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Bambini iperattivi, dalle evidenze scientifiche alla pratica clinica

In città, workshop con oltre cento specialisti a confronto sull’Adhd
13 ottobre 2009

In città, workshop con oltre cento specialisti a confronto sull’Adhd: la patologia riguarda circa centomila scolari. Tra i temi dei lavori, l’implementazione delle linee guida e l’organizzazione dei Centri di riferimento, a due anni dall’attivazione del Registro nazionale


Da giovedì 15 a sabato 17 ottobre, al Centro comunale d’arte e cultura “Il ghetto” – via Santa Croce 18, Cagliari - si tiene il secondo workshop nazionale sul Disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Ai lavori prendono parte oltre cento neuropsichiatri infantili, pediatri, psichiatri e psicologi provenienti da tutta Italia. Il seminario sull’ADHD è coordinato da Alessandro Zuddas (neuropsichiatra infantile, università di Cagliari) in consorzio con gli specialisti dell’Istituto Mario Negri (Maurizio Bonati), del Policlinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano (Antonella Costantino), l’Istituto Stella Maris di Pisa (Gabriele Masi) e l’Istituto Superiore di Sanità (Pietro Panei). Il workshop ha il patrocinio della Regione Sardegna, dell’Ordine dei Medici di Cagliari e della Società Italiana di Neuropsichiatria Infantile.

Il Disturbo da deficit di attenzione con iperattività. L’ADHD è una patologia neuropsichiatrica ad esordio in età evolutiva. E’ caratterizzato da una serie di sintomi ben definiti, quali l’iperattività motoria, l’impulsività e l’inattenzione. Per poter parlare di ADHD i sintomi non solo devono essere gravi, ma devono essere presenti in più ambienti di vita contemporaneamente e soprattutto interferire significativamente con le normali attività e relazioni del bambino peggiorando significativamente la sua qualità di vita.

Resa scolastica e vita sociale. Praticamente costante è una minore resa scolastica ed una significativa difficoltà di utilizzazione delle proprie abilità cognitive. Frequentemente questi bambini mostrano scarse abilità nell’utilizzazione delle norme di convivenza sociale, in particolare in quelle capacità che consistono nel cogliere quegli indici sociali non verbali che modulano le relazioni interpersonali. Questo determina una significativa interferenza nella qualità delle relazioni tra questi bambini ed il mondo che li circonda, compromettendone lo sviluppo cognitivo, affettivo, e sociale e predisponendoli, nei casi più gravi, ad altra patologia psichiatrica e/o disagio sociale nelle successive età della vita. La diagnosi può essere formulata solo in seguito a una valutazione clinica approfondita da parte di una equipe multispecialistica di un servizio di Neuropsichiatria Infantile, deve coinvolgere oltre al bambino, i suoi genitori e gli insegnanti, e deve basarsi sugli elementi richiesti dalle classificazioni internazionali.

I numeri. Nelle ricerche europee, l’ADHD è presente nel 3-5 per cento della popolazione in età scolare , in Italia tra l’1 ed il 3% (circa 100 mila tra bambini e ragazzi).

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