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Nella foto, datata 1969: Giorgio Piccaluga, Giaime Marongiu, Gabriella Pinna e Gianni Licheri
La foto ci ritrae insieme a Gianni al Convegno di Chimica Fisica tenutosi a Firenze nel 1969, in cui scienziati di tutto il mondo presentavano i risultati delle loro ricerche sulla struttura dell’acqua. Perché eravamo lì? Perché Gianni ci aveva convinto a dedicarci allo studio della struttura dell’acqua e delle soluzioni elettrolitiche con l’uso della diffrazione di raggi X, qualcosa che pochissimi al mondo facevano per l’elevata difficoltà e le scarse probabilità di successo. E che noi dovevamo affrontare completamente da autodidatti. Il Professor Ferroni, uno dei più illustri chimico-fisici italiani che in quegli anni insegnava a Cagliari, ci guardava con commiserazione; altri ci mettevano i bastoni tra le ruote. Invece Gianni aveva visto giusto. La ricerca risultò estremamente fruttuosa, il gruppo di Cagliari divenne un punto di riferimento per quanti in tutto il mondo si interessavano di questa tematica, molte delle pubblicazioni prodotte in quegli anni sono ancora oggi citate da quanti si occupano dei fenomeni di organizzazione molecolare in soluzione.
Ma non fu questa l’unica occasione in cui Gianni mostrò di saper scegliere con preveggenza i temi delle sue ricerche. A partire dal 1980 si scatenò nei Paesi dove la Ricerca è più sostenuta la corsa alla costruzione di sempre più potenti acceleratori di particelle e all’utilizzo della radiazione in essi prodotta, la cosiddetta luce di sincrotrone, per lo studio sempre più approfondito della struttura della materia.
Con la sua sensibilità di fisico, anche in questa occasione Gianni volle che il gruppo di Cagliari si candidasse per effettuare in Francia e in Inghilterra degli esperimenti di spettroscopia di assorbimento di raggi X, cosa che aumentò ancora la sua visibilità internazionale. Si instaurarono così importanti collaborazioni, soprattutto quando il gruppo di ricerca spostò i propri interessi allo studio delle relazioni tra struttura e proprietà nei materiali vetrosi. Questi, oltre che con le tecniche sopra menzionate, furono investigati in modo sempre più sofisticato, con la diffrazione di neutroni, con lo scattering anomalo di raggi X, con l’analisi dei dati col metodo Monte Carlo.
Questa tendenza alle scelte innovative e alle sfide Gianni seppe trasmetterla ai collaboratori e ai giovani allievi. E non è un caso che il gruppo di struttura dei materiali del Dipartimento di Scienze Chimiche sia stato negli anni ’90 uno dei primi in Italia a occuparsi di Nanomateriali, uno dei temi di ricerca più coltivato al giorno d’oggi.
![Giovanni Licheri](/UserFiles/File/Utenti/verdeoro/people/250_licheri_gianni.jpg)
Quando una crudele malattia lo ha allontanato dal suo lavoro Gianni ha lasciato un grande vuoto. Ma oggi che ci lasciato per sempre, a noi che gli fummo vicini in una intera vita di battaglie, di soddisfazioni e anche di sconfitte, piace ricordare che, grazie alle sue intuizioni, Gianni ha lasciato una eredità che lo rende presente a tutti, anche a quanti non lo conobbero. Soprattutto ai giovani vogliamo indicarlo come esempio per la sua capacità di cogliere il nuovo, di accettare le sfide, di lavorare per gli altri, e di farlo con equilibrio, senza gridare, con la forza del ragionamento.
Cagliari, 11 settembre 2015 (Ivo Cabiddu)