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Presentato il volume “Contenuti aperti, beni comuni”

Un libro liberamente scaricabile, da leggere per conoscere meglio le opportunità dell’open source, del riuso e del copyleft
17 dicembre 2009
Un libro liberamente scaricabile, da leggere per conoscere meglio le opportunità dell’open source, del riuso e del copyleft
 
pubblico presente al vernissage
 
Giovedì 17 dicembre 2009 (unicaweb)
– Si è tenuta nell’aula magna del rettorato la presentazione del volume “Contenuti aperti, beni comuni”, curato da Giulio Concas, Giulio De Petra, Giovanni Battista Gallus, Giaime Ginesu, Michele Marchesi e Flavia Marzano. L’appuntamento è stato coordinato dal giornalista Alessandro Giacchino che, dopo l’apertura e il saluto del rettore Giovanni Melis, ha condotto gli autori nell’introduzione ai diversi temi trattati dal libro.

il rettore melis durante il suo saluto d’apertura, in secondo piano il prof. marchesi
 
michele marchesiL’idea di fondo - come ha precisato il prof. Marchesi - è che “condividere conoscenza e informazioni crea valore aggiunto a beneficio di tutta la comunità”. Questa considerazione, coerentemente applicata nell’ambito del software open source, può essere estesa ad altri beni immateriali e non solo. Dalla circolazione delle idee nascono altre idee, è questa una delle tracce per migliorare la nostra società e la vita futura. Si tratta dunque di un libro da leggere per conoscere meglio le opportunità dell’open source, del riuso e del copyleft, termini (e filosofie di vita collettiva) con i quali prendono sempre più confidenza le pubbliche amministrazioni, le imprese e i singoli cittadini. Il libro raccoglie importanti testimonianze da parte dei massimi esperti sul tema e, come spiegato durante la presentazione, risulta particolarmente innovativo sia per i contenuti che per la forma:
  • giulio concasCONTENUTI  - Open source è un concetto strettamente legato al software? E se venisse esteso alla musica, alle immagini, ai testi? Quando si parla di contenuti si parla anche di diritto d’autore, di accesso, di distribuzione, di conservazione, di produzione sociale.... E se divenissero anche loro Open Source, sulla falsariga di Wikipedia, arricchendo così tutta la società nel suo insieme?
     
  • FORMA  - Coerentemente con i suoi contenuti, si tratta del primo libro pubblicato da Mc Graw Hill sotto licenza Open (Creative Commons) per cui esso sarà liberamente scaricabile da www.flosslab.it, il sito Internet della FlossLab srl. La società è uno spin off universitario che adotta questo modello di business e può vantare numeri di tutto riguardo. Insieme ad ExperTeam (spin off accademico) conta circa 25 dipendenti (oltre la metà dei quali con contratto a tempo indeterminato e quasi tutti laureati nel nostro ateneo), un giro di affari di quasi un milione di euro nel 2008 e nel 2009, 500mila euro di investimenti in ricerca e sviluppo.
     
 a destra in primo piano giaime ginesu, al centro flavia marzano
   

 
copertina del libroSCHEDA DEL LIBRO
 
Dalla produzione del software aperto e libero alla produzione di contenuti aperti e liberi l’evoluzione non è lineare. Si passa da una dimensione a un’altra. Quando si parla di software si ragiona di informatica tra informatici. Quando si parla di contenuti si parla anche con musicisti, fotografi, scrittori, cartografi, editori. Quando si parla di software si ragiona di affidabilità, qualità, metodi, strumenti. Quando si parla di contenuti si parla anche di diritto d’autore, di accesso, di distribuzione, di conservazione, di produzione sociale.
In questo volume assistiamo allo spostamento dell’attenzione verso i diritti degli utilizzatori delle informazioni, e in particolare delle informazioni pubbliche, e dei diritti delle stesse amministrazioni pubbliche che vogliano rendere disponibile a tutti il patrimonio informativo del territorio che amministrano.
L’amministrazione pubblica può essere parte attiva nella ricerca di opere d’arte custodite nei musei e nelle chiese e nel promuoverne la rappresentazione digitale, spesso con modalità tecnologicamente evolute. Ma non solo. Invogliata dalle potenzialità del mezzo digitale può raccogliere testi, filmati, musica, fotografie che descrivono l’identità e la ricchezza culturale del territorio. Sia per chi utilizza quei contenuti per studiare e per conoscere, ma anche per quelli - e sono molti - che con quei contenuti lavorano nei settori più diversi, dal turismo, alla pubblicità, all’intrattenimento.
   
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