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Fondali marini e biodiversità: servono interventi urgenti

La ricerca di UNICA nelle profondità del mare: un’importante pubblicazione sulla rivista Scientific Reports. RASSEGNA STAMPA
25 maggio 2016

Sergio Nuvoli - VAI ALLA RASSEGNA STAMPA

Cagliari, 25 maggio 2016 - Un team di geologi e biologi marini dell’IFREMER (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del CNR-ISMAR, e dell’Università degli Studi di Cagliari, e del quale fa parte Antonio Pusceddu (nella foto a destra), professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, ha dimostrato che l’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità ed ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi e la loro capacità di fornire beni e servizi all’uomo.
 
Lo studio, condotto con una complessa combinazione di metodi in remoto (side scan sonar e multibeam echosounder) e campionamenti discreti in un’area geomorfologicamente molto complessa dell’Adriatico Meridionale (**), è stato pubblicato su Scientific Reports (*). I risultati di questo studio evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi. Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea.
 
La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi.
 
 
Zeppilli D, Pusceddu A, Trincardi F, Danovaro R 2016. Seafloor heterogeneity influences the biodiversity–ecosystem functioning relationships in the deep sea. Scientific Reports 6, 26352, doi:10.1038/srep26352
 
(**) L’area di campionamento e la dislocazione delle differenti tipologie di fondale oggetto dello studio
 

 UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

 

               


 

 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di giovedì 26 maggio 2016
Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Università
Team di studiosi: i fondali marini integri
decisivi per la biodiversità
 
L’integrità dei fondali è decisiva per preservare la biodiversità e ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi. È quanto affermato da un team di geologi e biologi marini dell’Ifremer (Francia), dell’Università politecnica delle Marche, del Cnr-Ismar e dell’Università di Cagliari. Lo studio, con campionamenti nell’Adriatico meridionale, è stato pubblicato su Scientific Reports. Del gruppo fa parte Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di scienze della vita e dell’ambiente.
 

ANSA
Fondali marini e biodiversità, studio Università di Cagliari
Ricerca pubblicata su rivista Scientific Reports
CAGLIARI
 
(ANSA) - CAGLIARI, 25 MAG - L’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità e ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi. Non solo: è importantissimo anche per la capacità di fornire beni e servizi all’uomo. È la conclusione di uno studio condotto da un team di geologi e biologi marini dell’IFREMER (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del CNR-ISMAR, e dell’Università degli Studi di Cagliari con Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports. I risultati di questo lavoro - spiega l’ateneo del capoluogo - evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi. Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea. La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi. (ANSA).
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA
 
CAGLIARI. L’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità e ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi. Non solo: è importantissimo anche per la capacità di fornire beni e servizi all’uomo. È la conclusione di uno studio condotto da un team di geologi e biologi marini dell’Ifremer (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del Cnr-Ismar, e dell’Università degli Studi di Cagliari con Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente.
Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports. I risultati di questo lavoro - spiega l’ateneo del capoluogo - evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi.
Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea.
La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi.
 

 
SARDINIAPOST.IT
25 maggio 2016 Cagliari, Cronaca, In evidenza 15
 
L’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità e ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi. Non solo: è importantissimo anche per la capacità di fornire beni e servizi all’uomo. È la conclusione di uno studio condotto da un team di geologi e biologi marini dell’IFREMER (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del CNR-ISMAR, e dell’Università degli Studi di Cagliari con Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports.
I risultati di questo lavoro – spiega l’ateneo del capoluogo – evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi. Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea. La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi.
 

 
CASTEDDUONLINE.IT
Autore: Redazione Casteddu Online il 25/05/2016 10:13
 
Un team di geologi e biologi marini dell’IFREMER (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del CNR-ISMAR, e dell’Università degli Studi di Cagliari, e del quale fa parte Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, ha dimostrato che l’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità ed ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi e la loro capacità di fornire beni e servizi all’uomo.
Lo studio, condotto con una complessa combinazione di metodi in remoto (side scan sonar e multibeam echosounder) e campionamenti discreti in un’area geomorfologicamente molto complessa dell’Adriatico Meridionale, è stato pubblicato su Scientific Reports. I risultati di questo studio evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi. Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea.
La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi.

 


 

ANSA.IT
 
 (ANSA) - CAGLIARI, 25 MAG - L’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità e ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi. Non solo: è importantissimo anche per la capacità di fornire beni e servizi all’uomo. È la conclusione di uno studio condotto da un team di geologi e biologi marini dell’IFREMER (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del CNR-ISMAR, e dell’Università degli Studi di Cagliari con Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente.
    Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports. I risultati di questo lavoro - spiega l’ateneo del capoluogo - evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi.
    Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea.
    La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi. (ANSA).
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - Un team di geologi e biologi marini dell’Ifremer (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del Cnr-Ismar, e dell’Università degli Studi di Cagliari, e del quale fa parte Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, ha dimostrato che l’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità ed ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi e la loro capacità di fornire beni e servizi all’uomo.
Lo studio, condotto con una complessa combinazione di metodi in remoto (side scan sonar e multibeam echosounder) e campionamenti discreti in un’area geomorfologicamente molto complessa dell’Adriatico Meridionale, è stato pubblicato su Scientific Reports. I risultati di questo studio evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi. Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea.
La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi.
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
L’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità e ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi. Non solo: è importantissimo anche per la capacità di fornire beni e servizi all’uomo. È la conclusione di uno studio condotto da un team di geologi e biologi marini dell’IFREMER (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del CNR-ISMAR, e dell’Università degli Studi di Cagliari con Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente.
Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports. I risultati di questo lavoro - spiega l’ateneo del capoluogo - evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi.
Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea.
La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi.
 

 
TTECNOLOGICO
 
Un team di geologi e biologi marini dell’IFREMER (Francia), dell’Università Politecnica delle Marche, del CNR-ISMAR, e dell’Università degli Studi di Cagliari, e del quale fa parte Antonio Pusceddu, professore associato di Ecologia al Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente, ha dimostrato che l’integrità dei fondali è un fattore chiave per preservare la biodiversità ed ottimizzare il funzionamento degli ecosistemi marini profondi e la loro capacità di fornire beni e servizi all’uomo.
Lo studio, condotto con una complessa combinazione di metodi in remoto (side scan sonar e multibeam echosounder) e campionamenti discreti in un’area geomorfologicamente molto complessa dell’Adriatico Meridionale, è stato pubblicato su Scientific Reports. I risultati di questo studio evidenziano che l’efficienza degli ecosistemi marini profondi aumenta esponenzialmente con la biodiversità e con l’eterogeneità dei fondali: in altre parole, ogni specifica conformazione del fondale favorisce l’instaurarsi di specifiche interazioni ecologiche soggette ad equilibri delicatissimi. Lo studio sottolinea l’urgenza di effettuare interventi gestionali che, salvaguardando l’integrità dei fondali, contribuiscano al mantenimento della buona qualità ambientale del mare, così come richiesto e perseguito dalla Strategia Marina della Comunità Europea.
La conclusione dello studio mostra che la mappatura ad alta risoluzione del fondale e l’analisi dettagliata della distribuzione delle specie a livello di habitat sono fondamentali per migliorare la gestione della buona qualità del mare garantita dagli ecosistemi marini profondi.

 

 

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