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Conferenza stampa della Facoltà di Scienze

Il testo integrale degli interventi
27 maggio 2010

Monserrato, 27 maggio 2010 (IC) - Durante l’odierno incontro con i giornalisti si è parlato dei pericoli e delle conseguenze derivanti dall’eventuale annullamento di corsi di laurea dell’Università di Cagliari, a causa dell’indisponibilità dei ricercatori a ricoprire incarichi didattici per il 2010-2011. In proposito hanno riferito i professori Luca Fanfani - Preside della Facoltà di Scienze MMFFNN - e Anna Musinu, Presidente del Corso di laurea in Scienza dei materiali, insieme al dott. Umberto D’Alesio (Corso di laurea in Fisica) in rappresentanza dei Ricercatori e Matteo Marroccu (Corso di laurea in Informatica) per gli Studenti
 
Qui di seguito il testo completo degli interventi:
 

Luca Fanfani
Preside della Facoltà di Scienze MM.FF.NN.
lfanfani@unica.it

Il documento dei Presidi delle Facoltà di Scienze MM.FF.NN. delle università di tutta Italia, approvato nella Conferenza del 6 maggio, evidenzia le criticità, particolarmente acute per i corsi di laurea delle discipline tecnico-scientifiche, derivanti dal DDL 1905 (cosiddetto disegno Gelmini) in discussione al Senato. Infatti il persistere dei tagli al finanziamento dell’università pubblica e del blocco del turn-over, unito alla assenza di ogni intervento rivolto al riconoscimento normativo ed economico degli attuali ricercatori, espone a seri rischi l’offerta didattica per il prossimo anno accademico.

Le Facoltà scientifiche, sia per la rilevanza dell’impegno numerico dei ricercatori sia per la varietà dell’offerta formativa, sono più esposte di altre Facoltà e quella di Scienze MM.FF.NN. a Cagliari non fa eccezione nel panorama nazionale.

Il Consiglio di Facoltà ha approvato l’offerta formativa nella sua interezza ma questa rimane in bilico senza il contributo dei ricercatori, nonostante sia stata predisposta una razionalizzazione degli insegnamenti in un quadro di utilizzo ottimale delle risorse di docenza senza impoverire la formazione degli studenti.

Il Consiglio di Facoltà si è impegnato a fondo nell’orientamento degli studenti della Scuola Superiore per far comprendere le possibilità dei vari corsi di laurea e più ancora intende impegnarsi nel sostegno in ingresso agli studenti per quanto riguarda la formazione pregressa. Il numero programmato di accessi ha il senso di indicare in alcuni casi i limiti numerici per un’offerta di qualità ed in altri gli obiettivi di incremento di iscrizioni da perseguire nei prossimi anni accademici e non rappresenta un deterrente alla scelta dei corsi della Facoltà.

Ci sembra giusto evidenziare però fin da ora che una riduzione dell’offerta didattica imposta di fatto dal governo all’Università di Cagliari ed alla sua Facoltà di Scienze MM.FF.NN. finirebbe col privare la Sardegna di svariati corsi di studio nel settore tecnico-scientifico, mentre le organizzazioni imprenditoriali e dei servizi proprio di queste professionalità chiedono lo sviluppo.
 
Anna Musinu
Presidente del Corso di Laurea in Scienza dei Materiali
musinu@unica.it

La Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università di Cagliari presenta un’offerta formativa varia e completa che comprende sia i Corsi di Laurea “storici” in Chimica, Fisica, Matematica, Biologia, Scienze Geologiche e Naturali, che i Corsi di Laurea di più recente istituzione in Biotecnologie, Informatica e Scienza dei Materiali. E’ indiscutibile la necessità di formare laureati con una preparazione in campo scientifico e in particolare nelle nuove scienze interdisciplinari, in quanto le tematiche affrontate nei diversi percorsi rivestono un ruolo cruciale e di crescente importanza in ambito internazionale e nazionale che nei paesi a economia avanzata contribuiscono in modo diretto o indiretto alla ricchezza del paese.

I ricercatori forniscono nei diversi percorsi un contributo insostituibile anche per l’apporto metodologico didattico innovativo e le attività di orientamento e coordinamento didattico che portano avanti nell’ambito dei Corsi di Laurea.

Il contributo dei ricercatori è particolarmente rilevante nei Corsi di più recente istituzione, che risentono pertanto in misura ancora più pesante delle criticità imposte dagli attuali provvedimenti (riguardanti i tagli al finanziamento dell’università pubblica, il blocco del turn-over e il mancato riconoscimento normativo ed economico degli attuali ricercatori).
Tuttavia occorre rimarcare che l’aspetto più mortificante dell’ attuale situazione risiede nella difficoltà, o meglio l’impossibilità di guardare ad un futuro di progettazione e rinnovamento, ma certo non solo per le mancate possibilità di progressione di carriera di chi è già nei ruoli.

Forse non molti sono a conoscenza del fatto che le attuali disposizioni di legge in materia universitaria consentono di considerare come docenti di riferimento per le coperture dei Corsi di Laurea i docenti già in pensione, mentre non possono essere tenuti in alcun conto i giovani (talvolta anche non troppo giovani) precari della ricerca (assegnisti, borsisti, contrattisti) che per anni si sono confrontati in campo nazionale e internazionale, operando in laboratori di ricerca, contribuendo alla letteratura scientifica in modo importante e sperimentando spesso nuove metodologie didattiche.

L’età media dei docenti della Facoltà, esclusi i coloro che sono andati in pensione è di 64 anni per gli ordinari e di 57 anni per gli associati. E’ chiara come il sole la necessità di un deciso rinnovamento, mentre l’ulteriore blocco del turn over aggrava ancor più la già difficilissima situazione che porterà ad una chiusura delle porte dell’università verso queste nuove figure.
 
Umberto D’Alesio
Ricercatore di Fisica
umberto.dalesio@ca.infn.it
 
I ricercatori della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università di Cagliari esprimono forte dissenso sui contenuti del DDL 1905, in particolar modo riguardo alla marginalizzazione del ruolo del ricercatore a tempo indeterminato, alla totale assenza di alcun riconoscimento dell’attività didattica frontale svolta, alla mancanza di legittime prospettive di carriera per i meritevoli dato il perdurare del sottofinanziamento dell’Università ed il blocco del turn-over (leggi 133/2008 e 1/2009) e alla continua riduzione, ormai insostenibile, del Fondo di Finanziamento Ordinario.

Con l’entrata in vigore della riforma dei corsi di laurea (3+2), l’attività didattica frontale non istituzionale dei ricercatori (cioè non dovuta secondo la legge e per la quale oltre il 95% non viene retribuito da anni) è cresciuta in modo significativo, senza che sia mai stato affrontato il problema dello stato giuridico degli stessi. Anziché intervenire in tal senso, il DDL non fa che ignorare la situazione introducendo disposizioni che la aggravano ulteriormente.

Per queste ragioni, oltre 50 ricercatori della Facoltà di Scienze (su circa 70) hanno dichiarato ufficialmente l’indisponibilità a ricoprire incarichi di insegnamento per il prossimo Anno Accademico 2010/2011, qualora non dovessero essere emanati provvedimenti legislativi che rispondano alle legittime aspettative dei ricercatori. Una situazione analoga si presenta in altre Facoltà dell’Ateneo: Medicina circa 100 su 123, Ingegneria 44 su 61, Scienze della Formazione 31 su 36, Scienze Politiche 17 su 24, Farmacia 36 su 37, Economia 29 su 37.

Le offerte formative recentemente approvate da tutti i Consigli di Facoltà, dal Nucleo di Valutazione, che evidenzia “il carico didattico eccessivo dei ricercatori” in alcune Facoltà (tra cui Scienze MM.FF.NN.), e poi dal Senato Accademico, sono quindi fortemente a rischio di sostenibilità. D’altra parte senza il contributo dei ricercatori la nostra Facoltà (e così molte altre), non sarà in grado di garantire un’offerta didattica, pur razionalizzata e rispettosa dei requisiti di legge, di qualità e sostanza.

La mobilitazione è ormai diffusa a livello nazionale: in più di trenta sedi universitarie il rischio del blocco del prossimo anno accademico, o comunque del suo non regolare inizio, è altissimo. E’ nato quindi un coordinamento di ricercatori “RETE 29 APRILE” ed è in corso la costituzione di un database nazionale per la raccolta delle indisponibilità alla didattica.

L’astensione dalla didattica, extrema ratio e non obiettivo, è certamente una scelta molto sofferta e dolorosa, non solo per gli effetti sugli studenti che rischierebbero di vedere limitate le loro opportunità di alta formazione, qui in Sardegna aggravate dall’insularità, ma anche per i ricercatori.

Molti di noi infatti, oltre ad essere coinvolti in attività didattica frontale, spesso ad alti livelli per competenze e capacità (si veda il riconoscimento internazionale delle ricerche svolte, ad esempio, in ambito scientifico), si occupano di attività organizzative per il coordinamento dei Corsi di Studio.
I ricercatori universitari sono la parte più dinamica, presente e partecipe, coinvolta in prima persona nella missione dell’Università (ricerca e alta formazione), quella con più entusiasmo, per questioni sì anagrafiche, ma anche perché più a contatto con la ricerca attiva. Questo DDL, se non subentreranno radicali modifiche, umilia e demotiva questa categoria di lavoratori che nel resto del mondo sono considerati il bene più prezioso dell’Università, ai quali viene affidata la progettazione del futuro delle strutture accademiche.

L’effetto finale, ribadito ed aggravato dalla manovra finanziaria attualmente all’esame del Parlamento, sarà di impoverire culturalmente il paese, privandolo dell’unica via d’uscita da una crisi di sistema non passeggera: una maggiore diffusione del sapere di alto livello ed una ricerca scientifica al passo con i più elevati standard internazionali. Obiettivi certo non raggiungibili escludendo i ricercatori dalla gestione dell’Università e non riconoscendo loro il ruolo che per anni hanno esercitato di fatto.

La posizione dei ricercatori di Scienze e di tutto l’Ateneo è ed è stata di massima serietà e responsabilità (ne è prova l’aver portato a termine l’anno accademico in corso). I tempi per intervenire ci sono: Istituzioni universitarie e politiche (la Regione per esempio) e tutte le persone interessate alla difesa e rilancio autentico dell’Università sono chiamate a dare il loro contributo.
 
Matteo Maria Marrocu
Rappresentante studenti di Scienze MMFFNN del gruppo “Università per gli studenti”
icon.mmm@gmail.com

Noi studenti protestiamo contro il DDL Gelmini per i seguenti motivi:

• I tagli derivanti da precedenti finanziarie e il blocco del turn-over previsto nell’attuale disegno di legge compromettono la sopravvivenza del nostro Ateneo, in un progetto che ha come unico scopo la distruzione dell’università pubblica. Per dare un’idea dell’impatto che avrà questa legge sulla nostra facoltà, basti pensare che molti docenti che andranno in pensione non verranno sostituiti, senza pensare che attualmente ci sono problemi d’organico.

• Oltre ai problemi derivanti dai tagli e dal blocco del turn-over riteniamo inaccettabili anche i provvedimenti sulla governance dell’università, secondo i quali la rappresentanza studentesca viene ridotta al punto da privarla di ogni significato ed eliminando così la voce degli studenti negli organi di gestione. La massiccia presenza di personale esterno nell’amministrazione comporta il pericolo di perdere definitivamente la qualità dell’istruzione e la centralità della ricerca di base, trasformando l’università da centro culturale della città in mero esamificio. Inoltre non si considera che in altre realtà, come nel sistema sanitario, provvedimenti di questo tipo hanno permesso l’infiltrazione nei servizi pubblici di persone con interessi illeciti.

• I cosiddetti "criteri di virtuosità" penalizzano fortemente le realtà già svantaggiate di partenza. Ci chiediamo come si possa migliorare la condizione degli Atenei in difficoltà togliendogli risorse per darle ad altri Atenei che già sono privilegiati. Questo accade specialmente al sud ed in particolare nella nostra isola dove oltretutto lo studente non ha una grossa scelta sull’università in cui iscriversi.

• La distruzione della figura del ricercatore e il mancato riconoscimento dell’indispensabile apporto alla didattica che i ricercatori hanno fornito in tutti questi anni, e per cui li ringraziamo, è un altro punto che troviamo assolutamente ingiusto.

Purtroppo in questi ultimi anni ci siamo potuti rendere conto di quanto il governo sia totalmente sordo alle proteste degli studenti, non mostrando mai un reale interesse al miglioramento della didattica e dei servizi. In considerazione di ciò, oltre a manifestazioni, sit-in, assemblee e campagne di informazione, stiamo valutando nuove forme di protesta, che possano far capire che gli studenti non accetteranno mai un attentato simile al loro diritto allo studio.

Pensiamo che il fine ultimo di questo Ministero sia il ridimensionamento pesante dell’istruzione pubblica, con la perdita, per tutti coloro che non potranno permettersi studi privati o all’estero, di un’offerta formativa consona e di una qualità della didattica accettabile. Siamo consci del fatto che il blocco dell’attività didattica potrebbe seriamente causare la chiusura dell’Ateneo cagliaritano. Nonostante questo vi è una parte degli studenti che sosterrebbe la non approvazione del manifesto degli studi che porterebbe al blocco del prossimo Anno Accademico.

Invitiamo tutte le componenti dell’università a protestare contro questo DDL, nella speranza che una protesta condivisa e unita possa risultare più efficace. Chiediamo inoltre alle varie cariche istituzionali una presa di posizione chiara e decisa sul futuro del nostro Ateneo. Invitiamo politici e Regione ad aprire un dialogo su questo tema con i diretti interessati, noi studenti.

Ci rammarica che sia a livello nazionale che locale l’attenzione da parte dei media su questo attentato all’università pubblica sia assolutamente insufficiente e messo in secondo piano rispetto a temi decisamente meno urgenti ed importanti per il futuro del nostro paese.

Guardiamo all’estero e vediamo che le nazioni più avanzate investono in ricerca ed istruzione per uscire dalla crisi e per garantirsi un futuro. Guardiamo al nostro Paese e vediamo il massacro delle strutture culturali e scientifiche sacrificate all’altare del soldo immediato, a scapito del futuro dell’intera nazione, da parte di una classe politica incapace di valutare al di là dell’adesso.

Ringrazio il Preside e voi giornalisti per averci dato la possibilità di far sentire la nostra voce, e spero che possiate dare maggiore attenzione a questo tema.
 

 

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