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Speciali sensori di plastica rilevano i dialoghi tra i neuroni

Le Università di Cagliari e Genova lavorano con l’IBM ad un dispositivo per studiare le reti di comunicazione tra i neuroni
28 giugno 2016

Sergio Nuvoli - VAI ALLA RASSEGNA STAMPA

Cagliari, 28 giugno 2016 - Le Università di Cagliari e Genova lavorano con l’IBM alla realizzazione di un dispositivo ad alta risoluzione in grado di studiare le reti di comunicazione tra i neuroni. Nella ricerca è impegnato il gruppo di Bioingegneria elettronica del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica – team guidato dalla prof.ssa Annalisa Bonfiglio - e in cui lavorano ricercatori come Andrea Spanu (nella foto a destra), la cui tesi di Dottorato, già premiata dal Gruppo Nazionale di Bioingegneria come miglior tesi di dottorato in Neuroingegneria del 2015, è stata selezionata dalla casa editrice Springer (nell’ambito scientifico tra i top) per essere pubblicata nella collana dedicata ad “Outstanding Ph.D. Research”, una collana in cui vengono pubblicate le migliori tesi di dottorato di tutto il mondo.
 
Spanu si è laureato a Cagliari in Ingegneria Biomedica, e ha proseguito i suoi studi con la Laurea specialistica in Bioingegneria a Genova e con il Dottorato di Ricerca in Bioingegneria alla Scuola di Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Informazione e la Conoscenza dell’Università di Genova. Il suo dottorato si è svolto in convenzione con l’Università di Cagliari che ha finanziato la borsa, portando a risultati di assoluta originalità e rilevanza, già pubblicati lo scorso anno sulla prestigiosa rivista Scientific Reports. Il suo lavoro sta proseguendo ora a metà tra il nostro Ateneo e l’IBM Almaden Centre in California dove sta ottimizzando la tecnologia sviluppata nei laboratori dell’Università di Cagliari per arrivare a risultati ancora più interessanti nell’ambito del monitoraggio e stimolazione di cellule neurali con dispositivi a semiconduttore organico. Il lavoro si svolge anche in collaborazione con il Laboratorio di Neuroingegneria e Bio-Nanotecnologie dell’Università di Genova (prof. Martinoia).
 
L’attività di ricerca del dottor Spanu è incentrata sullo studio di dispositivi elettronici innovativi per applicazioni elettrofisiologiche. “Più nel dettaglio – spiega - sto studiando particolari matrici di transistor organici (che prevedono cioè l’utilizzo di semiconduttori organici, a differenza dei “classici” transistor realizzati in silicio) realizzati su substrati plastici flessibili e trasparenti per la rilevazione di segnali elettrici provenienti da cellule elettro-attive quali neuroni del sistema nervoso centrale e cellule cardiache”.
 
“I vantaggi dell’approccio studiato sono innumerevoli – prosegue Spanu -  vanno dai bassi costi di produzione, all’alta sensibilità dovuta alla particolare struttura del transistor organico utilizzato, ma anche alla possibilità di utilizzare materiali intrinsecamente bio-compatibili e dalle ottime proprietà meccaniche che rendono i dispositivi adatti ad entrare in contatto con i tessuti biologici”.
 
Nei laboratori dell’Università di Cagliari è in fase di sviluppo un dispositivo per applicazioni cosiddette “in vitro” che potrà essere utilizzato per studiare la connettività funzionale di reti di neuroni (cioè per capire come le cellule nervose trasmettono e ricevono i segnali) e per studi farmacologici e tossicologici (come test di nuovi farmaci o studi su possibili trattamenti contro malattie neurodegenerative quali Parkinson e Alzheimer). Una versione miniaturizzata ed a elevate performance è attualmente oggetto di collaborazione tra Università di Cagliari, Università di Genova e IBM Almaden Reseach Center, a San Jose, California. Una ulteriore applicazione attualmente in fase di studio (anche se in fase embrionale) è lo studio su modelli animali in vivo. L’introduzione di questi dispositivi plastici flessibili nella pratica in vivo apporterebbe sostanziali miglioramenti in ambiti quali le Brain-Machine Interface, specialmente in termini di biocompatibilità, riduzione di effetti infiammatori locali e aumento del rapporto segnale rumore.
 
Nella foto a destra, Andrea Spanu nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica (foto Valentina Zuddas)
 

 UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

 

               


RASSEGNA STAMPA


 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di giovedì 30 giugno 2016
Borsa (Pagina 15 - Edizione CA)
Caccia ai segreti dei neuroni
Ricerca, patto tra gli atenei di Cagliari e Genova e l'Ibm
Si studia un dispositivo rivoluzionario capace di curare le malattie degenerative
 
Le università di Cagliari e Genova hanno stretto un'alleanza per carpire i segreti delle comunicazioni tra i neuroni. Un accordo a cui sta partecipando anche l'Ibm, colosso mondiale dell'informatica. I ricercatori dei due atenei stanno studiando la realizzazione di un dispositivo capace di studiare il modo in cui le cellule del cervello si scambiano informazioni.
Nei laboratori dell'università sarda ci si sta concentrando su quelle che sono le applicazioni "in vitro". Una scoperta che avrebbe effetti su molteplici ambiti: dalla tossicologia alla farmacologia. Si potrebbero infatti mettere a punto nuovi protocolli terapeutici per il trattamento delle malattie neurodegenerative. Una versione miniaturizzata a elevate performance è studiata allo Ibm Almaden Reseach Center di San Jose, California. In fase di studio anche l'applicazione su modelli animali in vivo.
La battaglia per decifrare le comunicazioni interne al cervello vede coinvolti in prima linea i ricercatori del gruppo di Bioingegneria elettronica del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell'Università di Cagliari, team guidato dalla professoressa Annalisa Bonfiglio. Una equipe in cui lavorano giovani ricercatori come Andrea Spanu, la cui tesi di dottorato, già premiata dal Gruppo Nazionale di Bioingegneria come miglior tesi di dottorato in Neuroingegneria del 2015, è stata selezionata dalla casa editrice Springer - una delle più note per la divulgazione scientifica - per essere pubblicata in una importante collana.
Spanu ha conseguito la laurea triennale a Cagliari e si è poi specializzato e perfezionato nell'ateneo genovese. Il suo dottorato si è svolto in convenzione con l'Università di Cagliari, ente che ha finanziato la sua borsa. Il giovane ricercatore riassume così lo scopo della sua indagine: «Sto studiando particolari matrici di transistor organici, che prevedono cioè l'utilizzo di semiconduttori organici, a differenza dei classici transistor realizzati in silicio, realizzati su substrati plastici flessibili e trasparenti per la rilevazione di segnali elettrici provenienti da cellule elettro-attive quali neuroni del sistema nervoso centrale e cellule cardiache». Spanu spiega perché quanto sta accadendo all'interno dei laboratori sardi è importante: «I vantaggi dell'approccio studiato sono innumerevoli: vanno dai bassi costi di produzione, all'alta sensibilità dovuta. Importante la possibilità di utilizzare materiali bio-compatibili e dalle ottime proprietà meccaniche». Il futuro delle terapie per le malattie neurologiche potrà avere una matrice sarda.
Matteo Mascia


 

ANSA
Ricerca: sensori di plastica rilevano dialoghi fra neuroni
Studio degli atenei di Cagliari e Genova assieme all’Ibm
CAGLIARI
 
(ANSA) - CAGLIARI, 28 GIU - Particolari matrici di transistor organici (che prevedono cioè l’utilizzo di semiconduttori organici, a differenza dei "classici" transistor realizzati in silicio) realizzati su substrati plastici flessibili e trasparenti per la rilevazione di segnali elettrici provenienti da cellule elettro-attive quali neuroni del sistema nervoso centrale e cellule cardiache. E’ il tema che sta studiando un ricercatore sardo, Andrea Spanu, assieme ad un team di lavoro in collaborazione fra le università di Cagliari, Genova e l’Ibm. I due Atenei sono impegnati assieme alla società multinazionale nella realizzazione di un dispositivo ad alta risoluzione in grado di studiare le reti di comunicazione tra i neuroni. Nella ricerca è impegnato il gruppo di Bioingegneria elettronica del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Ateneo di Cagliari, team guidato dalla professoressa Annalisa Bonfiglio. Vi lavorano giovani ricercatori come Spanu, autore di una tesi di dottorato, già premiata dal Gruppo nazionale di bioingegneria, selezionata dalla casa editrice Springer per essere pubblicato nella collana dedicata ad "Outstanding Ph.D. Research". Il lavoro di Spanu, che sta proseguendo ora a metà tra l’ateneo e l’Ibm Almaden Centre in California, si svolge anche in collaborazione con il Laboratorio di Neuroingegneria e Bio-Nanotecnologie dell’università di Genova. L’attività di ricerca di Spanu è incentrata sullo studio di dispositivi elettronici innovativi per applicazioni elettrofisiologiche. Nei laboratori dell’ateneo di Cagliari è in fase di sviluppo un dispositivo per applicazioni cosiddette "in vitro" che potrà essere utilizzato per studiare la connettività funzionale di reti di neuroni (cioè per capire come le cellule nervose trasmettono e ricevono i segnali) e per studi farmacologici e tossicologici (come test di nuovi farmaci o studi su possibili trattamenti contro malattie neurodegenerative quali Parkinson e Alzheimer). Una versione miniaturizzata e ad elevate performance è attualmente oggetto di collaborazione tra le due università italiane e l’Ibm a San Jose in California. Una ulteriore applicazione attualmente in fase di studio (anche se in fase embrionale) è l’analisi su modelli animali in vivo. (ANSA).
 

 
SARDEGNAMEDICINA.IT
Mar, 28/06/2016 - 12:11
 
Le Università di Cagliari e Genova lavorano con l’IBM alla realizzazione di un dispositivo ad alta risoluzione in grado di studiare le reti di comunicazione tra i neuroni. Nella ricerca è impegnato il gruppo di Bioingegneria elettronica del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Ateneo di Cagliari – team guidato da Annalisa Bonfiglio - in cui lavorano giovani ricercatori come Andrea Spanu, la cui tesi di Dottorato, già premiata dal Gruppo Nazionale di Bioingegneria come miglior tesi di dottorato in Neuroingegneria del 2015, è stata selezionata dalla casa editrice Springer (nell’ambito scientifico tra i top) per essere pubblicata nella collana dedicata ad “Outstanding Ph.D. Research”, una collana in cui vengono pubblicate le migliori tesi di dottorato di tutto il mondo.
Spanu si è laureato a Cagliari in Ingegneria Biomedica, e ha proseguito i suoi studi con la Laurea specialistica in Bioingegneria a Genova e con il Dottorato di Ricerca in Bioingegneria alla Scuola di Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Informazione e la Conoscenza dell’Università di Genova. Il suo dottorato si è svolto in convenzione con l’Università di Cagliari che ha finanziato la borsa, portando a risultati di assoluta originalità e rilevanza, già pubblicati lo scorso anno sulla prestigiosa rivista Scientific Reports. Il suo lavoro sta proseguendo ora a metà tra il nostro Ateneo e l’IBM Almaden Centre in California dove sta ottimizzando la tecnologia sviluppata nei laboratori dell’Università di Cagliari per arrivare a risultati ancora più interessanti nell’ambito del monitoraggio e stimolazione di cellule neurali con dispositivi a semiconduttore organico. Il lavoro si svolge anche in collaborazione con il Laboratorio di Neuroingegneria e Bio-Nanotecnologie dell’Università di Genova ( Martinoia). L’attività di ricerca del Spanu è incentrata sullo studio di dispositivi elettronici innovativi per applicazioni elettrofisiologiche. “Più nel dettaglio – spiega - sto studiando particolari matrici di transistor organici (che prevedono cioè l’utilizzo di semiconduttori organici, a differenza dei “classici” transistor realizzati in silicio) realizzati su substrati plastici flessibili e trasparenti per la rilevazione di segnali elettrici provenienti da cellule elettro-attive quali neuroni del sistema nervoso centrale e cellule cardiache”.
“I vantaggi dell’approccio studiato sono innumerevoli – prosegue Spanu - vanno dai bassi costi di produzione, all’alta sensibilità dovuta alla particolare struttura del transistor organico utilizzato, ma anche alla possibilità di utilizzare materiali intrinsecamente bio-compatibili e dalle ottime proprietà meccaniche che rendono i dispositivi adatti ad entrare in contatto con i tessuti biologici”.
Nei laboratori dell’Università di Cagliari è in fase di sviluppo un dispositivo per applicazioni cosiddette “in vitro” che potrà essere utilizzato per studiare la connettività funzionale di reti di neuroni (cioè per capire come le cellule nervose trasmettono e ricevono i segnali) e per studi farmacologici e tossicologici (come test di nuovi farmaci o studi su possibili trattamenti contro malattie neurodegenerative quali Parkinson e Alzheimer). Una versione miniaturizzata ed a elevate performance è attualmente oggetto di collaborazione tra Università di Cagliari, Università di Genova e IBM Almaden Reseach Center, a San Jose, California. Una ulteriore applicazione attualmente in fase di studio (anche se in fase embrionale) è lo studio su modelli animali in vivo. L’introduzione di questi dispositivi plastici flessibili nella pratica in vivo apporterebbe sostanziali miglioramenti in ambiti quali le Brain-Machine Interface, specialmente in termini di biocompatibilità, riduzione di effetti infiammatori locali e aumento del rapporto segnale rumore.
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
Autore: Redazione Casteddu Online il 28/06/2016 13:05
 
Le Università di Cagliari e Genova lavorano con l’IBM alla realizzazione di un dispositivo ad alta risoluzione in grado di studiare le reti di comunicazione tra i neuroni. Nella ricerca è impegnato il gruppo di Bioingegneria elettronica del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Ateneo di Cagliari – team guidato dalla prof.ssa Annalisa Bonfiglio - in cui lavorano giovani ricercatori come Andrea Spanu, la cui tesi di Dottorato, già premiata dal Gruppo Nazionale di Bioingegneria come miglior tesi di dottorato in Neuroingegneria del 2015, è stata selezionata dalla casa editrice Springer (nell’ambito scientifico tra i top) per essere pubblicata nella collana dedicata ad “Outstanding Ph.D. Research”, una collana in cui vengono pubblicate le migliori tesi di dottorato di tutto il mondo.
Spanu si è laureato a Cagliari in Ingegneria Biomedica, e ha proseguito i suoi studi con la Laurea specialistica in Bioingegneria a Genova e con il Dottorato di Ricerca in Bioingegneria alla Scuola di Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Informazione e la Conoscenza dell’Università di Genova. Il suo dottorato si è svolto in convenzione con l’Università di Cagliari che ha finanziato la borsa, portando a risultati di assoluta originalità e rilevanza, già pubblicati lo scorso anno sulla prestigiosa rivistaScientific Reports. Il suo lavoro sta proseguendo ora a metà tra il nostro Ateneo e l’IBM Almaden Centre in California dove sta ottimizzando la tecnologia sviluppata nei laboratori dell’Università di Cagliari per arrivare a risultati ancora più interessanti nell’ambito del monitoraggio e stimolazione di cellule neurali con dispositivi a semiconduttore organico. Il lavoro si svolge anche in collaborazione con il Laboratorio di Neuroingegneria e Bio-Nanotecnologie dell’Università di Genova (prof. Martinoia). L’attività di ricerca del dottor Spanu è incentrata sullo studio di dispositivi elettronici innovativi per applicazioni elettrofisiologiche. “Più nel dettaglio – spiega - sto studiando particolari matrici di transistor organici (che prevedono cioè l’utilizzo di semiconduttori organici, a differenza dei “classici” transistor realizzati in silicio) realizzati su substrati plastici flessibili e trasparenti per la rilevazione di segnali elettrici provenienti da cellule elettro-attive quali neuroni del sistema nervoso centrale e cellule cardiache”.
“I vantaggi dell’approccio studiato sono innumerevoli – prosegue Spanu - vanno dai bassi costi di produzione, all’alta sensibilità dovuta alla particolare struttura del transistor organico utilizzato, ma anche alla possibilità di utilizzare materiali intrinsecamente bio-compatibili e dalle ottime proprietà meccaniche che rendono i dispositivi adatti ad entrare in contatto con i tessuti biologici”.
Nei laboratori dell’Università di Cagliari è in fase di sviluppo un dispositivo per applicazioni cosiddette “in vitro” che potrà essere utilizzato per studiare la connettività funzionale di reti di neuroni (cioè per capire come le cellule nervose trasmettono e ricevono i segnali) e per studi farmacologici e tossicologici (come test di nuovi farmaci o studi su possibili trattamenti contro malattie neurodegenerative quali Parkinson e Alzheimer). Una versione miniaturizzata ed a elevate performance è attualmente oggetto di collaborazione tra Università di Cagliari, Università di Genova e IBM Almaden Reseach Center, a San Jose, California. Una ulteriore applicazione attualmente in fase di studio (anche se in fase embrionale) è lo studio su modelli animali in vivo. L’introduzione di questi dispositivi plastici flessibili nella pratica in vivo apporterebbe sostanziali miglioramenti in ambiti quali le Brain-Machine Interface, specialmente in termini di biocompatibilità, riduzione di effetti infiammatori locali e aumento del rapporto segnale rumore.
 

 
UNICARADIO.IT
 
Le Università di Cagliari,IBM e Genova insieme allo studio del progetto di bioingegneria
L’Università di Cagliari e quella di Genova, in collaborazione con l’Ibm Almaden Center, lavorano alla realizzazione di un dispositivo in grado di studiare le reti di comunicazione tra i neuroni.
Impegnato nel progetto, il gruppo di Bioingegneria elettronica dell’Ateneo di Cagliari, guidato dalla professoressa Annalisa Bonfiglio.
Andrea Spanu, figura di spicco e la cui tesi di dottorato è già stata riconosciuta come la migliore del 2015, sta proseguendo il suo lavoro collaborando con l’Ibm in California e con il laboratorio di Neuroingegneria e Bio-Nanotecnologie dell’Università di Genova, ottimizzando la tecnologia sviluppata nei laboratori dell’Università cagliaritana.
L’oggetto di studio si sofferma sulle particolari matrici di transitor organici realizzati su substrati plastici flessibili e trasparenti per la rivelazione di segnali elettrici, provenienti da cellule elettro-attive, quali neuroni del sistema nervoso centrale e cellule cardiache.
I vantaggi ad oggi rilevati vanno dai bassi costi di produzione del progetto all’alta sensibilità della struttura del transitor organico utilizzato, ma anche all’utilizzo di materiali bio-compatibili e poprietà meccaniche utili al contatto con i tessuti biologici.
In fase di sviluppo anche il dispositivo per le applicazioni “in vitro” necessarie allo studio della cinnettività funzionale di reti di neuroni e studici farmacologici e tossicologici.
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - Le Università di Cagliari e Genova lavorano con l’Ibm alla realizzazione di un dispositivo ad alta risoluzione in grado di studiare le reti di comunicazione tra i neuroni. Nella ricerca è impegnato il gruppo di Bioingegneria elettronica del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica dell’Ateneo di Cagliari – team guidato da Annalisa Bonfiglio - in cui lavorano giovani ricercatori come Andrea Spanu, la cui tesi di Dottorato, già premiata dal Gruppo Nazionale di Bioingegneria come miglior tesi di dottorato in Neuroingegneria del 2015, è stata selezionata dalla casa editrice Springer (nell’ambito scientifico tra i top) per essere pubblicata nella collana dedicata ad "Outstanding Ph.D. Research", una collana in cui vengono pubblicate le migliori tesi di dottorato di tutto il mondo.
Spanu si è laureato a Cagliari in Ingegneria Biomedica, e ha proseguito i suoi studi con la Laurea specialistica in Bioingegneria a Genova e con il Dottorato di Ricerca in Bioingegneria alla Scuola di Dottorato in Scienze e Tecnologie per l’Informazione e la Conoscenza dell’Università di Genova. Il suo dottorato si è svolto in convenzione con l’Università di Cagliari che ha finanziato la borsa, portando a risultati di assoluta originalità e rilevanza, già pubblicati lo scorso anno sulla prestigiosa rivista Scientific Reports. Il suo lavoro sta proseguendo ora a metà tra il nostro Ateneo e l’IBM Almaden Centre in California dove sta ottimizzando la tecnologia sviluppata nei laboratori dell’Università di Cagliari per arrivare a risultati ancora più interessanti nell’ambito del monitoraggio e stimolazione di cellule neurali con dispositivi a semiconduttore organico. Il lavoro si svolge anche in collaborazione con il Laboratorio di Neuroingegneria e Bio-Nanotecnologie dell’Università di Genova. L’attività di ricerca è incentrata sullo studio di dispositivi elettronici innovativi per applicazioni elettrofisiologiche. "Più nel dettaglio – spiega - sto studiando particolari matrici di transistor organici (che prevedono cioè l’utilizzo di semiconduttori organici, a differenza dei "classici" transistor realizzati in silicio) realizzati su substrati plastici flessibili e trasparenti per la rilevazione di segnali elettrici provenienti da cellule elettro-attive quali neuroni del sistema nervoso centrale e cellule cardiache".
"I vantaggi dell’approccio studiato sono innumerevoli – prosegue Spanu - vanno dai bassi costi di produzione, all’alta sensibilità dovuta alla particolare struttura del transistor organico utilizzato, ma anche alla possibilità di utilizzare materiali intrinsecamente bio-compatibili e dalle ottime proprietà meccaniche che rendono i dispositivi adatti ad entrare in contatto con i tessuti biologici".
Nei laboratori dell’Università di Cagliari è in fase di sviluppo un dispositivo per applicazioni cosiddette "in vitro" che potrà essere utilizzato per studiare la connettività funzionale di reti di neuroni (cioè per capire come le cellule nervose trasmettono e ricevono i segnali) e per studi farmacologici e tossicologici (come test di nuovi farmaci o studi su possibili trattamenti contro malattie neurodegenerative quali Parkinson e Alzheimer). Una versione miniaturizzata ed a elevate performance è attualmente oggetto di collaborazione tra Università di Cagliari, Università di Genova e Ibm Almaden Reseach Center, a San Jose, California. Una ulteriore applicazione attualmente in fase di studio (anche se in fase embrionale) è lo studio su modelli animali in vivo. L’introduzione di questi dispositivi plastici flessibili nella pratica in vivo apporterebbe sostanziali miglioramenti in ambiti quali le Brain-Machine Interface, specialmente in termini di biocompatibilità, riduzione di effetti infiammatori locali e aumento del rapporto segnale rumore.
 

 

 

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