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Università di Genova, il bilancio dei tagli

Via libera dal Cda al bilancio preventivo presentato dal rettore Giacomo Deferrari. Pensionamenti piu rapidi e immobili venduti per 8 milioni. Messi sul mercato l´ex magistero, la Saiwetta e alcuni parcheggi
17 dicembre 2008



di Costantino Malatto

Un cambio di marcia nella macchina dell´Università di Genova: lo chiede il rettore Giacomo Deferrari al consiglio d´amministrazione, che vota all´unanimità il bilancio preventivo dell´Ateneo. Ma alla macchina, per mantenere la metafora automobilistica, si dovrebbe imprimere una forte accelerata proprio quando il distributore - leggi governo - mette molto meno benzina nel serbatoio. Per dire dei tagli già previsti nel Ffo, cioè il Fondo di funzionamento ordinario. Così per far avanzare la macchina alla velocità prevista il pilota Deferrari e il suo team cercano di alleggerire quanto più possibile la struttura. Per esempio vendendo alcune importanti proprietà edilizie. Razionalizzando facoltà e corsi di studio. Svecchiando e riducendo il personale.

«All´interno del documento programmatorio - avverte Deferrari leggendo la sua relazione al consiglio - esistono punti critici e fondamentali per imprimere una forte svolta al nostro Ateneo». Il punto di partenza è drammatico. Aldilà della «qualità senz´altro buona - così la definisce il rettore - di gran parte dei nostri docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti», l´Università di Genova opera in un quadro assai degradato. I corsi di studio, accusa Deferrari, si sono moltiplicati, spesso senza alcun senso, così i docenti hanno dovuto dedicare tutto il loro impegno all´insegnamento e lasciar in secondo piano la ricerca. La meritocrazia è stata sconfitta e una parte rilevante del Ffo se n´è andata in spese per il personale. Senza contare che per mantenere e recuperare l´enorme patrimonio immobiliare servirà una quantità di fondi che al momento non ci sono.

Partiamo proprio da questo punto. Il bilancio annuncia che nel corso del prossimo anno saranno venduti l´ex Magistero in corso Montegrappa, la Saiwetta in corso Gastaldi e alcuni parcheggi. Introito previsto: almeno 8 milioni di euro. Uno dei quali servirà per interventi sulla sicurezza degli edifici e due milioni per la manutenzione straordinaria, mentre 1,4 milioni saranno destinati all´Albergo dei Poveri.

Il personale è il punto più dolente: nel corso dell´anno l´Ateneo dovrà pagare sei milioni di euro in più solo per gli automatismi in busta paga. Perciò se da una parte si cercherà di risolvere almeno in parte il problema dei precari e si finanzierà la quota per nuovi ricercatori, anche a tempo determinato, dall´altra sarà necessario tagliare. L´intenzione è quella di eliminare il cosiddetto "biennio Amato", che consente ai chi ha già raggiunto l´età pensionabile di restare in servizio per altri due anni. E di pensionare il personale tecnico-amministrativo, e forse i ricercatori, che abbiano già 40 anni di contributi.

Ma la razionalizzazione più profonda sarà ottenuta con la riorganizzazione dell´Università in quattro o cinque poli. Sarà modificato lo Statuto, si rivedranno ruoli, numero e dimensioni di facoltà, aree, dipartimenti, corsi di studio. «Spero di fare di questa iniziativa un progetto pilota - anticipa a Repubblica il rettore Deferrari - perché si tratta davvero di una rivoluzione nell´organizzazione dell´Ateneo».

I poli saranno quello con Economia-Giurisprudenza-Scienze politiche, Lettere-Lingue-Scienze della formazione, Medicina-Farmacia. Ancora da definire, invece, se ci sarà un unico polo Ingegneria-Architettura-Scienze o se verrà diviso in due: Ingegneria-Architettura da una parte (forse pensando anche all´ipotesi Politecnico), Scienze dall´altra. Il bilancio prevede un taglio medio del 10% sulle spese di funzionamento, ma arriverà in molti casi al 20% o addirittura al 30%. Trentadue milioni sono previsti per la formazione. In questo campo il documento prevede una razionalizzazione dell´offerta formativa. Le uscite principali resteranno sostanzialmente invariate, ma le facoltà si vedranno ridurre da 11 a 8 milioni il trasferimento delle tasse studentesche. Alla ricerca andranno 18,5 milioni: 10,6 milioni per borse di dottorato e quasi 6 milioni per assegni di ricerca. Alla fine, promette Deferrari, «si supererà il finanziamento del 2008». Due milioni, infine, sono previsti per l´internazionalizzazione «favorendo la mobilità bidirezionale degli studenti, dottorandi e specializzandi e gli scambi di ricercatori con prestigiose Università straniere».

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