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Rassegna stampa Master in Bioinformatica

06 marzo 2013

 

 
 
 

 
Repubblica.it
Ricerca, nasce ’Google’ della genetica
Il progetto dell’Università di Cagliari classifica i geni dell’umanità. Il lavoro di assemblaggio dei dati è stato realizzato da tre studenti sardi
 
CAGLIARI - Dall’homo sapiens all’uomo degli anni Zero. Dagli eschimesi ai tuareg, tutti i geni dell’umanità a portata di medici e scienziati. In qualsiasi momento: senza doverli rintracciare in diverse biblioteche informatiche di settore. Il lavoro di assemblaggio dei dati è stato realizzato da tre studenti sardi, Emanuele Pascariello, biologo, Fabrizio Loddo, informatico, e Gabriele Milia, dottorando in informatica. Coordinati da una docente, la professoressa Nicoletta Dessì, hanno creato il ’Google’ della genetica. Si chiama Biocloud search engine ed è un motore di ricerca che consente, inserendo ad esempio il nome di un gene, Serpina 3, di trovare tutte le informazioni e le correlazioni tra questo e gli altri geni. Uno strumento importante per la medicina e la ricerca, basti pensare agli studi sulla longevita. Ma è soltanto uno dei possibili utilizzi.
 
L’applicazione è stata presentata questa mattina all’Universita di Cagliari nel corso dell’illustrazione finale dei progetti del primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall’ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche. Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del ’project work’ finale anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri.
 

 
La Stampa
Scienza
05/03/2013 - ricerca
Bioinformatica, nasce il “Google” della genetica
Tutti i geni dell’umanità a portata di medici e scienziati
CAGLIARI
 
Dall’homo sapiens all’uomo degli anni Zero. Dagli eschimesi ai tuareg, tutti i geni dell’umanità a portata di medici e scienziati. In qualsiasi momento: senza doverli rintracciare in diverse biblioteche informatiche di settore. Il lavoro di assemblaggio dei dati è stato realizzato da tre studenti sardi, Emanuele Pascariello, biologo, Fabrizio Loddo, informatico, e Gabriele Milia, dottorando in informatica.
 
Coordinati da una docente, la professoressa Nicoletta Dessì, hanno creato il «Google» della genetica. Si chiama Biocloud search engine ed è un motore di ricerca che consente, inserendo ad esempio il nome di un gene, Serpina 3, di trovare tutte le informazioni e le correlazioni tra questo e gli altri geni. Uno strumento importante per la medicina e la ricerca, basti pensare agli studi sulla longevità. Ma è soltanto uno dei possibili utilizzi.
 
L’applicazione è stata presentata oggi nella sede dell’Universita di Cagliari nel corso dell’illustrazione finale dei progetti del primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall’ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche. Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del «project work» finale anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri. 
 

 
Lettera 43.it
IL PROGETTO
Biocloud, il Google della genetica
Tre studenti sardi hanno realizzato il primo motore di ricerca per i geni.
 
I geni dell'umanità, dalla preistoria a oggi, racchiusi in un immenso motore di ricerca. Una sorta di Google della genetica. Oggi è possibile grazie a Biocloud search engine, un progetto realizzato da tre studenti sardi, Emanuele Pascariello, biologo, Fabrizio Loddo, informatico, e Gabriele Milia, dottorando in informatica. Coordinati da una docente, la professoressa Nicoletta Dessì.
Il team è riuscito a creare una banca dati che va dall'homo sapiens all'uomo degli anni Zero. Dagli eschimesi ai tuareg. Il materiale ora è alla portata di medici e scienziati in qualsiasi momento, senza dover essere recuperato in diverse biblioteche informatiche di settore.
Il motore di ricerca consente, inserendo per esempio il nome di un gene, Serpina 3, di trovare tutte le informazioni e le correlazioni esistenti con gli altri geni. L'applicazione è stata presentata nella sede dell'universita di Cagliari nel corso dell'illustrazione finale dei progetti del primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall'ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche.
Martedì, 05 Marzo 2013
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di mercoledì 6 marzo 2013
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
La storia dell’umanità in un clic
Il progetto ideato da tre sardi: un portale sul mondo della genetica
Bioclud, motore di ricerca legato all’università: «Un punto di riferimento per lo studio delle malattie»
 
La storia genetica dell’umanità è a portata di mouse. Nell’era di internet anche la scienza più sofisticata sulle cellule umane finisce in rete. Biocloud , il nuovo portale che raccoglie i geni dell’umanità dall’anno zero ai giorni nostri è la risposta moderna e innovativa alle vecchie biblioteche. Si può trovare tanto e subito, con un motore di ricerca affacciato sul mondo affascinante dei cromosomi al servizio di ricercatori e curiosi.
Una trovata geniale tutta sarda, una sorta di Google delle informazioni sulla genetica, con uno spazio temporale che arriva addirittura sino all’inizio della storia dell’umanità. Le menti ideatrici sono tre cagliaritani accomunati dalla passione per la biologia e per l’informatica. Due discipline apparentemente diversissime tra loro, che si fondono in un progetto unico, con un link in grado di aprire su tablet e computer i meccanismi del patrimonio ereditario di uomini e donne di tutti i tempi. L’obiettivo è di semplificare i segreti del genoma umano e del Dna.
La finestra interattiva potrebbe diventare un punto di riferimento, soprattutto nello studio delle malattie, con i tanti meccanismi ancora oscuri legati all’ereditarietà e alla discendenza dei cromosomi. Alcune informazioni sono già immagazzinate nel sistema, altre vengono pescate dalle banche dati più accreditate sparse in giro per il mondo. «Un lavoro utile soprattutto per i ricercatori che si occupano di longevità, della mappatura del genoma e di tutte quelle malattie scatenate dalla presenza o meno di particolari geni», spiega con orgoglio Emanuele Pascariello, 42 anni, cagliaritano, biologo e uno dei tre geni isolani. «La piattaforma è ancora in divenire, ci lavoriamo dai primi di novembre ma stiamo ancora perfezionando il progetto. Per ora siamo soddisfatti».
La scienza deve ancora camminare molto sulla strada della genetica, basti pensare che non si conosce con esattezza il numero dei geni del corpo umano: «Oscillano tra i 22 e i 25 mila», spiega Pascariello. Insieme a lui hanno lavorato Gabriele Milia e Fabrizio Loddo. Il portale biocloud.unica.it è il primo progetto di rilievo giunto al termine del master di secondo livello in Bioinformatica. Istituito dall’ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche, è il terzo in tutta Italia nella categoria e primo nell’Isola. «Biocloud è nato nell’ambito del dipartimento di matematica e informatica, che ha gestito il master insieme al dipartimento di biologia», spiega Gianni Fenu, direttore del Master. «Rappresenta l’equivalente di un motore di ricerca a livello di informatica, semplifica un controllo estremamente ampio e complesso. Il ricercatore ha uno strumento che lo agevola nella qualità e nei tempi». Ed è pronto ad affacciarsi in tutto il mondo.
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di mercoledì 6 marzo 2013
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Regione, Crs4, Università
Bioinformatica, super master per 20 studenti
 
Computer e biologia insieme per gli scienziati del futuro. Si è concluso il primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall’ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche.
Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del project work finale anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri.
«Siamo alla frontiera dell’innovazione scientifica», ha sottolineato il rettore dell’ateneo cagliaritano Giovanni Melis, «un esempio della capacità degli atenei di svolgere al meglio la terza funzione: migliorare ambiente e formazione del capitale umano. Questo master è collegato con il sistema delle imprese, ci auguriamo che possa essere anche un’occasione di trovare lavoro».
La bioinformatica è una nuova disciplina che integra metodi matematici, statistici e informatici per conservare, organizzare e analizzare i dati biologici, biochimici e biofisici. E si occupa, tra le altre cose, di fornire modelli statistici validi per l’interpretazione dei dati provenienti da esperimenti di biologia molecolare e biochimica al fine di identificare tendenze e leggi numeriche generare nuovi modelli e strumenti matematici per l’analisi di sequenze di Dna, Rna e proteine al fine di creare un corpus di conoscenze relative alla frequenza di sequenze rilevanti, la loro evoluzione ed eventuale funzione.
«È importante il contributo di tutti i partecipanti a questo progetto», ha sottolineato il direttore del master Gianni Fenu. «Abbiamo rispettato, a livello organizzativo, tutti i tempi che ci eravamo prefissi con un ottimo livello di preparazione». Un’occasione di lavoro. «Abbiamo bandito un concorso», ha annunciato il rettore Melis, «per nuove assunzioni per i laboratori alla Cittadella di Monserrato: quattro posti richiedono proprio questo tipo di competenze».
 


LA NUOVA SARDEGNA
La Nuova Sardegna di mercoledì 6 marzo 2013
Pagina 19 - Ed_Cagliari
MASTER DI BIOINFORMATICA
 “Biocloud search engine”, il “Google” della genetica
 
CAGLIARI Proprio come Google. Inserisci il nome di un gene, ad esempio Serpina3. E vengono fuori tutta la sua storia e tutte le sue "parentele". Dall’homo sapiens all’uomo degli anni Zero. Dagli eschimesi ai tuareg, tutti i geni dell’umanità a portata di medici e scienziati. In qualsiasi momento: senza doverli rintracciare in diverse biblioteche informatiche di settore. Il lavoro di assemblaggio dei dati è stato realizzato da tre studenti sardi, Emanuele Pascariello, biologo, Fabrizio Loddo informatico e Gabriele Milia, dottorando in informatica, coordinati da una docente, la professoressa Nicoletta Dessì,hanno creato quello che potrebbe essere definito il Google della genetica. Si chiama Biocloud search engine ed è un motore di ricerca che consente, inserendo ad esempio il nome di un gene, Serpina 3, di trovare tutte le informazioni e le correlazioni tra quello e gli altri geni. Uno strumento importante per la medicina e la ricerca ad esempio sugli studi per la longevitá. Ma è soltanto uno dei possibili utilizzi. L’applicazione è stata presentata ieri mattina nella sede dell’Universitá nel corso dell’illustrazione finale dei progetti del primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall’ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche. Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del "project work" finale anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri. "Con questo master siamo alla frontiera dell’innovazione- ha detto il rettore dell’Universitá di Cagliari Giovanni Melis- sono state formate delle professionalità importanti per il lavoro. La stessa Università di Cagliari sta bandendo il concorso per 4 bioinformatici ai laboratori della cittadella di Monserrato".(st.am.)
 

 
SardegnaQuotidiano di mercoledì 6 marzo 2013
Sardegna – pagina 15
Ricerca «Nessuna agonia, il Crs4 è vivo»
LA REPLICA La vicepresidente Corona si difende dalle accuse
«Avanti con i progetti, contro di noi attacchi strumentali»
 
Il Crs4 sarebbe ben lontano dall’intonare – tantomeno dal sentir intonare da chiunque – il De profundis. I soldi per i progetti ci sono, al peggio sono in fase di arrivo e le sinergie con Università e Cnr sardo sono salde. «L’ente che dirigo è impegnato su tanti progetti, alcuni anche internazionali. Il nostro nuovo regolamento apre alle aziende, infatti l’obiettivo è far crescere il sistema produttivo sardo». Questo il riassunto generale dell’intervento di Ketty Corona: ex assessore agli Affari generali nella prima giunta Cappellacci, da dicembre 2010 è presidente di Sardegna ricerche. Corona è anche diventata vice presidente del Crs4, dopo l’abbandono di tutti i soci esterni. Due giorni fa è arrivato l’affondo del capogruppo regionale Pd, Giampaolo Diana: «Il Centro vive una situazione agonizzante, sia sul breve periodo che per il futuro per via dell’incapacità di gestione dei vertici di Sardegna ricerche».
Un’affermazione mal digerita dalla Corona: «Un discorso puramente strumentale per andare contro la gestione attuale. Non abbiamo diminuito nessuna voce », afferma nel doppio ruolo di presidente e vicepresidente, e sciorina una sequela di dati: «Abbiamo vinto, nel 2012, il progetto di frontiera smart cities, del valore di 25 milioni di euro con la nostra quota superiore ai quattro. È stata nostra cura presentare un successivo bando con progetto dove siamo piazzati bene, per agevolare il rapporto tra i centri di ricerca e l’università e stilare progetti insieme a aziende. Non abbiamo mai osteggiato nessun progetto, quest ’anno abbiamo chiesto all’amministrazione regionale di cofinanziare tutti i nostri progetti». Sulla trasformazione del Crs4 in fondazione la Corona chiarisce che «presiedo l’ente da dicembre 2010, la trasformazione doveva avvenire entro il settembre dello stesso anno, quando era presidente Giuliano Murgia».
Dati e replica a parte – arrivati nella conferenza stampa in Rettorato sulla fine del primo master di secondo livello in bioinformatica –Ketty Corona è contenta «dei tanti giovani ricercatori che hanno partecipato, alimentando conoscenze e possibilità per loro di trovare lavoro in aziende specializzate. I ragazzi hanno visto come siamo avanti in questo campo, eccellenza come il sistema Sardegna ».
Ottanta i partecipanti lo scorso maggio, in 20 hanno finito il percorso di studi scientifici. E il Magnifico, Giovanni Melis, informa che «alcuni di loro già lavorano in realtà consone, altri magari potranno mettere a frutto le conoscenze proprio nel polo scientifico di Pula dove si sono formati in questi mesi. Dobbiamo formare ragazzi capaci, così le aziende getteranno basi nell’isola».
P. R.
 

 
Ansa
Nasce il Google della genetica
Un motore di ricerca per dare la caccia ai geni
E’ nato in Italia il Google della genetica
05 marzo, 18:18
 
Dall’Homo Sapiens all’uomo degli anni Zero, dagli Eschimesi ai Tuareg: tutti i geni dell’umanità alla portata dei ricercatori in qualsiasi momento, senza doverli rintracciare in diverse biblioteche informatiche di settore. Il lavoro di assemblaggio dei dati è stato realizzato da tre studenti italiani dell’universita’ di Cagliari: il biologo Emanuele Pascariello e gli informatici Fabrizio Loddo e Gabriele Milia.
 
Coordinati da Nicoletta Dessì, i tre studenti hanno creato il ’Google’ della genetica. Si chiama ’’Biocloud search engine’’ ed è un motore di ricerca che consente, inserendo il nome di un gene, di trovare tutte le informazioni e le correlazioni tra questo e gli altri geni. Uno strumento importante per la medicina e la ricerca: basti pensare agli studi sulla longevità.
 
L’applicazione è stata presentata nella sede dell’Universita di Cagliari, ijn occasione della presentazione finale dei progetti del primo master di secondo livello in Bioinformatica istituito dall’università in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche. Venti gli studenti che hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del progetto finale, anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione sarda online
Nasce motore di ricerca della genetica
Un progetto dell’Università di Cagliari
 
"Biocloud search engine" è stato realizzato da tre studenti sardi, Emanuele Pascariello, biologo, Fabrizio Loddo, informatico, e Gabriele Milia, dottorando in informatica.
 
Dall’homo sapiens all’uomo degli anni Zero. Dagli eschimesi ai tuareg, tutti i geni dell’umanità a portata di medici e scienziati. In qualsiasi momento: senza doverli rintracciare in diverse biblioteche informatiche di settore. Il lavoro di assemblaggio dei dati è stato realizzato da tre studenti sardi, Emanuele Pascariello, biologo, Fabrizio Loddo, informatico, e Gabriele Milia, dottorando in informatica. Coordinati da una docente, la professoressa Nicoletta Dessì, hanno creato il "Google" della genetica. Si chiama "Biocloud search engine" ed è un motore di ricerca che consente, inserendo ad esempio il nome di un gene, Serpina 3, di trovare tutte le informazioni e le correlazioni tra questo e gli altri geni. Uno strumento importante per la medicina e la ricerca, basti pensare agli studi sulla longevità.
 
Ma è soltanto uno dei possibili utilizzi. L’applicazione è stata presentata oggi nella sede dell’Universita di Cagliari nel corso dell’illustrazione finale dei progetti del primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall’ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche. Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del ’project work’ finale anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri.
Martedì 05 marzo 2013 15:11
 

 
L’UNIONE SARDA
L’Unione sarda online
Ecco il primo master di Bioinformatica
Il rettore: "Occasione di trovare lavoro"
Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del project work.
 
Computer e biologia insieme per gli scienziati del futuro. Si è concluso a Cagliari il primo master di secondo livello in bioinformatica istituito dall’ateneo del capoluogo in collaborazione con Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche. Venti studenti hanno partecipato al corso: 440 ore di didattica e casi studio, 350 di tirocinio, 660 di studio individuale e 50 dedicate alla redazione del project work finale anche con il contributo di università e istituti di ricerca italiani ed esteri. "Siamo alla frontiera dell’innovazione scientifica - ha detto il rettore dell’ateneo cagliaritano Giovanni Melis - un esempio della capacità degli atenei di svolgere al meglio la terza funzione: migliorare ambiente e formazione del capitale umano. Un master collegato con il sistema delle imprese, ci auguriamo che possa essere anche un’occasione di trovare lavoro".
 
La bioinformatica è una nuova disciplina che integra metodi matematici, statistici e informatici per conservare, organizzare e analizzare i dati biologici, biochimici e biofisici. "Importante il contributo di tutti i partecipanti a questo progetto - ha sottolineato il direttore del master Gianni Fenu - Abbiamo rispettato, a livello organizzativo, tutti i tempi che ci eravamo prefissi con un ottimo livello di preparazione". Un’occasione di lavoro. "Abbiamo bandito un concorso - ha annunciato il rettore Melis - per nuove assunzioni per i laboratori alla Cittadella di Monserrato: quattro posti richiedono proprio questo tipo di competenze".
Martedì 05 marzo 2013 16:35
 

 
Sardegnaoggi
martedì, 05 marzo 2013
Bioinformatica, a Cagliari concluso il primo master: "Non sprechiamo gli studenti sardi"
Si è concluso oggi, con la consegna dei diplomi, il primo master di secondo livello in Bioinformatica. Il progetto, che ha visto la partecipazione di venti studenti, nasce dalla collaborazione tra l’Università di Cagliari, la Regione Autonoma della Sardegna, il CRS4 e Sardegna Ricerche.
 
CAGLIARI - Venti studenti, quattrocentoquaranta ore di didattica e casi studio, trecentocinquanta ore di stage, con la possibilità di svolgerlo anche all’estero, seicentosessanta di studio individuale e cinquanta per la redazione del project work finale: sono questi i numeri della prima edizione del Master in Biotecnologie che si è concluso oggi presso il Rettorato di via Università.
 
Scopo del master era quello di fornire agli studenti adeguate conoscenze teoriche e pratiche sulle diverse tecnologie della bioinformatica, una nuova disciplina che integra sistemi matematici, statistici e informatici per conservare, organizzare e analizzare i dati biologici, biochimici e biofisici. Un master che come sostiene Maria Paola Corona, presidente del Comitato tecnico di gestione di Sardegna Ricerche “rappresenta un’occasione per far capire che in questo settore la Sardegna sia un’eccellenza e dal suo sviluppo possono nascere nuovi posti di lavoro”.
 
Come affermato da Giovanni Melis, Rettore dell’Ateneo cagliaritano “Questo progetto si inserisce nell’accordo tra l’Università di Cagliari e quella di Sassari per sostenere master di grande rilevanza scientifica che abbiano dei collegamenti a livello internazionale. E’ un esempio della capacità degli atenei di sviluppare non solo formazione e ricerca scientifica ma anche di concorrere a migliorare il capitale umano che ha visto la presenza anche di diversi visiting professors”.
 
Un corso che si differenzia dagli altri attivati per lo stretto collegamento tra università e mondo delle imprese è che rappresenta un modo per valorizzare il contributo che l’università dà nella formazione dei giovani studenti. Come sostenuto dal professor Giovanni Biggio “Gli atenei fanno degli sforzi enormi per formare gli studenti ma bisogna fare attenzione a non sprecare queste risorse, bisogna mettere le eccellenze nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio lavoro e avere un futuro in Sardegna”.
Eleonora Vacca
Ultimo aggiornamento: 05-03-2013 15:37
 

 
Cagliaripad.it
5 Marzo 2013 ore 12:28
Bioinformatica, l’università forma 20 scienziati. “Ora non facciamoli fuggire all’estero”
Concluso il master voluto da Università, Regione, Crs4 e Sardegna Ricerche. Ecco le nuove professioni create, i primi progetti e l’allarme per la fuga dei cervelli
Carlo Poddighe,
c.poddighe@cagliaripad.it
 
Unire le competenze informatiche dei migliori studenti dell’università di Cagliari con le conoscenze nel campo della biologia. Su queste basi è nato il primo master di secondo livello in Bioinformatica dell’ateneo del capoluogo, che si è concluso oggi con la cerimonia di consegna dei diplomi.
 
Il Corso è stato fortemente voluto, oltre che dall’università, dall’assessorato regionale al Lavoro in collaborazione con il Crs4 e con Sardegna Ricerche. Su 80 partecipanti alle selezioni dello scorso maggio in 20 hanno completato il percorso di studi, diviso tra lezioni in aula e stage in strutture di ricerca e laboratori anche internazionali. “Alcuni di loro già lavorano – ha spiegato il Rettore Giovanni Melis – altri cercheranno di mettere a frutto le conoscenze acquisite magari proprio nel polo scientifico di Pula”. “Per attirare investimenti e sperare che le grandi aziende si localizzino in Sardegna dobbiamo far sì che trovino nell’Isola ragazzi capaci e formati”, gli ha fatto eco Ketty Corona, presidente di Sardegna Ricerche.
 
Progetto. Uno dei primi progetti usciti dal master è “Biocloud.unica.it”: un motore di ricerca, creato da tre studenti coordinati dalla professoressa Nicoletta Dessì, che ha catalogato tutti i geni dell’uomo, associando a ciascuno caratteristiche e peculiarità. “Un lavoro utile per ricercatori e curiosi che si interessano di longevità, mappatura del genoma e anche di malattie legate alla presenza o meno di un determinato gene nell’organismo”, ha spiegato il biologo cagliaritano, Emanuele Pascariello, a nome dell’equipe di lavoro.
 
Forte la soddisfazione da parte degli organizzatori del master, primo fra tutti il direttore del Corso, Gianni Fenu: “Il prossimo anno accademico partirà una nuova edizione più affinata grazie all’esperienza che abbiamo acquisito".
 
L’accusa. Un allarme però è stato lanciato, a margine della cerimonia odierna, da uno dei membri del Comitato scientifico organizzatore e ordinario di Farmacologia, Giovanni Biggio. “È inutile investire tanti soldi nella formazione di risorse che poi non rimangono in Sardegna”, ha puntualizzato il docente. “I migliori appena fanno un’esperienza all’estero non tornano più nell’Isola. Una volta formati dobbiamo assicurare loro anche una stabilizzazione nei nostri poli scientifici e un futuro dignitoso. Altrimenti torneranno indietro dagli stage internazionali solo i mediocri che si accontentano di un contrattino”.
 

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