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L’Università di Genova assume i precari

Entro primavera pronto il contratto per 156 lavoratori
26 novembre 2008



di Costantino Malatto

Entro la primavera l´Università di Genova assumerà con contratto a tempo indeterminato 156 precari del settore tecnico-amministrativo. È la decisione più importante emersa dalla seduta del consiglio d´amministrazione dell´Ateneo che si è svolta ieri mattina. Per consentire le assunzioni l´amministrazione universitaria farà ricorso a graduatorie già approvate in concorsi passati e a posizioni già attivabili. «Con queste assunzioni - spiega il rettore Giacomo Deferrari - garantiremo la regolarizzazione di gran parte dei precari tecnico-amministrativi, più di 150 sui circa 200 esistenti. Ma anche per gli altri interverremo attivamente attraverso lo strumento delle cooperative, cui affideremo incarichi secondo quanto consentito dalla legge. Nessuno sarà lasciato senza lavoro».

Gran parte della seduta è stata dedicata a un esame del bilancio preventivo per il 2009. Il documento finale verrà approvato fra 15 giorni, dopo essere stato discusso in Senato Accademico lunedì prossimo. Ma già il primo esame ha mostrato la delicatezza della situazione. La prospettiva di sempre minori trasferimenti da parte del governo apre interrogativi sulla tenuta di un bilancio che negli ultimi anni è stato messo a dura prova. La strada, ripetono i nuovi vertici dell´Università di Genova, può essere solo una: rimboccarsi le maniche e tagliare quanto più possibile gli sprechi che esistono in una macchina complessa e articolata qual è quella dell´Ateneo genovese.

I tagli sono previsti in maniera generalizzata. Nel senso che non ci potrà essere settore, facoltà, servizio che non sia toccato da questa cura dimagrante dei costi. «Tutti dovranno risparmiare» ha avvertito Deferrari. Un risparmio che non potrà non toccare lo stesso personale. Anche per non dover superare il vincolo relativo al Fondo di Finanziamento ordinario (Ffo). Il trasferimento diretto da parte del ministero, che per l´Università di Genova sfiora i 190 milioni di euro, è legato a una precisa condizione: le spese per il personale, docenti e tecnico-amministrativi, non devono superare il 90% della quota Ffo assegnata all´Ateneo. Per l´anno in corso l´Università di Genova è rientrata a fatica nel parametro. Per il prossimo anno il vincolo diventa ancora più difficile da rispettare.



I tagli, tuttavia, non saranno sufficienti a garantire il pareggio richiesto per il bilancio universitario. Anche se la quota Ffo non dovesse subire tagli, l´aumento delle spese rischia di sforare i parametri. L´unica strada percorribile, si è detto nel corso del consiglio d´amministrazione, è quella della vendita di qualcuno dei "gioielli" di famiglia, edifici che possono essere alienati e la cui vendita ridarebbe ossigeno alle esauste casse dell´Ateneo.

Sono due gli immobili in pole position per essere venduti: l´ex sede del Magistero in corso Montegrappa e la cosiddetta Saiwetta, in corso Gastaldi. La vendita potrebbe avvenire in forma diretta - e sembra che per la Saiwetta ci siano già possibili acquirenti - o attraverso una cartolarizzazione dei beni. In qualunque modo si tratterebbe di una alienazione giudicata indispensabile già da alcuni anni ma che non era mai stata portata a termine nel recente passato.

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