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DDL Gelmini, mozione unitaria dell’Università di Cagliari

Larga partecipazione all’Assemblea di Ateneo, preoccupa il "costo zero" e senza ricercatori &è; a rischio l’offerta formativa. Chieste modifiche al Parlamento: tenga conto delle critiche e delle proposte
20 maggio 2010
Larga partecipazione all’Assemblea di Ateneo, preoccupa il "costo zero" e senza ricercatori è a rischio l’offerta formativa. Chieste modifiche al Parlamento: tenga conto delle critiche e delle proposte
 
20 maggio 2010 - un’immagine dell’assemblea di ateneo nell’aula magna di ingegneria (foto: Francesco Cogotti)
 
Tutte le componenti riunite a Ingegneria: un coro di ’no’ che esprime un forte disagio. L’offerta formativa domani all’OdG in Senato Accademico
 
Cagliari, 20 maggio 2010 (unicaweb - IC) – C’erano tutte le componenti stamattina nell’aula magna di Ingegneria per l’Assemblea di Ateneo voluta dal Rettore Giovanni Melis. Unitaria anche la mozione finale in cui l’Università di Cagliari esprime profonda insoddisfazione e disagio per la proposta di riforma del Ministro Gelmini, che ha già ottenuto il via libera dalla Commissione Istruzione del Senato.
 
20 maggio 2010 - da sinistra, in primo piano Guido Mula (coordinamento ricercatori), Pino Calledda, il prof. Enrico Maria Mastinu e il rettore Giovanni Melis (foto: unicaweb)
 
Agli interventi programmati – dei docenti Elisabetta Loffredo, Enrico Maria Mastinu e Andrea Pubusa, per sviscerare le norme previste nel Disegno di Legge n° 1905 – sono seguiti quelli di vari studenti, ricercatori e professori. Si è trattato di un coro di ‘no’ rivolti all’attuale progetto di riforma con l’intenzione di estendere la mobilitazione portando la protesta fuori dalle aule. “Perché i problemi dell’università non sono una questione che riguarda solo l’università” ha sintetizzato la ricercatrice Immacolata Pinto. Prima di lei avevano preso la parola i colleghi Guido Mula, Franco Frau e Umberto D’Alesio, tutti concordi nell’esprimere la volontà dei ricercatori cagliaritani di andare avanti nella lotta “a prescindere dalla solidarietà e dall’appoggio delle altre categorie”. E’ un movimento in crescita, non solo nel nostro Ateneo ma pure a livello nazionale, come ha precisato Mula: “Il fronte dell’agitazione è compatto: qui a Cagliari i ricercatori indisponibili a ricoprire incarichi di insegnamento non dovuti sono il 70%, in tutta Italia le dichiarazioni di indisponibilità si contano già in 40 atenei statali”.
A fianco dei ricercatori anche gli studenti, preoccupati per la salvaguardia del diritto allo studio, per le scelte politiche che privilegiano il finanziamento di campus privati anziché di strutture pubbliche e per l’assenza di investimenti per l’università, cioè per il futuro del Paese. Tra le richieste avanzate al Rettore quella di farsi portavoce delle ragioni del dissenso e, la più estrema, di non approvare l’offerta formativa, la cui deliberazione è all’OdG domani nella seduta del Senato Accademico.
Schierati con la protesta i sindacati, rappresentati da Pino Calledda della Cgil. Dura la posizione del prof. Luca Fanfani, preside di Scienze, che non ha fatto sconti non solo a Mariastella Gelmini ma neanche al presidente della Crui Enrico Decleva, proprio per la posizione favorevole assunta nei confronti del DDL 1905: "Questa riforma rischia di mettere l’università in ginocchio e senza i ricercatori, il cui apporto è insostituibile in tutti i nostri corsi di laurea, l’offerta formativa non può essere assicurata".
  
Qui di seguito il testo integrale della mozione approvata dall’Assemblea di Ateneo.
 
 
Mozione Assemblea dell’Ateneo di Cagliari del 20 maggio 2010
 
L’Assemblea di Ateneo promossa dal Rettore Giovanni Melis, tenutasi il 20.5.2010 presso l’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria di Cagliari, ha visto la partecipazione di un gran numero di Ricercatori, Professori di prima e seconda fascia, Personale ATA, Studenti e Precari.
 
L’Assemblea conferma le valutazioni negative espresse da mozioni della maggioranza degli Atenei italiani, tra i quali quello di Cagliari, sull’impianto del DdL Gelmini (1905s). Pur condividendo la necessità di una rivisitazione delle strutture e dei modi di funzionamento delle Università, l’Assemblea ritiene che manchino nel DdL e nelle norme finanziarie in vigore i requisiti essenziali indispensabili a una riforma vera ed efficace.
 
In primo luogo l’Assemblea sottolinea la pesante marginalizzazione di una delle sue componenti fondamentali sia sul versante della Ricerca sia su quello della Didattica, i Ricercatori a tempo indeterminato, ai quali esprime piena solidarietà e sostegno nelle loro rivendicazioni.
 
In secondo luogo, l’Assemblea esprime forti preoccupazioni per le condizioni di attuazione del DdL Gelmini, in particolare il costo zero che ricorre troppo spesso nel testo e la logica dirigistica  che la ispira. L’Assemblea sottolinea poi come, secondo stime preventive, nel 2012 il taglio delle risorse delle Università statali raggiungerà i 2000 milioni di euro, pari a circa il 35% del fondo di finanziamento ordinario (FFO) del 2002, diventando largamente inferiore anche al mero costo stipendiale nella grande maggioranza degli Atenei. In questo modo si ridimensionano gli atenei pubblici, non si valorizza la ricerca, si penalizza il diritto allo studio.
 
La concentrazione di poteri nel Consiglio di Amministrazione, con un Senato Accademico sostanzialmente relegato a semplice organo consultivo, metterebbe la gestione delle Università in mano a poche persone con una limitatissima rappresentatività delle componenti dell’Ateneo stesso.
 
L’Assemblea esprime inoltre forte preoccupazione per la mancanza di un qualsivoglia riferimento a parametri internazionali per la definizione dei criteri di “riequilibrio” delle Università, in assenza dei quali si aprono le porte ad un irreversibile deterioramento delle condizioni di funzionamento delle Università stesse.
 
Il progetto di riforma prefigurato nel disegno di legge:
 
·  impedisce lo sviluppo della Ricerca nelle Università senza per questo promuovere la meritocrazia: non è infatti possibile supportare la Ricerca né premiare i meritevoli a costo zero;
·  riduce gli spazi di autonomia dei singoli Atenei a favore di un centralismo amministrativo che rischia di sollevare le singole sedi dall’assunzione di responsabilità verso le scelte gestionali;
·  rende istituzionale il precariato dei giovani all’interno delle Università, prevedendo un contratto a tempo determinato per i nuovi ricercatori senza fornire prospettive di reclutamento garantite;
·  introduce forme distruttive di competizione tra Ricercatori del ruolo ad esaurimento e nuovi Ricercatori a tempo determinato;
·  produce a regime inevitabilmente un pesante aggravio delle tasse universitarie, a fronte di una probabile diminuzione di qualità dell’offerta formativa e non affronta il tema fondamentale del Diritto allo Studio.
 
L’assemblea chiede con forza che il Parlamento tenga conto delle critiche e delle proposte arrivate da tutti gli Atenei e modifichi di conseguenza il testo del DDL del Governo approvato dalla commissione Istruzione del Senato.
 


   
20 maggio 2010 - un’immagine dell’assemblea di ateneo nell’aula magna di ingegneria (foto: unicaweb)
 

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