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Studiare Scienze Motorie in Italia

Lettera al Messaggero di uno studente cagliaritano
03 gennaio 2010
IL MESSAGGERO .it
LETTERA DI UNO STUDENTE CAGLIARITANO

 
Gentile Redazione, a scrivere questa volta non è un Laureato in Scienze Motorie, ma uno studente di Cagliari al terzo anno di un CdL che sta arrivando sempre più alla deriva, grazie al menefreghismo di tutte quelle persone che hanno come unico interesse non il migliorare un corso di Laurea che punta al Benessere di tutte le persone di tutte le età, ma quello di occupare delle cariche inutilmente giusto per avere un nome, un ruolo.
 
Parlo da studente deluso da quest’università e da questo corso, ma anche da studente che ha veramente una forte passione per questo mondo; il mondo dello sport non solo come agonismo, ma appunto come benessere, come un mezzo per poter migliorare anche delle condizioni di salute precarie.
 
Ho effettuato come tanti studenti della mia età un periodo di studio fuori dal territorio nazionale grazie al programma Erasmus, e in 6 mesi trascorsi in Spagna ho potuto considerare e notare tante differenze in questa disciplina, non solo tra l’Italia e lo Stato Iberico ma anche confrontando con altre realtà Europee e del resto del Mondo; si pratica lo sport giorno per giorno, si vive lo sport giorno per giorno e nelle università si mettono a disposizione degli studenti conoscenze in tutte le discipline e ambiti che permettono agli stessi di avere una preparazione di livello che gli permette una reale preparazione per un futuro professionale da Dottore delle Scienze Motorie.
 
I corsi che in Italia chiunque può frequentare pagando cifre dai 300 € ai 600 € e talvolta anche 1000 € e ottenendo delle qualifiche o dei brevetti, all’estero sono messi a disposizione degli studenti all’interno delle stesse Università arricchendo cosi una preparazione culturale e professionale durante lo stesso percorso di studio, mentre qui in Italia non si da precedenza agli studenti o al benessere di tutti, ma bensì agli introiti che questi corsi possono portare alle associazioni o alle federazioni.
 
Non è giusto che un Mondo come quello dello Sport e del benessere che dovrebbe essere un’interesse di tutti sia messo in disparte e considerato di poco valore, continuando a vivere cosi una realtà dove in palestre e società sportive continuino ad esserci delle persone non realmente qualificate a lavorare in questo campo. Spero che questa lettera sia seguita da tante altre, e spero che serva realmente ad evidenziare una situazione che in uno Stato come l’Italia sia vergognoso che continui ad esistere. Saluti
 
Claudio Loddo
(3 gennaio 2010)

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