Cagliari, 18 maggio 2016 – Inaugurato questa mattina il nuovo spazio multimediale da oggi a disposizione degli studenti: un'aula attrezzata per la mediazione linguistica nel Campus Aresu intitolata a Max Leopold Wagner. “Una struttura al servizio dell'Ateneo e della città - ha rimarcato il Rettore Maria Del Zompo - che innalza la qualità della nostra offerta didattica complessiva. Siamo impegnati a valorizzare anche le opere d'arte realizzate sulle pareti, continuando nel percorso intrapreso di collaborazione con la città a vantaggio della cultura del nostro territorio". Situato nel locale che ospitava l’ex Auditorium A dell’ex Clinica Aresu, il nuovo spazio è dotato di cabine di traduzione simultanea per la traduzione di conferenza ed è quindi adatto alla didattica, segnatamente alla mediazione linguistica, e alla convegnistica.

 

Delle opere alle pareti, realizzate da Dino Fantini nel 1962 su incarico del prof. Mario Aresu – alcuni pannelli raffiguranti la storia della medicina e della scienza - ha parlato Pamela Ladogana, ricercatrice di Storia dell'Arte, guidando i presenti alla scoperta di un vero scrigno di cultura contenuto nell'aula. “Rappresentano tutte le fasi della Storia della medicina – ha sottolineato tra l’altro la studiosa – a differenza di quanto accade in altre raffigurazioni, che riportano solo una parziale ricostruzione. Con ogni probabilità anche questo è l’effetto del fatto che l’opera sia stata realizzata su incarico diretto dal committente all’artista per arricchire il contesto dell’aula universitaria”.

 

All'inaugurazione sono intervenuti il Prorettore alla Didattica Ignazio Putzu, il prof. Giulio Paulis (che ha motivato l'intitolazione a Wagner), e le prof.sse Antonietta Marra e Francesca Chessa (coordinatrici dei CdS di Lingue e Culture per la mediazione e Lingue per la Comunicazione). Quindi una dimostrazione delle funzionalità del nuovo spazio ad opera degli studenti e delle studentesse dei corsi di laurea, con l'ausilio indispensabile degli studenti Erasmus.

 

 

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L’intitolazione a Wagner è motivata non solo dal fatto che egli sia stato uno dei più grandi romanisti del Novecento e massimo studioso del sardo, ma anche dal fatto che, cosa meno nota, egli sia anche stato un grande poliglotta.