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Paleografi e diplomatisti a Cagliari dal 28 al 30 settembre

Congresso AIPD "Civiltà del Mediterraneo: interazioni grafiche e culturali attraverso libri, documenti, epigrafi"
28 settembre 2015

Organizzazione a cura della Prof.ssa Luisa D’Arienzo - presidente della Deputazione di storia patria per la Sardegna - con la collaborazione del consiglio direttivo dell’Associazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti
 
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Il logo scelto è uno splendido esempio di carta nautica del Mediterraneo, di scuola genovese, realizzata da Bartolomeo Pareto nel 1455. Si tratta di un prezioso manufatto in pergamena dedicato al Papa Niccolò V raffigurante tutto il mondo fino a quel tempo conosciuto, dal Baltico meridionale alla terra nigrorum, con centro di figura nel canale d’Otranto. Sono presenti molti toponimi ed elementi decorativi (Roma, Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II, Cart. Naut. I). CLICCA SULL’IMMAGINE PER INGRANDIRE

A Cagliari dal 28 al 30 settembre 2015 il congresso "Civiltà del Mediterraneo: interazioni grafiche e culturali attraverso libri, documenti, epigrafi"
 
E’ la prima volta che l’Associazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti svolge in Sardegna il proprio congresso internazionale. Per la professoressa Luisa D’Arienzo (foto a lato), organizzatrice dell’evento con la collaborazione del consiglio direttivo AIPD, "E’ un onore per la nostra isola vedere riuniti a Cagliari i più importanti specialisti di un settore così strategico per lo studio della cultura e del suo evolversi, attraverso le diverse forme di scrittura che ce ne hanno tramandato memoria".
 
L’OBIETTIVO PRINCIPALE che il congresso intende realizzare è quello di coinvolgere i principali specialisti di Paleografia e Diplomatica nelle tematiche sulla storia della scrittura e della cultura in Sardegna, sugli apporti esterni di cui l’isola ha beneficiato, sulle influenze che ha recepito e che le hanno consentito di essere partecipe dei principali movimenti culturali di tutte le epoche. Un’isola non isolata, dunque, che ha saputo cogliere i segni delle civiltà esterne con cui ha avuto contatto, rielaborandoli sapientemente in una mirabile sintesi che ha determinato i principali aspetti dell’identità sarda.
 
IMPORTANTI RISULTATI si attendono anche dalle relazioni di ambito più generale, tra le quali emerge per importanza quella di Mario Capasso (Università di Lecce): "Chi trascriveva, chi leggeva e chi conservava i libri greci e latini nella biblioteca di Ercolano?" nella quale verrà affrontato il complesso problema dell’interazione tra le scritture greche e quelle latine, quale si desume attraverso una delle biblioteche più prestigiose di età romana, che ci ha tramandato la più importante collezione di papiri del mondo antico. Si tratta della biblioteca della così detta Villa dei Papiri rinvenuta ad Ercolano negli anni 1752-1754, costituita da circa un migliaio di rotoli greci ed un centinaio di rotoli latini variamente carbonizzati dalla serie di nubi ardenti che nel corso dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. investirono a più riprese la cittadina. E’ l’unica biblioteca organica pervenutaci sostanzialmente intera dal mondo antico; questo fa sì che essa contribuisca in modo significativo alla storia del libro, delle scritture greca e latina, della lettura, della filosofia nell’area mediterranea tra la fine del IV sec. a. C. e i primi anni del I sec. d.C. Essa pone comunque una serie di problemi che verranno affrontati nel corso dell’intervento cercando di dare ad essi una soluzione: chi ha raccolto quei libri? È stata una sola persona o sono state più persone? Dove furono trascritti i rotoli greci, in Oriente oppure in Occidente? Ed eventualmente questi ultimi furono trascritti ad Ercolano o a Roma e a trascriverli furono scribi latini che conoscevano la lingua e la scrittura greca? E dove e da chi furono trascritti quelli latini? Quando e perché furono depositati nella lussuosa Villa campana? Chi fu il proprietario della casa nel corso del I sec. a.C. e chi lo era al momento dell’eruzione? Che rapporti c’erano tra libri greci e libri latini della Villa? La sezione greca aveva un contenuto esclusivamente filosofico? Quanto fu estesa la circolazione di questi testi, uscirono mai dalla Villa? La tesi più “accreditata” sull’intera vicenda della biblioteca ercolanese è quella che vuole che il suo organizzatore, almeno della sezione greca, sia stato il poeta e filosofo epicureo Filodemo di Gadara, che verso l’80 a.C. da Atene, dove aveva seguito le lezione del capo della locale scuola epicurea Zenone di Sidone, si trasferì in Italia, progettando di divulgarvi la filosofia del Giardino e, per questo, portando con sé gli scritti dei fondatori di quella dottrina. Ad essi Filodemo avrebbe aggiunto i molti trattati da lui composti su tutti gli aspetti della vita umana. A questi due nuclei di libri (che Filodemo avrebbe depositato nella Villa ercolanese del suo protettore, Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, suocero di Giulio Cesare e console nel 58 a.C.) si sarebbero poi aggiunti altri testi epicurei, dopo che gli stessi Filodemo e Pisone erano morti. Non tutti sono disposti a credere in questa ricostruzione; altri l’accettano solo in parte. Si dubita, tra l’altro, che sia stato Pisone il proprietario della casa e Filodemo l’organizzatore della biblioteca.
 

Il Mediterraneo, solcato in tutti i tempi da guerrieri, mercanti e marinai provenienti dagli angoli più remoti del suo bacino, è stato il principale testimone e veicolo dei movimenti culturali, che hanno determinato influenze reciproche fra i popoli che si sono incontrati. Sono state influenze dai risvolti soprattutto tecnici e culturali, che hanno determinato interazioni anche sugli aspetti linguistici e sulle forme scrittorie, oggi testimoniate da numerosi manoscritti, documenti ed epigrafi, che costituiscono la fonte principale per ricostruire la nostra storia. E’ nato così il progetto del Congresso: "Civiltà del Mediterraneo: interazioni grafiche e culturali attraverso libri, documenti, epigrafi" che prevede interventi rivolti allo studio della civiltà mediterranea vista attraverso un aspetto particolare della sua cultura, quello della scrittura, delle sue forme e dei materiali sui quali si è espressa nel corso dei secoli, a partire dall’epoca fenicia. Largo spazio sarà rivolto alla Sardegna, messa a confronto col mondo mediterraneo. Sarà interessante vedere come la nostra isola abbia avuto la scrittura, quella fenicia, fin dal primo millennio avanti Cristo, ancor prima di Roma, che la ebbe con la mediazione delle colonie greche dell’Italia meridionale e del mondo etrusco, ma sempre su base fenicia, solo a partire dal VII secolo a.C. E’ la scrittura dalla quale poi derivarono la Capitale e tutte le forme grafiche del mondo latino, fino ai nostri giorni.

Nel volgere dei secoli la Sardegna, data la sua centralità mediterranea, fu partecipe dei più importanti movimenti culturali che le consentirono di conoscere le principali scritture del mondo cristiano, come le scritture onciale e semionciale, destinate a codici sontuosi, come Bibbie e Vangeli, ed anche a più semplici manoscritti di ambito dottrinale e patristico. Con l’arrivo dei bizantini (533) l’isola conobbe anche le scritture greche, delle quali ci sono rimasti importanti manoscritti, come il codice bilingue greco-latino contenente gli atti degli Apostoli, noto come codex Laudianus, oggi conservato nella Biblioteca Bodleiana di Oxford. Le tematiche del congresso potranno farci seguire anche il ruolo e la funzione della scrittura greca nel contesto storico culturale della Sardegna tra il VI e XII secolo, quando, a seguito della dominazione bizantina , la scrittura greca è stata significativamente presente nell’isola, soprattutto quale immagine inconfondibile dell’autorità promanante dall’unico Impero romano rimasto, quello di Costantinopoli.

Emergerà dagli interventi anche la civiltà peculiare del mondo medievale di età giudicale che si estrinsecò insieme a quella assai felice della civiltà monastica, che ci ha trasmesso le più antiche e celebri attestazioni della lingua sarda: i condaghi, scritti in elegante scrittura carolina portata in Sardegna dal continente attraverso le numerose fondazioni monastiche. Sempre in ambito giudicale verranno esaminati aspetti inerenti il canto gregoriano presente in una serie di manoscritti arborensi liturgico-musicali, sontuosamente miniati, custoditi nella Cattedrale di Oristano, provenienti da un’area tuttora da precisare, ma identificabile in un ambito tosco-emiliano.
 
Luisa D’Arienzo

Aula magna del Rettorato di Cagliari, lunedì 28 settembre 2015 - In primo piano la professoressa GIOVANNA NICOLAJ dell'Università "La Sapienza" di Roma, a destra la professoressa Luisa D'Arienzo da sinistra: la professoressa Luisa D'Arienzo, il rettore di Cagliari Maria Del Zompo e il Presidente dell’Associazione Italiana prof. Santo Luca (Tor Vergata)

PROGRAMMA COMPLETO - Clicca qui per la brochure in formato .pdf 

 

 

 

22.09.2015
Ivo Cabiddu

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