UniCa UniCa News Notizie Laurea magistrale ad honorem al Maestro Gillo Dorfles

Laurea magistrale ad honorem al Maestro Gillo Dorfles

Per gli studi innovativi e il suo ruolo nell'arte contemporanea
13 novembre 2012

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Cagliari, 13 novembre 2012 - “Per l’alta qualità del suo impegno come studioso capace di sviluppare innovative teorie sull’arte e, nello stesso tempo, di portare avanti un lavoro creativo caratterizzato da un personale linguaggio espressivo. Per la significativa presenza nel campo dell’arte contemporanea, nel Novecento come pure nella prima parte del XXI secolo. Per le capacità di critico e di docente di Estetica che ha sviluppato il suo magistero anche nell’Università di Cagliari, lasciando un’impronta e un ricordo indelebili in quanti hanno avuto la fortuna di assistere alle sue lezioni. Per la visione utopica presente nelle sue numerose opere dedicate all’estetica, al design e all’arte contemporanea, per la continua e acuta attenzione ai contenuti storici e filosofici che caratterizzano il mondo contemporaneo”.
 
Questa la motivazione per la quale il Rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis, ha conferito questa mattina la laurea magistrale ad honorem in “Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale” a Gillo Dorfles, decano degli studi di estetica in Italia e tra gli animatori più vivaci della scena artistica e teorica del secondo Novecento.
 
 
 
“Siamo lieti di celebrare questo evento – ha detto il Rettore – del tutto eccezionale, non solo per l’età del candidato, ma soprattutto per la personalità e l’importanza del contributo del candidato alla cultura a partire dal XX secolo fino ad oggi”. La proposta del conferimento – avanzata dall’ex Facoltà di Lingue – è stata illustrata dalla prof.ssa Maria Luisa Frongia, docente ordinario di Storia dell’Arte contemporanea.
 
“Comunicare e progettare tra ‘fatti e fattoidi’”: è stato invece il titolo della lectio magistralis che il candidato ha tenuto nell’Aula Magna del Rettorato sotto forma di un dialogo con il prof. Aldo Colonetti.
 
Nella conversazione Dorfles ha spaziato dalla difesa dell’importanza dei dialetti (“A Trieste era il modo naturale di essere della gente”, ha detto) al connubio tra comunicazione e informazione: “Viviamo in un’epoca caratterizzata dalla comunicazione e dal consumo forsennato – ha spiegato – Dobbiamo fare attenzione a non consumare troppo presto i giorni di cui disponiamo, e cercare di non essere sopraffatti dalla comunicazione, che piuttosto che arricchirci finisce per consumarci”.
 
Riferendosi ad un articolo recentemente scritto per il Corriere della Sera (dal titolo “Gesticolare con il computer”), il maestro ha definito “la gesticolazione come una mania negativa, il difetto comunicativo di persone che non sanno abbastanza come si comunica con la lingua”.
 
L’introduzione del “fattoide” (termine coniato da Dorfles) fa riferimento ad un tema antico: “Cerco di informarvi su un fatto – ha sottolineato – ma in realtà vi comunico un falso, un fattoide. La civiltà americana è basata sulla deformazione della realtà: gli Stati Uniti sono una sorta di civiltà europea fattoide, un’Europa falsificata”.
 
“Dai cibi in scatola all’amore – ha proseguito – Non abbiamo più dati di realtà, ma solo dati falsificati. Anche la poesia può esserlo, ma da Ungaretti a Saba, da Montale a Sereni resta comunque attuale, pur con gli equivoci che pure la caratterizzano come le altre arti”.
 
particolare della permanena di laureaGillo Dorfles è stato pittore prima di diventare docente universitario di Estetica, a partire dagli inizi degli anni Sessanta, presso le Università di Milano, Trieste, Cagliari. Incaricato dell’insegnamento di Estetica all’Università di Trieste (1961-1965) e di Milano (1965-1969), giunse a Cagliari in qualità di professore straordinario di Estetica alla Facoltà di Magistero il 1 novembre 1969 e venne poi nominato Professore ordinario di Estetica il 1 novembre 1972. In qualità di Professore ordinario prestò servizio a Cagliari, sempre al a Facoltà di Magistero, fino al 31 ottobre 1974, quando fu trasferito alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste. Nel nostro Ateneo ha lasciato un’impronta che ha formato intere generazioni e un ricordo indelebile in molti studenti che hanno frequentato le sue lezioni. Dorfles è un grande e importante studioso del Novecento nel campo dell’Estetica, e ha segnato fortemente anche il Ventunesimo secolo con la sua determinante e incisiva attività di critico e con la sua forte e continua presenza nel mondo dell’arte contemporanea.
 
Con il Rettore e il sindaco Zedda
 
 
Con un gruppo di studenti
La commissione di laurea
 
Con il Rettore e prof. Giuseppe Marci
 
Il prof. Dorfles e la prof.ssa Frongia
 
 
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli - foto Ivo Cabiddu e Francesco Cogotti - tel. 070 6752216

 

L’UNIONE SARDA

 
Cagliari, 8 novembre 2012 - “Comunicare e progettare tra ‘fatti e fattoidi’”: è questo il titolo della lectio magistralis che Gillo Dorfles terrà in occasione del conferimento della laurea magistrale ad honorem in “Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale”, martedì 13 novembre alle 11.30 nell’Aula Magna del Rettorato (via Università, 40 Cagliari). Durante la lectio, sono previsti interventi di Aldo Colonetti in un dialogo “non simulato”.
 
Gli organi collegiali dell’Ateneo hanno deliberato, nei giorni scorsi, di conferire la laurea honoris causa in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale “per le ragioni generali della carriera e per lo specifico ruolo svolto dal prof. Dorfles nell’Ateneo cagliaritano”.
 
Gillo Dorfles, oltre ad essere decano degli studi di estetica in Italia e tra gli animatori più vivaci della scena artistica e teorica del secondo Novecento, è stato pittore prima di diventare docente universitario di Estetica, a partire dagli inizi degli anni Sessanta, presso le Università di Milano, Trieste, Cagliari.
 
Incaricato dell’insegnamento di Estetica all’Università di Trieste (1961-1965) e di Milano (1965-1969), giunse a Cagliari in qualità di professore straordinario di Estetica alla Facoltà di Magistero il 1 novembre 1969 e venne poi nominato Professore ordinario di Estetica il 1 novembre 1972. In qualità di Professore ordinario prestò servizio a Cagliari, sempre al a Facoltà di Magistero, fino al 31 ottobre 1974, quando fu trasferito alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste.
 
Nel nostro Ateneo ha lasciato un’impronta che ha formato intere generazioni e un ricordo indelebile in molti studenti che hanno frequentato le sue lezioni. Dorfles è un grande e importante studioso del Novecento nel campo dell’Estetica, e ha segnato fortemente anche il Ventunesimo secolo con la sua determinante e incisiva attività di critico e con la sua forte e continua presenza nel mondo dell’arte contemporanea.

 


UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 

L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di giovedì 8 novembre 2012
Cultura (Pagina 43 - Edizione CA)
Titolo accademico ad honorem in Lingue Moderne
Lode alla ragion critica, l’Università di Cagliari laurea il “suo” Dorfles
 
Una volta Gillo Dorfles, 102 gloriosi anni compiuti ad aprile, confidò che la Sardegna gli provocava una nostalgia simile a quel sentimento complesso e indecifrabile che è saudade portoghese. E degli anni trascorsi (dal 1970 al 1974) come docente al Magistero di Cagliari, disse di averli dedicati «più alla bellezza della terra che all’Estetica». «Mi piaceva - aggiunse - andare al Poetto con i suoi casotti». Gioielli di architettura spontanea ai quali dedicò, alcuni anni più tardi, una bellissima prefazione al libro “La città estiva” di Giancarlo Cao. Amava anche la solennità di Capo Caccia e il mare cristallino di Villasimius. «Se c’è una macchia - però precisava - questa è la Costa Smeralda». Non poteva che essere così per un intellettuale e critico d’arte che detesta la globalizzazione, l’indebolimento dell’identità e i luoghi comuni. Tra una settimana, l’Ateneo di Cagliari, città dove Dorfles era tornato quattro anni fa ospite di “Festarch”, l’appuntamento con l’arte e l’architettura che aveva fatto scoprire alla città la fabbrica urbana della Manifattura Tabacchi, lo insignisce della laurea honoris causa in Lingue Moderne. La notizia è stata annunciata ieri mattina durante la presentazione del progetto di messa in rete dei Musei Civici di Cagliari.
Critico, saggista, artista, docente di Estetica, autore di numerosi volumi, laureato in medicina con una specializzazione in psichiatria e a seguire un’infinita lista di riconoscimenti, è nato a Trieste, città di rara bellezza dove la piazza tocca il mare e dove aveva conosciuto l’impiegato Ettore Schmitz (poi Svevo), e ha attraversato il Novecento da protagonista, con la leggerezza di chi conosce l’ironia. Quel caldo pomeriggio cagliaritano di quattro anni fa, trascorso alla Manifattura Tabacchi a rispondere alle domande del pubblico, Dorfles non diede né ricette ma face un’unica raccomandazione: «Coltivare l’ironia». Al bizzarro quesito «è pericoloso nascere sardi», rispose sicuro: «È pericoloso nascere».
Ed è bellissimo, se è vero che a 102 anni, continua a non voler parlare di sé (malattia della vecchiaia). «Preferisco ricordare il presente e vorrei ricordare il futuro, naturalmente», confidava lo scorso anno a un giornalista del Corriere che lo intervistava nella sua casa milanese. Le uniche concessioni le ha fatte in “Lacerti della memoria. Taccuini intermittenti” pubblicati nel 2007, un affresco di ricordi delle sue esperienze all’estero. «Ho scelto solo quelle cose che pensavo potessero avere un minimo di interesse per il pubblico. Ho evitato di parlare di me, dei miei sentimenti, delle mie idee politiche e religiose».
Non ha mai invece smesso di parlare d’arte. «La passione a cui sono rimasto sempre fedele, sin dalle prime folgorazioni dell’astrattismo di Klee e di Kandinsky». Una passione che lo ha portato a scoprire prima di altri nomi dell’architettura come Frank Lloyd Wright o Mies van der Rohe e a viaggiare instancabilmente sui sentieri dell’architettura e del gusto, facendo scoprire agli italiani le correnti artistiche che via via si affermavano. Anche negli anni sardi strinse legami con artisti che facevano tendenza nell’Isola come Maria Lai, Gaetano Brundu, Tonino Casula. Schivando il conformismo «maniera comoda di adattarsi alla vita perché la persona veramente elegante è démodé». (c.p.)
 

 

LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di giovedì 8 novembre 2012
Pagina 42 - Ed_Cagliari
Arrivano le statue di Mimmo Paladino e una laurea a Dorfles
Il celebre critico di 102 anni a Cagliari la prossima settimana Presentate le “Dormienti” acquisite dalla Galleria d’Arte
di Sabrina Zedda
 
CAGLIARI Nel 1948 insieme ad artisti come Monnet e Munari fu tra i fondatori del Mac, il Movimento per l’arte concreta. Vent’anni più tardi illuminò tutti spiegando cosa davvero l’arte moderna intendesse per “kitsch”. Adesso, a 102 anni suonati, Gillo Dorfles prepara le valigie: non per andare in pensione, che progetti da realizzare ne ha ancora tanti, ma per venire in città a ricevere la laurea ad honorem in Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale che l’Università gli tributerà la prossima settimana. E così, il celebre pittore, critico d’arte, esteta, che negli anni ’70 insegnò pure nell’ateneo cagliaritano, tornerà dove in tanti aspettano di sentire la sua voce. La notizia è stata data ieri durante la presentazione dei nuovi programmi che da novembre interesseranno i Musei civici cagliaritani, il complesso museale che abbraccia la Galleria comunale d’arte, l’Antico Palazzo di città e il Museo d’arte siamese. Il via al calendario di appuntamenti l’hanno dato “I dormienti”, le cinque statue di terracotta commissionate dal Comune all’artista campano rappresentante della transvanguardia Mimmo Paladino, che da ieri sono visitabili nelle due vasche antistanti l’ingresso della Galleria comunale d’arte. Cinque corpi di sesso indefinito, cui il fogliame che cade nelle vasche, le diverse luci e ombre del giorno e della sera, la pioggia e il sole, conferiscono un aspetto sempre diverso. In queste statue, ha spiegato Maria Luisa Frongia, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Cagliari, «c’è il retaggio, dove i tratti degli occhi, della bocca, del naso sono appena accennati». Opere costate 40 mila euro e che danno completezza, ha detto la direttrice dei Musei civici, Anna Maria Montaldo, alle collezioni d’arte moderna. I “dormienti” non arrivano in città per caso: nell’ultimo anno è stata costante la collaborazione tra Galleria comunale d’arte e Paladino affinché l’artista potesse creare delle opere attinenti con la città. Non solo: nelle intenzioni dell’amministrazione, ha spiegato il sindaco Massimo Zedda, vi era quella di dare all’arte un respiro più ampio, portando le opere in spazi diversi da quelli museali, come i Giardini pubblici su cui la Galleria comunale d’arte s’affaccia. Tra le altre proposte del fitto calendario della stagione all’insegna dell’arte sono da segnalare, il 13 dicembre nell’Antico Palazzo di città, l’inaugurazione della mostra “Il Piranesi ritrovato”, in cui sarà presentato il secondo nucleo di opere d’arte moderna acquisite negli anni Novanta dalla Galleria comunale d’arte. Il 20 dicembre apre "I grandi assenti. Percorsi di ricerca a confronto”: in mostra, tra le altre, opere di Guttuso, Burri e Fontanta. “Oggetti per passione”, è invece la selezione di preziosi e singolari oggetti che raccontano la vita delle donne giapponesi nel XIX secolo, in esposizione dal 31 gennaio, mentre a marzo arriva la seconda parte degli “Spazi dell’arte”. “Sorprenditi ai musei civici” è i titolo di questa serie di iniziative, perché data la crisi, ha spiegato Anna Maria Montaldo, «non c’è una sola mostra confezionata», ma c’è invece il lavoro degli esperti dei Musei civici che, utilizzando il patrimonio già acquisito e collaborando con altre realtà italiane e non, hanno prodotto questi risultati. Mostre non statiche, ma aperte alle sorprese, incluse incursioni degli artisti e proposte del pubblico.

 

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