fu questo l’esempio che mi fece, magari passa davanti a te una fila di formiche che ti dà uno spunto per la ricerca.
 
Chi l’ha conosciuto non può non ricordarne la bontà, la simpatia, l’assenza di permalosità e la voglia di confrontarsi con chiunque anche in maniera brusca, talvolta, senza mai poi serbare rancore. Soprattutto gli piacevano le persone che gli dicevano apertamente di non essere d’accordo con lui, non amava per niente chi davanti a lui si mostrava mellifluo o del tutto supino. Diverse volte abbiamo discusso animatamente ma sempre con grande affetto e stima reciproca.
 
Prof. Balestrieri va ricordato anche per quello che ha fatto negli anni sia a Cagliari sia a livello nazionale. Ha permesso che molti di noi avessero sempre fondi per la ricerca e strumenti per i propri laboratori. Voleva che diventassimo punti di riferimento nell’ambito delle nostre discipline. Ci ha protetto, e molto, nel corso della nostra vita accademica anche perché aveva il rispetto e la stima dei suoi colleghi del continente. Ci ha stimolato sempre, incoraggiandoci.
 
Ha poi creato la Diagnostica per Immagini all’interno dell’Istituto di Medicina Interna, allora nella Clinica Aresu e oggi al Policlinico, cosa del tutto atipica ma innovativa e cruciale per il nostro lavoro. Come Presidente della Conferenza nazionale dei Presidi delle Facoltà di Medicina ha contribuito a scrivere la famosa legge nazionale 517 del 1999, che ha disciplinato i rapporti tra l’Università e il Sistema Sanitario Nazionale.
 
A nome di tutti i miei colleghi della Facoltà di Medicina, sia quelli che sono cresciuti con lui sia quelli che si sono uniti a noi da poco, vorrei dire che la sua figura ha fatto grandemente parte della nostra vita ma che, come lui ha detto poco prima di morire, “la morte fa parte della vita”. Alla fine, molte lacrime ma anche un sorriso di cui sarebbe contento, lo stesso sorriso che ha riservato a tutti noi fino a pochi giorni fa perché non ci ha mai abbandonato.
 
Prof. Francesco Marongiu
Prorettore per le Attività Assistenziali
15 gennaio 2017                                                                  

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