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Cellule staminali per curare la fibrosi cistica

La Fondazione per la Ricerca sulla malattia genetica finanzia un progetto di un ricercatore del Dipartimento di Tossicologia
21 luglio 2010
Cagliari, 21 luglio 2010 (Ufficio stampa e web - SN) - Importante riconoscimento della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica per Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e Patologia molecolare del Dipartimento di Tossicologia dell’Università degli Studi di Cagliari, diretto dal prof. Amedeo Columbano.
 
La prestigiosa fondazione, il cui vicepresidente è Matteo Marzotto, ha infatti deciso di destinare parte di un contributo ricevuto dalla Philip Watch al finanziamento del progetto diretto da Roberto Loi: l’obiettivo della ricerca, finanziata con 50mila euro, è ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie. Ciò potrebbe consentire, nel prossimo futuro, di riuscire a intervenire direttamente sulle cellule epiteliali del malato che, una volta corrette e reimpiantate nei polmoni del paziente, potrebbero dar corso ad una continua rigenerazione del tessuto polmonare sano.  Si tratta di un progetto di durata biennale, che – a parere della Fondazione – “avvicina sempre di più alla cura definitiva della fibrosi cistica”. La Fondazione ha finanziato nell’anno in corso 23 nuovi progetti.
 
 
 
 
Roberto Loi, nato a Terralba 44 anni fa, è ricercatore confermato di Patologia generale e insegna in facoltà di Farmacia. Nel suo curriculum, dopo il dottorato di ricerca a Cagliari figurano cinque anni di studi al National Institute of Health di Bethesda (Washington DC) e tre nell’Università del Vermont, dove ha cominciato a lavorare sulla linea di ricerca che comporta l’utilizzo delle cellule staminali nella cura della fibrosi cistica: “Il nostro è un approccio sperimentale, cellulare e non farmacologico – spiega – Gravi complicanze polmonari colpiscono la quasi totalità dei pazienti affetti da questa patologia: la strategia del nostro progetto è la somministrazione di cellule staminali prelevate dallo stesso paziente, opportunamente curate in vitro e riprogrammate, che potrebbero riparare il danno all’epitelio polmonare”. Lo studio condotto da Loi intende sfruttare il recente sviluppo delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), che ha permesso la generazione di staminali specifiche per il paziente che potrebbero essere utili in approcci di terapia cellulare. La sperimentazione si svolge per ora sugli animali: “Il nostro è un obiettivo molto ambizioso – chiarisce il ricercatore – e molti ostacoli devono essere superati affinché questo approccio possa essere applicabile in futuro all’uomo”.
 
La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – onlus promuove, seleziona e finanzia progetti avanzati di ricerca clinica e di base per migliorare la qualità di vita dei malati di Fibrosi Cistica, la malattia genetica grave più diffusa in Occidente. Ha finanziato fino ad ora 163 progetti di ricerca e sostenuto continuativamente giovani ricercatori con borse di studio e contratti di ricerca. Presidente della Fondazione è Vittoriano Faganelli, il Direttore Scientifico è il prof. Gianni Mastella e Vicepresidente della FFC è Matteo Marzotto. In Sardegna sono attualmente due i centri finanziati dalla Fondazione che si occupano specificamente della ricerca sulla fibrosi cistica.
 
La fibrosi cistica è la più comune delle malattie genetiche gravi. Nel mondo ne sono colpite oltre 70mila persone. Grazie ai progressi della ricerca e delle cure, i bambini che nascono oggi con questa malattia hanno un’aspettativa media di vita di 40 anni ed oltre, mentre non superavano l’infanzia cinquanta anni fa, quando la malattia è stata scoperta e si è cominciato a curarla.
In Italia vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi all’anno: ogni settimana nascono circa 4 nuovi malati; ma ogni settimana muore un malato. Chi nasce con la malattia ha ereditato un gene difettoso (gene CFTR mutato) sia dal padre che dalla madre, che sono portatori sani. I portatori sani del gene CFTR in Italia sono circa 2 milioni e mezzo (c’è un portatore sano ogni 25 persone circa). La coppia di portatori sani ha ad ogni gravidanza 1 probabilità su 4 di avere un figlio con Fibrosi Cistica (FC).
 
 
 

LA NOTIZIA SULLA STAMPA
L'Unione Sarda di venerdì 23 luglio 2010
Cronaca di Cagliari – pagina 21
Fibrosi cistica, nuove speranze per i pazienti
Finanziato un importante progetto di Roberto Loi, ricercatore dell'Università
   
Importante riconoscimento della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica per Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e Patologia molecolare del Dipartimento di tossicologia dell'Università diretto da Amedeo Columbano.
La prestigiosa fondazione ha infatti deciso di destinare parte di un contributo ricevuto dalla Philip Watch al finanziamento del progetto diretto da Roberto Loi: l'obiettivo della ricerca, finanziata con 50mila euro, è ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie. Ciò potrebbe consentire, nel prossimo futuro, di riuscire a intervenire direttamente sulle cellule epiteliali del malato che, una volta corrette e reimpiantate nei polmoni del paziente, potrebbero dar corso ad una continua rigenerazione del tessuto polmonare sano. Si tratta di un progetto di durata biennale, che - a parere della Fondazione - «avvicina sempre di più alla cura definitiva della fibrosi cistica». La Fondazione ha finanziato nell'anno in corso 23 nuovi progetti.
Roberto Loi, nato a Terralba 44 anni fa, è ricercatore confermato di Patologia generale e insegna in facoltà di Farmacia. Nel suo curriculum, tra le altre esperienze, cinque anni di studi al National Institute of Health di Bethesda e tre nell'Università del Vermont.

 

 

La Nuova Sardegna di giovedì 22 luglio 2010
Pagina 2 - Cagliari
Contro la fibrosi cistica
Finanziata una ricerca locale che punta sulla genetica
 
 CAGLIARI. La Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica sosterrà un progetto diretto da Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e patologia molecolare del dipartimento di tossicologià dell’università di Cagliari. L’obiettivo della ricerca biennale, finanziata con 50.000 euro, è ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie, una via che la fondazione considera importante per la cura della fibrosi cistica. «Il nostro è un approccio sperimentale, cellulare e non farmacologico», spiega Loi, 44 anni, originario di Terralba, ricercatore confermato di patologia generale con una lunga esperienza negli Stati Uniti. «Gravi complicanze polmonari colpiscono la quasi totalità dei pazienti affetti da questa patologia: la strategia del nostro progetto è la somministrazione di cellule staminali prelevate dallo stesso paziente, opportunamente curate in vitro e riprogrammate, che potrebbero riparare il danno all’epitelio polmonare».
 La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa in occidente. Nel mondo ne soffrono 70.000 persone. Cinquant’anni fa i bambini nati con questa patologia non superavano l’infanzia, mentre le cure attuali hanno portato ad almeno 40 anni l’aspettativa di vita. In Italia vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi l’anno. Ogni settimana nascono circa quattro nuovi malati e ne muore uno. Chi nasce con la malattia ha ereditato da entrambi i genitori che sono portatori sani un gene difettoso, che determina le alterazioni successive.
 
Il Sardegna – epolis di giovedì 22 luglio 2010
Grande Cagliari – pagina 20
Medicina. Finanziato il progetto di Loi
Ricerca sulla fibrosi cistica
Sostegno a un cagliaritano
 
La Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica sosterrà un progetto diretto da Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e patologia molecolare del dipartimento di tossicologià dell’università di Cagliari. Obiettivo della ricerca biennale, finanziata con 50mila euro, è ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie, una via che la fondazione considera vicina alla cura definitiva della fibrosi cistica. “Il nostro è un approccio sperimentale, cellulare e non farmacologico”, spiega Loi, 44 anni, originario di Terralba (Oristano), ricercatore confermato di patologia generale con una lunga esperienza negli Stati Uniti. “Gravi complicanze polmonari colpiscono la quasi totalità dei pazienti affetti da questa patologia: la strategia del nostro progetto è la somministrazione di cellule staminali prelevate dallo stesso paziente, opportunamente curate in vitro e riprogrammate, che potrebbero riparare il danno all’epitelio polmonare”. La fibrosi cistica è la malattia genetica grave più diffusa in occidante. Nel mondo ne soffrono 70mila persone.

 

 

FIBROSI CISTICA:STAMINALI, FONDAZIONE FINANZIA RICERCA A CAGLIARI
(AGI) - Cagliari, 21 lug. - La Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica sosterra’ un progetto diretto da Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e patologia molecolare del dipartimento di tossicologia’ dell’universita’ di Cagliari. Obiettivo della ricerca biennale, finanziata con 50.000 euro, e’ ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie, una via che la fondazione considera vicina alla cura definitiva della fibrosi cistica.
   "Il nostro e’ un approccio sperimentale, cellulare e non farmacologico", spiega Loi, 44 anni, originario di Terralba (Oristano), ricercatore confermato di patologia generale con una lunga esperienza negli Stati Uniti. "Gravi complicanze polmonari colpiscono la quasi totalita’ dei pazienti affetti da questa patologia: la strategia dle nostro progetto e’ la somministrazione di cellule staminali prelevate dallo stesso paziente, opportunamente curate in vitro e riprogrammate, che potrebbero riparare il danno all’epitelio polmonare".
   La fibrosi cistica e’ la malattia genetica grave piu’ diffusa in occidante. Nel mondo ne soffrono 70.000 persone. Cinquant’anni fa i bambini nati con questa patologia non superavano l’infanzia, mentre le cure attuali hanno portato ad almeno 40 anni l’aspettativa di vita. In Italia vengono diagnosticati circa 200 nuovi casi l’anno. Ogni settimana nascono circa quattro nuovi malati e ne muore uno. Chi nasce con la malattia ha ereditato da entrambi i genitori che sono portatori sani un gene difettoso, che determina la produzione di una proteina alterata chiamata Cftr, all’origine di un’anomalia nelle secrezioni esocrine dell’organismo con danni progressivi. La patologia colpisce polmoni e apparato digerente, a causa delle secrezioni molto viscose e dense che tendono a ostruire i condotti in cui vengono prodotte. Le manifestazioni piu’ comuni della fibrosi cistica sono tosse insistente, infezioni respiratorie frequenti, crescita scarsa e perdita di peso, disturbi intestinali.(AGI) Red-Rob
 
RICERCA: FONDAZIONE CIBROSI CISTICA, FONDI A PROGETTO FACOLTA’ CAGLIARI
(ASCA) - Cagliari, 21 lug - La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica il cui vicepresidente e’ Matteo Marzotto ha deciso di destinare parte di un contributo ricevuto dalla Philip Watch pari a 50 mila euro al finanziamento del progetto di Roberto Loi, ricercatore della sezione di Oncologia e Patologia molecolare del Dipartimento di Tossicologia dell’Universita’ degli Studi di Cagliari, diretto dal prof. Amedeo Columbano. L’obiettivo della ricerca e’ ottenere un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie. Cio’ potrebbe consentire, nel prossimo futuro, di riuscire a intervenire direttamente sulle cellule epiteliali del malato che, una volta corrette e reimpiantate nei polmoni del paziente, potrebbero dar corso ad una continua rigenerazione del tessuto polmonare sano. Si tratta di un progetto di durata biennale che, a parere della Fondazione, ’’avvicina sempre di piu’ alla cura definitiva della fibrosi cistica’’. La Fondazione ha finanziato nell’anno in corso 23 nuovi progetti.
res/cam/rob
(Asca)
 
 
Vita.it
12 luglio 2010
Ricerca. Philip Watch al fianco di FFC
L’azienda ha donato 150 mila euro alla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus
 
È un progetto importante quello che Philip Watch, la più antica marca di orologi Swiss made presente in Italia, oggi appartenente al gruppo Morellato & Sector, ha deciso di sostenere, in occasione del lancio della propria nuova campagna stampa per l’autunno/inverno 2010. Il progetto nasce dalla nuova charity partnership con la Fondazione per la ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus  (FFC), che dal 1996 opera nella lotta contro questa grave malattia genetica. Volto della nuova campagna stampa, da settembre, è Matteo Marzotto cofondatore e vicepresidente della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus (FFC) che siede anche nel Consiglio di Amministrazione del gruppo Morellato & Sector, azienda che ha scelto di appoggiare questa importante azione solidale, devolvendo l’intero compenso destinato al testimonial a favore della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, a beneficio di due nuovi ambiziosi progetti scientifici varati per il biennio 2010/2012. Grazie al prezioso contributo di circa 400 ricercatori provenienti da oltre 120 gruppi clinici e laboratori in Italia e nel mondo, la Fondazione ha raggiunto risultati importanti, che sembrano aprire nuovi spiragli, soprattutto in relazione a promettenti farmaci in grado di correggere il difetto di base di questa complessa malattia genetica.
E’ proprio in questa direzione che si orienta oggi la più avanzata ricerca scientifica, di pari passo con lo studio delle cellule staminali. Il contributo di 150 mila euro che Philip Watch devolve alla FFC finanzierà interamente due nuovi progetti che volgeranno i propri sforzi su questi due fondamentali campi di ricerca. Il primo, per il quale saranno stanziati 100 mila euro, coordinato dal dott. Mauro Mazzei nell’ambito del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Genova, sarà incentrato sull’individuazione di nuovi farmaci volti a curare il difetto di base della fibrosi cistica, approfondendo i complessi meccanismi che regolano il processo di maturazione della proteina CFTR difettosa. Il secondo progetto, cui sono destinati 50 mila euro, diretto dal Dott. Roberto Loi presso la Sezione di Oncologia e Patologia Molecolare dell’Università di Cagliari, avrà l’obiettivo di derivare un particolare tipo di cellule staminali da cellule epiteliali respiratorie; ciò consentirebbe, nel prossimo futuro, di riuscire a intervenire direttamente sulle cellule epiteliali del malato, che, una volta corrette e reimpiantate nei polmoni del malato stesso, darebbero corso a una continua rigenerazione del tessuto polmonare sano.

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