Per la settimana mondiale sull’accesso aperto alla letteratura scientifica, l’Ateneo di Cagliari ha dedicato una giornata a un tema di forte attualità. L’intervento di Micaela Morelli
Cagliari, 26 ottobre 2016
Mario Frongia
Open Access week, 24-30 ottobre. Nell’ambito della settimana mondiale per l’accesso aperto alla letteratura scientifica anche l’Università del capoluogo ha dedicato una giornata ai temi più attuali dell’Open Access, ossia del libero e immediato accesso alle informazioni e ai risultati della ricerca scientifica, fornendo una concreta opportunità di confronto sui vantaggi che ne derivano, specie per la condivisione dei risultati della ricerca. Oltre alla professoressa Morelli - che a più riprese ha indicato l’accesso aperto come il percorso più appropriato per il raggiungimento di una corretta disseminazione dei risultati delle ricerche - è intervenuta Elena Giglia (Università Torino). La docente ha presentato un panorama delle caratteristiche e dei vantaggi dell’Open Access e ha offerto spunti di riflessione, esponendo criticamente e con dovizia di fonti e dati. Tra questi, 1) le deviazioni dell’attuale paradigma della comunicazione scientifica: il mercato dell’editoria accademica digitale, l’oligarchia dei grandi gruppi (Elsevier, Springer, Wiley..), la loro politica di aumento costante dei prezzi, i loro smisurati guadagni su un bene (il prodotto della ricerca) ottenuto gratuitamente da parte dell’autore; 2) le deformazioni dell’Impact Factor come strumento di valutazione detenuto e gestito dagli stessi gruppi oligarchici, i lati oscuri della peer review, le gabbie della politica dell’Anvur e le politiche che si stanno perseguendo in altri contesti europei; 3) - l’alternativa dell’Open access e le nuove strade che si stanno aprendo al suo interno, specie sulla problematica della gestione degli archivi dei dati. A seguire, con sguardo prettamente europeo, la relazione di Paola Gargiulo (Cineca - referente in Italia programma OpenAire, connesso alle scelte dell’Unione Europea orientate per l’Open Access). Ovvero, dall’OpenAire all’attuale Horizon2020, che prevede la pubblicazione ad accesso aperto dei prodotti delle ricerche finanziate e sovvenzioni per pubblicare in OA dagli editori a pagamento. L’intervento ha individuato il problema dei big-data, della loro gestione e delle soluzioni offerte dalla UE.
Piattaforma UniCa. Approfondito anche il dibattuto sull’editoria digitale nell’Ateneo di Cagliari. Sandra Astrella (Sistema bibliotecario d’Ateneo, video qui sopra), ha illustrato la piattaforma UniCA OpenJournals, nata nel 2010 per la creazione e gestione in ogni fase del processo editoriale, compresa la peer review, di riviste digitali open access edite dall’Ateneo. La specialista ha presentato le statistiche dei download degli articoli delle cinque riviste e dei due convegni ospitati, in crescita esponenziale dal 2010 (circa 126mila nel 2016), che dimostrano “il successo delle nostre riviste, del progetto e delle scelte tecnologiche adottate secondo gli standard internazionali Oai”. Ha poi portato l’attenzione su alcune criticità, soprattutto organizzative, che “è necessario affrontare per migliorare ancora di più i risultati e proseguire nel progetto”. Spunti approfonditi sono giunti dai responsabili delle riviste, Antonio M. Corda (Cartagine. Studi e ricerche), Tatiana Cossu (Medea), Marina Gugliemi (Between), Fabio Pinna (ArcheoArte) e Filippo M. Zerilli (Anuac). Oltre a descrivere le scelte, l’organizzazione e la propria esperienza redazionale, sono state evidenziate necessità e proposte concrete per superare le difficoltà di gestione di una rivista accademica, dalle problematiche organizzative a quelle legali legate alla gestione delle licenze di copyright. Infine, Elisabetta Marini (dipartimento Scienze della vita e dell’ambiente - Università Cagliari) ha tenuto un’esauriente panoramica sullo stato dell’arte delle University Press in Italia. Con riferimenti ai modelli organizzativi, gestionali ed economici e delle politiche di accesso aperto adottate. L’analisi è frutto dello studio effettuato dal gruppo di lavoro della docente e rappresenta un primo passo informativo per un eventuale progetto di University Press del nostro Ateneo.