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Riforma Brunetta, i lavori per la qualità sono ancora in corso

Convegno del Dipartimento di Scienze economiche ed aziendali
23 marzo 2012

 

Cagliari, 23 marzo 2012 – “La valutazione dei comportamenti organizzativi è fondamentale in un pubblica amministrazione, ma soltanto se calata in una struttura che fa emergere in modo neutro il merito”. Lo ha detto Armando C. Buccellato, docente di Programmazione e controllo, nel corso della prima parte del convegno "La riforma Brunetta: tra rigidità e flessibilità", questa mattina in facoltà di Economia. Il professore ha pochi dubbi sull’utilità delle nuove norme: “E’ un cammino lungo, ma necessario: dare conto in modo trasparente dei risultati raggiunti, in un sistema di promozione per merito, rafforza la pianificazione”.
 
Buccellato ha quindi illustrato i dati del rapporto CIVIT sull’attuazione della Riforma: “Emergono tassi di rispetto degli adempimenti da parte delle Pubbliche amministrazioni preoccupanti: il sistema di controllo manageriale va ancora interiorizzato. E’ sempre più evidente che non va lasciato alla discrezionalità di mondi impermeabili, che ritengono che la scarsità delle risorse sia solo uno dei tanti problemi”. Il docente ha poi parlato del nodo fondamentale “dell’etica di coloro che gestiscono le organizzazioni pubbliche: in altri Paesi è requisito normale, in Italia serve una legge”.
 
Il primo convegno del neonato dipartimento di Scienze economiche e aziendali è stato introdotto da Alessandro Spano – docente di Economia aziendale – che ha ricordato che si tratta del terzo appuntamento per valutare l’impatto della riforma, mentre Francesco Mola, direttore del dipartimento e componente del Nucleo di valutazione dell’Ateneo, ha spiegato come lo scopo dell’incontro fosse “analizzare i fenomeni con l’occhio del ricercatore, in un continuo confronto con la realtà che parta dall’analisi dei risultati ottenuti con le nuove norme”.

Paolo Ricci, docente all’Università del Sannio, ha espresso “un giudizio positivo sull’aspetto culturale della Riforma, pur considerandone la recente applicazione e i problemi comuni agli altri Paesi che hanno introdotto normative simili. Il salto è stato enorme rispetto al passato, specie nel rapporto tra sistema politico e management”. Il nostro – secondo Ricci – è un Paese che “soffre di ‘riformite’, l’infiammazione di uno Stato che esagera con il processo riformatore: certo il giudizio è positivo per la strumentazione tecnica messa a disposizione e per l’aspetto educativo”. Il docente ha quindi sottolineato come “il bilancio sociale può essere un veicolo eccezionale per migliorare e comprendere i piani delle performances: chi redige questo documento conosce bene la capacità introspettiva richiesta”.
 
 
Vincenzo Serra, direttore amministrativo della Asl 8 di Cagliari, e Alessandro Spano hanno quindi illustrato l’applicazione delle nuove norme sull’azienda sanitaria del capoluogo, una macchina amministrativa complessa che produce 900 milioni di euro di costi e per la quale lavorano 5200 dipendenti (21mila i lavoratori dell’indotto). “Abbiamo cercato uno strumento operativo – ha detto Serra – che riuscisse a coinvolgere tutto il personale negli obiettivi dell’azienda. I nostri risultati sono il frutto dei comportamenti quotidiani di migliaia di persone”.
 
Nella sessione del pomeriggio, spazio in particolare al caso del comune di Sassari, illustrato dal direttore generale David Harris, e al peso della riforma sul diritto del lavoro nel rapporto tra stato, regioni e parti sociali. Quello di Sassari è uno dei comuni “virtuosi”, “un ente in cammino sulla strada del miglioramento che viaggia di buon passo”, come è stato definito durante l’incontro.
 
“Si parla di crisi regolativa della legge a vantaggio dei contratti collettivi – ha detto Piera Loi, docente di diritto del lavoro, riferendosi allo spazio sempre più ristretto riservato alla contrattazione – E’ un fenomeno comune, perché la legge è generale e astratta e non garantisce flessibilità”. Quella italiana è stata una scelta anomala nel panorama europeo, “la Francia, ad esempio – ha argomentato la docente – ha scelto di non intaccare la natura pubblica né degli enti né dei contratti”.
 
“Occorre ridare alla contrattazione lo spazio che la legge le ha rubato – ha concluso Piera Loi – su una materia che era stata precedentemente contrattualizzata”.
 
Di qualità dei servizi pubblici ha invece parlato Enrico Mastinu, anche lui docente di diritto del lavoro: “Lo stesso legislatore ha pensato più volte che il livello dei servizi fosse un problema da risolvere, troppo basso rispetto alle risorse erogate: la Pubblica amministrazione costa circa 200 miliardi l’anno, e vi lavorano circa 3 milioni e mezzo di dipendenti. Ma il tassello mancante è sempre stato la valutazione, legata alla conseguente valorizzazione del merito. La Riforma Brunetta cerca di intervenire, ma non lo fa in modo organico. Prevedo che non avrà grandi risultati, ha lo stesso difetto di altre riforme che pure avevano ben maggiore respiro culturale: si occupa del contenitore, lasciando perdere il contenuto, cioè i dipendenti”.
 
Le conclusioni del convegno sono state tratte dal professor Buccellato.
 

UFFICIO STAMPA ATENEO - mail ufficiostampa@amm.unica.it - testi Sergio Nuvoli - tel. 070 6752216

 Da sinistra Alessandro Spano, Paolo Ricci, Armando C. Buccellato, Francesco Mola

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