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La magia dei burattini in un’aula universitaria

"Buongiorno Regione" intervista Mauro e Giulia Sarzi sull’iniziativa realizzata nel corso di Filosofia del Linguaggio
10 giugno 2015

di Sergio Nuvoli

Cagliari, 10 giugno 2015 – Nei giorni scorsi hanno fatto la loro comparsa nella Facoltà di Studi umanistici, oggi sono stati intervistati da Chiara Zammitti a “Buongiorno Regione” – la trasmissione quotidiana della testata giornalistica regionale della Rai, diretta da Anna Piras - sul riuscitissimo esperimento fatto in un’aula universitaria.
 
Mauro Sarzi (nella foto a destra) e la figlia Giulia, rappresentanti di una storica famiglia di autentici burattinai, hanno partecipato all’iniziativa del prof. Gian Pietro Storari, docente di Filosofia del linguaggio all’Università di Cagliari, e hanno portato la magia dei burattini in un’aula di università. Sarzi da anni collabora anche attraverso l’ideazione di geniali iniziative con diversi ospedali e cliniche specializzate (ultimo il progetto sull’autismo, con la messa in scena di “Pierino e il lupo”), ma sono in tanti a ricordare il premio assegnato dal Presidente della Repubblica per il progetto “Ciao capellone”.
 
“L’idea nasce dal fatto che con i burattini puoi arrivare a farti capire da tutti, soprattutto dai bambini - ha spiegato Sarzi a L’Unione Sarda nei giorni scorsi - Con questo corso diamo agli studenti gli strumenti necessari per lavorare nel mondo dell’infanzia”.
 
“Abbiamo iniziato quest’anno a fare questo esperimento, dal prossimo anno avremo un corso di livello avanzato – ha aggiunto Storari - In questo modo gli studenti sono in grado di organizzare un racconto, strutturarlo, e far sì che i bambini vengano coinvolti nella comunicazione e nella relazione attraverso i burattini”. In trenta ore, gli studenti hanno creato i burattini, lavorato sulla caratterizzazione dei personaggi, sulla voce, fino ad arrivare allo spettacolo finale, “Tachellina e l’acqua magica”.
 
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli  - tel. 070 6752216

 

L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda del 31 maggio 2015
Cultura (Pagina 68 - Edizione CA)
Scienze dell’Educazione. Progetto dell’università
Con Mauro Sarzi oggi studenti-burattinai e domani pedagogisti
 
Basta il nome, Mauro Sarzi, e immediatamente il pensiero corre ai burattini. A quegli straordinari, poetici, magici, a volte irriverenti, personaggi di pezza, e altri materiali di riciclo che si animano e sono capaci di affascinare adulti e bambini. Ci sono principi, streghe, serpenti e folletti: personaggi che vengono dal passato. Basta un po’ di fantasia e creatività, e la magia del teatro dei burattini prende vita. Stavolta succede alla facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’università di Cagliari, dove per la prima volta in Italia viene istituito il primo corso accademico per burattinai. Burattinai speciali oggi, pedagogisti domani. «L’idea nasce dal fatto che con i burattini puoi arrivare a farti capire da tutti, soprattutto dai bambini», spiega Sarzi. «Con questo corso diamo agli studenti gli strumenti necessari per lavorare nel mondo dell’infanzia».
Grande merito di questo progetto, soprattutto culturale, è di Gian Pietro Storari, docente di Filosofia del linguaggio all’università di Cagliari. «Abbiamo iniziato quest’anno a fare questo esperimento, dal prossimo anno avremo un corso di livello avanzato. In questo modo gli studenti sono in grado di organizzare un racconto, strutturarlo, e far sì che i bambini vengano coinvolti nella comunicazione e nella relazione attraverso i burattini».
In trenta ore, gli studenti hanno creato i burattini, lavorato sulla caratterizzazione dei personaggi, sulla voce, fino ad arrivare allo spettacolo finale, “Tachellina e l’acqua magica”.
«Con i burattini si può comunicare qualsiasi cosa a qualsiasi interlocutore», dice Soraia Secci, una delle streghe. La forza dei burattini è proprio questa. «Stimolano la creatività, la curiosità, giocando tutto sull’improvvisazione», aggiunge Erika Solinas. «Ogni burattino è un pezzo a sé, per questo in ognuno c’è sempre qualcosa di nuovo e inaspettato», le fa eco Carlotta Podda. Ma c’è anche altro. «I burattini ti consentono di fare anche un lavoro personale», confessano tutti i protagonisti. «Si rimettono in gioco piccole paure, e alla fine ogni burattino ha sempre qualcosa di noi». (mau.ma.)
 

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