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Garantire l'istruzione universitaria anche ai detenuti

La nuova sfida per l'Ateneo presentata dal Rettore e dal Provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria
17 dicembre 2014

La nuova sfida per l’Ateneo: permettere l’accesso agli studi universitari anche ai detenuti nelle carceri sarde. Il provveditore De Gesu: "Dopo aver puntato sul lavoro per il recupero dei condannati, ora puntiamo sulla formazione. L’obiettivo è ridurre ancora il rischio di recidiva, che in Sardegna è già attestato sulla metà dei valori registrati nel resto d’Italia". Il Rettore Melis: "L’Ateneo è pronto a collaborare, mettendo a disposizione i corsi già attivi on line e ulteriori possibilità". La docente di Criminologia Cabras: "Opportunità importante per i dipartimenti e per i nostri neolaureati". Da parte dei detenuti manifestazioni di interesse, in particolare, per Giurisprudenza, Lettere ed Economia.

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di Sergio Nuvoli - fotografie di Francesco Cogotti

Cagliari, 17 dicembre 2014 - Il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna, Gianfranco De Gesu e il Rettore, Giovanni Melis hanno firmato questa mattina un protocollo d’intesa finalizzato a promuovere l’istruzione universitaria di soggetti condannati.
 
Il protocollo prevede l’organizzazione di attività didattiche, di orientamento/consulenza, di tutorato, anche con metodologie e tecniche di insegnamento a distanza, fino alla realizzazione dei curricula previsti nei vari ordinamenti di studio. “E’ un importante servizio al territorio – ha sottolineato il Rettore, Giovanni Melis – Mettiamo a disposizione i nostri corsi di laurea, in particolare quelli che già sono impartiti in modalità on line. Ci è sembrato importante concludere l’accordo con l’Amministrazione penitenziaria”.
 
“Siamo grati all’Università di Cagliari – ha commentato il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna, Gianfranco De Gesu – per averci dato questa possibilità. La Sardegna è l’unica regione italiana ad avere le colonie agricole inserite nel contesto penitenziario, ed è anche la regione che vanta un tasso di recidiva fermo alla metà di quello registrato nel resto d’Italia. Con questo nuovo accordo puntiamo a scendere sotto il 20%, affiancando alle attività lavorative, su cui abbiamo puntato da anni, anche nuovi percorsi formativi”.
 
“E’ una grande sfida – ha rimarcato Cristina Cabras, criminologa e docente di Psicologia giuridica e Criminologia, che ha lavorato per giungere alla conclusione dell’accordo tra le due amministrazioni – Le ricerche condotte in ambito criminologico mostrano che le persone che hanno commesso reati, se seguite opportunamente, riducono sensibilmente il rischio di recidiva. Le attività coinvolgeranno ora tutti i dipartimenti dell’Ateneo, e nel progetto saranno impegnati anche neolaureati in attività di tirocinio e tutorato”. All’incontro ha partecipato anche Giampaolo Cassitta, dirigente dell’Ufficio Detenuti e Trattamento dell’Amministrazione penitenziaria.
 
Sono destinatari delle attività formative tutte le persone detenute, italiane e straniere, compresi gli appartenenti al circuito di “alta sicurezza” o sottoposti al regime di cui all’art. 41 bis O.P., presenti negli istituti penitenziari di Uta, Iglesias, Lanusei e Oristano Massama che, in possesso dei requisiti previsti dalla legge, intendano immatricolarsi o siano già iscritti a corsi universitari. I Dipartimenti creeranno pool di docenti e tutor disponibili a collaborare a tale iniziativa. Numerose manifestazioni di interesse sono giunte all’Amministrazione penitenziaria dai detenuti, specie per facoltà come Lettere, Economia e Giurisprudenza.
 
Il Provveditorato si impegna a trasferire nelle sedi indicate tutte le persone detenute di media sicurezza che faranno esplicita richiesta e firmeranno un patto trattamentale, mentre i detenuti appartenenti al circuito di “alta sicurezza” o sottoposti al regime di cui all’art. 41 bis O.P., presenti nei soli istituti di Cagliari Uta e Oristano Massama, potranno frequentare i corsi universitari esclusivamente presso gli istituti penitenziari di appartenenza. L’immatricolazione o l’iscrizione a corsi di studio attivati dall’Ateneo avverrà secondo le procedure ed alle condizioni vigenti presso l’Università di Cagliari.
 
L’Ateneo favorirà la partecipazione alla didattica anche mediante l’adozione di modalità di insegnamento e di verifica della preparazione in modalità e-learning.
 

Il Rettore Melis e il Provveditore dell’Amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu

A destra, la professoressa Cabras

Il provveditore De Gesu e Giampaolo Cassitta, Dirigente dell’Ufficio Detenuti e Trattamento (Amministrazione penitenziaria)


UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - Sergio Nuvoli -  foto Francesco Cogotti - tel. 070 6752216

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di giovedì 18 dicembre 2014
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Libri e lezioni in carcere per i detenuti-universitari
Protocollo d’intesa tra l’Ateneo e l’amministrazione penitenziaria
 
Nei casi peggiori è fatta di noia e rimpianto, sotto un cielo a quadri. Quando va bene, di maniche rimboccate e lavoro sodo nei campi. A breve la vita dei detenuti negli istituti penitenziari avrà una nuova opportunità. Con cui accorciare le ore, sentirsi utili e progettare il rientro nella società. Grazie al protocollo d’intesa, sottoscritto ieri tra l’Università di Cagliari e il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, i carcerati di Uta (ma anche di Iglesias, Lanusei e Oristano Massama) potranno studiare, sostenere gli esami, conquistare un titolo universitario spendibile una volta tornati liberi. Oppure portare a termine un percorso di studi già intrapreso, come nel caso della quindicina di detenuti trasferiti a Massama da penitenziari della penisola.
Proprio la richiesta di prosecuzione del corso intrapreso, partita da loro all’arrivo in Sardegna, è stata tra gli input per la stipula dell’accordo, che prevede l’organizzazione di attività didattiche, in sede e modalità e-learning, arricchite dall’intervento di tutor e da percorsi di approfondimento singoli. «Con questo progetto», ha spiegato ieri in Rettorato il provveditore regionale, Gianfranco De Gesu, «puntiamo a dimezzare la percentuale di recidiva, che in Sardegna si attesta al 50 per cento, un valore già molto positivo rispetto alla media nazionale». Libri e lezioni diventano così un sistema di reintegrazione sociale, compagni di nuovi stili di vita, alla pari del lavoro nelle colonie agricole, che impiega oggi la maggior parte dei detenuti in regimi di media sicurezza. «Potranno partecipare al percorso formativo anche i condannati appartenenti al circuito di alta sicurezza», ha aggiunto Cristina Cabras, docente di psicologia sociale all’Università di Cagliari. «Per loro stiamo individuando docenti e tutor che svolgeranno l’attività didattica esclusivamente nei penitenziari». In alternativa, i corsi di lettere, giurisprudenza ed economia e commercio - queste le discipline più richieste - si svolgeranno con sistema a distanza. «Una formula che supporta chi vuole studiare ma non può farlo di persona», ha sottolineato il rettore dell’Ateneo cagliaritano, Giovanni Melis, «anche se lontani fisicamente, i detenuti potranno frequentare, approfondire, rileggere le lezioni come in un normale percorso universitario». L’iniziativa è stata già avviata, con successo, negli istituti di Tempio e Alghero.
Clara Mulas
 

 
Ansa
Carceri: corsi universitari per detenuti, firmato protocollo
Pronti pool docenti e tutor,coinvolti anche 41 bis ma a distanza
 
(ANSA) - CAGLIARI, 17 DIC - La rieducazione in carcere può passare anche attraverso gli studi: il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu, e il rettore Giovanni Melis hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere l’istruzione universitaria dei detenuti. L’intesa, presentata questa mattina nella sede del Rettorato da Melis e De Gesu, prevede l’organizzazione di attività didattiche, di orientamento e consulenza e di tutorato, anche utilizzando metodologie e tecniche di insegnamento a distanza. "Un’intesa - ha detto De Gesu - già sperimentata nel nord Sardegna. A Tempio abbiamo ventidue iscritti, ad Alghero sette". L’impegno negli studi è importante anche ai fini della valutazione della concessione di misure alternative. "Un servizio al territorio - ha detto Melis - destinato a favorire maggiore integrazione". Destinatari delle attività formative sono tutti i detenuti, italiani e stranieri, compresi quelli appartenenti al circuito dell’alta sicurezza o 41 bis, degli istituti penitenziari di Uta, Iglesias, Lanusei e Oristano Massama, che intendano immatricolarsi o siano già iscritti. I dipartimenti creeranno pool di docenti e tutor disponibili a collaborare all’iniziativa. Il Provveditorato si impegna a trasferire i detenuti-studenti di media sicurezza nelle sedi indicate, mentre i detenuti ad alta sicurezza o 41 bis che arriveranno, solo a Cagliari e Oristano, potranno frequentare i corsi unicamente in carcere. L’ateneo favorirà la partecipazione alla didattica anche attraverso modalità di insegnamento e di verifica della preparazione a distanza. (ANSA).
YE6-EI/ S45 QBXQ
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda on line
 
Il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu, e il rettore Giovanni Melis hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere l’istruzione universitaria dei detenuti. L’intesa, presentata questa mattina nella sede del Rettorato da Melis e De Gesu, prevede l’organizzazione di attività didattiche, di orientamento e consulenza e di tutorato, anche utilizzando metodologie e tecniche di insegnamento a distanza. "Un’intesa - ha detto De Gesu - già sperimentata nel nord Sardegna. A Tempio abbiamo ventidue iscritti, ad Alghero sette". L’impegno negli studi è importante anche ai fini della valutazione della concessione di misure alternative. "Un servizio al territorio - ha detto Melis - destinato a favorire maggiore integrazione". Destinatari delle attività formative sono tutti i detenuti, italiani e stranieri, compresi quelli appartenenti al circuito dell’alta sicurezza o 41 bis, degli istituti penitenziari di Uta, Iglesias, Lanusei e Oristano Massama, che intendano immatricolarsi o siano già iscritti. I dipartimenti creeranno pool di docenti e tutor disponibili a collaborare all’iniziativa. Il Provveditorato si impegna a trasferire i detenuti-studenti di media sicurezza nelle sedi indicate, mentre i detenuti ad alta sicurezza o 41 bis che arriveranno, solo a Cagliari e Oristano, potranno frequentare i corsi unicamente in carcere. L’ateneo favorirà la partecipazione alla didattica anche attraverso modalità di insegnamento e di verifica della preparazione a distanza.
Mercoledì 17 dicembre 2014 11:22
 

 
Cagliaripad.it
 
La rieducazione in carcere può passare anche attraverso gli studi: il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu, e il rettore Giovanni Melis hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere l’istruzione universitaria dei detenuti. L’intesa, presentata questa mattina nella sede del Rettorato da Melis e De Gesu, prevede l’organizzazione di attività didattiche, di orientamento e consulenza e di tutorato, anche utilizzando metodologie e tecniche di insegnamento a distanza.
"Un’intesa - ha detto De Gesu - già sperimentata nel nord Sardegna. A Tempio abbiamo ventidue iscritti, ad Alghero sette".
L’impegno negli studi è importante anche ai fini della valutazione della concessione di misure alternative. "Un servizio al territorio - ha detto Melis - destinato a favorire maggiore integrazione". Destinatari delle attività formative sono tutti i detenuti, italiani e stranieri, compresi quelli appartenenti al circuito dell’alta sicurezza o 41 bis, degli istituti penitenziari di Uta, Iglesias, Lanusei e Oristano Massama, che intendano immatricolarsi o siano già iscritti. I dipartimenti creeranno pool di docenti e tutor disponibili a collaborare all’iniziativa. Il Provveditorato si impegna a trasferire i detenuti-studenti di media sicurezza nelle sedi indicate, mentre i detenuti ad alta sicurezza o 41 bis che arriveranno, solo a Cagliari e Oristano, potranno frequentare i corsi unicamente in carcere. L’ateneo favorirà la partecipazione alla didattica anche attraverso modalità di insegnamento e di verifica della preparazione a distanza.
 

 
 
Università aperta ai detenuti, accordo tra ateneo di Cagliari e carceri. Oggi la firma del protocollo d’intesa fra il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu, e il rettore di Cagliari, Giovanni Melis. L’obiettivo è quello di promuovere l’istruzione universitaria di soggetti condannati. Il protocollo prevede l’organizzazione di attività didattiche, orientamento e consulenza, tutorato, anche con metodologie e tecniche di insegnamento a distanza, fino alla realizzazione dei curricula previsti nei vari
ordinamenti di studio. "Un accordo importante - ha spiegato il rettore Melis - che porta i servizi universitari all’interno degli istituti penitenziari: a disposizione ci saranno anche i corsi online già attivi".
Un’esperienza già testata nell’isola. Nel carcere di Tempio, grazie a un accordo stipulato l’anno scorso con l’Università di Sassari, sono 22 i detenuti iscritti. Sette ad Alghero. Tra i corsi più gettonati dai detenuti sardi c’è Giurisprudenza, Lettere, Economia e Scienze politiche. "In Sardegna - ha sottolineato De Gesu - abbiamo il maggior numero di detenuti che lavorano. La possibilità di conseguire una laurea può favorire il loro reintegro nella società, e diminuire il tasso di recidiva: l’obiettivo è quello di ridurre la percentuale almeno del 20 per cento".
Destinatari delle attività formative saranno tutte le persone detenute, italiane e straniere, compresi gli appartenenti al circuito di "alta sicurezza" o sottoposti al regime di 41 bis presenti negli istituti penitenziari di Uta, Iglesias, Lanusei e Oristano Massama che, in possesso dei requisiti previsti dalla legge, intendano immatricolarsi o siano già iscritti a corsi universitari. I Dipartimenti creeranno pool di docenti e tutor disponibili a collaborare a tale iniziativa. I detenuti appartenenti al circuito di "alta sicurezza" o sottoposti al regime 41 bis, presenti nei soli istituti di Cagliari Uta e Oristano Massama, potranno frequentare i corsi universitari esclusivamente presso gli istituti penitenziari di appartenenza. L’immatricolazione o l’iscrizione a corsi di studio attivati dall’Ateneo avverrà secondo le procedure ed alle condizioni vigenti presso l’Università di Cagliari.
Inoltre, la partecipazione alla didattica sarà favorita anche tramite l’adozione di modalità di insegnamento e di verifica della preparazione in modalità e-learning.
 

 
Castedduonline.it
Autore: Redazione Casteddu Online il 16/12/2014 10:54
 
Domani, mercoledì 17 dicembre alle 10.30 nella Sala Consiglio del Palazzo del Rettorato (in via Università 40) il Rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, e il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Sardegna, Gianfranco De Gesu terranno una conferenza stampa per presentare un protocollo d’intesa firmato dalle due istituzioni.
L’accordo prevede la promozione dell’istruzione universitaria di soggetti condannati e attualmente detenuti anche nel circuito di “alta sicurezza” o o sottoposti al regime previsto all’art. 41 bis dell’Ordinamento penitenziario. Durante l’incontro con i giornalisti il Rettore e il Provveditore illustreranno le modalità di realizzazione dell’intesa, le modalità di selezione dei soggetti beneficiari e i risultati attesi
 

 

 
 
La rieducazione in carcere può passare anche attraverso gli studi: il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Gianfranco De Gesu, e il rettore Giovanni Melis hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere l’istruzione universitaria dei detenuti.
L’intesa, presentata questa mattina nella sede del Rettorato da Melis e De Gesu, prevede l’organizzazione di attività didattiche, di orientamento e consulenza e di tutorato, anche utilizzando metodologie e tecniche di insegnamento a distanza.
"Un’intesa - ha detto De Gesu - già sperimentata nel nord Sardegna. A Tempio abbiamo ventidue iscritti, ad Alghero sette". L’impegno negli studi è importante anche ai fini della valutazione della concessione di misure alternative. "Un servizio al territorio - ha detto Melis - destinato a favorire maggiore integrazione".
Destinatari delle attività formative sono tutti i detenuti, italiani e stranieri, compresi quelli appartenenti al circuito dell’alta sicurezza o 41 bis, degli istituti penitenziari di Uta, Iglesias, Lanusei e Oristano Massama, che intendano immatricolarsi o siano già iscritti.
I dipartimenti creeranno pool di docenti e tutor disponibili a collaborare all’iniziativa. Il Provveditorato si impegna a trasferire i detenuti-studenti di media sicurezza nelle sedi indicate, mentre i detenuti ad alta sicurezza o 41 bis che arriveranno, solo a Cagliari e Oristano, potranno frequentare i corsi unicamente in carcere. L’ateneo favorirà la partecipazione alla didattica anche attraverso modalità di insegnamento e di verifica della preparazione a distanza.
17 dicembre 2014

 

 
 
CAGLIARI - Il provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Sardegna, Gianfranco De Gesu, e il rettore Giovanni Melis hanno firmato un protocollo d’intesa finalizzato a promuovere l’istruzione universitaria dei condannati. L’accordo prevede l’organizzazione di attività didattiche, di orientamento, consulenza, di tutorato, anche con metodologie e tecniche di insegnamento a distanza, fino alla realizzazione dei curricula previsti nei vari ordinamenti di studio.
Le carceri dove i detenuti stanno già seguendo le lezioni sono Alghero, con 7 detenuti e Tempio Pausania con 22, merito di un accordo con l’Università di Sassari dell’anno scorso. A questi ora si aggiungono le convenzioni dell’Università di Cagliari con le carceri di Uta, Oristano e Lanusei. "L’Ateneo - ha detto il rettore Melis - favorirà la partecipazione alla didattica anche mediante l’adozione di modalità di insegnamento e di verifica della preparazione in modalità e-learning. Con il tempo cercheremo addirittura di ampliare l’offerta". Nessun 41 bis per ora, ma qualora ci fosse richiesta, i detenuti di "massima sicurezza" potranno frequentare i corsi universitari esclusivamente presso gli istituti penitenziari di appartenenza.
"La maggior parte dei carcerati in Sardegna lavora, - ha affermato Gianfranco De Gesu - ma ci sembrava necessario dare un’ulteriore possibilità di reintegro nella società per i detenuti. L’università sarà il primo passo per diminuire di almeno il 20% il tasso di recidiva dei carcerati".
Mauro Loddo
Ultimo aggiornamento: 17-12-2014 12:57

 

 

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