Cagliari, 5 ottobre 2016 – Cultura e formazione al centro anche del sistema turistico dell’Isola: su questo hanno convenuto i relatori del convegno promosso da Banca Intesa San Paolo per presentare l’indagine sul turismo in Sardegna condotta da Srm, Studi e ricerche sul Mezzogiorno dell’istituto di credito. All’iniziativa – alla quale è intervenuto il Ministro per i beni e le attività culturali e il turismo, Dario Franceschini – ha partecipato anche il Rettore Maria Del Zompo: con lei, l’Università di Cagliari è stata citata più volte negli interventi della mattinata nell’auditorium di Intesa San Paolo in viale Bonaria a Cagliari.

 

In particolare, da Pierluigi Monceri, direttore regionale Intesa Sanpaolo per Lazio, Sardegna, Toscana e Umbria, che ha sottolineato la sinergia in atto con l’Università di Cagliari sull’importante tema della formazione, e dal presidente di Confindustria Sardegna, Alberto Scanu, che ha elogiato l’impegno dell’Ateneo profuso in accordo con l’associazione degli industriali, soprattutto su alcuni bandi di finanziamento, come sul programma europeo Horizon2020 e altri progetti nazionali (è recente un incontro tra i vertici di Confindustria e il Prorettore alla Ricerca, Micaela Morelli).

 

Di assoluto rilievo l’analisi contenuta nel rapporto presentato questa mattina, e commentato – tra gli altri – dagli assessori regionali Raffaele Paci e Francesco Morandi: “In trenta mesi di governo – ha sottolineato quest’ultimo – abbiamo cambiato tutto nell’approccio turistico in Sardegna: la nuova strategia punta su identità e cultura, e abbandona il classico modello monotematico incentrato sul turismo balneare”.

 

Disco verde dal Ministro Franceschini: “Quando ho giurato accettando l’incarico di ministro, ho pensato che stavo iniziando un lavoro in un ministero in grado di produrre reddito: personalmente non ho mai distinto la cultura dal turismo, sono due attività che devono camminare sempre insieme. Altre volte ho detto che la cultura è l’autore, il turismo è l’editore. Alla Sardegna, come al resto d’Italia, serve un turismo sostenibile, che valorizzi le zone interne e la vostra cultura, diversificando l’offerta puntando sui prodotti di alta qualità che il vostro sistema regionale offre. In qualunque altro Paese del mondo, le statue di Mont’e Prama richiamerebbero qui un numero molto più elevato di visitatori”.