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Con Globus Placement negli Stati Uniti per seguire i lavori del Congresso

L'esperienza di Silvia Loi, studentessa di Scienze politiche, a Washington DC grazie al programma dell'Università di Cagliari
21 gennaio 2011

 

Cagliari, 21 gennaio 2011 (Ufficio stampa – SN) - E’ tornata dagli Stati Uniti con una lettera di referenze estremamente positiva scritta da Paul Strauss, senatore dello Stato della Columbia. E’ uno dei frutti dell’esperienza fatta con Globus Placement, il programma che – con il primo bando – ha consentito a 33 studenti dell’Università degli Studi di Cagliari di vivere importanti esperienze formative all’estero.
 
Silvia Loi, 22 anni di Cagliari, laureanda in “Economia e politiche europee” (nella facoltà di Scienze politiche) ha effettuato un tirocinio di tre mesi negli uffici del Congresso americano, lavorando con Paul Strauss, uno dei due “shadow senators” dello Stato di Washington DC. Si tratta di due rappresentanti, tuttora senza potere di voto, impegnati da anni per vedere riconosciuta la rappresentanza piena dei 600mila abitanti del distretto: una storica battaglia, nota anche per lo slogan “No taxation without representation”, aggiunto anche alle targhe delle automobili. Il distretto di Columbia, l’area dov’è situata Washington, oggi non è ancora un vero e proprio Stato, pur avendo una popolazione dello stesso ordine di grandezza di altri Stati della Federazione: dunque i sui rappresentanti non hanno diritto di voto. “Attualmente, infatti – spiega Silvia Loi - ostacoli di natura politica e complicati meccanismi impediscono il riconoscimento. Per me è stata un’esperienza formativa davvero utile: mi ha permesso di arricchire il mio bagaglio di competenze, verificando sul campo la battaglia degli abitanti di Washington che avevo studiato durante la preparazione di due esami”.
 
Nel periodo del tirocinio, Silvia Loi ha assistito anche alla campagna per le elezioni di “mid term” e per l’elezione del sindaco di Washington DC: “Una campagna condotta con modalità assolutamente rispettose degli avversari – racconta – in cui domina il rispetto per le opinioni altrui, qualcosa di profondamente diverso rispetto a quello che siamo abituati a vedere in Italia”.
 
Anche gli altri 32 borsisti del primo bando Globus Placement sono rientrati in città: “Si tratta di esperienze lavorative che ben si inseriscono nel percorso formativo – spiega Anna Aloi, capo del settore Mobilità internazionale dell’Ateneo di Cagliari – il secondo bando è in atto, a giorni sarà pronto il terzo”. Gli studenti vengono selezionati dalle facoltà, e per i tre mesi di tirocinio viene loro attribuita dall’Ateneo una borsa di studio di 3900 euro, comprendente anche le spese di viaggio. La Direzione per le Relazioni internazionali garantisce loro assistenza continua.

LA NOTIZIA SULLA STAMPA


L’UNIONE SARDA
L’Unione Sarda di domenica 23 gennaio 2011
Cronaca di Cagliari - Pagina 20
Silvia, da Cagliari al congresso Usa
La storia di una laureanda ventiduenne che ha vinto una borsa di studio dell’Università
«Grazie alle esperienze all’estero possiamo cambiare l’Isola»
«Negli Stati Uniti ho incontrato molti giovani italiani che si sono affermati lì»
 
Se non fosse per la voce che rivela la sua giovanissima età, 22 anni, a sentirla parlare si direbbe un’esperta navigata di questioni politiche internazionali. Possiede la semplicità e la chiarezza tipiche di chi ha piene competenze nella materia di cui parla quando racconta la questione dei 600 mila abitanti di Washington DC che, sotto lo slogan “no taxation without representation”, si battono per il riconoscimento come Stato del loro distretto, quello della Columbia.
BORSA DI STUDIO La cagliaritana Silvia Loi è tornata poco meno di una settimana fa dagli Stati Uniti: nella valigia un’esperienza di tre mesi negli uffici del Congresso americano possibile grazie alle borse di studio (3900 euro ciascuna, comprese le spese di viaggio) bandite dall’Università di Cagliari nell’ambito del programma Globus Placement che ha permesso a una trentina di studenti di svolgere dei tirocini formativi in diverse città extra europee. Silvia, laureanda in Economia e politiche europee presso la Facoltà di Scienze Politiche, ha lavorato fianco a fianco con Paul Strauss, definito insieme al collega Michael Brown “shadow senator”, senatore ombra, chiamato così proprio perché privo del potere di voto. «Una questione storica complessa la cui soluzione richiederebbe un processo di revisione della costituzione americana approvato dal 65 per cento degli Stati», chiarisce la giovane.
«GRANDE ESPERIENZA» Proprio nei giorni in cui Silvia Loi si trovava in America si sono svolte le elezioni di medio termine. «Un’altra esperienza entusiasmante che mi ha fatto scoprire il grande rispetto reciproco che caratterizza i sostenitori democratici e quelli repubblicani: il confronto è sempre corretto e, anche nei momenti più aspri della competizione elettorale, le opinioni degli altri vengono sempre tenute in considerazione». Giornate speciali per la laureanda immersa nei viali della capitale statunitense, cuore pulsante di una grande democrazia da cui dipende buona parte delle sorti del mondo. Qui, quasi inaspettatamente, ha visto nascere in sé la passione per la politica.
LE VICENDE ITALIANE Ma gli Usa sono stati per lei anche un osservatorio particolare sulle vicende italiane: «La stampa americana è molto attenta a quello che succede nel nostro paese e spesso quello che accade qui non viene visto positivamente. In molti mi dicevano “da noi certe cose non potrebbero accadere”».
Al suo ritorno in Sardegna Silvia ha portato con sé la voglia di continuare il suo percorso di studi magari con altri viaggi all’estero. «Mi piacerebbe fare il maggior numero possibile di esperienze fuori per poi tornare qui e dare il mio contributo per migliorare le cose», rivela. Un sogno che potrebbe apparire ingenuo agli occhi di molti, eppure è davvero difficile poter immaginare di uscire dalla crisi che attanaglia la Sardegna ignorando il fatto che sono tantissimi i ragazzi che ogni giorno investono su se stessi, sul loro futuro, sulla loro formazione. Maturano competenze e capacità che non dovrebbero essere sprecate, piuttosto coltivate e valorizzate.
POSTI DI PRESTIGIO «A Washington ho incontrato molti giovani che arrivavano soprattutto dal sud Italia, negli Stati Uniti hanno avuto la possibilità di occupare posti di rilievo nelle università o in istituti di prestigio come la Banca Mondiale. Probabilmente restando qui non avrebbero avuto le stesse opportunità». È il triste fenomeno della fuga dei cervelli, nuova forma di emigrazione che impoverisce soprattutto chi resta. La vicenda di Silvia chiama in causa il senso di responsabilità di chi in un modo o nell’altro ha il potere di decidere anche sul suo destino: occorre infatti creare davvero le condizioni perché giovani come lei non fuggano più.
CARLA ETZO
 

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