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ASTROFISICA: ecco il “luogo di nascita” di un lampo radio

Ancora una volta è Cagliari, con Marta Burgay e Andrea Possenti e l'SRT, il perno insostituibile di un'importante scoperta
25 febbraio 2016

 

UNA GALASSIA A 6 MILIARDI DI ANNI LUCE Si tratta di una categoria di enigmatici segnali radio, della durata di appena qualche millisecondo, che appaiono senza preavviso nel cielo. Il risultato pubblicato su Nature
 
di Sergio Nuvoli
 
Cagliari, 25 febbraio 2016 - Un gruppo internazionale di astronomi, tra cui Marta Burgay, Delphine Perrodin e Andrea Possenti dell’INAF, ha individuato per la prima volta il luogo d’origine di un lampo radio (Fast Radio Burst, FRB), una categoria di enigmatici segnali radio, della durata di appena qualche millisecondo, che appaiono senza preavviso nel cielo. Il risultato è stato ottenuto grazie alle osservazioni condotte con telescopi ottici e radiotelescopi e ha permesso di confermare l’attuale modello cosmologico che descrive la distribuzione della materia nell’universo. Ne ha dato notizia l’INAF, che sul suo sito pubblica un lungo articolo di Marco Galliani sulla scoperta. Andrea Possenti è direttore dell’Osservatorio astronomico di Cagliari e docente dell’Università di Cagliari, e con Marta Burgay e Nichi D’Amico (professore di Astrofisica e attuale Presidente dell’INAF) è l’autore della scoperta della prima pulsar doppia mai osservata.
 
“Tutto inizia il 18 aprile 2015 – scrive Galliani sul sito dell’INAF - quando il tipico segnale di un FRB viene rilevato a Parkes (in Australia), dal radiotelescopio da 64 m del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO). «Nel giro di poche ore è stato diramato un allerta internazionale – spiega Evan Keane, Project Scientist presso la Square Kilometre Array Organisation, primo autore dell’articolo che descrive la scoperta, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Nature – e vari telescopi in tutto il mondo sono stati coinvolti nella ricerca del “seguito” di quel segnale».
 
Fra gli strumenti coinvolti c’è stato anche il Sardinia Radio Telescope (SRT) dell’INAF. «Nell’aprile 2015, SRT non era ancora operativo al 100% come è oggi. Grazie al grande lavoro dell’equipe INAF di validazione scientifica del radiotelescopio, SRT ha però potuto prendere parte con prontezza alla campagna internazionale», spiega Burgay. «Le osservazioni di SRT, combinate con quelle degli altri radiotelescopi a disco singolo, hanno permesso di escludere che questo FRB sia associato a un fenomeno cosmico ripetitivo».
 
 

 

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