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Grazie a UNICA un ponte tra la Sardegna e la Tanzania

Scienze Vita e Ambiente, il progetto di cooperazione “Nessun uomo è un’isola”. FOTO, VIDEOPITCH E RASSEGNA STAMPA
21 novembre 2015

foto di Gianluca CaboniDalla ricerca scientifica uno straordinario ponte di collaborazione e grande umanità tra la Sardegna e l’Africa, tra Cagliari e Bumbire (Tanzania). L’Università che si apre al territorio e - grazie all’intesa con il Comune di Lunamatrona - attiva un percorso di sostegno alle popolazioni malnutrite del continente più povero del mondo. E oggi lo ha raccontato a centinaia di studenti di alcune scuole di Cagliari e del Centro-Sardegna. GUARDA le foto, le video-interviste e lo straordinario video (è alla fine della pagina) realizzato da Gianluca Caboni, uno degli studenti del corso di laurea in Scienze naturali coinvolti nel progetto con un tirocinio formativo.

di Sergio Nuvoli - VAI ALLA RASSEGNA STAMPA

Cagliari, 21 novembre 2015 – In Sardegna il 27% della popolazione è in sovrappeso, il 10% è obeso. Numeri preoccupanti, leggermente migliori rispetto ai dati nazionali, che testimoniano le dimensioni della malnutrizione, l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti. Se ne è parlato questa mattina nella Sala Congressi della Cittadella universitaria di Monserrato, nel corso della presentazione del progetto di cooperazione internazionale “Nessun uomo è un’isola”, promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente e portato avanti con determinazione dal gruppo di ricerca della prof.ssa Elisabetta Marini, associato di Antropologia. “All’orizzonte – ha detto tra l’altro la docente – un accordo internazionale con l’ateneo ugandese Nkumba Ntebe University, che consentirà presto scambi di studenti attraverso il programma di mobilità Globus”. Il direttore del Dipartimento, prof.ssa Anna Maria Fadda, ha portato i saluti dell’Ateneo, ed in particolare del Rettore.

VIDEOPITCH CON LA PROF.SSA ELISABETTA MARINI

A seguire i lavori, con attenzione e interesse, erano presenti con i loro insegnanti gli studenti dell’Istituto comprensivo Satta-Spano-De Amicis di Cagliari e quelli di Atzara, Sorgono, Tonara e Ovodda. Il progetto ha di fatto costruito un importante ponte tra Università di Cagliari, comune di Lunamatrona e Uganda e Tanzania, grazie anche alla collaborazione con l’associazione “Bhalobasa”, una onlus nata in India nel 1991 che opera in vari Paesi del mondo, come hanno spiegato Simone Del Cesta e Giovanni Carmignani: “Lavorare con realtà come l’Università di Cagliari – ha spiegato quest’ultimo – consente di evitare centralismo e assistenzialismo nei progetti, e incentiva la cooperazione decentrata basata sul protagonismo locale”.

Nascono così iniziative in grado di generare reddito, come la costruzione di un mulino per cereali, ambulatori medici e progetti di educazione sanitaria o volti al contrasto della malnutrizione. Come “Nessun uomo è un’isola”, di fatto “un ponte intercontinentale - lo ha definito Elena Mereu, dottoranda di ricerca - tra Cagliari, Lunamatrona e Bumbire, un’isola nel Lago Vittoria”. “E’ un esempio riuscito di collaborazione tra Università, territorio e scuola”, avendo coinvolto anche gli scolari del paese sardo e gli anziani ospiti dell’Istituto Cottolengo.

VIDEOPITCH CON LA PROF.SSA ORNELLA COMANDINI

I ricercatori dell’Università di Cagliari si sono recati in Africa per rilevare i dati antropometrici dei bambini di Bumbire e valutarne così la malnutrizione, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione verso una corretta alimentazione: “Da un lato si è trattato di condurre con misurazioni antropometriche una ricerca sullo stato nutrizionale dei bambini – ha aggiunto Ornella Comandini, insegnante e dottoranda di ricerca coinvolta nel progetto – dall’altro sensibilizzare studenti, famiglie e insegnanti sulla denutrizione. L’anno scorso sono stati visitati mille bimbi, altrettanti quest’anno: successivamente, ne sono state studiate le abitudini alimentari”. Al progetto hanno partecipato – con un tirocinio formativo – anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali (guarda il video che hanno realizzato sull’esperienza): “E’ stata una grande occasione di crescita accademica e personale – ha precisato Sonia Floris – Abbiamo applicato sul campo quello che abbiamo studiato durante il corso di Antropologia”.

VIDEOPITCH CON LA DOTT.SSA ELENA MEREU

Gianluca Caboni ha descritto una realtà povera, “molto diversa dalla nostra: visitarla ci ha arricchito molto, dandoci occhi diversi per guardare il mondo”.

 

 

GUARDA IL VIDEO REALIZZATO DAGLI STUDENTI DI SCIENZE NATURALI

 

RASSEGNA STAMPA


 

 
L’UNIONE SARDA
L’UNIONE SARDA di martedì 24 novembre 2015
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Università
DENUTRIZIONE: DA CAGLIARI
UN PROGETTO INTERNAZIONALE
 
In Sardegna il 27 per cento della popolazione è in sovrappeso, il 10 per cento è obeso. Numeri leggermente migliori rispetto ai dati nazionali, forniti l’altro ieri da Elisabetta Marini, antropologa dell’Università di Cagliari, durante la presentazione del progetto di cooperazione internazionale “Nessun uomo è un’isola”, promosso dal Dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente. La docente ha descritto le dimensioni della malnutrizione, l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti, e indicato nei rimedi della corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva, i rimedi possibili e attuabili da chiunque. Non così per la piaga della denutrizione che affligge tanti Paesi africani, come l’Uganda e la Tanzania, dove si è svolto il progetto portato avanti dal gruppo di ricerca della professoressa Marini. Per due anni i ricercatori dell’Ateneo hanno controllato i dati antropometrici di circa 2mila bambini di Bumbire (un’isola tanzanese nel Lago Vittoria) accertandone la denutrizione, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione.
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
LA NUOVA SARDEGNA di martedì 24 novembre 2015
Sardegna – pagina 5
l’indagine
UN SARDO SU DIECI È OBESO
E UNO SU TRE È SOVRAPPESO
 
SASSARI Un sardo su dieci è obeso. E complessivamente il 27 per cento della popolazione dell’isola è sovrappeso. Unica consolazione: i dati sono leggermente migliori di quelli nazionali. Sono i numeri forniti da Elisabetta Marini, antropologa dell’Università di Cagliari durante la presentazione del progetto «Nessun uomo è un’isola», promosso dal dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente per cercare di trovare soluzioni alla denutrizione nei paesi africani. La docente ha descritto le dimensioni del fenomeno: l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti. I rimedi? Una corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva. Tutto un altro discorso la piaga della denutrizione. Per due anni i ricercatori dell’ateneo hanno monitorato i dati di 2mila bambini di Bumbire, un’isola tanzanese nel lago Vittoria, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione. Al progetto hanno partecipato anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali. Il progetto ha costruito un ponte tra università di Cagliari, comune di Lunamatrona e Uganda e Tanzania, grazie alla collaborazione con l’associazione Bhalobasa.
 

 
ANSA
Obeso un sardo su dieci, l’altra faccia della malnutrizione
Ricercatori, Africa senza cibo ma in Europa si mangIa male
CAGLIARI
 
(ANSA) - CAGLIARI, 23 NOV - Un sardo su dieci è obeso. E complessivamente il 27 per cento della popolazione dell’Isola è sovrappeso. Unica consolazione: i dati sono leggermente migliori di quelli nazionali. Sono i numeri forniti da Elisabetta Marini, antropologa dell’Università di Cagliari durante la presentazione del progetto di cooperazione internazionale "Nessun uomo è un’isola", promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente per cercare di trovare soluzioni alla denutrizione nei Paesi africani. La docente ha descritto le dimensioni del fenomeno: l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti. I rimedi? Una corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva. Tutto un altro discorso la piaga della denutrizione. Per due anni i ricercatori dell’Ateneo hanno monitorato i dati antropometrici di circa 2mila bambini di Bumbire, un’isola tanzanese nel lago Vittoria, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione. "Da un lato si è trattato di condurre con misurazioni antropometriche una ricerca sullo stato nutrizionale dei bambini - ha spiegato Ornella Comandini, insegnante e dottoranda di ricerca coinvolta nel progetto - dall’altro di sensibilizzare studenti, famiglie e insegnanti sulla denutrizione". Al progetto hanno partecipato - con un tirocinio formativo - anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali. "E’ stata una grande occasione di crescita accademica e personale - hanno sottolineato Sonia Floris e Gianluca Caboni - Abbiamo applicato sul campo quello che abbiamo studiato durante il corso di Antropologia". Il progetto ha di fatto costruito un ponte intercontinentale tra Università di Cagliari, comune di Lunamatrona, partner del progetto, e Uganda e Tanzania, grazie anche alla collaborazione con l’associazione Bhalobasa, una onlus nata in India nel 1991 che opera in vari Paesi del mondo, come hanno spiegato Simone Del Cesta e Giovanni Carmignani. "Lavorare con realtà come l’Università di Cagliari - ha messo in luce quest’ultimo - consente di evitare centralismo e assistenzialismo nei progetti, e incentiva la cooperazione decentrata basata sul protagonismo locale". "E’ un esempio riuscito di collaborazione tra Università, territorio e scuola - ha aggiunto Elena Mereu, altra dottoranda di ricerca - avendo coinvolto anche gli scolari di Lunamatrona e gli anziani ospiti dell’Istituto Cottolengo presenti nel paese sardo, che hanno confezionato delle piccole borse per i bambini africani".
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
LANUOVASARDEGNA.IT
 
CAGLIARI. I sardi? Meno grassi della media nazionale anche se uno su dieci è obeso e più di uno su quattro (il 27%, per la precisione) è sovrappeso.
Sono i numeri forniti da Elisabetta Marini, antropologa dell’Università di Cagliari durante la presentazione del progetto di cooperazione internazionale «Nessun uomo è un’isola», promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente per cercare di trovare soluzioni alla denutrizione nei Paesi africani.
La docente ha descritto le dimensioni del fenomeno: l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti. I rimedi? Una corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva. Tutto un altro discorso la piaga della denutrizione.
Per due anni i ricercatori dell’Ateneo hanno monitorato i dati antropometrici di circa 2mila bambini di Bumbire, un’isola tanzanese nel lago Vittoria, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione.
«Da un lato si è trattato di condurre con misurazioni antropometriche una ricerca sullo stato nutrizionale dei bambini - ha spiegato Ornella Comandini, insegnante e dottoranda di ricerca coinvolta nel progetto - dall’altro di sensibilizzare studenti, famiglie e insegnanti sulla denutrizione».
Al progetto hanno partecipato - con un tirocinio formativo - anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali. «È stata una grande occasione di crescita accademica e personale - hanno sottolineato Sonia Floris e Gianluca Caboni - Abbiamo applicato sul campo quello che abbiamo studiato durante il corso di Antropologia».
Il progetto ha di fatto costruito un ponte intercontinentale tra Università di Cagliari, comune di Lunamatrona, partner del progetto, e Uganda e Tanzania, grazie anche alla collaborazione con l’associazione Bhalobasa, una onlus nata in India nel 1991 che opera in vari Paesi del mondo, come hanno spiegato Simone Del Cesta e Giovanni Carmignani.
«Lavorare con realtà come l’Università di Cagliari - ha messo in luce quest’ultimo - consente di evitare centralismo e assistenzialismo nei progetti, e incentiva la cooperazione decentrata basata sul protagonismo locale».
«È un esempio riuscito di collaborazione
tra Università, territorio e scuola - ha aggiunto Elena Mereu, altra dottoranda di ricerca - avendo coinvolto anche gli scolari di Lunamatrona e gli anziani ospiti dell’Istituto Cottolengo presenti nel paese sardo, che hanno confezionato delle piccole borse per i bambini africani».
23 novembre 2015
 

 
SARDINIAPOST.IT
23 novembre 2015  Cronaca, In evidenza 14
 
Un sardo su dieci è obeso. E complessivamente il 27 per cento della popolazione dell’Isola è sovrappeso. Unica consolazione: i dati sono leggermente migliori di quelli nazionali. Sono i numeri forniti da Elisabetta Marini, antropologa dell’Università di Cagliari durante la presentazione del progetto di cooperazione internazionale “Nessun uomo è un’isola”, promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente per cercare di trovare soluzioni alla denutrizione nei Paesi africani. La docente ha descritto le dimensioni del fenomeno: l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti. I rimedi? Una corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva. Tutto un altro discorso la piaga della denutrizione. Per due anni i ricercatori dell’Ateneo hanno monitorato i dati antropometrici di circa 2mila bambini di Bumbire, un’isola tanzanese nel lago Vittoria, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione. “Da un lato si è trattato di condurre con misurazioni antropometriche una ricerca sullo stato nutrizionale dei bambini – ha spiegato Ornella Comandini, insegnante e dottoranda di ricerca coinvolta nel progetto – dall’altro di sensibilizzare studenti, famiglie e insegnanti sulla denutrizione”.
Al progetto hanno partecipato – con un tirocinio formativo – anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali. “E’ stata una grande occasione di crescita accademica e personale – hanno sottolineato Sonia Floris e Gianluca Caboni – Abbiamo applicato sul campo quello che abbiamo studiato durante il corso di Antropologia”. Il progetto ha di fatto costruito un ponte intercontinentale tra Università di Cagliari, comune di Lunamatrona, partner del progetto, e Uganda e Tanzania, grazie anche alla collaborazione con l’associazione Bhalobasa, una onlus nata in India nel 1991 che opera in vari Paesi del mondo, come hanno spiegato Simone Del Cesta e Giovanni Carmignani. “Lavorare con realtà come l’Università di Cagliari – ha messo in luce quest’ultimo – consente di evitare centralismo e assistenzialismo nei progetti, e incentiva la cooperazione decentrata basata sul protagonismo locale”. “E’ un esempio riuscito di collaborazione tra Università, territorio e scuola – ha aggiunto Elena Mereu, altra dottoranda di ricerca – avendo coinvolto anche gli scolari di Lunamatrona e gli anziani ospiti dell’Istituto Cottolengo presenti nel paese sardo, che hanno confezionato delle piccole borse per i bambini africani”.
 

 
SARDEGNAOGGI.IT
 
CAGLIARI - In Sardegna il 27 per cento della popolazione è in sovrappeso, il 10 per cento è obeso. Numeri leggermente migliori rispetto ai dati nazionali, forniti dalla professoressa Elisabetta Marini, antropologa dell’Università di Cagliari durante la presentazione del progetto di cooperazione internazionale "Nessun uomo è un’isola", promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. La docente ha descritto le dimensioni della malnutrizione, l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti, e indicato nei rimedi della corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva, i rimedi possibili e facilmente attuabili da chiunque.
Non così per la piaga della denutrizione che affligge tanti Paesi africani, come l’Uganda e la Tanzania dove si è svolto il progetto portato avanti con determinazione dal gruppo di ricerca della prof.ssa Marini. Per due anni i ricercatori dell’Ateneo hanno monitorato i dati antropometrici di circa 2mila bambini di Bumbire (un’isola tanzanese nel Lago Vittoria) accertandone la denutrizione, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione. "Da un lato si è trattato di condurre con misurazioni antropometriche una ricerca sullo stato nutrizionale dei bambini", spiega Ornella Comandini, insegnante e dottoranda di ricerca coinvolta nel progetto, "dall’altro sensibilizzare studenti, famiglie e insegnanti sulla denutrizione". Al progetto hanno partecipato – con un tirocinio formativo – anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali: "È stata una grande occasione di crescita accademica e personale", sottolineano Sonia Floris e Gianluca Caboni, "abbiamo applicato sul campo quello che abbiamo studiato durante il corso di Antropologia".
 

 
CAGLIARIPAD.IT
 
Un sardo su dieci è obeso. E complessivamente il 27 per cento della popolazione dell’Isola è sovrappeso. Unica consolazione: i dati sono leggermente migliori di quelli nazionali. Sono i numeri forniti da Elisabetta Marini, antropologa dell’Università di Cagliari durante la presentazione del progetto di cooperazione internazionale "Nessun uomo è un’isola", promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente per cercare di trovare soluzioni alla denutrizione nei Paesi africani.
La docente ha descritto le dimensioni del fenomeno: l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti. I rimedi? Una corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva. Tutto un altro discorso la piaga della denutrizione. Per due anni i ricercatori dell’Ateneo hanno monitorato i dati antropometrici di circa 2mila bambini di Bumbire, un’isola tanzanese nel lago Vittoria, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione. "Da un lato si è trattato di condurre con misurazioni antropometriche una ricerca sullo stato nutrizionale dei bambini - ha spiegato Ornella Comandini, insegnante e dottoranda di ricerca coinvolta nel progetto - dall’altro di sensibilizzare studenti, famiglie e insegnanti sulla denutrizione".
Al progetto hanno partecipato - con un tirocinio formativo - anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali.
"E’ stata una grande occasione di crescita accademica e personale - hanno sottolineato Sonia Floris e Gianluca Caboni - Abbiamo applicato sul campo quello che abbiamo studiato durante il corso di Antropologia". Il progetto ha di fatto costruito un ponte intercontinentale tra Università di Cagliari, comune di Lunamatrona, partner del progetto, e Uganda e Tanzania, grazie anche alla collaborazione con l’associazione Bhalobasa, una onlus nata in India nel 1991 che opera in vari Paesi del mondo, come hanno spiegato Simone Del Cesta e Giovanni Carmignani.
"Lavorare con realtà come l’Università di Cagliari - ha messo in luce quest’ultimo - consente di evitare centralismo e assistenzialismo nei progetti, e incentiva la cooperazione decentrata basata sul protagonismo locale". "E’ un esempio riuscito di collaborazione tra Università, territorio e scuola - ha aggiunto Elena Mereu, altra dottoranda di ricerca - avendo coinvolto anche gli scolari di Lunamatrona e gli anziani ospiti dell’Istituto Cottolengo presenti nel paese sardo, che hanno confezionato delle piccole borse per i bambini africani".
 

 
SARDEGNAMEDICINA.IT
Lun, 23/11/2015 - 11:39
 
In Sardegna il 27% della popolazione è in sovrappeso, il 10% è obeso. Numeri leggermente migliori rispetto ai dati nazionali, forniti sabato mattina da Elisabetta Marini, antropologa dell’Università di Cagliari durante la presentazione del progetto di cooperazione internazionale “Nessun uomo è un’isola”, promosso dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente. La docente ha descritto le dimensioni della malnutrizione, l’altra faccia della medaglia rispetto alla denutrizione di cui soffrono ancora interi Paesi di altri continenti, e indicato nei rimedi della corretta e sana alimentazione, associata alla pratica sportiva, i rimedi possibili e facilmente attuabili da chiunque.
Non così per la piaga della denutrizione che affligge tanti Paesi africani, come l’Uganda e la Tanzania dove si è svolto il progetto portato avanti con determinazione dal gruppo di ricerca della Marini. Per due anni i ricercatori dell’Ateneo hanno monitorato i dati antropometrici di circa 2mila bambini di Bumbire (un’isola tanzanese nel Lago Vittoria) accertandone la denutrizione, per poi sviluppare azioni di sensibilizzazione nei confronti di insegnanti e genitori verso una corretta alimentazione. “Da un lato si è trattato di condurre con misurazioni antropometriche una ricerca sullo stato nutrizionale dei bambini – ha spiegato Ornella Comandini, insegnante e dottoranda di ricerca coinvolta nel progetto – dall’altro sensibilizzare studenti, famiglie e insegnanti sulla denutrizione”. Al progetto hanno partecipato – con un tirocinio formativo – anche alcuni studenti del corso di laurea in Scienze naturali: “E’ stata una grande occasione di crescita accademica e personale – hanno sottolineato Sonia Floris e Gianluca Caboni – Abbiamo applicato sul campo quello che abbiamo studiato durante il corso di Antropologia”.
Il progetto ha di fatto costruito un importante ponte intercontinentale tra Università di Cagliari, comune di Lunamatrona (partner del progetto) e Uganda e Tanzania, grazie anche alla collaborazione con l’associazione “Bhalobasa”, una onlus nata in India nel 1991 che opera in vari Paesi del mondo, come hanno spiegato Simone Del Cesta e Giovanni Carmignani: “Lavorare con realtà come l’Università di Cagliari – ha spiegato quest’ultimo – consente di evitare centralismo e assistenzialismo nei progetti, e incentiva la cooperazione decentrata basata sul protagonismo locale”. “E’ un esempio riuscito di collaborazione tra Università, territorio e scuola – ha aggiunto Elena Mereu, altra dottoranda di ricerca - avendo coinvolto anche gli scolari di Lunamatrona e gli anziani ospiti dell’Istituto Cottolengo presenti nel paese sardo, che hanno confezionato delle piccole borse per i bambini africani”.
 “All’orizzonte – ha concluso Marini – un accordo internazionale con l’ateneo ugandese Nkumba Ntebe University, che consentirà presto scambi di studenti attraverso il programma di mobilità Globus”. Alla presentazione del progetto – nella Sala Congressi della Cittadella di Monserrato - hanno partecipato con i loro insegnanti gli studenti dell’Istituto comprensivo Satta-Spano-De Amicis di Cagliari e quelli di Atzara, Sorgono, Tonara e Ovodda.

 

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