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Su Youtube Mariastella Gelmini ha gia’ totalizzato circa centomila contatti in 30 ore.

Il ministro, molto soddisfatto del successo dell’iniziativa, sta raccogliendo le videodomande e rispondera’ giovedi’
06 dicembre 2008

ASCA) - Roma, 5 dic - Il canale Youtube del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, aperto ieri mattina, ha gia’ totalizzato circa centomila contatti in 30 ore.

Il ministro, molto soddisfatto del successo dell’iniziativa, sta raccogliendo le videodomande e rispondera’ giovedi’ ma inizia subito a rispondere ai piu’ frequenti tra gli oltre milleottocento quesiti che sono gia’ stati posti. Le risposte sono visibili nello spazio riservato ai commenti.

’’Come si puo’ vedere - ha affermato Gelmini - vengono pubblicati tutti i giudizi, anche i piu’ critici. Non vengono pubblicati soltanto i commenti offensivi’’.

I quesiti piu’ frequenti riguardano i fondi destinati a scuola ed universita’.

’’Forse non tutti sanno - prosegue il ministro - che il 97% del bilancio del ministero dell’Istruzione e’ destinato a pagare stipendi e non ci sono soldi per l’edilizia scolastica, per la messa in sicurezza degli edifici, innovazione, formazione degli insegnanti, merito, stipendi piu’ alti per insegnanti, nuove tecnologie. E quindi una scuola che investe per questi settori solo il 3% del suo bilancio non ha futuro. In Italia il personale amministrativo e i professori sono 1.300.000. Secondo me sono troppi e mal pagati. Quello che vorrei e’ avere un numero di insegnanti adeguati al numero di studenti ma meglio pagati e piu’ valorizzati come nel resto d’Europa’’.

Sull’universita’, spiega ancora Gelmini, ’’e’ necessaria una profonda autocritica, anche del mondo universitario, per eliminare sprechi e privilegi. Con il disegno di legge del governo gli atenei con una spesa per il personale al di sopra del 90% dello stanziamento statale non potranno effettuare nuove assunzioni. Ci saranno piu’ finanziamenti per migliorare l’offerta formativa, la ricerca, la didattica, poiche’ e’ un’assoluta priorita’ bloccare la fuga delle migliori intelligenze italiane verso l’estero. E’ per questo che il decreto sull’universita’ prevede l’assunzione di 4.000 nuovi ricercatori, che il 60% delle future assunzioni negli atenei sia riservato all’ambito della ricerca e che ci siano agevolazioni fiscali per quei ricercatori intenzionati a rientrare in Italia dall’estero’’.

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