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"Coniugare la tecnologia con i valori di cui disponiamo"

La vita italiana al turismo secondo Franco Iseppi, presidente Touring Club
16 gennaio 2013

 

 
Cagliari, 16 gennaio 2013 – “Un piccolo Bignami del turismo”: è la l’ironica definizione (sono parole sue) che Franco Iseppi ha dato questa mattina alla sua lezione, conclusiva dell’insegnamento di Economia aziendale tenuto da Paolo Congiu nel corso di laurea in Economia e finanza.
 
Parlando a studenti del primo anno – seppure al termine del primo semestre di lezione – il presidente del Touring club italiano, ha usato sette schede per parlare in modo semplice, ma mai banale, di un settore – il  turismo – che rappresenta il 3,2% del PIL italiano, e con l’indotto raggiunge il 9%, evidenziandone pregi e difetti e sintetizzandone le caratteristiche essenziali. Prima della relazione dell’illustre ospite, i saluti del presidente del corso di laurea, Rinaldo Brau, e del presidente del dipartimento, Francesco Mola.
 
“L’offerta turistica italiana – ha spiegato Iseppi – si basa su un patrimonio culturale che nessuno ha, indiscutibile, attribuibile alla storia del nostro popolo. L’altro aspetto di forza è rappresentato dalle produzioni enogastronomiche: per un terzo dei turisti, è questo il motivo del viaggio”. E poi il paesaggio e la ricchezza della biodiversità: “Se fossimo stati svegli – ha aggiunto – per questa avremmo fatto la stessa catalogazione che abbiamo inventato per i beni culturali, e avremmo fatto una gran cosa”.
 
Quindi le contraddizioni: “Non riusciamo a sfruttare il valore immenso di cui disponiamo”. Lo sguardo dello  storico: “L’evoluzione del turismo  è stata paragonata a quella della televisione: la tv generalista ha lasciato il passo a quella tematica, e ora a quella sempre più personalizzata. Così per il turismo: quello di massa sta subendo un’erosione, è sempre più una risposta a bisogni sempre più diversificati”.
 
“La via italiana al turismo è la giusta relazione tra gli strumenti tecnologici oggi a disposizione e i valori di cui siamo portatori”, ha sintetizzato. Il problema resta: “L’Italia ha scelto l’ambito europeo per le relazioni in ambito turistico, ma al contempo ha rafforzato moltissimo l’opzione regionale in cui modello più glocal che globale, per via dell’identità plurale del nostro Paese”.
 
Tra gli indicatori negativi, Iseppi inserisce anche il turismo straniero, oggi fermo al 46,6% del totale: “Il 51% delle presenze è nei mesi estivi, resta invariato il limite della stagionalità”. Anche sulla Sardegna il presidente del Touring club italiano ha idee chiare: “La Sardegna è molto al di sotto della media per gli arrivi stranieri, nonostante quello che si dice”. L’Isola sconta la mancanza di infrastrutture, gap che la accomuna alle altre regioni del Sud, vittima di un paradosso: “Non può dirsi attrattiva la zona più bella del Paese, semplicemente perché non ci si arriva”.
 
Infine, con riferimento alle nuove tecnologie, Iseppi ha sottolineato con amarezza che non esiste ancora un portale del turismo italiano, e gli stranieri – che ormai si muovono con le app sugli smartphone – lo sanno bene: “Il turismo non è mai stata considerato un’opzione di sviluppo dalla nostra politica”.
 

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