UniCa UniCa News Notizie Ocse: scuola italiana costa molto e trascura l’Università

Ocse: scuola italiana costa molto e trascura l’Università

La spesa per studente relativa all’universita’ e’ di 43.700 euro contro i 50.500 della media Ocse
09 settembre 2009

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 08 set -"Il problema dell'Italia non e' che spende poco nella scuola, anzi spende piu' della media Ocse su vari aspetti, ma i soldi finanziano le dimensioni delle classi piu' che un migliore insegnamento". Cosi' Andreas Schleicher, capo della Divisione analisi del Dipartimento istruzione dell'Ocse, riassume a Radiocor i problemi della scuola italiana che riemergono nello studio "Uno sguardo all'istruzione", che passa ai raggi X i sistemi educativi dei 30 Paesi aderenti all'Organizzazione. L'Italia spende in media 8.263 dollari l'anno per studente (dati 2006) contro una media Ocse di 8.857 dollari. La spesa tuttavia privilegia la scuola secondaria con 8.495 dollari (contro una media Ocse di 8.000) e primaria con 7.716 (Ocse 6.437 dollari) a scapito dell'Universita' (5.268 dollari contro 8.455 Ocse). La spesa totale per allievo per la durata teorica degli studi primari e secondari supera i 106.000 dollari contro i 93.775 della media Ocse, mentre per l'universita' e' di 43.700 euro contro i 50.500 Ocse. "Ci sono tantissimi insegnanti, non ben pagati e questo perche' le classi sono piccole, nel senso che ci molti docenti per classe. Bisognerebbe attirare le persone migliori nell'insegnamento e pagarle di conseguenza e quindi ci si possono permettere classi piu' numerose", rileva l'esperto dell'Ocse che considera l'attuale situazione italiana "molto costosa", tanto piu' che i risultati nella preparazione degli studenti "non sono molto buoni" stando ai test Pisa. In basi ai calcoli Ocse in Italia ci sono in media 18,4 bambini per ogni classe alle elementari pubbliche (20,1 nelle private) e 20,8 alle medie statali (21,8 nelle private) contro i 21,4 e 23,4 medi Ocse. Vi sono poi 10,5 scolari per ogni insegnante alle elementari (16 media Ocse) e 10,2 nella secondaria (13). Per la cronaca, dai 7 ai 14 anni i bambini italiani trascorrano oltre 8.000 ore in classe. Solo i ragazzi cileni restano piu' a lungo sui banchi, mentre i finlandesi non arrivano a 6.000 ore e la media si ferma a 6.645 ore. Per ogni 1.000 allievi nella scuola italiana, vi sono 156,4 persone tra insegnanti (97) e addetti ai vari servizi contro una media Ocse di 76,4 insegnanti per un totale di 116,3 addetti. I salari partano dai 24.945 dollari l'anno minimi per un docente di prima nomina delle elementari per arrivare dopo 35 anni di insegnamento a 36.765 (contro i quasi 48mila della media Ocse), pari allo 0,99 del Pil per abitante, uno dei dati piu' bassi tra i Paesi Ocse. Le cose non vanno meglio per i prof, con un primo stipendio di 26.800 dollari per arrivare a 40.300 alle medie (oltre 51mila Ocse) e a 42mila nei licei (54mila Ocse). In Giappone un maestro parte da 27mila dollari ma arriva a oltre 61mila a fine carriera e in Lussemburgo parte da quasi 50mila per raddoppiare a 101mila. Schleicher, comunque, vede progressi nelle riforme in via di attuazione: "penso che vada nella buona direzione la valutazione degli insegnanti e la diversificazione degli stipendi. L'importante e' migliorare il contesto scolastico. Stanno succedendo alcune cose che potrebbero aiutare l'Italia nel lungo termine". E' inoltre positivo - conclude Schleicher - che i laureati italiani abbiano un forte vantaggio salariale rispetto ai diplomati come emerge dallo studio Ocse e il fatto che siano soprattutto gli uomini a godere di tale beneficio - e' la spiegazione - e' che molte donne optano per il part-time.

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