UniCa UniCa News Notizie Master, la «tessera» giusta per il lavoro

Master, la «tessera» giusta per il lavoro

Il Sole 24 Ore fa il punto sull’offerta formativa degli atenei italiani e degli enti privati
21 settembre 2009



di Cristiano Dell'Oste

«Un anno di studio e di esperienza sul campo». Oppure: «Un'opportunità di approfondire le tecniche». O ancora: «Un'esperienza attiva, per assimilare i valori e i criteri». Ecco come molte università ed enti di formazione privati presentano i propri master. Ma la domanda vera, quella che si deve porre chi pensa di frequentare uno di questi corsi, è molto più diretta di tante pubblicità: il master (o, meglio, questo master) è utile per trovare il lavoro giusto?

Per rispondere a questa domanda, anche quest'anno Il Sole 24 Ore del lunedì ha preparato il Dossier dedicato ai master. Un inserto robusto, che fa il punto sull'offerta formativa degli atenei italiani e degli enti privati, con una serie di indicazioni utili per scegliere il corso più adatto alle proprie esigenze. Inoltre, ad affiancare il Dossier cartaceo – per la prima volta – sul sito internet del Sole 24 Ore, all'indirizzo www.ilsole24ore.com/guidamaster viene pubblicato l'elenco completo dei corsi. Il tutto accompagnato da approfondimenti e contenuti speciali (per accedere ai quali è necessario il codice MASTE924).

Guardando ai master attivati dalle università italiane nell'anno accademico 2009/10, il primo dato che balza all'occhio è l'ulteriore contrazione dell'offerta formativa: tra primo e secondo livello, i corsi sono circa 1.850, l'8% in meno rispetto a quelli dell'anno scorso, che già aveva visto un taglio del 12%, dopo anni di espansione dell'offerta formativa.

Il calo ha eliminato molti dei titoli più deboli e astratti, e ha colpito in particolare i master di primo livello: una formula che spesso si pone come un'alternativa alla laurea specialistica, e che ha bisogno di caratterizzarsi al massimo per risultare ben accetta al mondo del lavoro (inevitabilmente, molte aziende faticano a scegliere tra un giovane con una laurea "lunga" e uno con una laurea breve seguita da un master).

Storicamente, il master in Italia è nato per iniziativa di enti privati che attivavano corsi in tandem con le aziende. Solo in un secondo tempo le università si sono affacciate su questo segmento della formazione. Replicando, in alcuni casi, gli stessi difetti di tanti corsi universitari, soprattutto quello di essere lontani dal mondo del lavoro e dalle esigenze delle imprese. Si spiega anche così la salutare riduzione del numero dei master iniziata l'anno scorso dopo il picco del 2007/08, con 2.300 corsi.

Torniamo allora alla domanda iniziale. Se un neolaureato riesce a trovare in tempi ragionevoli il lavoro, è logico posticipare l'eventuale scelta del master. Meglio prendere confidenza con il mondo del lavoro e chiarirsi le idee sui propri obiettivi di carriera. Ma se il lavoro "giusto" non arriva, o se ci si rende conto che per raggiungere una certa posizione professionale serve qualcosa in più, entra in gioco il master: un supplemento di formazione per arrivare dove altrimenti non si potrebbe.

Le indicazioni per individuare i corsi post-laurea in grado di fare da ponte tra università e lavoro sono riportate nelle pagine che seguono. Si comincia con una serie di servizi dedicati ai criteri di scelta, alle classifiche internazionali, al riconoscimento dei titoli e ai double degree validi anche all'estero. Seguono le pagine sugli aspetti economici (borse di studio, prestiti e detrazioni fiscali), per poi chiudere con una rassegna delle novità suddivise per area didattica. Per decidere senza mai perdere di vista il mondo del lavoro.

Cristiano.Delloste@ilsole24ore.com


21 SETTEMBRE 2009

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