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Il Prof. Mistretta lascerà il rettorato in anticipo

In una intervista a L’Unione Sarda annuncia che anticiperà al 5 ottobre il passaggio del testimone al suo successore
19 settembre 2009


Università. Il rettore uscente annuncia il passaggio del testimone. E si apre il dibattito sul bilancio dell’ateneo nel 2010
L’ultimo colpo di teatro di Mistretta
Si dimette in anticipo: dal 5 ottobre sarà in pensione


Stretta di mano tra il prof. Melis ed il Prof. Mistretta


È l’ultimo colpo di teatro di Pasquale Mistretta, dal 2 novembre del 1991 rettore dell’Università: andrà via con un mese d’anticipo.
Il regno di Pasquale Mistretta finirà il 4 ottobre. Troppo banale, per uno come lui amante dei colpi di scena, aspettare la scadenza naturale del suo mandato, il 31 ottobre. «Si è vero. Lascio il mio posto da rettore con un mese d’anticipo. Servirà al mio successore come periodo di rullaggio per un decollo anticipato». Strano: per quasi diciotto anni (era il 2 novembre 1991 quando è entrato per la prima volta nell’ateneo cagliaritano da rettore) è stato così attaccato al suo ruolo da modificare più volte lo statuto, ora non vede l’ora di andar via.
Come mai queste dimissioni?
«Non sono dimissioni. È un semplice anticipo dell’avvicendamento. A Cagliari l’anno accademico inizia il primo ottobre. Mi sembra giusto che il passaggio di consegne avvenga contemporaneamente. Invierò una comunicazione al ministro». 
Non sarà per i 25 milioni di disavanzo denunciati da quattro componenti del Cda, Giovanni Coinu, Guido Mula e Roberto Malavasi?
«Addirittura 25 milioni? Al massimo sarà uno. È strano, e scorretto, che si voglia salutare il nuovo rettore con del terrorismo finanziario. Ho sempre portato in parità il bilancio e sono sicuro che Melis saprà fare altrettanto».
A Melis servirà un periodo di rullaggio ?
«Ci troviamo davanti a una fase delicata per l’evoluzione dell’Università. Problemi economici, personale e riforma dei corsi. Sono questioni che dovranno essere affrontate in tempi brevi e un mese in più sarà certamente utile. E poi mi consenta una battuta: voglio stupire fino alla fine, è il mio ultimo colpo di teatro».
Che Università lascia?
«Dal punto di vista mentale e culturale, moderna. In questi anni ho raggiunto molti obiettivi, ma ce ne sono altri che dovranno essere centrati. Penso di aver avuto una dialettica costruttiva con gli studenti, mantenendo con tutti una neutralità democratica davanti alle pressioni».
Rimpianti?
«Nessuno. Vado via senza lacrime. L’Università non mi mancherà, ma avrò nostalgia dell’affetto e dell’intelligenza dei tanti collaboratori con cui ho avuto a che fare».
Cosa le hanno detto gli studenti?
«Ho vissuto diciotto generazioni di matricole e di laureati, è normale che qualcuno sia dispiaciuto. Un esercito di giovani che considero tutti miei nipoti acquisiti».
Un consiglio al suo successore? 
«Cercare di esprimere sempre un pizzico di humorcagliaritano. Nei momenti difficili con un po’ di umorismo si trasmette positività».
Si ricorda il primo giorno da rettore?
«Era il 2 novembre 1991. Mi ricevette l’allora segretaria Panzali che mi fece entrare nella stanza. C’era soltanto una pianta. In questi diciotto anni l’ho sostituita con altre tenendole sempre nello stesso punto».
Di cosa va fiero?
«La svolta sui cantieri di Monserrato. A costo di correre qualche rischio sono riuscito a far velocizzare i lavori».
Dal 5 ottobre dove la vedremo?
«In giro per Cagliari. Come viandante».
C’è già una poltrona che l’aspetta?
«Neanche mezza. C’è una ressa pazzesca. Se venissero a cercare una persona della mia età sarebbe solo per assoluta necessità. Potrei essere utile perché sono un esperto conoscitore di Cagliari. Magari come interlocutore o suggeritore». 
Un arrivederci. A presto.
MATTEO VERCELLI 

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