Nel video: il prof. Gian Luca Ferri, responsabile del NEF Lab dell’Ateneo di Cagliari, illustra brevemente gli ambiti delle ricerche di base sviluppate dal suo staff nella Cittadella Universitaria di Monserrato, come riportato nel servizio in questa pagina
Peptidi neuro-endocrini, obesità e diabete
Dall’Anatomia Umana della nostra università i risultati dei recenti studi su nuovi regolatori neuro-endocrini quali possibili indicatori di alterazione del tessuto adiposo nel diabete di tipo 2. Ricerche congiunte a Monserrato, Nottingham e Città del Messico: capofila l’Ateneo di Cagliari con l’equipe del professor Gian Luca Ferri
Cagliari, 30 novembre 2015
Ivo Cabiddu
Nelle scorse settimane i risultati di due importanti lavori scientifici dell’ateneo di Cagliari sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Plos One. Le ricerche di base effettuate nel “NEF-Laboratory” di Anatomia Umana (Dipartimento di Scienze Biomediche, sezione di Citomorfologia), sono focalizzate su nuovi regolatori neuro-endocrini quali possibili rilevatori di alterazioni funzionali e metaboliche in pazienti affetti da diabete di tipo 2. Si aprono quindi ulteriori strade per il monitoraggio di alterazioni associate al diabete e per il futuro sviluppo di nuovi trattamenti.
I RICERCATORI. A condurre gli studi - finanziati dalla Regione Sardegna con Fondi per la Ricerca Fondamentale e di Base - è stato il gruppo di giovani ricercatori guidato dal professor Gian Luca Ferri, in particolare le dottoresse Filomena D’Amato, Barbara Noli e Carla Brancia, con la dottoressa Cristina Cocco quale senior researcher. Allo sviluppo delle ricerche hanno inoltre collaborato lo staff del professor Stefano Mariotti (direttore del Dipartimento di Scienze Mediche), il gruppo della professoressa Irene Messana (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente), il professor Francis J.P. Ebling della University of Nottingham (UK) e il gruppo di ricerca della Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM, Mexico City) che fa capo al professor Ruud M. Buijs.
LO STAFF. Qui sopra, da sinistra: Barbara Noli, Filomena D’Amato, Carla Brancia e Gian Luca Ferri, con i dottorandi Laura Angioni, Giulia Corda e Carlo Lisci (nella foto manca la dottoressa Cristina Cocco, che al momento è all’Università di Nottingham per altre ricerche sul sistema endocrino). Sotto un’immagine dal microscopio a fluorescenza relativa a VGF-peptidi in neuroni dell’ipotalamo e ancora più in basso altri due scatti con i ricercatori all’opera nel Nef Lab di Monserrato
DIABETE E SOVRAPPESO. Nel primo lavoro pubblicato da Plos One, il Laboratorio di Monserrato ha documentato alterazioni molecolari di specifici regolatori neuro-endocrini - denominati “VGF-peptidi” - riscontrate nel sangue sia in persone obese, che in pazienti diabetici (studiati anche in rapporto alla loro massa corporea). Nello stesso studio, l’insorgenza di un quadro di alterazioni parallele nel tessuto adiposo e nel sangue è stata confermata nel modello sperimentale corrispondente (topi affetti da obesità e diabete in seguito a dieta iper-lipidica). “Il tessuto adiposo, anni fa considerato solo una scorta per i periodi di magra, è da alcuni anni al centro dell’attenzione per la sua importanza nella regolazione metabolica tramite secrezione di propri ormoni e altri fattori” – spiega il professor Ferri – “I recenti riscontri da noi ora pubblicati puntano a nuovi target, aprendo ulteriori strade sia per il monitoraggio di alterazioni metaboliche nel diabete, sia per la loro possibile correzione o prevenzione”.
SOLUZIONI IN NATURA. Nella seconda ricerca pubblicata è stato studiato un modello animale molto particolare, un piccolo roditore chiamato Hamster siberiano, in relazione ad alcune sue peculiari caratteristiche, tra cui quella di accumulare peso sino all’obesità durante l’estate, per perderlo spontaneamente durante l’inverno. Questa differenza rispetto agli umani - si pensi a quanto sia difficile per una persona sottopeso guadagnare qualche chilo, come pure ad un persona sovrappeso di ridurre il proprio peso corporeo e soprattutto di mantenerlo ridotto - deriva dalla diversità di una piccola zona dell’ipotalamo, precisamente di un piccolo gruppo di neuroni detto "Nucleo Arcuato". “Nell’ipotalamo umano - è ancora Gian Luca Ferri a parlare - si trovano insieme nel medesimo nucleo arcuato sia i neuroni che regolano l’alternanza di fame e sazietà in rapporto con i pasti, sia quelli che ci fanno mantenere così stabile il peso corporeo nel lungo periodo”. Si tratta dei neuroni “oressigeni”, che incoraggiano l’assunzione di cibo quando stimolati da segnali di fame (grelina) e dei neuroni “anoressigeni”, che inibiscono l’assunzione di cibo se stimolati da segnali di sazietà (leptina, insulina). “Nell’Hamster siberiano non solo si alternano fasi di obesità estiva con fasi di progressiva e spontanea magrezza invernale, ma il suo nucleo arcuato è suddiviso in due parti topograficamente separate, più facili da studiare per ricercare
target molecolari e farmaci mirati”. Una parte del nucleo arcuato dell’Hamster, dunque, controlla il peso corporeo: contiene quei neuroni che aumentano l’assunzione alimentare nella fase estiva, inducendo sovrappeso sino all’obesità, mentre frenano la fame e l’assunzione di cibo nella fase invernale, in cui l’animale dimagrisce spontaneamente. In termini più scientifici: “Specifici “VGF-peptidi” sono ora risultati modulati nell’ipotalamo dell’Hamster, come atteso anche in base a precedenti studi del Laboratorio in soggetti umani affetti da diabete (Saderi et al., 2012). Particolarmente nuovo il riscontro di ridotta attività di VGF-peptidi in neuroni colinergici della corteccia cerebrale nella fase "invernale", Questo potrebbe essere importante nel regolare l’attività della corteccia cerebrale e quindi nell’adattarla a condizioni di minore disponibilità energetica".
Gian Luca Ferri. Nel 1976 laurea in Medicina e chirurgia a Bologna. Dal 1980 al 1983 ricercatore della Royal Postgraduate Medical School di Londra (ora Imperial College) con studi su peptidi ormonali e neuropeptidi, inclusi i neoscoperti NPY e PYY. Al suo rientro in Italia ha lavorato dapprima quale ricercatore di Anatomia Umana all’Università Tor Vergata di Roma (da novembre 1984 a ottobre 1990) e poi all’Università di Cagliari, in cui dal novembre 1990 è professore ordinario di Anatomia umana. |
PUBBLICAZIONI
- D’Amato et al, 2015 – PLOS ONE DOI:10.1371/journal.pone.0142333
- Noli et al, 2015 – PLOS ONE DOI:10.1371/journal.pone.0141193
- Saderi et al, 2012 – PLOS ONE DOI:10.1371/journal.pone.0040070
(ic)