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Industria agroalimentare, dagli scarti nuovi prodotti e alimenti

Convertire i residui conviene rispetto a produrre biocombustibili. Gli esiti del Congresso nazionale di Chimica degli alimenti
08 ottobre 2016

Sergio Nuvoli - VAI ALLA RASSEGNA STAMPA

Cagliari, 8 ottobre 2016 - Le trasformazioni operate dall’industria alimentare producono più residui che alimenti: si calcola che gli scarti finiscano per rappresentare oltre il 70% della materia prima che alimenta gli impianti, con conseguenti problemi e costi di smaltimento. Ma la novità emersa durante l’XI Congresso nazionale di Chimica degli Alimenti – a Cagliari nei giorni scorsi - è che convertire gli scarti agroalimentari in prodotti chimici di base e in alimenti per l’uomo e per gli animali può essere da 3,5 a 7,5 volte più conveniente rispetto alla loro conversione in biocombustibili. Per questo è necessario mantenere ben salda la collaborazione tra le aziende e il mondo della ricerca, l’unica in grado di valorizzare integralmente le materie prime all’ingresso negli impianti, attraverso speciali sistemi integrati, vere e proprie bioraffinerie, secondo i ricercatori.

L’iniziativa è stata organizzata dal  Gruppo Interdivisionale di Chimica degli Alimenti (GICA), dall’Università di Cagliari in collaborazione con l’Ateneo di Sassari, sotto l’egida della Società Chimica Italiana (SCI) con il riconoscimento della Food Chemistry Division della EuCheMS. Per quattro giorni 150 ricercatori da tutta Italia si sono confrontati con gli esperti dell’Ateneo di Cagliari su qualità alimentare e salute umana.

Qualità e sicurezza degli alimenti, novel foods e integratori alimentari sono stati i topics delle relazioni che hanno lasciato spazio alla discussione anche sulle nuove fonti sostenibili derivate da scarti e by-products: 53 comunicazioni e cento poster, previste borse di studio e premi per i giovani ricercatori più meritevoli.

“Il congresso ha permesso di confermare il ruolo fondamentale della Chimica degli alimenti in tutti gli stadi della filiera agroalimentare – spiega il prof. Alberto Angioni (nella foto a destra), docente dell’Università di Cagliari e presidente del Comitato organizzatore del Congresso - nel controllo e nella valorizzazione dei prodotti”.

Particolare attenzione è stata riservata alle caratteristiche nutrizionali dell’olio extra vergine d’oliva e dei piccoli frutti, senza dimenticare il vino, il latte e i derivati, con particolare attenzione al pecorino romano D.O.P. privo di lattosio e galattosio. “I risultati riportati durante il convegno hanno evidenziato le caratteristiche peculiari deli alimenti tipici della dieta mediterranea e della cultura alimentare italiana – aggiunge Marco Arlorio, docente dell’Università del Piemonte Orientale e coordinatore del Gruppo italiano di Chimica degli alimenti - nonché le qualità e i rischi correlati ai novel food e agli integratori alimentari”.

Rosangela Marchelli, docente dell’Università di Parma e membro dell’EFSA WG on Novel Foods and WG on Food Allergy ha rimarcato l’importanza della corretta informazione sugli alimenti in particolare sui novel foods considerati comunemente cibi ad alto valore nutrizionale o con effetti benefici sulla salute, specificando che la loro inclusione in questa categoria è relativa non ad una valutazione del beneficio, bensì ad una assenza di pericolosità per la salute umana. 

La ricerca e lo sviluppo di prodotti ad elevata qualità nutrizionale e di sicurezza alimentare condotta da alcune aziende agroalimentari sarde sono stati al centro di un momento del Congresso: numerose imprese hanno presentato i loro prodotti, con la partecipazione di Coldiretti con i prodotti stagionali dell’ortofrutta.

Numerose sono le iniziative che il GICA sta mettendo in cantiere per diffondere al meglio la cultura della qualità e sicurezza alimentare soprattutto verso i consumatori, in vista del XII Congresso Nazionale che si terrà nelle Marche a Camerino.

LEGGI IL PRECEDENTE COMUNICATO STAMPA CON LA RELATIVA RASSEGNA STAMPA

 


 UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

 

 

               

 


L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di domenica 9 ottobre 2016
Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Mangiare gli scarti, buona idea
I residui dell'industria agroalimentare trasformati in cibo
Il 70% delle materie prime va sprecato: i rimedi degli esperti a confronto a Cagliari
 
Su dieci chili di materie prime utilizzate dall'industria agroalimentare, tre vanno a finire nel prodotto finale e sette diventano scarti. Sembra assurdo ma è così: la lavorazione genera più residui che alimenti. Cosa spiacevole non solo per la sensazione di spreco, ma anche per il problema, molto pratico, dei costi di smaltimento.
Ma la ricerca ora consente di trasformare la materia prima scartata in altri alimenti, da destinare al bestiame ma anche all'uomo. Oppure la si può trasformare in prodotti chimici di base. Questo tipo di riconversione dei residui dell'industria agroalimentare può risultare da 3,5 a 7,5 volte più conveniente rispetto alla già utilizzata conversione in biocombustibili.
LA RICERCA È la principale novità emersa nell'undicesimo congresso nazionale di Chimica degli alimenti, che si è tenuto a Cagliari. Per quattro giorni 150 ricercatori da tutta Italia si sono confrontati con gli esperti dell'Università di Cagliari su qualità alimentare e salute. L'iniziativa è stata organizzata dal Gruppo interdivisionale di chimica degli alimenti (Gica), dall'ateneo di Cagliari in collaborazione con quello di Sassari, sotto l'egida della Società chimica italiana e con il riconoscimento della Food Chemistry Division della EuCheMS. umana.
I vari contributi scientifici hanno evidenziato che, per creare il circolo virtuoso degli scarti, serve la stretta collaborazione tra le aziende e il mondo della ricerca, l'unica in grado di valorizzare integralmente le materie prime all'ingresso negli impianti con speciali sistemi integrati, vere bioraffinerie.
PRODOTTI LOCALI «Il congresso ha confermato il ruolo fondamentale della chimica degli alimenti in tutti gli stadi della filiera agroalimentare», spiega Alberto Angioni, docente dell'Università di Cagliari e presidente del Comitato organizzatore del congresso, «nel controllo e nella valorizzazione dei prodotti». Con particolare attenzione alle proprietà nutrizionali dell'olio extravergine d'oliva e dei piccoli frutti, del vino, del latte e dei derivati, come il pecorino romano Dop. «Sono state evidenziate le caratteristiche peculiari degli alimenti della dieta mediterranea e della cultura alimentare italiana - aggiunge Marco Arlorio, docente dell'Università del Piemonte Orientale e coordinatore del Gica - nonché le qualità e i rischi correlati ai novel food e agli integratori alimentari».
Eleonora Bullegas
 

 
ANSA.IT
 
La trasformazione degli scarti agroalimentari in prodotti chimici di base e in alimenti per l'uomo e per gli animali può essere da 3,5 a 7,5 volte più conveniente rispetto alla loro conversione in biocombustibili. Per questo è necessario mantenere salda la collaborazione tra le aziende e il mondo della ricerca, l'unica in grado di valorizzare integralmente le materie prime all'ingresso negli impianti, attraverso speciali sistemi integrati, vere e proprie bioraffinerie, secondo i ricercatori. È quanto emerso durante l'XI congresso nazionale di Chimica degli alimenti a Cagliari.
L'iniziativa è stata organizzata dal Gruppo interdivisionale di Chimica degli alimenti (Gica), dall'Università di Cagliari in collaborazione con l'Ateneo di Sassari, sotto l'egida della Società chimica italiana (Sci) con il riconoscimento della Food Chemistry Division della EuCheMS. Per 4 giorni 150 ricercatori da tutta Italia si sono confrontati con gli esperti dell'Ateneo di Cagliari su qualità alimentare e salute umana.
"Il congresso ha permesso di confermare il ruolo fondamentale della Chimica degli alimenti in tutti gli stadi della filiera agroalimentare - ha spiegato Alberto Angioni, docente dell'Università di Cagliari e presidente del Comitato organizzatore del congresso - nel controllo e nella valorizzazione dei prodotti". Particolare attenzione è stata riservata alle caratteristiche nutrizionali dell'olio extra vergine d'oliva e dei piccoli frutti, senza dimenticare il vino, il latte e i derivati, con una certa attenzione al pecorino romano Dop privo di lattosio e galattosio.
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - Le trasformazioni operate dall'industria alimentare producono più residui che alimenti: si calcola che gli scarti finiscano per rappresentare oltre il 70 per cento della materia prima che alimenta gli impianti, con conseguenti problemi e costi di smaltimento. Ma la novità emersa durante l'undicesimo Congresso nazionale di Chimica degli Alimenti, in programma nel capoluogo sardo, è che convertire gli scarti agroalimentari in prodotti chimici di base e in alimenti per l'uomo e per gli animali può essere da 3,5 a 7,5 volte più conveniente rispetto alla loro conversione in biocombustibili. Per questo è necessario mantenere ben salda la collaborazione tra le aziende e il mondo della ricerca, l'unica in grado di valorizzare integralmente le materie prime all'ingresso negli impianti, attraverso speciali sistemi integrati, vere e proprie bioraffinerie, secondo i ricercatori.
L'iniziativa è stata organizzata dal Gruppo Interdivisionale di Chimica degli Alimenti, dall'Università di Cagliari in collaborazione con l'Ateneo di Sassari, sotto l'egida della Società Chimica Italiana con il riconoscimento della Food Chemistry Division della EuCheMS. Per quattro giorni 150 ricercatori da tutta Italia si sono confrontati con gli esperti dell'Ateneo di Cagliari su qualità alimentare e salute umana. Qualità e sicurezza degli alimenti, novel foods e integratori alimentari sono stati i topics delle relazioni che hanno lasciato spazio alla discussione anche sulle nuove fonti sostenibili derivate da scarti e by-products: 53 comunicazioni e cento poster, previste borse di studio e premi per i giovani ricercatori più meritevoli.
"Il congresso ha permesso di confermare il ruolo fondamentale della Chimica degli alimenti in tutti gli stadi della filiera agroalimentare", spiega Alberto Angioni, docente dell'Università di Cagliari e presidente del Comitato organizzatore del Congresso, "nel controllo e nella valorizzazione dei prodotti". Particolare attenzione è riservata alle caratteristiche nutrizionali dell'olio extra vergine d'oliva e dei piccoli frutti, senza dimenticare il vino, il latte e i derivati, con particolare attenzione al pecorino romano D.o.p. privo di lattosio e galattosio. "I risultati riportati durante il convegno hanno evidenziato le caratteristiche peculiari degli alimenti tipici della dieta mediterranea e della cultura alimentare italiana", aggiunge Marco Arlorio, docente dell'Università del Piemonte Orientale e coordinatore del Gruppo italiano di Chimica degli alimenti, "nonché le qualità e i rischi correlati ai novel food e agli integratori alimentari".
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
Autore: Redazione Casteddu Online il 08/10/2016 10:57
 
Le trasformazioni operate dall’industria alimentare producono più residui che alimenti: si calcola che gli scarti finiscano per rappresentare oltre il 70% della materia prima che alimenta gli impianti, con conseguenti problemi e costi di smaltimento. Ma la novità emersa durante l’XI Congresso nazionale di Chimica degli Alimenti – a Cagliari nei giorni scorsi - è che convertire gli scarti agroalimentari in prodotti chimici di base e in alimenti per l’uomo e per gli animali può essere da 3,5 a 7,5 volte più conveniente rispetto alla loro conversione in biocombustibili. Per questo è necessario mantenere ben salda la collaborazione tra le aziende e il mondo della ricerca, l’unica in grado di valorizzare integralmente le materie prime all’ingresso negli impianti, attraverso speciali sistemi integrati, vere e proprie bioraffinerie, secondo i ricercatori.
L’iniziativa è stata organizzata dal Gruppo Interdivisionale di Chimica degli Alimenti (GICA), dall’Università di Cagliari in collaborazione con l’Ateneo di Sassari, sotto l’egida della Società Chimica Italiana (SCI) con il riconoscimento della Food Chemistry Division della EuCheMS. Per quattro giorni 150 ricercatori da tutta Italia si sono confrontati con gli esperti dell’Ateneo di Cagliari su qualità alimentare e salute umana.
Qualità e sicurezza degli alimenti, novel foods e integratori alimentari sono stati i topics delle relazioni che hanno lasciato spazio alla discussione anche sulle nuove fonti sostenibili derivate da scarti e by-products: 53 comunicazioni e cento poster, previste borse di studio e premi per i giovani ricercatori più meritevoli.
 “Il congresso ha permesso di confermare il ruolo fondamentale della Chimica degli alimenti in tutti gli stadi della filiera agroalimentare – spiega il prof. Alberto Angioni, docente dell’Università di Cagliari e presidente del Comitato organizzatore del Congresso - nel controllo e nella valorizzazione dei prodotti”.
Particolare attenzione è stata riservata alle caratteristiche nutrizionali dell’olio extra vergine d’oliva e dei piccoli frutti, senza dimenticare il vino, il latte e i derivati, con particolare attenzione al pecorino romano D.O.P. privo di lattosio e galattosio. “I risultati riportati durante il convegno hanno evidenziato le caratteristiche peculiari degli alimenti tipici della dieta mediterranea e della cultura alimentare italiana – aggiunge Marco Arlorio, docente dell’Università del Piemonte Orientale e coordinatore del Gruppo italiano di Chimica degli alimenti - nonché le qualità e i rischi correlati ai novel food e agli integratori alimentari”.
Rosangela Marchelli, docente dell’Università di Parma e membro dell’EFSA WG on Novel Foods and WG on Food Allergy ha rimarcato l’importanza della corretta informazione sugli alimenti in particolare sui novel foods considerati comunemente cibi ad alto valore nutrizionale o con effetti benefici sulla salute, specificando che la loro inclusione in questa categoria è relativa non ad una valutazione del beneficio, bensì ad una assenza di pericolosità per la salute umana.
La ricerca e lo sviluppo di prodotti ad elevata qualità nutrizionale e di sicurezza alimentare condotta da alcune aziende agroalimentari sarde sono stati al centro di un momento del Congresso: numerose imprese hanno presentato i loro prodotti, con la partecipazione di Coldiretti con i prodotti stagionali dell’ortofrutta.
Numerose sono le iniziative che il GICA sta mettendo in cantiere per diffondere al meglio la cultura della qualità e sicurezza alimentare soprattutto verso i consumatori, in vista del XII Congresso Nazionale che si terrà nelle Marche a Camerino.
 

 
TRASFERIMENTOTECNOLOGICO.IT
Pubblicato il 8 ottobre 2016 di trasferimentotec
 
Dai residui delle lavorazioni agroalimentari si possono ottenere risorse per l’alimentazione umana e animale: oltre il 70% della materia prima viene scartata, convertirlo in prodotti chimici e alimenti conviene rispetto ad ottenere biocombustibili. Se ne e’ discusso a cagliari al congresso di chimica degli alimenti.
Le trasformazioni operate dall’industria alimentare producono più residui che alimenti: si calcola che gli scarti finiscano per rappresentare oltre il 70% della materia prima che alimenta gli impianti, con conseguenti problemi e costi di smaltimento. Ma la novità emersa durante l’XI Congresso nazionale di Chimica degli Alimenti – a Cagliari nei giorni scorsi – è che convertire gli scarti agroalimentari in prodotti chimici di base e in alimenti per l’uomo e per gli animali può essere da 3,5 a 7,5 volte più conveniente rispetto alla loro conversione in biocombustibili. Per questo è necessario mantenere ben salda la collaborazione tra le aziende e il mondo della ricerca, l’unica in grado di valorizzare integralmente le materie prime all’ingresso negli impianti, attraverso speciali sistemi integrati, vere e proprie bioraffinerie, secondo i ricercatori.
L’iniziativa è stata organizzata dal Gruppo Interdivisionale di Chimica degli Alimenti (GICA), dall’Università di Cagliari in collaborazione con l’Ateneo di Sassari, sotto l’egida della Società Chimica Italiana (SCI) con il riconoscimento della Food Chemistry Division della EuCheMS. Per quattro giorni 150 ricercatori da tutta Italia si sono confrontati con gli esperti dell’Ateneo di Cagliari su qualità alimentare e salute umana.
Qualità e sicurezza degli alimenti, novel foods e integratori alimentari sono stati i topics delle relazioni che hanno lasciato spazio alla discussione anche sulle nuove fonti sostenibili derivate da scarti e by-products: 53 comunicazioni e cento poster, previste borse di studio e premi per i giovani ricercatori più meritevoli.
 “Il congresso ha permesso di confermare il ruolo fondamentale della Chimica degli alimenti in tutti gli stadi della filiera agroalimentare – spiega il prof. Alberto Angioni, docente dell’Università di Cagliari e presidente del Comitato organizzatore del Congresso – nel controllo e nella valorizzazione dei prodotti”.
Particolare attenzione è stata riservata alle caratteristiche nutrizionali dell’olio extra vergine d’oliva e dei piccoli frutti, senza dimenticare il vino, il latte e i derivati, con particolare attenzione al pecorino romano D.O.P. privo di lattosio e galattosio. “I risultati riportati durante il convegno hanno evidenziato le caratteristiche peculiari degli alimenti tipici della dieta mediterranea e della cultura alimentare italiana – aggiunge Marco Arlorio, docente dell’Università del Piemonte Orientale e coordinatore del Gruppo italiano di Chimica degli alimenti – nonché le qualità e i rischi correlati ai novel food e agli integratori alimentari”.
Rosangela Marchelli, docente dell’Università di Parma e membro dell’EFSA WG on Novel Foods and WG on Food Allergy ha rimarcato l’importanza della corretta informazione sugli alimenti in particolare sui novel foods considerati comunemente cibi ad alto valore nutrizionale o con effetti benefici sulla salute, specificando che la loro inclusione in questa categoria è relativa non ad una valutazione del beneficio, bensì ad una assenza di pericolosità per la salute umana.
La ricerca e lo sviluppo di prodotti ad elevata qualità nutrizionale e di sicurezza alimentare condotta da alcune aziende agroalimentari sarde sono stati al centro di un momento del Congresso: numerose imprese hanno presentato i loro prodotti, con la partecipazione di Coldiretti con i prodotti stagionali dell’ortofrutta.
Numerose sono le iniziative che il GICA sta mettendo in cantiere per diffondere al meglio la cultura della qualità e sicurezza alimentare soprattutto verso i consumatori, in vista del XII Congresso Nazionale che si terrà nelle Marche a Camerino.
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
La trasformazione degli scarti agroalimentari in prodotti chimici di base e in alimenti per l'uomo e per gli animali può essere da 3,5 a 7,5 volte più conveniente rispetto alla loro conversione in biocombustibili. Per questo è necessario mantenere salda la collaborazione tra le aziende e il mondo della ricerca, l'unica in grado di valorizzare integralmente le materie prime all'ingresso negli impianti, attraverso speciali sistemi integrati, vere e proprie bioraffinerie, secondo i ricercatori.
È quanto emerso durante l'XI congresso nazionale di Chimica degli alimenti a Cagliari. L'iniziativa è stata organizzata dal Gruppo interdivisionale di Chimica degli alimenti (Gica), dall'Università di Cagliari in collaborazione con l'Ateneo di Sassari, sotto l'egida della Società chimica italiana (Sci) con il riconoscimento della Food Chemistry Division della EuCheMS. Per 4 giorni 150 ricercatori da tutta Italia si sono confrontati con gli esperti dell'Ateneo di Cagliari su qualità alimentare e salute umana.
"Il congresso ha permesso di confermare il ruolo fondamentale della Chimica degli alimenti in tutti gli stadi della filiera agroalimentare - ha spiegato Alberto Angioni, docente dell'Università di Cagliari e presidente del Comitato organizzatore del congresso - nel controllo e nella valorizzazione dei prodotti". Particolare attenzione è stata riservata alle caratteristiche nutrizionali dell'olio extra vergine d'oliva e dei piccoli frutti, senza dimenticare il vino, il latte e i derivati, con una certa attenzione al pecorino romano Dop privo di lattosio e galattosio.
 

 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONESARDA.IT
di Manuela Arca
Lunedì 03 Ottobre alle 11:20
 
Genuinità, sicurezza dei prodotti, caratteristiche chimiche e nutrizionali dei nuovi alimenti. Sono alcuni dei temi al centro del Congresso nazionale di Chimica degli alimenti che, giunto alla sua undicesima edizione, quest'anno per la prima volta si svolge a Cagliari. Si parte domani (ore 18, hotel Regina Margherita) e si va avanti sino a venerdì 7 ottobre. L'appuntamento è organizzato dal Gruppo interdivisionale di Chimica degli alimenti della Società chimica italiana (Gica-Sci) in collaborazione col Dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'Università degli Studi di Cagliari.
Sette le sessioni in cui si articoleranno le tre giornate e quindi i temi al centro della convention scientifica. Precisa le finalità: ottimizzare e controllare i processi produttivi. Secondo gli organizzatori si tratta infatti dell’unica <possibilità per poter garantire la sicurezza per la salute umana e la qualità totale del prodotto che diventa una conseguenza della validità del processo. Si evolve così il concetto di qualità totale, in cui caratteristiche nutrizionali, igienico-sanitarie, emozionali, sociali, tecnologiche e storiche si intrecciano e si amalgamano per un fine più alto del semplice nutrire, con uno sguardo al futuro per garantire la tutela dell’ambiente e la salute dell’uomo>. Il congresso si rivolge ad esperti, giovani laureati, dottorandi di ricerca e ricercatori che si interessano di qualità e sicurezza degli alimenti, dei derivati e dei sottoprodotti dell’industria alimentare.
Il comitato organizzatore dell'evento, che rappresenta il momento più importante della chimica degli alimenti in Italia, è presieduto da Alberto Angioni, docente di Chimica e Tecnologia degli Alimenti e dei Prodotti Dietetici, e di Additivi e Tossici negli Alimenti al Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente di Unica, e attualmente presidente del Mediterranean Group of Pesticide Research (Mgpr) per il biennio 2015-2017.
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
Sette sessioni in tre giorni per parlare di alimenti e alimentazione. Comincia domani, 4 ottobre, e prosegue sino a venerdì a Cagliari l'XI Congresso nazionale di Chimica degli alimenti, organizzato dal Gruppo interdivisionale di Chimica degli alimenti della Società chimica italiana (Gica-Sci) in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università di Cagliari.
Argomenti: dai problemi di sostenibilità delle produzioni di qualità alla genuinità e alla sicurezza dei prodotti, passando per le caratteristiche chimiche nutrizionali dei nuovi alimenti e la gestione degli scarti dell'industria alimentare, in una visione non più solo chimica, ma interdisciplinare, per fornire un quadro più completo, efficace ed efficiente. "Ottimizzare e controllare i processi produttivi è l'unica possibilità per poter garantire la sicurezza per la salute umana e la qualità totale del prodotto che diventa una conseguenza della validità del processo - spiegano gli organizzatori -. Si evolve così il concetto di qualità totale, in cui caratteristiche nutrizionali, igienico-sanitarie, emozionali, sociali, tecnologiche e storiche si intrecciano e si amalgamano per un fine più alto del semplice nutrire, con uno sguardo al futuro per garantire la tutela dell'ambiente e la salute dell'uomo".
Il congresso si rivolge ad esperti, giovani laureati, dottorandi di ricerca e ricercatori che si interessano di qualità e sicurezza degli alimenti, dei derivati e dei sottoprodotti dell'industria alimentare. Il comitato organizzatore dell'appuntamento è presieduto dal professor Alberto Angioni, docente di Chimica e tecnologia degli Alimenti e dei Prodotti dietetici, e di additivi e tossici negli alimenti al Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente di UniCa, e attualmente presidente del Mediterranean Group of Pesticide Research (Mgpr) per il biennio 2015-2017.
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
Autore: Redazione Casteddu Online il 03/10/2016 10:18
 
Comincia domani 4 ottobre e prosegue fino a venerdì 7 ottobre a Cagliari l'XI Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti, organizzato dal Gruppo Interdivisionale di Chimica degli Alimenti della Società Chimica Italiana (GICA-SCI) in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università degli Studi di Cagliari: all’Hotel Regina Margherita sette sessioni in tre giorni per affrontare i temi cardine degli alimenti e dell'alimentazione.
Dai problemi di sostenibilità delle produzioni di qualità alla genuinità e alla sicurezza dei prodotti, passando per le caratteristiche chimiche nutrizionali dei nuovi alimenti e la gestione degli scarti dell’industria alimentare, in una visione non più solo chimica, ma interdisciplinare, per fornire un quadro più completo, efficace ed efficiente. “Ottimizzare e controllare i processi produttivi è l’unica possibilità per poter garantire la sicurezza per la salute umana e la qualità totale del prodotto che diventa una conseguenza della validità del processo – scrivono gli organizzatori - Si evolve così il concetto di qualità totale, in cui caratteristiche nutrizionali, igienico-sanitarie, emozionali, sociali, tecnologiche e storiche si intrecciano e si amalgamano per un fine più alto del semplice nutrire, con uno sguardo al futuro per garantire la tutela dell’ambiente e la salute dell’uomo”. Il congresso si rivolge ad esperti, giovani laureati, dottorandi di ricerca e ricercatori che si interessano di qualità e sicurezza degli alimenti, dei derivati e dei sottoprodotti dell’industria alimentare.
Si tratta di un evento che rappresenta il momento più importante della chimica degli alimenti in Italia, organizzato per la prima volta in Sardegna, a conferma del ruolo crescente del gruppo di Chimica degli alimenti dell'Università di Cagliari nel campo della ricerca e della formazione nel settore alimentare e della nutrizione. Il comitato organizzatore dell’importante appuntamento è infatti presieduto dal professor Alberto Angioni, docente di Chimica e Tecnologia degli Alimenti e dei Prodotti Dietetici, e di Additivi e Tossici negli Alimenti al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente di UniCa, e attualmente presidente del Mediterranean Group of Pesticide Research (MGPR) per il biennio 2015-2017.
Il Gruppo Interdivisionale di Chimica degli Alimenti della Società Chimica Italiana (GICA-SCI) raccoglie ricercatori, sia dell’accademia sia dell’industria, interessati ai molteplici aspetti della Chimica degli Alimenti. Organizza ad anni alterni un convegno scientifico che vede la partecipazione di 200-250 ricercatori, provenienti prevalentemente dall’Italia, ma anche da altre nazioni europee ed extraeuropee.
 
 

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