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Sindrome di Tourette, premiata una ricerca cagliaritana

Prestigioso riconoscimento al gruppo del prof. Francesco Marrosu che sperimenta un nuovo approccio terapeutico
20 luglio 2013

 

Cagliari, 20 luglio 2013 - La Tourette Syndrome Association (TSA) premia ancora una ricerca basata sulla finasteride, una terapia nata a Cagliari. Gli studi in questione riguarderanno una collaborazione con la University of Kansas, la Harvard University e la University of Southern California di Los Angeles, sulle basi molecolari dell’azione terapeutica di questo farmaco.
 
La prima sperimentazione della finasteride come terapia per la sindrome di Tourette (una patologia neuropsichiatrica gravemente invalidante) è iniziata nel 2007 nella nostra Università, presso il Centro Interdipartimentale Tourette diretto dal prof. Francesco Marrosu (nella foto a destra).
 
Il nuovo approccio terapeutico, che sta dando risultati più che incoraggianti, è nato da un’idea originale del dott. Marco Bortolato, basata su osservazioni sugli animali condotte presso l’allora Dipartimento di Neuroscienze e di cui il prof. Marrosu ha saputo cogliere l’innovativa portata per i pazienti.
 
Già in passato la TSA ha premiato il gruppo di ricerca cagliaritano, finanziando ben due progetti di ricerca di base sugli effetti della finasteride in condizioni sperimentali assimilabili alla malattia di Tourette. Il dott. Bortolato attualmente è Assistant Professor presso il Department of Pharmacology & Toxicology della Kansas University, ma continua a collaborare intensamente con i colleghi di Cagliari e con il Prof. Marrosu.
 
Infatti anche i pazienti del Centro Interdipartimentale Tourette saranno inclusi nella nuova ricerca finanziata dalla TSA, sulla associazione fra varianti genetiche dell’enzima 5-alfa-reduttasi (su cui agisce la finasteride) e i livelli ormonali androgeni.
 
Nel frattempo la ricerca sulla terapia con finasteride procede speditamente, ed è iniziata anche la fase di sperimentazione in doppio cieco. Inoltre, la ricerca su modelli animali, condotti dalla dr.ssa Paola Devoto e il suo gruppo (presso la sezione di Neuroscienze del Dipartimento di Scienze Biomediche) in collaborazione col dr. Bortolato, ha recentemente individuato uno dei meccanismi d’azione del farmaco stesso, che potrebbe essere di fondamentale importanza per l’introduzione di nuove terapie per la sindrome nella popolazione pediatrica. 

 


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