UniCa UniCa News Notizie Gli archimedi italiani sfornano 10 mila invenzioni l’anno

Gli archimedi italiani sfornano 10 mila invenzioni l’anno

17 agosto 2008

www.adnkronos.comDepositati nell’ufficio Uibm presso il ministero dello Sviluppo economico
 
Dalla cannuccia quadrata al cuscinetto anti veschiche, la maggior parte delle nuove idee viene da Milano, Torino e Roma
 
Roma, 17 agosto 2008 (Adnkronos/Ign) - Dalla cannuccia quadrata al ‘cuscinetto per la prevenzione di vesciche, duroni e patologie simili’, dal coperchio per l’airbag della Ferrari a tecnologici attacchi per gli snowboard. Sono solo alcuni dei numerosi brevetti depositati dagli ‘archimedi’ italiani all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (Uibm) presso il ministero dello Sviluppo economico. Diecimila ogni anno, il 25% dei 40mila depositati provenienti da tutta Europa. Un prezioso panorama di idee che proviene soprattutto dal genio degli italiani del nord, in testa le menti industriose di Milano e Torino, ma anchequelle dei romani: solo da queste tre città arriva ben il 60% dei brevetti.

Le prime due edizioni del premio ‘Inventore dell’anno’, istituito dalla Commissione europea e dall’Ufficio europeo brevetti, sono state vinte proprio da due connazionali. Nel 2006 ha ricevuto il Premio alla carriera Federico Faggin, il ‘padre del microchip’, invenzione che agli inizi degli anni Settanta ha rivoluzionato l’informatica. L’anno scorso, nel 2007 a vincere è stata Catia Bastioli, l’imprenditrice che ha ideato una plastica biodegradabile per imballaggi agroalimentari.

Le invenzioni italiane finalmente sono “più forti e più tutelati da un punto di vista giuridico” spiega all’ADNKRONOS Ludovica Agrò, direttore generale dell’Uibm per la recente introduzione della ’ricerca di anteriorità’ nell’ufficio Europeo dei brevetti. "E’ un esame che si basa sulle banche date di tutte nuove idee registrate nel mondo e in più sulla letteratura scientifica -continua Ludovica Agrò - e questo rende le nostre invenzioni più forti in giudizio”. La novità, raggiunta in base a un accordo tra i due uffici, ha dato una spinta alla modernizzazione del nostro ufficio brevetti che sta provvedendo ad acquisire il patrimonio brevettuale otticamente dal 1980 a oggi e a metterlo on line. Il titolare del brevetto che vorrà estenderlo a livello europeo non dovrà più pagare la tassa per la ‘ricerca di anteriorità’ pari a circa 1.500 euro, ma solo quella per il deposito del brevetto che varia dai 50 euro ai 120 se cartacea.

Inoltre, per mantenere un brevetto ‘in vita’ si dovrà pagare una tassa più alta ma a partire dal quarto anno, in quanto prima è gratuita. La filosofia di fondo è di invogliare e incoraggiare a brevettare anche con incentivi alle imprese che possono così saggiare il mercato per il primo periodo di tempo. Spesso, osserva Ludovica Agrò, "non si tutelano cose che sembrano banali, ma che hanno invece una grande valenza da punto di vista commerciale, di qui il vantaggio di proteggerle, mentre molte invenzioni strabilianti, magari non hanno valore di mercato".

Dopo diciotto mesi dal deposito l’oggetto diventa pubblico e chi è interessato può contattare il titolare per la licenza attraverso la banca dati (anche on line) su cui sono trascritti i suoi dati.
 
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