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Università e territorio insieme per una nuova cultura dell'accoglienza

A Sa Duchessa magistrati, operatori ed esperti al convegno sulle adozioni
10 gennaio 2013

 

 
Cagliari, 10 gennaio 2013 – Una carta di indirizzi contenente i criteri di tutela dei diritti relazionali del minore e buone prassi per l’attuazione dei provvedimenti giurisdiszionali: è l’annuncio, fatto da Cristina Cabras (foto a destra), professore associato di Psicologia giuridica, riferendosi alla Carta di Civitanova Marche, in conclusione del convegno – ieri a Sa Duchessa – sul principio di sussidiarietà e l’adozione internazionale come strumento di tutela.
 
L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia in collaborazione con le Missionarie somasche, ha visto la partecipazione di numerosi e qualificati relatori, come – nella prima parte - Paola Crestani, Presidente del CIAI, Ong ed ente autorizzato per le adozioni Internazionali: “L’adozione – ha spiegato – avviene dopo la messa in atto di tutte le strategie per il reintegro del minore nella propria famiglia. Le ricerche condotte a livello internazionale dicono che l’adozione è una buona medicina, ma che a volte non basta, perché i bambini hanno davvero bisogno di essere recuperati. Recenti studi mostrano che, in tanti casi, la loro ripresa è notevole in tutti i campi: questo indica che si tratta di una soluzione adeguata rispetto all’istituzionalizzazione”.
 
Paola Crestani ha rimarcato che “le famiglie adottive non devono essere lasciate sole, ma necessitano di un’adeguata formazione prima dell’adozione, che deve comunque essere accompagnata per tutta la vita”. Infine la presidente del CIAI ha chiesto il rispetto del principio di sussidiarietà, per una vera cultura dell’accoglienza.
 
Gli interventi di Miguel Giordano, Presidente della Corte D’appello per i Minori di Città Del Guatemala, e  Miguel Giordano jr. console dell’Ambasciata del Guatemala a Tokyo, sono serviti per conoscere la realtà delle adozioni nel paese sudamericano e in Giappone.
 
Dal canto suo, la presidente del Tribunale per i Minorenni di Cagliari, Marinella Polo, ha illustrato le procedure utilizzate nella gestione anche dei casi più complessi: “Prima di tutto, la famiglia d’origine deve essere aiutata attraverso un progetto costruito con tutti gli enti che a vario titolo se ne occupano, dopo aver acquisito tutti gli elementi possibili e aver convocato i genitori. Si tratta di un percorso molto difficile, per tutti gli attori coinvolti”.
 
Nella seconda parte, più tecnica, gli interventi di Luciana Fancello, psicologo del Consultorio familiare della Asl 8, e di Laura Tedde, direttrice dell’unità complessa di Neuropsichiatria della Asl 8, hanno consentito di scendere più nello specifico dei rapporti tra minore e famiglia adottiva, con particolare riferimento all’inserimento scolastico. “Si tratta di trovare nella scuola un ambiente idoneo con percorsi flessibili in grado di assicurare la giusta risposta ad ogni bambino – ha detto il Direttore scolastico della Sardegna, Enrico Tocco – La scuola deve saper valorizzare gli apprendimenti precedenti del minore. Serve un rapporto nuovo tra scuola e famiglia”.
 
Infine, l’intervento di Anna Cau, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Cagliari, che ha spiegato metodologie e prassi dell’ufficio nell’affrontare le difficili vicende di cui viene a conoscenza: “Dobbiamo fare tutto nel superiore interesse del bambino – ha dettagliato il magistrato – per questo lo sforzo costante è interpretare le norme, e la realtà, in modo scientifico”.
 
(nella foto in alto Paola Crestani, Cristina Cabras, Michele Camerota (direttore dipartimento), Miguel Giordano e Miguel Giordano jr.)
 
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli - fotografie di Francesco Cogotti - tel. 070 6752216

 

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